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Cava de’ Tirreni (SA). Premiate a Palazzo di Città le Donne Coraggio del Premio Mamma Lucia 2022

Sono Barbara Pierro avvocato di Scampia, Laura Silvia Battaglia e Bianca Senatore, giornaliste free lance.


Incontri e riflessioni ad alto tasso di interesse e di emozione sabato 19 febbraio, a Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni,, per la settima edizione del Premio Mamma Lucia alle Donne Coraggio

Il riconoscimento, come è noto, è destinato a donne che a livello nazionale e internazionale si siano particolarmente distinte nella vita sociale e attraverso i media come testimoni attive di solidarietà, difesa dei diritti umani, cultura di pace, sul modello della “maternità universale” di Mamma Lucia, la nostra carissima “Madre dei caduti”, che recuperò nel territorio i corpi di circa seicento soldati, morti durante la Seconda Guerra Mondiale nella “Battaglia di Cava” tra gli Alleati appena sbarcati e i Tedeschi appostati sulle alture costiere.

Nel corso della cerimonia hanno portato il loro saluto: Armando Lamberti (Assessore alla Cultura del Comune di Cava de’ Tirreni), Mons. Orazio Soricelli (Arcivescovo dell’Arcidiocesi Amalfi Cava de’ Tirreni), Antonio Armenante (Fondatore del Premio e Presidente del Punto Pace), don Francesco Della Monica (Presidente della Caritas Diocesana), Giuseppe Mazzotta (Presidente del Lions Club Cava de’ Tirreni) Ester Cherri (rappresentante del Rotary Club Cava de’ Tirreni), Ferdinando Castaldo D’Ursi (Presidente dell’Associazione “Eugenio Rossetto”), Francesco Romanelli (Presidente dell’Associazione Giornalisti “Lucio Barone”), Felice Scermino (Presidente del Comitato “Figli di Mamma Lucia”, per il nascente Museo a lei dedicato). Ha condotto la manifestazione il sottoscritto scrivente, Franco Bruno Vitolo, Presidente dell’Ass. VersoCava.

Dal Comitato Organizzatore, formato dalle associazioni Punto Pace Pax Christi, Rotary Club e Lions Club sezioni di Cava de’ Tirreni, Caritas Diocesana, Eugenio Rossetto, VersoCava, il premio per la sezione Con l’occhio delle donne è stato consegnato a Barbara Pierro, avvocato di Napoli che da quasi venti anni, attraverso la sua partecipazione professionale e umana e nell’ambito dell’Associazione “Chi Rom e chi no” (premiata con lei e da lei fondata con altri “pionieri”), esercita un’opera di profonda vitalizzazione e socializzazione della periferia, nel quartiere di Scampia, anche e soprattutto a sostegno dei diritti degli emarginati e a beneficio di una feconda osmosi interculturale. Ad accompagnarla, Emma Ferulano, un’altra fondatrice di quest’associazione, che con lei ha presentato il libro “Chi rom… e chi no”, un pamphlet illustrato, vivace e comunicativo, che presenta i progetti e le tante attività di ieri, di oggi… e di domani, dai work shop alle iniziative culturali alla formazione all’aperto, dall’ascolto socializzante all’innovativo Ecomuseo nascente. Insieme, le due giovani donne hanno offerto una testimonianza intensa del vivere una comunità solidale e un’edificante lezione di vita, che induce anche a rivedere i pregiudizi tanto diffusi su territori e quartieri come Scampia bollati da una stereotipata immagine negativa.

Il Premio per la Sezione Carmela Matonti, destinato alle donne coraggio “mediatiche” e dedicato alla donna che aiutò Mamma Lucia nei primi scavi di soldati caduti, è stato assegnato a Laura Silvia Battaglia, giornalista free lance di Milano, da anni testimone diretta di eventi e situazioni relative a territori particolarmente travagliati del nostro pianeta, in particolare dello Yemen, dove da anni una tremenda “guerra dimenticata”, grazie anche a dolorose infiltrazioni “dall’esterno”, devasta, insanguina, contamina tutta la popolazione e tutte le età, compresi i bambini, “vittime sacrificali” e a volte perfino coinvolti in prima persona col fucile tra le mani. Non solo Yemen, però, per la Battaglia, e non solo Medio Oriente o Africa, ma anche tante ricerche e studi sul campo nel nostro territorio ed anche docenze di specializzazione giornalistica: un’attività che ne ha fatto una delle più autorevoli e ricercate professioniste del settore.

