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CAVA DE’ TIRRENI (SA). Il Club Alpino Italiano cavese, festeggia i primi 150 anni.
La montagna unisce, è con tale massima che sin dal lontano 1863, uomini e donne di Cava de’Tirreni, felici di ascendere e discendere monti, valli, colli e percorrendo i verdeggianti sentieri della nostra amena “valle metelliana”, in costante contatto con l’incontaminata natura, non hanno mai lesinato di porsi al servizio di quanti hanno voluto sperimentare la più nobile disciplina alpestre.
La Sezione del C.A.I. di Cava de’Tirreni, sagacemente guidata dal dinamico presidente Ferdinando della Rocca, la cui sede è sita in corso Giuseppe Mazzini, 6 – telefax 089.345186 – www.caicava.it – e-mail: lasezione@caicava.it (nei locali terranei della scuola dell’infanzia e primaria “Don Bosco”, ricorrendo i 150anni di fondazione, promuove dal 24 al 26 giugno 2013 una tre giorni a tema che si terrà nella Sala Teatro Comunale “Luca Barba” di corso Umberto I, 157.
Venerdì 24 maggio, alle ore 19,00, con l’intervento del vice presidente nazionale del C.A.I., si terrà l’inaugurazione della mostra fotografica a seguire, sabato 25, dalle ore 10 alle ore 13,30 e dalle ore 17 alle ore 20,30, durante la visita alla mostra fotografica, vi saranno proiezioni a tema, replicate, nei medesimi orari, domenica 26.
Ricordiamo che i membri del C.A.I. metelliano, da sempre, sono coloro che provvedono alla manutenzione e messa in sicurezza di tutti i sentieri che conducono alle vette e santuari del circondario cavese. Un opera altamente meritoria a vantaggio di quanti, poi, li percorrono. Non sono rari gli interventi dei membri del C.A.I. per la ricerca dei dispersi in montagna ed il soccorso agli infortunati.
CAVA DE’ TIRRENI (SA). L’impiego settimanale della Polstato, Carabinieri e Guardia di Finanza della città.
Sfruttamento della prostituzione, detenzione di stupefacenti, danneggiamento, ingiurie e minacce, truffa, appropriazione indebita, violazione agli obblighi di assistenza familiare, stalking, furto, elusione fiscali: questi i reati accertati dalle forze di polizia cavesi. Dal 6 al 13 maggio 2013, gli uomini e donne del Commissariato di Pubblica Sicurezza di corso Giovanni Palatucci, 4 (089.34.05.11), guidato dal Vice Questore Aggiunto Marzia dr.ssa Morricone, nell’esecuzione di 14 posti di controllo, monitorando il transito (da e per Cava de’Tirreni) di 92 autovetture con a bordo 139 persone, di cui 30 con precedenti penali. I controlli ai soggetti agli arresti domiciliari sono stati 54, mentre gli interventi a richiesta della collettività per patiti furti, liti di vicinato, danneggiamenti ed incidenti stradali sono stati 20. Il numero delle sanzioni per uso del cellulare durante la guida, guida senza tenere allacciata la cintura di sicurezza, mancata copertura assi curativa, omessa revisione periodica e patente scaduta di validità sono state pari a 14, col sequestro amministrativo di 4 autoveicoli. I passaporti rilasciati sono stati 35, oltre a 18 porto d’armi, di cui 9 rinnovi. I poliziotti di corso Palatucci, nel corso delle quotidiane attività info-investigative, hanno sequestrato 18 grammi di hashish, segnalando alla Magistratura salernitana 6 soggetti per detenzione di stupefacenti, stalking, furto e danneggiamento.
I militari della Tenenza dell’Arma dei Carabinieri di via Pasquale Atenolfi, 72 (089.441010), al comando del Tenente Vincenzo Tatarella, dagli eseguiti 19 posti di controllo, hanno monitorato il transito (da e per la Città dei portici) di 41 autovetture con a bordo 69 persone, di cui 28 risultate con precedenti penali. I controlli ai soggetti agli arresti domiciliari sono stati 38, mentre gli interventi a richiesta della collettività per patiti furti, liti di vicinato, danneggiamenti ed incidenti stradali sono stati 10. L’Arma cavese ha denunciato alla Magistratura salernitana, in stato di libertà, 1 soggetto di nazionalità cinese per sfruttamento della prostituzione, per aver attivato in via Pasquale Atenolfi, 8 una sede per massaggi ed altro. 2 le violazioni al codice della strada accertate, per uso del telefonino durante la guida e mancata revisione periodica del veicolo.
