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Ad un mese dalla scomparsa di Alessandro Avagliano, storico capotifoso del Napoli

alessandro-avagliano-capotifoso-napoli-calcio-cava-de-tirreni-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Se ne è andato a novant’anni uno degli storici capotifosi del Napoli, il ragioniere Alessandro Avagliano che nei ruggenti anni del “Ciuccio fa’ tu” formò una popolarissima coppia azzurra con l’altro grande “patuto” Nicola Pellegrino, ‘o panettiere. Alessandro era un compagnone che, come ricorda nella lettera allegata la nipote Lucia, eravamo abituati a vedere, sotto i portici, mentre parlava della “sua” squadra e faceva telecronache mimando le gesta dei “suoi” campioni. La bandiera azzurra lo ha accompagnato nella bara, insieme con la commossa evocazione di un uomo perbene (rafforzata dal ricordo pubblico in chiesa del Presidente Attanasio del Club Napoli), ricco dei suoi valori semplici e tradizionali, religioso e corretto, appassionato e tollerante, aperto e socievole. Lo ricordiamo con l’affettuosa carezza della memoria, stringendo in un abbraccio la moglie Lucia Farina, i figli Ernesto, Angela e Rita e tutti i suoi familiari, per cui era un maestro di pensiero positivo e di bicchieri mezzi pieni, un caldo “cemento amato”… e un nonno squagliato d’amore. (f.b.v.)


Carissimo nonno, eri proprio “una brava persona”: semplice e distinto, attento e scrupoloso, religioso e corretto, di un’educazione d’altri tempi. Mi sembra proprio di rivederti, sotto i portici, mentre parli del “tuo” Napoli, e mimi le gesta dei “tuoi” campioni, intento a fare “telecronache” e a tener banco col tuo crocchio di “amici dello struscio”. Una volta ce ne misi per farmi vedere e salutare. Ma poi furono dolci il tuo sorriso e la tua carezza e la tua presentazione agli amici: “Questa è Lucia piccola!”

Eri l’uomo in più delle nostre partite al Trivial, eri l’uomo in più comunque, fino agli ultimi tempi, quando un male silente aveva reso quei tuoi passi più lenti e tremolanti, la voce più fioca e lo sguardo un po’ appannato. Sai che mio figlio si è rifiutato di sedersi sulla “tua” poltrona? Quello rimarrà sempre il tuo posto, come la maglia numero 10 per Maradona! Tu lì ci sei sempre, col giornale pronto a coprirti il viso, pronto a riporre gli occhiali nel taschino, a ripiegare con grazia il quotidiano appena sgualcito. E sei al telefono, come quando, negli anni del mio fervore politico, commentavamo gli spogli e tu eri informato su tutti i risultati. E sei a tavola, ai pranzi di famiglia, con i tuoi discorsi benauguranti, ricchi di parole affettuose e con l’inevitabile chiusura pro Napoli: “Torneremo al posto che ci compete”. E mi pare proprio che il tuo Napoli ti ha salutato accontentandoti …

E sei ancora qui con noi, a ricordarci che il male si combatte e che il bicchiere è mezzo pieno, anche se solo di un dito, come dicevi quando perdevamo partite ed elezioni…. Ma il bicchiere del nostro cuore è completamente pieno… e di questo dobbiamo ringraziare anche te, carissimo nonno Ale. Ti vogliamo e ti vorremo sempre tanto, tantissimo bene. (Lucia Avagliano)

Il 5 dicembre, a Palazzo di Città, Federico Buffa e Elena Catozzi presenteranno la biografia di Cassius Clay

federico-buffa-elena-catozzi-cava-de-tirreni-novembre-2017-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Sport, giornalismo, costumi, letteratura, società, etica sociale… e un pizzico umanissimo di sciovinismo cittadino: il 5 dicembre p.v., alle ore 18, presso la bellissima Sala di Rappresentanza del Comune di Cava de’ Tirreni (quella con gli affreschi di Tafuri, gli stucchi eleganti e la Pergamena Bianca), Federico Buffa, attualmente forse il più grande esponente nazionale del giornalismo multimediale, presenterà il libro “Muhammad Ali, un uomo decisivo per uomini decisivi (Rizzoli editore)”, l’appassionante biografia del pugile Cassius Clay, “il più grande”, da lui scritta “a quattro mani e due teste in una”, con la giovane cavese Elena Catozzi. La serata, organizzata dall’Associazione Giornalisti Cava de’ Tirreni e Costa d’Amalfi “L. Barone”, il cui Presidente è Emiliano Amato, sarà condotta da Franco Bruno Vitolo.

