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Cava de’ Tirreni (SA). Dalla Germania a Cava, per Mamma Lucia

Sabato 30 ottobre incontro col prof. Lutz Klinkhammer, Vicedirettore dell’Istituto Storico Germanico di Roma. Prevista anche la proiezione di filmati inediti.


È sempre forte il filo rosso che lega la storia di Cava de’ Tirreni e del suo territorio alla Germania ed alla straordinaria azione di Mamma Lucia, che recuperò nel dopoguerra centinaia di salme di soldati caduti durante la battaglia dello sbarco.

A rafforzarlo ulteriormente, è prevista per sabato 30 ottobre una visita ufficiale del prof. Lutz Klinkhammer, prestigioso docente di Storia Contemporanea e Vicedirettore dell’Istituto Storico Germanico di Roma, il quale sta effettuando, in collaborazione con l’Ufficio storico del Comando Generale della Guardia di Finanza di Roma, una ricerca, de visu, sui luoghi di quella che possiamo definire la “Battaglia di Cava”, ad indicare lo scontro lungo e cruento che vide il progressivo sfondamento, da parte degli Alleati sbarcati a Salerno, della barriera montuosa costiera, controllata dai Tedeschi.

In tale ambito, il prof. Klinkhammer approfondirà la conoscenza “diretta” di Mamma Lucia e dei luoghi in cui operò, una conoscenza, del resto, che è già cominciata qualche mese fa, esattamente a maggio u.s., con una prima visita ufficiosa a Cava se’ Tirreni ed alla tomba della “Madre dei caduti”, oltre che sul campo di battaglia di Dragonea e ad alcuni bunker in zona Vetranto – Castagneto del caposaldo di Molina di Vietri.

Il primo appuntamento è previsto alle ore 10, con l’accoglienza da parte del Sindaco Vincenzo Servalli ed una visita del Palazzo di Città, ricco di storia, di arte e di cultura.

Alle 10,30 circa, un breve incontro con la stampa e con i rappresentanti di alcune associazioni, nel corso del quale, oltre al confronto con le ricerche in atto, saranno presentati stralci di un filmato assolutamente inedito riguardante Mamma Lucia e i tempi della Guerra.

Poi, con la guida dei membri del Comitato “Figli di Mamma Lucia”, mediatore dell’incontro, ci sarà lo spostamento a Monte Castello, per una visita alla grotta dove Mamma Lucia rinvenne i primi caduti ed allo storico colle, con relativa “beatificazione delle pupille” per quel panorama che copre decine di chilometri spaziando dal Vesuvio al mare di Vietri. Quindi, “beatificazione delle papille” con pranzo “mediterraneo” in un ristorante della Serra.

Per concludere, visita al Borgo ed agli altri luoghi di Mamma Lucia, in primis la Chiesetta di San Giacomo, dove lei custodiva le salme e che poi fu affidata alle sue cure, ed il memoriale in marmo di Ugo Marano nella Piazzetta del Purgatorio.

Quindi, il prof. Klinkhammer proseguirà il suo cammino con le tappe che riguardano gli altri luoghi e memoriali del settembre del 1943, tra cui il museo dello sbarco e di Salerno Capitale.

Sarà la fine della visita, ma anche l’inizio di un rapporto estremamente stimolante e che si spera possa essere ricco di sviluppi ed anche foriero di nuove prospettive per il nascente Museo di Mamma Lucia.

Per approfondimenti sulla figura del Prof. Lutz Klinkhammer:

LutzKlinkhammer – Wikipedia

DHI Roma: PD Dr. LutzKlinkhammer (dhi-roma.it)

Cava de’ Tirreni (SA) – Salerno – Pontedera (PI). Concorso Maric in Toscana: trionfano cavesi, salernitani e costaioli

Abbiamo preso atto con grande piacere della risonanza avuta dalle vittorie a raffica ottenute dai poeti e scrittori cavesi alla Terza Edizione del Premio nazionale “Disarmiamo l’ignoranza”, che si è svolto a Pontedera, in provincia di Pisa.