Un premio speciale del Comitato è stato assegnato a Bianca Senatore, cavese d.o.c. , giornalista free lance residente a Milano, che negli ultimi tempi si è distinta in campo nazionale, ricevendo anche prestigiosi riconoscimenti, per dei reportage “dal vivo” di eventi drammatici, come la situazione dei profughi sospesi tra i confini di Ucraina e Bielorussia e quella dei migranti della “Ocean”, costretti a rimanere sulla nave in attesa del permesso di sbarco. La qualità dei suoi servizi, già garantita dal prestigio degli editori (tra i quali L’Espresso e Radio Popolare), emerge a tutto tondo dalla lettura o dall’ascolto diretti. Gli scenari e le situazioni da lei raccontati sono messi a fuoco con cinematografica efficacia: sequenze a tutto campo e “inquadrature” in primo piano, sostenute da una scrittura di giornalistica pregnanza, senza effetti speciali, ma in grado di smuovere il giusto tasso di emozioni e riflessioni.

Al termine della manifestazione, ciliegina su una torta già ben gustosa, i bambini “pulcini ballerini” del gruppo scuola “Emozioni in volo” hanno intenerito un pubblico già “cardiobattente”, danzando deliziosamente sulle note e sulle parole de “La cura” di Franco Battiato: un testo perfettamente in tema, con quelle donne coraggio che hanno saputo “superare le correnti gravitazionali”…

Ci si è salutati con un abbraccio ideale carico di calore: un giusto sole di pace e di solidarietà nell’acqua gelida di questi giorni infestati da venti di guerra. E che quei raggi di sole arrivino presto anche lì, dove si spara e si soffre.

Beato il paese che non ha bisogno di Mamme Lucie che scavino i corpi dei caduti di guerra sulla sua terra …

Cava de’ Tirreni (SA). Premio Mamma Lucia alle Donne Coraggio: sabato 19 la cerimonia di consegna a Palazzo di Città

Sabato 19 febbraio p.v., presso il Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, in Piazza Abbro, con inizio alle ore 10 si svolgerà la cerimonia di consegna del Premio Mamma Lucia alle Donne Coraggio, destinato a donne che a livello nazionale e internazionale si siano particolarmente distinte nella vita sociale e attraverso i media come testimoni attive di solidarietà, difesa dei diritti umani, cultura di pace., sul modello della “maternità universale” di Mamma Lucia, che alla fine della Seconda Guerra Mondiale recuperò (come “figli di mamma”) le salme di centinaia di soldati tedeschi caduti e le restituì alle famiglie.

Il Comitato Organizzatore, formato dalle associazioni Punto Pace Pax Christi, Rotary Club e Lions Club sezioni di Cava de’ Tirreni, Caritas Diocesana, Eugenio Rossetto, VersoCava, ha assegnato i seguenti riconoscimenti.

  1. Sezione Con l’occhio delle donne: a Barbara Pierro, avvocato di Napoli che da anni,

attraverso la sua partecipazione professionale e umana e nell’ambito dell’Associazione “Chi Rom e chi no”, opera nel quartiere di Scampia a sostegno dei diritti degli emarginati e a beneficio di una feconda osmosi interculturale.

  1. Sezione Carmela Matonti: a Laura Silvia Battaglia giornalista free lance di Milano, da anni

testimone diretta e indiretta di eventi e situazioni relative a territori particolarmente travagliati del nostro pianeta.

