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Cava de’ Tirreni (SA). Alla scoperta delle donne inventrici, con un libro scoop di Ernesta De Masi

Storia, società, scienza, emancipazione femminile, curiosità, statistiche, piccoli gossip: un misto che rende gradevolissimo il volume “Inventrici- La creatività è donna”, di Ernesta De Masi (Susil edizioni), che sarà presentato martedì 21 dicembre p.v., alle ore 18, nell’ambito della rassegna “Un libro (quasi) al giorno”, presso il Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni (Piazza Abbro).

Dopo il saluto del Sindaco Vincenzo Servalli, converserà con l’autrice il prof. Franco Bruno Vitolo, curatore dell’intera rassegna, mentre come al solito le conclusioni saranno tratte dall’Assessore alla Cultura Armando Lamberti, che è il promotore dell’intera iniziativa letteraria.

Ernesta De Masi, cavese doc di origine, ma da tempo residente ad Agropoli, è insegnante in pensione di Matematica e Fisica; gli ultimi anni della carriera li ha percorsi presso il Liceo Genoinodi Cava de’ Tirreni, aprendolo anche a ruoli guida di iniziative europee. Oggi si dedica alla formazione scientifica e alla formazione di docenti di discipline scientifiche.

Il titolo del volume è tutto un programma, rispetto all’intento di valorizzare il ruolo ricoperto dalle donne nelle invenzioni di vario genere, sia quelle semplici e legate alla vita quotidiana (come ad esempio il tergicristallo, il mocio per lavare a terra o la tessitura della paglia), sia quelle di uso pratico ma con fondamenti più specificamente scientifici (come le applicazioni di energia solare, il raffreddamento per la produzione di gelati, la lavastoviglie…). La particolarità del volume sta nel fatto che l’autrice è andata alla scoperta di tante donne, molte delle quali ad ingiusto rischio di oblio, che hanno realizzato brevetti importanti non partendo dall’alto di studi specializzati (da cui purtroppo le donne erano tenute fuori), ma dal livello “normale” di lavoratrici o addirittura casalinghe. Della serie “Ognuna può, se si concentra e coltiva le sue intuizioni più o meno geniali”.

La seconda parte del libro è dedicata alla teoria e alla pratica dei brevetti ed alle lotte che tante donne hanno dovuto fare per essere equiparate agli uomini anche in questo campo.

La terza parte è un glossario che opportunamente spiega i termini scientifici, quando essi appaiono nella narrazione, che comunque è sempre scorrevole, attrattiva e stimolante, oltre che felicemente divisa in paragrafi brevi e modulari, in modo da rendere il libro un brillante “compagno da comodino”, oltre che un magnifica mappa di tesori nascosti, quasi tutti da stanare. Anzi, quasi tutte da stanare.

E bene vengano, sempre, queste brillanti cercatrici di ori, come la nostra Ernesta …

Cava de’ Tirreni (SA). Sette libri in dodici giorni, un Avvento di presentazioni in Comune

Tra gli altri, il ritorno di Ernestina De Masi e Antonio Donadio e un ricordo di Alfonso Vitale.


È stato ieri formalizzato l’elenco dei libri che saranno presentati in Comune nella serie Un libro (quasi) al giorno da oggi 11 dicembre a giovedì 23 dicembre. Eccoli, come al solito con una breve nota esplicativa.

Tutte le presentazioni. curate dall’Assessore alla Cultura Armando Lamberti e dal lo scrivente Franco Bruno Vitolo, si effettueranno a Palazzo di Città, con inizio alle ore 18, nel rispetto delle norme antiCovid vigenti.

11 dicembre Paisà, Sciuscià e segnorine, di Mario Avagliano – Il Sud e Roma dallo sbarco in Sicilia al 25 aprile. Secondo il metodo che ha fatto dei loro libri un prestigioso riferimento di livello nazionale, attingendo a lettere, diari, corrispondenza censurata, relazioni delle autorità, giornali, canzoni, film, Mario Avagliano e Marco Palmieri compongono un racconto corale, colorato, curioso e in tanti dettagli inedito di quell’Italia che per prima si affacciava al dopoguerra.