È importante tuttavia anche rimarcare che questa manifestazione assume una storia e dei significati che vanno oltre le vittorie dei singoli.

Innanzitutto, il nome, Disarmiamo l’ignoranza, è di per sé tutto un programma ed è anche il grido di battaglia dell’Associazione che l’ha lanciato, il MARIC (Movimento Artistico per il Recupero delle Identità Culturali) e naturalmente del suo fondatore, il Maestro Vincenzo Vavuso, che prima del Maric si era caratterizzato proprio per le sue istallazioni fortemente polemiche contro l’Incultura e l’Indifferenza che corre il rischio di imbottigliare la nostra società come in una ragnatela.

Inoltre il Maric, nato a Salerno, non è un’Associazione ordinaria, ma è nata nel 2016 pensando alla grande e cose grandi ha fatto. Potremmo citare grandi mostre nei luoghi più prestigiosi della Campania e non solo (Castel dell’Ovo i Navigli di Milano, tanto per fare dei nomi), ma pensiamo soprattutto al fatto che è riuscita, nel 2019, a dotare la terremotata Accumoli di una Casa della Cultura in muratura, nel 2019, in un territorio ancora dominato dai prefabbricati!

Il fatto stesso che la premiazione di un concorso promosso dal Maric si sia svolta in Toscana è indice degli orizzonti aperti dal dinamismo di un’Gruppo che è nato venendo da lontano e guardando lontano.

Ed è stato tutto bello, lì a Pontedera, dove si sono ritrovati i vincitori provenienti da fuori Toscana e il gruppo organizzatore, guidato dalla Coordinatrice Stefania Maffei e dal Presidente Franco Donatini, che ha gestito l’ospitalità con squisita efficienza e amica signorilità.

Per noi campani ed in particolare per noi cavesi, la giornata poi è stata addirittura trionfale, data la raffica di premi che si è abbattuta sul gruppo, in particolare, come già detto, sui creativi provenienti dalla nostra Cava de’ Tirreni.

Tra questi, la parte del leone l’ha fatta il giovanissimo e talentuoso Alfonso Maria Di Somma, che ha conseguito due primi premi e una menzione speciale.

Il suo racconto Lettera dalla Luna non solo ha vinto la sezione Aiutiamo la Terra, ma è anche risultata l’opera più votata di tutte le sezioni. E non c’è da meravigliarsi: è una splendida “operetta morale” di stampo leopardiano, in cui la Luna scrive ai terrestri ricordando le meraviglie intellettuali e storiche compiute nei secoli e ammonendoli a non sciupare tutto con l’affossamento ambientale della Casa Comune e le disumanità di vario tipo nei rapporti tra i popoli e con le persone.

Gemello nella vittoria, il racconto Uno sguardo nel mio abisso (primo posto nella sezione a tema libero) presenta la vicenda emblematica di un giovane e valido studente che, schiacciato dalle difficoltà economiche e affettive in famiglia e tormentato dalle disuguaglianze sociali rispetto ai compagni, finisce con lo scegliere la malavita, salvandosi proprio nel punto di quasi non ritorno anche grazie alla cultura scolastica e alla presenza fisica e morale di un docente di riferimento.

La menzione ottenuta poi con la poesia Come un uccello completa il quadro, rivelando la capacità di una pregnanza lirica intensa e coinvolgente.

Se a questo aggiungiamo che a soli diciannove anni Alfonso ha già vinto vari concorsi non solo tra i pari di età ma anche, come questo, in sfida con gli adulti, non resta che applaudire il suo bell’avvenire dietro le spalle, sperando che il futuro sia degno di queste splendide radici.

In galoppante collezionismo di premi ed in esaltante turismo poetico in tutta Italia per raccoglierli e farseli consegnare, Stefania Siani, già vincitrice lo scorso anno, non si è smentita neppure in questa edizione del Concorso.

Con Le onde anomale del destino ha vinto la sezione Una vita non basta, proponendo un canto esistenziale che da un lato il senso di disagio di fronte al tempo che scorre e degrada le cose come colori che colano / perdendo brillantezza e luce, dall’altro crea un lirico varco imbrattando i muri di nuove case in cerca di calde tonalità di rosso.