Federico Buffa, dopo una lunga esperienza come commentatore delle partite nazionali e internazionali di Basket, si è dedicato agli approfondimenti giornalistici ed ha prodotto delle vere e proprie chicche, come le Storie mondiali le interviste-ritratto televisive di personalità come Cristiano Ronaldo, Johann Crujff, Alfredo Di Stefano, Paolo Maldini, Jim Connors, oltre a numerose pubblicazioni in tema ed a svariate performances telecineteatralletterarie sul mitico Jessie Owens. Non a caso ha partecipato come doppiatore anche al film Race – Il colore della vittoria, dedicata proprio all’eroe delle Olimpiadi di Berlino ’36.

Elena Catozzi, trentaquattrenne ricercatrice, cavese superdoc (il papà è il prof. Roberto, la mamma la maestra Carmen Cortellessa), è appassionata di sport (sulla rivista Basket NBA ha pubblicato un raffinato articolo sul grande cestista Alcindor, convertitosi dal Cristianesimo all’Islam) ed esperta di cinema (ha effettuato studi e lavori con l’Istituto Luce, la famiglia De Sica, la famiglia Rossellini).

Cassius Clay, che dopo la conversione all’Islam cambiò il nome in quello di Mohammed Alì, è il mitico pugile di pelle nera che si rivelò al mondo vincendo la medaglia d’oro dei pesi massimi alle Olimpiadi di Roma nel 1960… e vivendo un’emozionata ed emozionante relazione con la supervelocista Wilma Rudolph, raccontata nel libro in uno dei capitoli più avvolgenti. Diventò subito popolarissimo, oltre che per la sua bravura, per il suo stile di combattimento, basato su una mitragliante velocità di gambe e di braccia, e per le autoreferenziali smargiassate verbali con cui attaccava gli avversari e si autodefiniva il più grande. In un vorticoso saliscendi, vinse e riconquistò quattro volte il titolo mondiale, attraverso combattimenti epocali ad altissimo tasso di elettricità con giganti del tipo di Joe Frazier, George Foreman, Sonny Liston. Combattimenti che conquistarono i media di tutto il mondo, in quel tempo vicino eppure lontano in cui il pugilato era uno sport che bucava l’immaginario planetario e assumeva significati che andavano ben oltre lo scambio dei pugni. Combattimenti che vengono raccontati nel libro con toni da epica sociosportiva e nello stesso tempo con “spirito da caminetto” e pennellate di colore, in un mix coinvolgente di attenzione alla verità e ricerca di umanità.

Clay-Alì è penetrato fino in fondo nel cuore del mondo soprattutto in due momenti. Il primo, quando, nel pieno della sua carriera, anche per effetto della sua conversione all’Islamismo pacifista, sfidò gli Stati Uniti d’America” e si rifiutò di essere arruolato nell’esercito americano per andare a combattere in Vietnam: ed erano i tempi in cui i neri d’America stavano sviluppando una vasta protesta contro la deleteria accoppiata “emarginazione sociale-necessaria carne da macello militare”. La sua sfida gli costò cara: gli arresti, la perdita del titolo, gli insulti di chi lo accusava di codardia. Ma ci fu anche chi ne sostenne la lotta e gli ideali, che erano forti e provocatori, anche perché intrecciavano in un unico bollente mix il rifiuto della guerra e la polemica razziale. Diventò per tanti il simbolo del coraggio, della forza di pagare di persona nel nome di valori superiori. E fu uno dei semi della futura, se pur non facile, integrazione del popolo nero negli USA, che alla fine ha prodotto il primo Presidente con la pelle scura.

L’altro momento, invece, commosse l’umanità senza distinzioni. Alle Olimpiadi di Atlanta, nel 1996, ad accendere in mondovisione la fiaccola inaugurale furono a sorpresa le sue mani tremolanti per il Parkinson. Era il segno palese della decadenza finale, ma anche di quella consacrazione di grandezza che va oltre la vita individuale. Era la consacrazione di “un uomo libero che ha tracciato a terra una riga che per noi si è trasformata n un viale alberato”.