13 dicembre Oliva Denaro, di Viola Arnone (In collaborazione con “Il Club dei Lettori”)

Dopo il grande successo de “Il treno dei bambini”, ritorna Viola Ardone, con la storia emozionante di una ragazza che, in tempi e in luoghi difficili per le donne (la Sicilia degli anni ’60), si trova di fronte ad una delicata e importante scelta di libertà.

14 dicembre Il senso vero della neve, di Antonio Donadio

Presenta la sua raccolta più recente Antonio Donadio, poeta cavese doc, bergamasco di residenza, conosciuto e apprezzato in campo nazionale. Nel corso della serata, un ricordo del pittore cavese Alfonso Vitale, improvvisamente scomparso l’estate scorsa, autore dell’immagine di copertina e carissimo amico di Donadio.

19 dicembreLa Chiesa di San Lorenzo – Arte e territorio dei casali di Cava, di Dario Cantarella e Salvatore Milano –

Un viaggio non solo nella Chiesa ma anche nelle ville e nelle case antiche della pittoresca frazione. (da confermare)

20 dicembre Calendario 2022 – Pittori e scultori cavesi dell’Ottocento e del Novecento –

Annuale appuntamento con il calendario illustrato di Gaetano Guida, come sempre incentrato su Cava e sul territorio metelliano. Il tema di quest’anno è la pittura, con le opere e le biografie degli artisti cavesi scomparsi.

21 dicembre Donne inventrici, di Ernestina De Masi –

L’autrice, cavese di origine, già valente e innovatrice docente di matematica e fisica, oggi autrice di testi scolastici apprezzati a livello nazionale, affronta, in chiave divulgativa ma su fondamenti scientifici, le scoperte e le invenzioni di ieri e di oggi fatte da tante donne e spesso ingiustamente tenute fuori dai riflettori della storia.

23 dicembre Il traduttore, di Rosario Pinto –

L’autore, noto critico d’Arte, racconta in chiave tra il reale e il favolistico la

mutazione che avviene nella vita di un traduttore di libri stranieri alle prese con una fiaba proveniente dalla Russia.

Salerno – Modena. “Il potere del ciarlatano”, di Grete De Francesco: un libro di ieri per difenderci oggi, recuperato e tradotto dallo scrittore salernitano Marco Di Serio

Fake news distorcenti, guaritori autoreferenziali, populismi radicali, informazioni sballate… Quante mistificazioni in questa nostra società globalizzata, supertecnologica e supercomunicante!

È uno scotto che bisogna pagare al progresso, ma anche lo stimolo a correre ai ripari, documentandosi il più possibile per orientarsi in questa inondazione di dati e di parole, che delle volte rende una corretta informazione complicata come riempire un bicchiere sotto una cascata.

Lo scotto più amaro, e forse il più evitabile se si utilizzano mente, cervello e volontà, è quello del proliferare troppo spesso “vincente” di ciarlatani imbonitori, in tutti i campi, ma soprattutto nella politica e nella medicina.

Per difendersi, quindi, bisogna informarsi, conoscere, comprendere, perché il ciarlatano viene da lontano, inganna il presente e, purtroppo, punta lontano.

Ed allora bene, anzi benissimo hanno fatto, come curatore e traduttore, lo scrittore salernitano Marco Di Serio (già autore di un raffinato e profondo pamphlet dal titolo Note del sacro) e Neri Pozza come editore a portare in Italia un testo stimolante e illuminante come Il potere del ciarlatano, di Grete De Francesco, la prima pubblicazione di grande respiro in Italia su questo tema, nella quale, attraverso un racconto coinvolgente che ricopre un periodo di tre secoli, dal Rinascimento al Settecento, è possibile ravvisare anche la funzione, l’incidenza e gli ambienti dei ciarlatani nella società del secondo millennio.

Colma un vuoto non indifferente, questo libro, non a caso scritto proprio nel periodo in cui i nuovi storiografi di Les annales puntavano i riflettori su quello che si muove in società sotto la coltre della grande storia globale, politica, economica e militare.

Il saggio inoltre ha il merito di mettere in rilievo un’eccezionale figura di donna e di intellettuale come Grete De Francesco, una delle tante, troppe vittime delle “oscene” persecuzioni totalitarie degli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso.