Il Nucleo Mobile della Tenenza della Guardia di Finanza (089.463797) di via Generale Luigi Parisi, 104/a, retta dal Luogotenente Donato Affinito, ha elevato 13 verbali per omesso rilascio di documenti fiscali, guida col telefonino ed omesso allaccio delle cinture di sicurezza. Le Fiamme Gialle cavesi hanno in atto una serie di controlli nei confronti di soggetti che hanno impropriamente fruito di prestazioni sanitarie agevolate, truffando la “pubblica sanità”; intanto hanno già segnalato alla Magistratura salernitana 9 soggetti per falsa “richiesta” del gratuito patrocinio a spese dello Stato, per processi penali a loro carico. Gli stessi rischiano la condanna penale da 1 a 5 anni di reclusione ed una salata multa.
Dal Corpo di Polizia Locale di via Ido Longo (800.279.221 gratis da cellulare e da telefono fisso – 089.341692), agli ordini del Dirigente-Comandante Antonino Ing. Attanasio, non c’è stato inviato alcun report.
Ritrovate due pagine di storia di Cava de’Tirreni.
Studiando s’impara, ricorda un vecchio adagio, soprattutto quando si viene a conoscenza di distinte nozioni della storia della propria città e chi le ha studiate non le relega in un cassetto, ma le divulga affinché altri le studino e le echeggino. Ben oltre mezzo secolo fa, questo ha fatto il nostro emerito concittadino, l’illustre professore Vincenzo Cammarano, insigne docente di lettere presso il “Ginnasio San Benedetto” dell’Abbazia Benedettina della Santissima Trinità di Cava de’Tirreni.
In un approfondito saggio del professore Cammarano, pubblicato il 2 maggio 1954, che abbiamo avuto l’opportunità e l’onore di analizzare, abbiamo evinto due aspetti importanti della storia cittadina: il primo, riferito all’esatta denominazione di Metiliano, uno dei quattro Distretti che in passato costituivano la Città di Cava (i restanti tre si denominavano: Corpo di Cava, Pasculano e Sant’Adjutore – il toponimo Cava de’Tirreni origina dal 23 ottobre 1862), il secondo, pregno di particolari si riferisce alla crescita demografica del popolo “cavoto” dal 1532 al 1954.
In antico, l’amena frazione di San Cesario e zone limitrofe, era nota con la denominazione di Metiliano (non Metelliano: impropria designazione indicata da tanti storici e saggisti del passato, come ci ricorda anche il fu omonimo cine-teatro di corso Umberto I, il cui ampio atrio d’ingresso è divenuto, per lunghi anni, l’edicola Rondinella).
Distretto di Metiliano, dicevamo, la cui genesi, come ci rimembra il professore Cammarano, è attribuita alla fastosa villa della “gens Metilia”, famiglia nobile e doviziosa che appartenne nell’età claudia alla bella e ricca matrona che fu Marcina, vedova ancor giovane di Metilio Rufo, alla quale Seneca indirizzò la “Consolatio ad Marciam”.
Nel suo scritto del 1954 il docente Cammarano scrive: “Bisogna doverosamente riconoscere che Cava de’Tirreni è nella scuola del Tempo, un’allieva diligente del progresso della civiltà, legato allo sviluppo urbano e demografico”.
Col secondo tema, il professore ci segnala che nel Medio Evo si facevano sì le indagini demografiche, ma erano saltuarie e circoscritte, poiché si censiva per “fuochi” o per parrocchie e mai coll’intento di una diretta ed immediata enumerazione dei singoli abitanti.
Nei secoli XVI, XVII e XVIII, nei comuni del Regno di Napoli prima e delle Due Sicilie poi, si era soliti compilare i censimenti sui dati forniti dai cosiddetti “riveli”, cioè dalle denunzie volontarie delle anime e dei beni, con obiettivi puramente fiscali, compilate dai capifamiglia, ma poiché tutti, chi più o chi meno, tentava di evadere, il reale risultato non si otteneva mai.