Con un’affabulazione scorrevole ed affascinante che ne fa quasi un romanzo, con sfumature espressive di letteraria poeticità e tagli incisivi negli affetti familiari e nei cuori dei personaggi, con fascinosi intrecci tra sport e storia, politica e musica, orrori di razzismo e luci di umanità, tutto questo è raccontato nel bellissimo libro di Federico Buffa ed Elena Catozzi. Tutto questo sarà in scena, come già detto, il 5 dicembre prossimo, alle ore 18, nella Sala di rappresentanza del Palazzo di Città.

Ed avrà anche un significativo corollario. Per l’occasione, la “L. Barone” consegnerà a Federico Buffa il neonato Premio “Pontegiovane”, destinato a personaggi, situazioni o pubblicazioni capaci di aprire concrete finestre di protagonismo e visibilità a quella nuova generazione che così pochi spazi riesce a trovare all’interno della nostra società.

Lo scorso settembre, ad accogliere i due scrittori al Festival della Letteratura di Mantova, c’erano in un apposito cortile circa ottocento spettatori, per di più paganti…. Ci auguriamo proprio che la nostra Cava sappia offrire il giusto benvenuto ad un grande giornalista, una giovane concittadina di alta qualità ed un libro best seller… e senza pagare biglietti, ma rimanendo ripagati da grandi stimoli di emozione e di conoscenza …

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Venerdì 27 ottobre al Comune le “malincomiche” luci della vita in “Sunagliera”, poesie in lingua napoletana di Alfonso Apicella

alfonso-apicella-sunagliera-cava-de-tirreni-ottobre-2017-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA).  Venerdì 27 ottobre p.v. con inizio ore 18:00, col patrocinio del Comune di Cava de’ Tirreni e dell’Associazione Giornalisti di Cava e Costa d’Amalfi “L. Barone”, nella bellissima Sala di Rappresentanza del Comune in Piazza Abbro, Alfonso Apicella, Vicepresidente della Sezione CAI, presenterà la sua prima pubblicazione letteraria: Sunaglieratutt’ ‘e ssere sempe allera (Ed. Vertigo).

È una raccolta di ventotto poesie in vernacolo napoletano, illustrata da immagini di Franco D’Auria e illuminata dalla presentazione di Emanuele Occhipinti. È, per dirla con lo stesso Occhipinti, una poesia sostanziata da scorci di vita popolare, da sentimenti scaturiti da rapporti umani genuini, da svariati giochi d’ombre e luci, con spunti ora ironici, ora comici, ora drammatici e malinconici.

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Vincenzo Servalli, del Presidente dell’Associazione Giornalisti Emiliano Amato, e di Silvio Mauro, Presidente dell’Associazione di Volontariato “Il Germoglio” (a beneficio della quale andrà l’eventuale ricavato delle vendite), la presentazione sarà guidata da Franco Bruno Vitolo, con spunti musicali (e non solo) dello stesso Apicella, di Elio Di Maso e Salvatore Russo, e gli ulteriori interventi in lettura di Carlo D’Alesso, Franco D’Auria, Lucia Palumbo, Carmela Pisapia, Angela Maria Pellegrino, Rosanna Rotolo.

Sarà insomma ‘na serata allera, comme a’na sunagliera, a dimostrazione che nell’età non più verde, se si sa essere “sempreverdi”, si possono raccogliere e gustare con allegria i frutti delle passioni di una vita, che nel caso di Apicella sono state la musica, il canto, la poesia… e le cose belle della vita di ogni giorno. Anzi, la vita di ogni giorno, bella proprio perché vita…

Mariele Di Mauro, ballerina e modella, alla conquista dell’America: la sua foto sulla rivista Vogue!

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Per scalare il monte dei suoi sogni, la cavese-nocerese Maria Elena Di Mauro, in arte Mariele, una decina di anni fa aveva fatto un’ardita scommessa di vita: allontanarsi da casa a soli quattordici anni per andare a studiare danza presso la scuola della Scala di Milano, per trasferirsi poi a Parigi presso il prestigioso Istituto Rosella Hightower e infine lanciarsi a New York, nella mitica Broadway.