Nata a Vienna nel 1893 da un’agiata famiglia austroungarica di origine ebraica, ebbe, grazie alla sua condizione sociale, l’opportunità di studiare fino alla laurea. Si trasferì quindi a Milano, per effetto del suo matrimonio con l’ingegnere italiano Giulio De Francesco. Visse quindi in diretta l’ascesa montante del fascismo, gli stravolgimenti della guerra e purtroppo anche la persecuzione razziale, per la quale fu deportata nel 1944 nel campo di concentramento di Ravesbrück, dove mori l’anno successivo.

L’idea del libro le venne dopo che si era venuta a trovare a contatto più da vicino con ricerche sulla storia della medicina, per la rivista Ciba, sponsorizzata dalla omonima azienda farmaceutica. La scoperta di tante vicende e storie relative ai ciarlatani, termine che in origine indicava soprattutto una certa tipologia di medici che ricorrevano a pratiche parascientifiche, le fece anche capire quanto grandi fossero le potenzialità di questi personaggi all’interno della società, tra miriadi di persone insidiate da malattie di ogni tipo, che, quando non sapevano a che santo votarsi (ma anche lì, non sempre con buoni risultati…), si buttavano tra le braccia del primo venuto che assicurasse guarigione e salute, e magari anche felicità a buon mercato.

E nacque così, in lingua tedesca, questa ricerca che è quasi un romanzo e che oggi, come già detto, è possibile conoscere anche in lingua italiana, nella fluida e chiara traduzione di Di Serio.

Il volume, ponderoso e sostanzioso, fascinoso e stimolante, è aperto dalla splendida e profonda introduzione del curatore: quasi quaranta pagine che sono di per sé un saggio autonomo, sia sulla figura intellettuale di Grete De Francesco, sia sulla figura del ciarlatano. Infatti, Di Serio ha recuperato documenti finora inediti e di grandissimo interesse, in primis la lettera di accompagnamento con la quale la De Francesco presentò il suo lavoro a Thomas Mann. Una comunicazione di alto profilo, in cui lei spiega sia quanto abbia inciso nell’ispirazione del suo saggio la lettura del celebre racconto di Mann, Mario e il mago, avente come protagonista un illusionista di nome Cipolla, sia quanti Cipolla lei veda nella storia e nel suo tempo, a cominciare da Mussolini e dalla deriva autoritaria, bellicista e razzista in cui stava portando l’Italia.

Il richiamo a Cipolla è significativo del respiro storico e culturale di cui è impregnato il libro. Il nome richiama infatti il celebre frate del Decameron di Boccaccio, che a sostegno delle sue prediche tesseva astuti inganni di parole e di artifici, ed era capace di sbrogliarsela alla grande anche in situazioni di smascheramento.

Come ricorda Di Serio, proprio la politicizzazione delle sue intenzioni causò dubbi e critiche da parte di un grande intellettuale come Benjamin, che espresse le sue riserve in una lettera ad Adorno pur apprezzando l’acutezza le sfumature con cui la De Francesco aveva rappresentato la figura del ciarlatano nella storia in rapporto alla società ed alle vicende dei tempi.

È uno sguardo a trecentosessanta gradi, che parte da considerazioni di carattere generale e poi comincia il viaggio partendo dal mondo degli alchimisti, che, pur rivelando il tentativo importante dell’uomo di “dominare la natura”, lasciava il campo, soprattutto nella ricerca “bugiarda e fallace” di pietre filosofali e trasformazioni in oro, alla moltiplicazione sia di creduloni sia di imbroglioni, quei fraudolenti che Dante colloca impietosamente nelle Malebolge dell’Inferno. Quegli alchimisti, appunto, che, come dice la De Francesco, per raggiungere i loro scopi «si erano gettati in tutte le branche del sapere, ricevendone una vaga infarinatura che permetteva loro di speculare sulle masse dalla conoscenza decisamente frammentaria». Oppure, se non usavano le parole della scienza, facevano come il veneziano Bragadin, che non dimostrava di saper trasformare i metalli in oro ma viveva nell’oro dando l’impressione di riuscirci veramente, e quindi assumeva un’autorevolezza che gli dava margine per ogni operazione anche truffaldina. .