Ha lasciato il suo segno anche nella graduatoria assoluta delle poesie in lingua a tema libero, piazzandosi seconda con Ho imparato a dipingere, dove realizza un’ emozionata congiunzione tra parola, immagine e colore, imparando a dipingere schegge di emozioni ma sapendo che comunque dalle mani sfuggirà quel che ha dipinto.

Doppio podio anche per Annamaria Farina, non nuova a vittorie in questo concorso.. Primo posto nella sezione “Giallo – Al buio” con Roaring twenties, i ruggenti anni venti, un suggestivo noir che attraverso l’indagine di un vecchio poliziotto mette a fuoco il marcio di certi ambienti ruggenti, ma moralmente decrepiti. Per lei, poi, secondo posto nella Sezione “Fantascienza – L’estraneo”, con il racconto Ivo, la cui vicenda, raccontata in prima persona e con uno sguardo inizialmente da moderno Gulliver, tratta il recupero da un sarcofago di un essere supertecnologico e non umano. Gli scontri di mentalità e di potere con i terrestri saranno devastanti.

A fare brillantissima compagnia a questi campioni, la campionessa Teresa D’Amico, vincitrice nella Sezione poesia in lingua a tema libero, che con il Il sogno si è fermato ha cantato il contrasto tra reale e ideale, dipingendo il mondo come una spianata grigia, una bugia vestita di eleganza, uomini pieni di spigoli e ferite, e intonando, come dice la motivazione, “una lirica di alto profilo interiore.”

La “scala reale” cavese è stata completata da Antonio Armenante, che nella Sezione Fotografia ha conquistato un brillante secondo posto con una suggestiva immagine, una delle tante che lui scatta nei suoi percorsi mattutini tra la natura e se stesso. In coerenza con la sua profonda spiritualità, è riuscito a cogliere un raggio di luce tra gli alberi che si dilatava a forma di croce in uno scenario quasi irreale.

Nel palmarès finale, che ha visto di fatto un derby tra toscani e campani, brillante anche il risultato di altri creativi del territorio, soprattutto nelle poesie in vernacolo.

Due premi per il talentuoso giovane vietrese Alessandro Bruno, diventato fresco cavese, essendosi sposato e trasferito a Cava proprio nel giorno della premiazione! Per lui, vittoria nella sezione “Tema libero” con una vivace rievocazione del ruolo della “Vrasera”, quel braciere che ancora brucia nei suoi ricordi e nella sua identità familiare. Terzo posto per lui nella sezione Sogno, con una colorita riaffermazione del valore della finestra vera sulle finestre di “Fessbùk”: è il “sogno della realtà” tutto da riscoprire.

Doppio premio per Rosalba Fieramosca, di Salerno. Terzo posto nelle poesie in vernacolo a tema libero, con ‘E pprete ‘e mare, in cui queste pietre, che fanno male a camminarci a piedi nudi, assumono il ruolo simbolico dei mali della vita e sono sopportabili diversamente a seconda dell’età e della disposizione d’animo. Per Rosalba, terzo posto anche nelle poesie in lingua a tema libero, con “Guarderemo il tramonto”, la tenera elegia coniugale di una coppia che comincia a chiedersi chi dei due “partirà” per primo, ma nello stesso tempo è ben ferma nel sentire il proprio amore come qualcosa che va oltre i confini della vita stessa.

La salernitana Pina Sozio, gloriosa veterana della poesia in lingua e in vernacolo, ha lustrato il suo collo con la medaglia d’argento nella sezione Sogno, dove con grande tenerezza equipara il faticosissimo parto di una migrante su una spiaggia ad un dolente presepe umano.

Ha emozionato e commosso il primo premio nella sezione Sogno in vernacolo. Ha vinto Mario Mastrangelo, con ‘O ccuttone cu ‘a vocca, in cui sogna una morte indolore, come quando le nonne spezzavano il filo con la bocca, dopo aver cucito. Due mesi dopo aver presentato la poesia al concorso, se ne andato via proprio così, lasciando una grande scia di rimpianti… e di grandi opere (otto splendidi libri di poesie in vernacolo e una raccolta di racconti in lingua di alto livello).