Qui è riuscita a farsi notare ed apprezzare per le sue doti di ballerina ed ha già ricevuto importanti scritture come modella, anzi come Print modeling, cioè specializzata in immagini di pubblicità. Il suo curriculum già brilla di luci splendenti: ha supportato in uno spot la Chase, una delle più importanti banche americane, ha fatto da modella come ballerina classica per una pubblicità della Stoli vodka, ha coreografato e ballato in uno spot per Redbull, ha ballato per il cantante rapper Pitbull, ha fatto da modella per Oribe, L’Oréal e per Gaylor Minden, grande marchio di articoli di danza classica, è apparsa anche in uno spot per Activia di Danone.

Recentemente sulla sua torta già saporita ha collocato la ciliegina che potrebbe farla volare. Scritturata dal produttore Claude Chelli, ha fatto da modella per la presentazione dei costumi di una serie televisiva francese Versailles, già uscita in Francia, Inghilterra e USA. Ha sfilato indossando un costume utilizzato sul set, mentre Madeleine Fountaine, costumista top, descriveva il vestito. Mariele ha fatto la sua gran bella figura e la sua immagine è stata pubblicata sulla rivista internazionale Vogue! Come a dire, per un calciatore in carriera, che è stato convocato per la nazionale…

Due anni sono passati da quando Mariele si faceva fotografare in danza volante sopra i grattacieli di New York. E stanno fruttando bene, decisamente…

Ora a volare non è solo la danza, ma i suoi sogni. Vogue è un traguardo di quelli che fanno venire piccoli brividi sulla pelle. Ma, come ogni traguardo che si rispetti, è anche una nuova partenza… E il gabbiano Mariele è già pronto per i nuovi viaggi. Con una batteria ancora più carica, visto che il sole ora è più vicino …

Premio “Badia”: vince Catozzella, scrittore dal grande passato e dal “Grande futuro”. Tra gli studenti prevale Claudia Sessa

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Un romanzo splendido e attuale, Il grande futuro (Ed. Feltrinelli), aperto a problematiche sociali, umane e etiche di portata universale, incentrato sulle guerre civili in Africa e sulla parabola di un giovane fondamentalista islamico. Anche senza che sia dichiarato il luogo e il tempo dell’azione, ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti non è casuale….

Un autore giovane e brillante, Giuseppe Catozzella, appena quarantenne ma con un grande avvenire dietro le spalle, dato che con il suo secondo libro, “Alveare”, ha scoperchiato il verminaio legato alla presenza della ndrangheta in Lombardia, e con il successivo, Non dirmi che hai paura (storia vera di una ragazza somala che prima riesce a partecipare alle Olimpiadi e poi muore sui barconi) ha vinto il Premio Strega giovani, è stato finalista allo Strega classico, ha venduto cinquecentomila copie in quaranta paesi, è diventato ambasciatore dell’ONU e si accinge a vedere realizzato un film di produzione internazionale e magari a ricevere ancora chissà quali e quanti altri premi…

Giuseppe Catozzella e “Il grande futuro” sono stati i trionfatori del Premio Badia 2017, organizzato dal Comune di Cava, rivolto agli studenti degli istituti superiori, giunto al ventiseiesimo anno di vita e quest’anno incentrato sul tema del conflitto sociale, personale, relazionale.

La cerimonia di premiazione, condotta dallo scrivente Franco Bruno Vitolo (che è anche membro della Commissione Scientifica) si è svolta sabato 20 settembre (mattina e sera) nelle belle sale del Comune di Cava. Oltre che per la presenza del Sindaco di Cava Vincenzo Servalli, del Consigliere Delegato alla Pubblica Istruzione Vincenzo Passa, della Direttrice della Biblioteca Teresa Avallone,del Presidente della Commissione Scientifica Antonio Avallone (con i docenti Maria Pia Vozzi, Anna Maria Senatore, Lucia D’Urso, Rosa Rocco, Mariella Lo Giudice, e con il “motore primo”, la coordinatrice Mena Ugliano) e dell’ideatrice del Premio Annamaria Armenante, essa è stata esaltata anche dalla musica.

Al mattino, applausi per le esecuzioni del Gruppo del Liceo Musicale “M.Galdi”, e la sera per il trascinante show poetico-teatral-musicale del giovane “gabbiano cantattoreGiacomo Casaula, a sua volta già “figlio” del “Badia” e membro della Commissione Scientifica. Casaula, accompagnato dal chitarrista Davide Trezza, ha eseguito alcuni dei pezzi già presentati in uno show con la sua band al completo nientemeno che al Teatro San Carlo ed incentrato sulla figura sempreverde di Rino Gaetano.