Interessante e attuale è lo studio dell’immagine che si costruivano i ciarlatani attraverso le parole, con discorsi ricchi di una sconnessa pomposità che mettevano in soggezione gli incolti ed a volte anche i “colti”: ed è qui che conosciamo personaggi che a loro tempo riuscirono a bucare la scena, come, solo per fare qualche esempio, Magno-Cavallo (il Cagliostro di Prussia), Eisenbarth o Leonhard Thurneißer.

È questo il filo rosso che guida il cammino di tutti i ragionamenti: l’analisi del rapporto tra chi inganna e chi si lascia ingannare. E scopriamo che ciarlatani di alto livello, come Cagliostro, riuscivano ad arrivare da “divi” anche nelle corti e negli ambienti più raffinati. Ma facciamo anche una stimolante “affacciata” sugli umori delle masse popolari che accoglievano con fideistico entusiasmo le proposte e le cure dei ciarlatani. Per tutti, basti pensare all’esempio del “medico della luna” Weisleder, che sfruttava i pleniluni per effetti speciali, e soprattutto al medico di montagna Schüppach, che con spettacolari evoluzioni verbali quasi teatrali presentava talismani dai nomi più stravaganti, come «Olio della felicità», «Contro il mostro», oppure semplicemente «Maria Teresa», creando apertamente un mondo parallelo e alternativo rispetto alla scienza ufficiale, che il popolo era ben lieto di irridere, anche perché la considerava un patrimonio dei ricchi e dei potenti. La cosa non dovrebbe meravigliare più di tanto, in questi nostri tempi di pandemia in cui, pur tanto diversi e tanto tecnologici, il «dàgli al virologo e al comitato scientifico e al vaccino» è diventato uno “sport” diffuso e pericoloso.

Tornando agli atteggiamenti “magici” dei dottori ciarlatani, giustamente ricorda la De Francesco che essi, pur ponendosi in posizione “up” per incutere soggezione, riuscivano anche ad essere gioviali ed empatici comunicatori capaci di estrarre dai singoli interlocutori quella base necessaria di energia vitale che serve per curarsi con fiducia e recuperare forze e salute. Insomma, se da una parte sapevano di ingannare e volevano imbrogliare per il loro tornaconto, dall’altra più d’uno di loro aveva intuito quel flusso di reciproca influenza che si genera tra l’anima e il corpo e che oggi è una delle riconosciute fondamenta dell’equilibrio psicofisico. Non a caso già nell’introduzione Di Serio cita la favola di Grillo medico, un contadino di campagna che era assurto agli onori della fama riuscendo a guarire la figlia del re solo facendola ridere.

Il cogliere queste sfumature, però, non toglie nulla all’avversione decisa della De Francesco contro ogni «forma di seduzione manipolatoria», ma aggiunge anche forza alle sue critiche verso atteggiamenti radicali di tipo opposto, cioè verso le forme di pregiudizio che avversano i pregiudizi creando a loro volta forzature pregiudiziali.

Perciò, pur apprezzando le aperture razionalistiche e filoscientifiche dell’Illuminismo, lei ritiene un mezzo fallimento le campagne senza spiragli fatte dai philosophes contro le credenze popolari e gli atteggiamenti tutto fumo degli imbonitori.

Emerge quindi la necessità di una gestione laica ed elastica della conoscenza. Una gestione laica, detto per inciso, che la De Francesco auspicava anche nel modo di affermare la dignità femminile, che non può limitarsi ad un mero asservimento al sesso per provare piacere e capovolgere il rapporto con l’uomo, ma deve estendersi alla ricerca dell’equilibrio naturale tra bisogni, piaceri e doveri.

Sono tanti quindi gli stimoli e le informazioni che vengono fuori da questo volume, in cui per di più va rimarcato un corredo di immagini d’epoca che non sono vallette della trattazione, ma esse stesse comunicanti in proprio per la forza della rappresentazione e spesso anche per la sottile illuminazione della satira.

Insomma, questo libro è un invito ad essere saggi, nel senso ricordato dall’autrice, citando Hofmannsthal, sia all’inizio che in conclusione del libro, cioè possedere uno strato intellettivo ed emozionale di difesa e di attacco per poter trasformare le informazioni e «la realtà in un seconda esistenza più alta», in modo che «nessun imbonitore sia in grado di esercitare la benché minima influenza su noi». E da lì aiutare anche gli altri a partire verso un mondo senza ciarlatani, o almeno di ciarlatani senza potere.