Non poteva mancare un premio fotografica per un’abitante del set più bello del mondo, la Costa d’Amalfi. Lucia Ruocco ha vinto nella Sezione a tema libero con un’ immagine molto suggestiva di un’alba ad Atrani, suo paese di residenza, oltre che con una foto-messaggio di mani bianche e nere unite in un gesto solidale.

Insomma, una bella raccolta di soddisfazioni, ma soprattutto l’occasione non solo di una gita deliziosa per una gita splendida nella Regione più carica di storia e di arte, ma anche di un incontro fecondo tra gli itineranti e il gruppo dei toscani organizzatori. Un incontro di amicizia che promette voli di futuro.

A proposito di futuro, già si vibra in vista della prossima edizione, che si svolgerà, pare, a Salerno. E pare in una grande sede industriale, oggi oggetto di uno spettacolare restyling proprio grazie ad un’iniziativa del maestro Vavuso e degli artisti del Maric. Insomma roba alla grande, da far battere il cuore già da ora.

Ma attendiamo che le rose fioriscano. E saranno rose rosse e senza spine, ne siamo certi …

Cava de’ Tirreni (SA). Un libro (quasi al giorno): è partita bene la rassegna organizzata dal Comune

Il 29 settembre sarà presentato “Tarzan”, di Raffaele De Falco.


Riprenderà a Cava de’ Tirreni mercoledì prossimo 29 settembre, come sempre alle 18,15 presso il Salone d’onore del Palazzo di Città, la rassegna letteraria organizzata dall’Assessore alla Cultura Armando Lamberti, nell’ambito delle iniziative per i mesi di settembre ed ottobre dell’Amministrazione Servalli.  

La rassegna, che, come ha osservato l’Assessore, mira principalmente alla valorizzazione degli autori del territorio o comunque in relazione con il territorio, è stata aperta il 21 settembre con la presentazione del libro di Pippo Zarrella, “Nero chiaro quasi bianco“. È il secondo romanzo e la terza pubblicazione dell’avvocato cavese, che racconta la storia, guarda caso, di un avvocato che lavora in uno studio a via Dei Mille a Napoli, ed esercita, sia nella vita professionale che privata, l’arte delle menzogne, catalogate in bugie bianche (quelle dette a fin di bene) e nere (quelle a fin di male). Immerso nel fango, trova un varco di autocoscienza nel dialogare con varie specie di insetti, da lui stesso collezionati. E l’ingarbugliata vicenda che ne nasce è tutta da piangere ma anche “da godere”…

Mercoledì 22 settembre, invece, è stata la volta di “Giù alla Vicaria”, i disegni, i dipinti e le scritture  dell’artista Antonio Petti, attraverso i quali ritrae luci e ombre degli incontri con gli amici e intellettuali della Napoli degli anni Sessanta-Settanta.

Tarzan” di Raffaele De Falco, (già autore dello spettacolare bestseller Tex – Fiumi di China italiana in deserti americani), sarà il prossimo libro presentato nel salone d’onore del Palazzo di Città: è il saggio più completo pubblicato in Italia su tutto ciò che riguarda il mondo di Tarzan, l’uomo scimmia, frutto di ben cinque anni di ricerche.

 I prossimi appuntamenti sono i seguenti:

1 ottobre – Armonia di silenzi, di Lolita d’Arienzo: quinta pubblicazione e primo libro tutto poesie della maestra di danza, che, inchiodata dalla SLA, si è costruita una nuova dimensione pur comunicando solo con le ciglia.

2 ottobre – Patrizia, di, con e per Patrizia Reso, grande figura di donna, giornalista, ricercatrice di storia e di storie ignorate, attivista politica e sociale, poetessa e scrittrice, prematuramente scomparsa lo scorso anno.

7 ottobre – Ceneri ardenti, di Elvira Venosi: dopo “Rea d’amore”, seconda raccolta della giovane poetessa, i cui versi intensi, passionali e teneri, carichi di chiaroscurali emozioni, hanno conquistato la prefazione di un big come Pino Imperatore.