Nel Dizionario Geografico del Regno di Napoli di Lorenzo Giustiniani è scritto che nel 1532 la città di Cava, con i suoi villaggi: Vietri borgo e marina, Molina, Albori, Raito, Dragonea, Benincasa, Fuenti e Cetara fu tassata per 2.112 fuochi, per una popolazione di circa 11.610 anime, se diamo ad ogni fuoco, secondo la convenzione fra gli studiosi del tempo, una media di 5,5 persone. Nel 1561 fu tassata per 2.265 fuochi, con una popolazione di 12.457; nel 1648 per 3.000 fuochi, pari ad una cittadinanza di 16.500; nel 1669 per 2.238 fuochi, pari a 11.200 cittadini. La diminuzione tra il 1648 ed il 1669 fu attribuita alla peste bubbonica che nel 1656 non mancò di devastare anche il popolò cavese.
Dopo il terribile flagello vi fu una forte ripresa di vita e di attività, con conseguente notevole incremento demografico; infatti l’Abate Gian battista Pacichelli ci fa sapere che nel 1683 la città di Cava contava nuovamente 2.388 fuochi, per una popolazione di 13.130 anime. Il Mazzella ci fa conoscere che nel 1701, anno in cui pubblicò la sua Descrizione del Regno di Napoli, Cava aveva 2.665 fuochi, con 14.650 abitanti. Il Giustiniani nel 1797 segna per Cava una popolazione di 24.000 abitanti.
Dal primo censimento ufficiale eseguito in Italia il 31 dicembre 1861, la popolazione presente nella nostra città raggiungeva 19.480 abitanti. Col secondo censimento nazionale, quello del 31 dicembre 1871, la popolazione cavese era di 20.612 cittadini. Dal terzo censimento del 31 dicembre 1881, apprendiamo che la popolazione raggiunse i 21.363 abitanti. Nel 1891, per ragioni finanziarie, il censimento non venne eseguito. Col quarto censimento del 10 febbraio 1901 si poté conoscere che i nostri progenitori ammontavano a 23.681 anime, che nel 1911 salirono a 24.108, nel 1921 a 26.729 e col censimento del 21 aprile 1931 a 30.508. La rilevazione statistica del 21 aprile 1936 confermò che la nostra città contava 32.584 abitanti. Nel 1940 la città constava in 35.302 abitanti, che nel 1946 scesero a 35.198, per risalire nel 1954 a 39.082.
Lo studio del professore Vincenzo Cammarano, al quale siamo grati, ci ha consentito di rinverdire, lo ribadiamo, due non trascurabili “dettagli” del glorioso passato cavese: il primo, che il Distretto che raccoglieva la vasta area che andava ad est, dal fondo valle sino alla vetta di Monte Finestra (1.139 metri), ad ovest del vallone Pella e a nord al torrente Bonea, si denominava Metiliano e non Metelliano; il secondo, che la popolazione di Cava de’Tirreni, nel periodo dal 1861 al 1954, in poco meno di un secolo, salì da 19.480 a 39.082 abitanti, con un incremento del 105,4%.
Dall’ultimo censimento del 9 ottobre 2011 sappiamo che Cava de’Tirreni conta: 27.849 donne e 26.133 uomini, per complessive 53.982 anime, raccolte in 8.733 famiglie. I cavesi residenti all’estero sono risultati essere 3.382.
MONTORO INFERIORE (AV). Il trionfo del maitre cavese Apicella alla 38ª edizione de’ “Maratona a tavola degli italiani”.
Chi è campione, pur col trascorrere degli anni, si conferma campione!
È questo il risultato dell’ultima, in ordine di tempo, esperienza gastronomica vissuta dal maitre cavese Luciano Apicella, quando si è confrontato con altri venticinque concorrenti provenienti da tutte le Regioni d’Italia, alla 38ª edizione nazionale de’ “Maratona a tavola degli italiani”, svoltasi venerdì 10 maggio 2013 nell’accogliente ristorante “La Masseria” di Montoro Inferiore (Avellino).
Le semifinali, svoltesi lo scorso anno a Briola (PZ) e Pietrelcine (BN), hanno visto in lizza un rappresentante per Regione.
Il maitre Apicella, servendosi della sola “lampada flambé”, ha preparato una ricetta a base di frutta e dolci.
Banane, fragole, fragoline di bosco, kivi e mele, amalgamate con vino dolce e limoncello, esaltati dalla lampada flambé, hanno formato un gustosissimo dessert, servito con un triangolo di dolce pan di spagna, che ha assunto la denominazione di: “le primizie metelliane”.