Necessario quindi spostare la qualità dell’asse del potere. Si può? Certo che si può… se no che potere sarebbe?

Cava de’ Tirreni (SA). Un libro (quasi) al giorno: variazioni rispetto al progetto iniziale. Ecco la programmazione ufficiale fino al 2 dicembre

Continua la stimolante iniziativa dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Cava de’ Tirreni, Un libro (quasi) al giorno, che propone la produzione creativa del territorio e apre finestre sulla cultura nazionale.

La programmazione degli incontri fino al 2 dicembre, per intervenuti fattori esterni e per esigenze interne dell’Amministrazione, ha subito variazioni e integrazioni rispetto al programma ufficioso che ha avuto inizio il 5novembre scorso. .

Tutte le presentazioni avverranno a Palazzo di Città, con le conclusioni dell’Assessore Armando Lamberti. L’inizio è previsto alle ore 18, tranne che il 26 novembre, per l’incontro con Michele Santoro (ore 19). E il 27 novembre, per l’incontro con Aurelio Tommasetti (ore 18,30).

Per correttezza verso gli autori, indichiamo anche le presentazioni che sono state già effettuate fino a questo momento.(cioè quelle fino al 13 novembre)

5 novembre Wiki, Adriki e l’uomo della Luna, di Guido Mondino – Lo

gnomo blu contro il Drago Covidone, di Teresa Rotolo, Franco Bruno Vitolo, Chiara Savarese

Una serata da favola” con due libri di fiabe legate alla vita quotidiana e sociale: nel primo, le esplorazioni pericolose di due monelli sfuggiti al controllo del nonno; nel secondo, tre “fiabe al contrario”, raccontate dal bambino alla mamma in tempo di pandemia “per farla addormentare” e poi con lei commentate.

12 novembre Ritornare in noi stessi, di Bortolo Belotti

Serata-convegno sulla vita e su un discorso ancora molto attuale di Bortolo Belotti, politico liberale antifascista di Zogno (Bergamo), confinato da Mussolini a Cava de’ Tirreni dal novembre 1930 alla Pasqua del 1931.

13 novembre Ci manda San Gennaro, di Francesco Pinto (in collaborazione con “Il club dei lettori”) – Ambientato nel 1947, l’ultimo romanzo  del famoso giornalista, Direttore della sede RAI di Napoli, racconta l’avventuroso “viaggio” di un traffichino, detto “il re di Poggioreale”, arricchitosi con la borsa nera, e di un nobile vero, appartenente alla famiglia Colonna, per riportare a Napoli il tesoro di san Gennaro, nascosto a Roma durante il conflitto.

26 novembre Nient’altro che la verità, di Michele Santoro –

(Organizzato in collaborazione con “Il club dei lettori”) – Un racconto-inchiesta del

famoso giornalista su Cosa Nostra, che con le cadenze di un giallo conduce

alla scoperta di crude e amare verità –

27 novembre Canto d’amore al tramonto, di Maria Alfonsina Accarino – In tenere e appassionate poesie, collegate da prose e corredate di suggestive immagini, l’evocazione di una storia d’amore della terza età “che viene da lontano”.

27 novembre Elogio del negativo, di Aurelio Tommasetti e Lorenzo Calò (quasi in contemporanea col libro precedente, ma in altra sala del Palazzo di Città) –

Uno sguardo sulle novità del linguaggio, in particolare sull’inversione di significato del termine “negativo” in tempo di pandemia, un rovesciamento che ha cambiato il paradigma della comunicazione ma ha anche profondamente modificato le prospettive in campo politico, economico, sociale e culturale.

28 novembre Attraverso i siti e le memorie, di Lucia Avigliano – Secondo volume della raccolta di articoli scritti dalla “Vestale della storia cittadina” a cavallo del Millennio su tradizioni, paesaggio, cultura, arte, fatti e fattarielli della Valle Metelliana.

2 dicembre Calendario 2021, di Gaetano Guida – Annuale appuntamento con il calendario illustrato di Gaetano Guida, come sempre incentrato su Cava e sul territorio metelliano. Il tema di quest’anno è la pittura, con le opere e le biografie degli artisti cavesi scomparsi.