Il grande futuro ha dovuto superare la concorrenza agguerritissima di due romanzi pure loro molto graditi dai ragazzi: I miei genitori non hanno figli, di Marco Marsullo – Ed. Einaudi (storia del rapporto difficile di un ventenne con i due genitori separati e, per “adultescente” individualismo, ben poco genitoriali), e Ero cattivo, di Antonio Ferrara – Ed. San Paolo (il recupero, in comunità, di un ragazzo “cattivo” nelle azioni, ma di fatto vittima di stritolanti meccanismi sociali e familiari). L’incontro di Catozzella con i ragazzi e la comunità cittadina è stato di quelli ad alto tasso di interesse e di stimolo, per la chiarezza comunicativa dello scrittore, oltre che per le tematiche trattate e da lui conosciute direttamente per ricerche “giornalistiche” e/o legate alla scrittura dei romanzi : le odissee dei migranti, la diffidenza e la paura nei loro confronti, la cooptazione e il reclutamento dei ragazzi jihadisti, l’anima positiva dell’Islam, la fondamentale importanza della lettura e dell’informazione ai fini della crescita, del pensiero e dell’azione.

Da uscirne insomma emotivamente appagati e intellettivamente stimolati e umanamente arricchiti.

Per quanto riguarda gli studenti, che hanno recensito e valutato i tre libri e poi in finale si sono sottoposti ad una prova estemporanea di analisi e creatività relativa ad un frammento di romanzo, la parte del leone l’ha fatta ancora una volta un terzetto al femminile: Claudia Sessa (Liceo Scientifico “Genoino”), Roberta Falco e Rita Liguoro (Liceo Classico “Marco Galdi”), rispettivamente prima, seconda e terza nella graduatoria assoluta. Claudia ha vinto anche la Sezione Creatività e si è classificata seconda in quella dell’Analisi; Roberta ha prevalso nell’Analisi e si è piazzata seconda in Creatività; Rita ha conquistato il secondo posto in Creatività e, ex aequo, in Analisi. Nel dominio del tris di campionesse si sono inserite Anna Chiara Ruggiero (“Genoino”) e Marta Della Rocca (“De Filippis”), rispettivamente terza in Analisi e terza ex aequo in Creatività. Le graduatorie d’Istituto sono state vinte da Marta Della Rocca (“De Filippis”), Pasquale Nacchia Crescenzo (“Vanvitelli”), Rossella Vitale (Della Corte”), Fabio Santoriello (“Filangieri”), un  premio speciale della Biblioteca e’ andato a Valeria Boccara, campionessa in erba della scrittura e della poesia.

Quest’anno c’è stata una grande e giovane novità, il Concorso legato alla creazione di un tweet relativo ai romanzi o ai frammenti dell’estemporanea, proposto dall’Associazione Giornalisti “Lucio Barone” diretta da Emiliano Amato e rivolto a tutti i concorrenti, non solo ai finalisti. Ha trionfato Simone Avagliano (Galdi”) con il tweet: “Il grande futuro”, sempre presente. Fiaba alla ricerca di sé tra rabbia, sogni e fucili. Seconde, due ragazze del “De Filippis”: Marta Della Rocca (Se i miei genitori non hanno figli, io chi sono?) e Giuliana Di Donato (Non si è mai troppo moderni per non appellarsi alle stelle nei momenti dell’assenza o del bisogno –relativo al romanzo Ero cattivo). Terze a pari merito Maria Olmina Fariello (IIS “Filangieri”) e Maria Cesaro (“Genoino”). Segnalazioni speciali per Giorgia Zenobio e Francesca Amato (“Genoino”), Lucia Oro e Luana Campanile (“Della Corte – Vanvitelli”), Cristina Abate (“Filangieri”).

Ancora una volta, una grande, originale e stimolante kermesse, di quelle che permettono di vedere il mondo da un’altra angolazione. Premio Badia speranza dell’umanità, ha scritto il giovane Fabio Santoriello (“Filangieri”). Pur senza pensarla così alla grande, ci piace affermare che il Premio Badia è bello che c’è stato e che c’è… e speriamo che ci sarà. E, parafrasando la frase di Truffaut sul Festival di Giffoni, ci piace ritenere che di tutti i Premi letterari il Premio Badia sia uno dei più necessari …