Un premio speciale del Comitato sarà assegnato a Bianca Senatore, cavese d.o.c. , giornalista free lance residente a Milano, che negli ultimi tempi si è distinta in campo nazionale, ricevendo anche prestigiosi riconoscimenti, per dei reportage “dal vivo” di eventi drammatici, come la situazione dei profughi sospesi tra i confini di Ucraina e Bielorussia e quella dei migranti della “Ocean”, costretti a rimanere sulla nave in attesa del permesso di sbarco.

Nel corso della cerimonia porteranno il loro saluto: il Vincenzo Servalli (Sindaco di Cava de’ Tirreni), Armando Lamberti (Assessore alla Cultura), Mons. Orazio Soricelli (Arcivescovo dell’Arcidiocesi Amalfi Cava de’ Tirreni), Antonio Armenante ( Fondatore del Premio e Presidente del Punto Pace), don Francesco Della Monica (Presidente della Caritas Diocesana), Giuseppe Mazzotta (Presidente del Lions Club Cava de’ Tirreni) Salvatore Russo (Presidente del Rotary Club Cava de’ Tirreni), Ferdinando Castaldo D’Ursi (Presidente dell’Associazione “Eugenio Rossetto”), Francesco Romanelli (Presidente dell’Associazione Giornalisti “Lucio Barone”), Felice Scermino (Presidente del Comitato Figli di Mamma Lucia, per il nascente Museo), Gerardo Di Agostino (AD di Grafica Metelliana), Carmine Santoriello (Titolare dell’Azienda ARCEA).

Condurrà la manifestazione Franco Bruno Vitolo (insegnante, giornalista e Presidente dell’Ass. VersoCava).

 

Cava de’ Tirreni (SA). Camminare il paesaggio a Monte Castello sulla scia di Mamma Lucia: natura, storia, radici, teatro e tante emozioni.

Un paesaggio si può guardare, ma è preferibile “vederlo”, con tutti gli occhi possibili, esplorando e apprezzando quello che appare e quello che traspare. Il meglio è camminarlo, percorrerlo a piedi e con tutti i sensi, respirarne l’anima e, quando la camminata è collettiva, anche riviverne insieme la storia e l’identità, grazie alle spiegazioni degli esperti ed alle immaginifiche suggestioni di un teatro itinerante sul territorio. .

È questo l’obiettivo della magnifica iniziativa nata quest’anno a Cava de’ Tirreni, sulla scia e ad ampliamento degli storici “Itinerari d’ambiente”. Promotori e organizzatori, Aniello Ragone e Dario Cantarella, due tra le perle della nuova generazione di ricercatori metelliani, con la collaborazione sempre fermentante e coinvolgente di Geltrude Barba e del suo gruppo teatrale.

Dopo i primi assaggi già di successo, il grande decollo è avvenuto con la tappa del 30 gennaio, incentrata sul “parco” di Monte Castello e sulla figura di Mamma Lucia, che da lì cominciò la sua opera di ritrovamento delle salme dei soldati caduti durante la Battaglia di Cava del 1943. È stata un’esplosione di folla (al top, circa duecento persone!), riscaldata da uno splendente sole invernale, illuminata da un mix emozionante ed emozionato di radici, di storia, di umanità e culminata in un teatro itinerante, durato oltre tre ore, che sono letteralmente volate, grazie all’impasto sapiente di linguaggi show e argomenti “tosti”

Prima tappa, manco a dirlo, davanti alla grotta dove Mamma Lucia ritrovò e raccolse i primi cadaveri dopo il famoso sogno ammonitore. Qui Felice Scermino, Presidente del Comitato “Figli di Mamma Lucia”, con lo slancio passionale e l’intensità attoriale che lo contraddistinguono ha delineato la figura della nostra “Madre dei caduti”, il suo messaggio di Pace, Amore e Solidarietà, la sua dimensione di Maternità universale, concludendo con l’invito a dare ognuno un personale contributo perché il Museo a lei dedicato possa realizzarsi. Un contributo buono e giusto, spontaneamente germinabile dalla luce che emana “la più amata dei cavesi” e dalla consapevolezza che, come ha recentemente scritto un autorevole giornale tedesco, un popolo che ha tra i suoi figli una figura così alta non può che essere un grande popolo…

Poi, con la guida dinamica di Aniello ragone e Dario Cantarella, passeggiata nel sempreverde tra le pittoresche, storiche torri della Serra e tappa a Santa Maria a Toro, la chiesetta amata dai pittori, che conserva tuttora tracce di una vita millenaria, quando era un punto di riferimento per i viandanti che da Nocera andavano verso Salerno, passando per le colline dove si snodava la via Maggiore.