Cava de’ Tirreni (SA). Una “serata da favola” inaugura la seconda serie di “Un libro (quasi) al giorno)”

Venerdì 5 novembre p.v. la nuova serie di Un libro (quasi) al giorno, organizzato dal Comune di Cava de’ Tirreni, si apre con “Una serata da favola”, dedicata al mondo dei bambini ed a quegli adulti che non hanno rinunciato ad essere ancora un po’ bambini.

Con inizio alle ore 18, presso il Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni in Piazza Abbro, saranno

presentati due libri di fiabe.

Il primo Wiki, Adriki e l’uomo della Luna, di Guido S. Mondino, racconta le esplorazioni pericolose di due monelli sfuggiti al controllo del nonno. –

Il secondo, Lo gnomo blu contro il Drago Covidone, di Teresa Rotolo, Franco Bruno Vitolo, Chiara Savarese, comprende tre “fiabe al contrario”, raccontate dal bambino alla mamma in tempo di pandemia “per farla addormentare” e, dopo la lettura, commentate insieme con lei.

Le due opere saranno presentate rispettivamente da Luigi Gravagnuolo, ex Sindaco di Cava oltre che operatore culturale di qualità, e da Gabriella Liberti, Dirigente scolastica dell’ I.C. Santa Lucia, esperta sul campo di letture per giovanissimi.

Oltre agli autori, interverranno Stefania Spisto, Presidente de Il quaderno edizioni, e Chiara Savarese, rispettivamente editrice e illustratrice dei due volumi.

Farà da modera(u)tore lo scrivente Franco Bruno Vitolo, concluderà la serata Armando Lamberti, assessore alla Cultura del Comune di Cava de’ Tirreni e promotore dell’Iniziativa.

Intanto sono stati fissati gli appuntamenti per il mese di novembre. Un programma molto stimolante, che spazia dal convegno su Bortolo Belotti, liberale antifascista confinato a Cava da Mussolini, al Direttore Rai di Napoli Francesco Pinto, dalla “cavese di Milano” Raffaelle Marchese al “top giornalista” Michele Santoro, e dà spazio ai creativi del territorio, come Lucia Avigliano, Maria Alfonsina Accarino e Giovanna Rossi col padre Giulio.

12 novembre Ritornare in noi stessi, di Bortolo Belotti

Serata convegno sulla vita e su un discorso ancora molto attuale di Bortolo Belotti, importante esponente di partito e di governo dell’Italia liberale, poi perseguitato da Mussolini e tenuto al confino per molti mesi a Cava de’ Tirreni.

13 novembre L’uomo che salvò la bellezza, di Francesco Pinto – In un’intensa spy story di fatti realmente accaduti, il famoso giornalista, Direttore del Centro RAI di Napoli, rievoca la vicenda di Rodolfo Siviero, leader di una squadra che salvò i gioielli d’arte italiani da una razzia programmata dai nazisti.

19 novembre Attraverso i siti e le memorie, di Lucia Avigliano – Secondo volume della raccolta di articoli scritti dalla “Guida della storia metelliana” a cavallo del Millennio su tradizioni, paesaggio, cultura, arte, storia, fatti e fattarielli della Valle Metelliana.

20 novembre Cara Raffaella – Ricordo della vita, della persona e delle opere di Raffaella Marchese, “milanese di Cava”, da poco scomparsa, che, dopo una vita intensa e non priva di travagli, in tarda età ha preso la licenza media, ha scritto tre libri e ha ritrovato se stessa.

25 novembre Per la strada del cuore, di Giulio e Luana Rossi –

Versi paralleli e convergenti di figlia e padre quasi novantenne, con le illustrazioni della nipote Ilaria Gigantino. Tre generazioni unite per raccontare la chiaroscurale poesia della famiglia.

26 novembre Nient’altro che la verità, di Michele Santoro –

(Organizzato in collaborazione col Club dei lettori) – Un racconto-inchiesta del

famoso giornalista su Cosa Nostra, che con le cadenze di un giallo conduce

alla scoperta di crude e amare verità –

27 novembre Canto d’amore al tramonto, di Maria Alfonsina Accarino – In tenere e appassionate poesie, collegate da prose e corredate di suggestive immagini, l’evocazione di una storia d’amore della terza età “che viene da lontano”.