8 ottobre – Avvocato di difesa, di Francesco D’Andria: primo libro di Francesco D’Andria, cavese doc, affermato avvocato penalista operativo a Milano, che Avvocato di difesa, di Francesco D’Andria: primo libro di Francesco D’Andria, cavese doc, affermato avvocato penalista operativo a Milano, che affronta i temi scottanti e attuali della difesa dell’innocente e dei problemi della giustizia in italia.

12 ottobre – La vera storia di Martia Basile, di Maurizio Ponticiello: storia vera, ambientata nella Napoli del Seicento, di un feroce delitto e di una donna, sposa bambina, che prende coscienza di sé.

Cava de’ Tirreni (SA). Festa patronale: il Covid stoppa giostre e bancarelle, ma è ricco il programma religioso e civile

Prospettive agrodolci, ma con una base rassicurante quelle prospettate dal Sindaco di Cava de’ Tirreni Vincenzo Servalli nel corso della conferenza stampa tenutasi nella Sala Consiliare del Palazzo di Città per presentare il programma dei solenni festeggiamenti in onore della Patrona Maria SS. Vergine dell’Olmo.

Per prima cosa il Sindaco ha rassicurato che, nonostante i timori che aleggiavano sotto i portici, la Festa si farà… Non è stato facile, non è propriamente la festa che tutti vorremmo, ma si farà. Purtroppo,però, le difficoltà economiche da una parte e l’emergenza Covid hanno ridimensionato le prospettive iniziali e imposto la rinuncia alle giostre ed alle bancarelle sul corso, tanto amate ed attese dagli adulti e dai bambini. Salvaguardata invece la parte civile, con tanti eventi musicali e spettacolari. Naturalmente, è rimasto integro il programma religioso, che in fondo rappresenta da sempre l’anima più profonda della nostra Festa più amata.

Gli ha fatto eco Padre Adriano Castagna, Rettore del Convento dei Padri Filippini della Basilica dell’Olmo, che, pur vivendo a Cava da non molto tempo, ha avuto modo di apprezzare e gradire l’amore profondo dei cavesi per la loro patrona e per la Basilica dell’Olmo. Lo stesso Padre Castagna ha evidenziato i momenti più significativi del programma religioso, che, oltre alle consuete numerose messe, prevede:

*l’8 settembre alle ore 19, per la Natività della Madonna, il solenne Pontificale officiato dall’Arcivescovo Orazio Soricelli, con l’invocazione alla Madonna e la donazione dell’olio che alimenta la lampada da parte del Sindaco Servalli;

*domenica 12 settembre, alle ore 19, in occasione del Santissimo Nome di

Maria, il solenne Pontificale presieduto dall’Arcivescovo emerito di Napoli Card. Crescenzio Sepe.

Per quanto riguarda la parte economica, come sia stato possibile salvaguardare il grosso delle manifestazioni civili in una situazione di così grandi difficoltà per le casse comunali e per la definizione stessa del Bilancio?

Con il cuore in mano ed ancora con i segni dell’affanno per la Grande Rincorsa, lo ha spiegato l’Assessore alla Cultura Armando Lamberti.

Innanzitutto, ha chiarito che le manifestazioni civili non sono parallele rispetto a quelle religiose, ma assolutamente complementari, perché da sempre, e non solo a Cava, le celebrazioni patronali sono state intese come un connubio perfetto tra tradizione di fede e tradizioni di gioioso incontro tra “paesani” o concittadini.

Le manifestazioni civili sono state possibili grazie all’aiuto dei privati (imprenditori, professionisti, commercianti, associazioni), sollecitato (nella seconda metà di agosto, quando si era arrivati proprio all’ultima spiaggia) da un pubblico proclama dell’Amministrazione e dell’Assessorato alla Cultura, che chiedeva ad ogni concittadino di buona volontà di sostenere eventi spettacolo con un contributo di idee e soprattutto di risorse economiche. Non basta un semplice bando, in questi casi, ma occorre il “tamponamento ad personam”.