La severa giuria, composta da quindici esperti giurati, dopo aver assaggiato i ventisei dessert, non ha esitato dall’attribuire al cavese Apicella la “coppa campione 1° classificato nazionale” e relativo attestato, che si aggiungo ai molteplici trofei che il maitre Luciano Apicella si è aggiudicato nel corso dei suoi cinque lustri di carriera.
CAVA DE’ TIRRENI (SA). La “piazza salotto” di Cava de’Tirreni in Spagna.
Chi ama la propria città, oltre che tenerla stretta nel cuore, la rappresenta dove e come può; il cavese Marco Ferrara l’ha fatto con la torta nuziale.
Sabato 28 aprile, nella cittadina di Albal (Spagna orientale), situata nella provincia di Valencia, il cavese Marco Ferrara e Fiona Moscardò, hanno detto “SI”, alla loro unione.
Marco, 32 anni, figlio del Tenente Franco Ferrara, responsabile della Sezione Annona del Corpo della Polizia Locale di Cava de’Tirreni, e della impiegata amministrativa presso il citato Comando, Tina Senatore, laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Fisciano, cinque anni or sono, proprio qui, a Cava de’Tirreni, conobbe Fiona, 28 anni, splendida ragazza spagnola di Albal, laureatasi a Valencia, figlia di Jose’ Luis Moscardò, farmacista e consigliere comunale della cittadina spagnola, e di Carmen Lopez.
L’incontro dei due giovani lo si deve alla partecipazione d Fiona ad un progetto Erasmus presso la MTN Company di Corso Giuseppe Mazzini, dove Marco stava iniziando una breve esperienza lavorativa. In seguito, il giovane Marco si reca a Milanoi per frequentare un Master, post-laurea in Marketing Pubblicitario, a Milano dove, poi, Fiona lo raggiunge. Attualmente lavorano entrambi nel centro di Milano, presso due importanti società, specializzate nel settore del marketing pubblicitario su siti internet.
La cerimonia religiosa è stata celebrata in ora serale nella chiesa denominata “Ermita de Santa Ana”, meravigliosamente e accuratamente addobbata con fiori gialli e arancio, a richiamare i colori dei limoni della nostra costiera amalfitana e delle arance di Valencia. Testimoni alle nozze la sorella minore dello sposo, Sabrina e il fratello minore della sposa, Lucas. In questo importante giorno gli sposi sono stati affettuosamente sostenuti dai familiari e amici provenienti da Cava de’Tirreni e da colleghi di lavoro provenienti da Milano, oltre che, naturalmente, dai familiari e dai numerosi parenti e amici della sposa. La presenza di tanti amici degli sposi provenienti, in aereo, dall’Italia è stata molto apprezzata dalla famiglia della sposa.
Gli sposi e gli invitati hanno poi festeggiato l’evento presso un rinomato locale denominato “Jardìn de Azahares”, con un ricco menù a base di specialità locali, servito ai tavoli in una sala magnificamente predisposta. Non sono mancati momenti di particolare commozione, quali un emozionantissimo walzer con cui gli sposi hanno aperto le danze, al quale si sono uniti i rispettivi genitori ed i numerosi ospiti, seguito dal taglio della torta nuziale, effettuato da entrambi gli sposi con una spada e con l’augurale assaggio reciproco del dolce con la punta della lama, secondo l’usanza locale.
A termine della serata vi è stata una gradita sorpresa per gli amici cavesi, che ha suscitato l’ammirazione e lo stupore di tutti. Un famoso pasticciere di Valencia, amico di famiglia della sposa, aveva preparato una gigantesca torta, riproducente, fedelmente e in ogni dettaglio, la facciata della Concattedrale di Sant’Adjutore di Cava de’Tirreni, completa della gradonata, di piazza Vittorio Emanuele III e della fontana dei delfini.
La prelibatezza, riproducente il “salotto buono” della Città dei portici, è stata donata in beneficenza ad un istituto di suore, dedite all’assistenza di bambini.
Gli sposi, dopo il viaggio di nozze negli Stati Uniti, torneranno a Milano dove inizieranno la loro vita matrimoniale.
La famiglia Ferrara ringrazia la famiglia Moscardò per la calorosissima accoglienza e per la minuziosa assistenza a tutti i 25 ospiti colà giunti dall’Italia per partecipare al matrimonio di Marco e Fiona.