Con un lavoro febbrile e superconcentrato, l’Assessore ha messo in cantiere incontri ravvicinati per telefono e a quattr’occhi, questue itineranti per le case e gli uffici, e alla fine, grazie al “panzerismo” dialettico ed emozionale che lo caratterizza, ha potuto presentare un programma civile quasi “normale”, ricco e vario.

Ci sono i grandi concerti di musica per orchestra e per coro (quasi un giorno sì e un giorno no), c’è l’evento religioso che collega idealmente Abbazia Benedettina, Basilica dell’Olmo e Comune di Cava, ci sono i concerti Jazz per coloro che amano la musica un po’ “off”, c’è la musica lirica, con le grandi romanze. Si è provveduto anche a ricompensare i bambini per la mancanza delle giostre: ed ecco per loro il delizioso clown Lenny ed anche il famoso trasformista Supino.

Il momento più suggestivo ed intenso sarà sabato 11 settembre, con il riconoscimento ad un atto d’amore e di fraternità. Sarà dato il premio “Raccontiamo il bello che c’è” alla giovane Giulia Muscariello, che, per salvare la vita di un’amica che stava per essere investita da un’auto, ha perso una gamba. E per questo ha già ricevuto abbracci da tutta la comunità italiana, a cominciare dal Presidente della Repubblica.

Insomma, la Festa comunque c’è, e dobbiamo dire un grande grazie alla sensibilità di coloro che hanno finanziato gli eventi ed anche a chi con il suo panzerismo trivellante è riuscito a dissodare questi terreni comunque fecondi. Senza questo interazione, sarebbe rimasta solo la festività religiosa.

Pertanto, la presenza delle manifestazioni civili, che l’anno scorso non c’erano, la dobbiamo considerare una fase di passaggio tra l’era Covid e quella post Covid.

L’anno scorso solo manifestazioni religiose ed un evento orchestrale “misto” (con il memorial per Ennio Morricone). Quest’anno, manifestazioni religiose e civili, ma niente bancarelle e giostre.

L’anno prossimo ci attendiamo però l’en plein. E sarà il gran ritorno della Festa totale. E allora potremo tutti quanti veramente fare festa…

Cava de’ Tirreni (SA). Serena, Marianna, Ana Petra: tre baby-poetesse di grande talento sul podio del Concorso “Arte e Cultura”

Nel riportare in un recente articolo gli esiti del concorso letterario artistico indetto dall’Accademia “Arte e Cultura Michelangelo Angrisani”, abbiamo lasciato a parte la Sezione Baby Artisti, perché riteniamo che meriti una particolare attenzione la fioritura di talenti giovanissimi emersa in questa edizione 2021 veramente speciale. Oltre al non ancora dodicenne Antonio De Caro, che, come già detto nel precedente articolo, ha ricevuto la medaglia della Camera dei Deputati per un avvincente racconto “fantaecologico”, meritano un discorso a parte le tre giovanissime salite sul podio, la cavese Serena Luciano, la “cuneese” Marianna Siani, la rumena Ana Petra Mirica Bobit: tre talenti da mettere in luce, seguire ed eventualmente “coccolare”.

Ti martella come un’incudine! / Chiusa in una stanza / i pensieri iniziano una danza. / Una danza triste che ti fa perdere il sorriso, / poi arriva lei, la mia mamma / che con una carezza porta via la tristezza… Nella semplicità di queste parole la profondità di un affetto. Non era facile riuscirci a soli undici anni, ma Serena Luciano, terza classificata, ci è riuscita, confermando le sue qualità in pieno germoglio, che le hanno permesso a scuola di essere promossa sfiorando la media del dieci e di partecipare alle video-poesie de La giara 2021, facendo, lei pulcina, anticipatamente capolino tra gli adulti.

Se di Serena si assaporano i primi germogli, di Marianna Siani, sedicenne studentessa “cavese di Cuneo”, piazzatasi al secondo posto, si sente già il profumo della pianta in fiore. Le due poesie da lei presentate, una sul cammino dell’esistenza e l’altra sul senso delle esperienze, aprono ampi orizzonti di emozioni e riflessioni, con sprazzi di filosofiche meditazioni che stupiscono in rapporto all’età e che non sono inferiori ad analoghi pensieri partoriti da cervelli e cuori più adulti. Marianna non vuole inaridirsi con i calcoli dei grandi, ma vuole assaporare tutti gli istanti con un cuore “da bambino”, perché noi tutti siamo parte di un miracolo divino / e bagnati da gocce di occasioni / che ci scivolano addosso a milioni, / in questa vita che è un miracolo senza spiegazioni… e queste occasioni non possiamo lasciarcele scappare tra le dita con le nostre più o meno colpevoli inconsapevolezze. La preghiera da lei rivolta alla vita ci lascia con il cuore gonfio:

Vita, che non hai istruzioni, / insegnaci a leggere ogni tuo discorso / contenuto nel libro dell’universo, / di cui gli uomini sono le illustrazioni.

Lei si rivolge soprattutto alla forza e alla capacità dell’uomo di capire, sentire, vedere e scegliere, perché la nostra vita siamo noi che la costruiamo, consapevoli che non siamo più di un particolare / nella perfezione del mosaico universale. ed è questo particolare che dobbiamo far fruttare, come scintilla che genera fuoco. Del resto basta un motivo, una luce per crescere e camminare:

la speranza che si nasconde sotto le lacrime amare.

Questo senso dell’appartenenza al tutto universale, non certo comune in una ragazzina così giovane, è anche l’anima della poesia Il viaggiatore, dove lei invita chi si deve spostare da un luogo all’altro (un riferimento alla sua esperienza da “migrata”) a riflettere che in fondo si va solo in un frammento diverso / in un’altra tesserina colorata / di un immenso universo. Viaggiando, tutto sembra nuovo, eppure tutto è legato da un filo perché siamo nella stesso pianeta e noi, volenti o nolenti, siamo una solida unità, avvinti / dalla stessa meravigliosa umanità. Cara Marianna, chapeau!

Se Marianna Siani va diritto al cuore delle meditazioni attraverso i suoi tagli in rima, la rumena Ana Petra Mirica Bobit, sua coetanea, prima classificata (un fenomeno che a dodici anni aveva già pubblicato tre raccolte di poesia!) preferisce “giocare” con virtuosa maestria sulla forza delle immagini e sull’incisività delle metafore, creando degli elettrici contrappunti quasi musicali, ma nello stesso tempo inducendo a riflessioni di ampio respiro emozionale e culturale. Ci è riuscita magnificamente, descrivendo il supplizio della terra da parte dell’uomo, che sta ferendo mortalmente la natura in quanto tale e la sua natura stessa.

Che dire di quel folgorante incipit della nostra poetessa?

Dal cuore strappato dal sole / nasce / la lacrima della terra strizzata, / il verso dello zufolo / schiacciato sotto il solco, / l’anima dell’aratro / impoverita sotto la granaglia.

E che dire di quei pensieri dell’eternità scavati come righe profonde / nell’occhio cieco dei solchi,/ mentre strillano stridulamente gli uccelli neri / fischiettando l’aria / delle nuvole dei secoli passati?

E come non emozionarsi in quel catartico vagheggiamento finale, così possibile, così realistico, così poetico, di lei che vorrebbe camminare scalza sulla morbidezza delle foglie, / sentire attimi di stridore tra le dita?

In queste parole, ma anche nella descrizione della falsa libertà di un mondo in cui siamo cornee di ghiaccio senza appetito perché un pezzo di vetro decide il nostro modo di apparire, si sente la forza non solo di un talento precoce, ma anche di una scuola, quella rumena, dove la creazione poetica è materia di formazione e di incontro fin dalla prima età.

Perciò guardiamo con speranza a questi semi di qualità che ci vengono da giovanissimi, perché ogni scintilla di padronanza della parola, di originalità delle idee, di percezione mentale e sensoriale della realtà non visibile, è il segno che nel gran rumore della massificazione tecnologica e della frenesia comportamentale c’è ancora il tempo per il silenzio della meditazione e dello studio. E … buon pro ne venga …