Qui, Carolina Damiani, deliziosamente vestita di Ottocento, ha letto un passo a tema metelliano della scrittrice Pauline Craven, che, prima di tornare in Francia ed essere accolta nell’Accademia, aveva soggiornato tanti anni nella nostra valle, animando cenacoli culturali e riempiendo pagine di “parole a colori” per descriverla. Alla fine della lettura, tanto per gradire, un simpatico break a colpi di crostata di mandorle targata Liberti, vino lacrima Christi dal sapore vintage e soprattutto il saporito e ben gradito recupero del pan pepato, il dolce con miele, cioccolato, canditi e frutta secca tanto in voga ai tempi della Craven e da lei esaltato nel suo scritto.

Poi, costeggiando uno scenario panoramico a gioia di pupille, che si estende per circa quaranta chilometri dal Vesuvio alla Gola di Vietri sul mare, da Santa Maria a Toro ci si è avviati lentamente verso il Castello, con una fermata affollatissima a metà strada, dove i Cavalieri della Bolla Pontificia, guidati da Umberto Ferrigno, hanno da tempo arredato, curandola con costante amore, una grotta in onore di Mamma Lucia, alla quale è stato “idealmente” offerto un bellissimo mazzo di fiori reali. Qui la riflessione, oltre che su Mamma Lucia è stata stimolante anche per il recupero di un’antica leggenda con la storia di una strega e di un tesoro giacenti in fondo alla grotta.

Non è leggenda ma storia, invece, quella presentata dall’architetto Enrico De Nicola, quando, giunti sulla sommità del Castello, ha fatto prima vedere i ruderi millenari emersi dagli scavi, poi ha raccontato di una moneta rarissima lì trovata, quindi ha prospettato l’errore profondo che si commetterà se, come nel progetto approvato, il previsto restauro del Castello partirà dal pavimento di oggi e non dalla cinta muraria di ieri, che contiene le radici del monumento e l’ulteriore riprova che si tratta di una costruzione normanna e non longobarda, come invece si vuole riaffermare, ignorando le risultanze delle ultime ricerche.

Dopo l’importante excursus di De Nicola, che del Castello è esperto avendo curato i lavori fino al momento recente in cui il restauro è stato affidato ad altri, Aniello Ragone ha ricordato che la storica processione anti-peste sul Castello, a cui si ispira l’attuale Sagra religiosa, in realtà non è stato il prodromo di nessun miracolo di liberazione dalla malattia, perché avvenuta nel 1657, cioè l’anno dopo l’esaurimento dell’epidemia, proprio a titolo di ringraziamento per la “fine della nottata”.

A questo punto, via alla fase due, il teatro itinerante in discesa dal Castello.

Sono state quattro le fasi. Nella prima, il cui copione è stato tratto da un diario di guerra della mamma elaborato e consegnato da Patrizia Seguino, un gruppo di popolani (Gerardo Caputo, Michele Agneta, Gennaro Pisapia, Nicola Della Porta, Valeria Palladino) si scambia informazioni , timori e speranze sull’Armistizio, sullo sbarco degli Alleati e sulla battaglia conseguente: una serie di brevi battute, molto partecipate, che culmina nel monologo finale di una ben ispirata Valeria Palladino sulle prime reazioni della gente di fronte al grande e “strano” gesto di quella donna vestita di nero che andava in giro a disseppellire cadaveri.

Nella seconda, in due intensi e avvolgenti monologhi alla Spoon River scritti uno da Alfredo Vitaliano e l’altro da Geltrude Barba, due soldati morti sul campo (Giuseppe Cardamone su testo di Alfredo Vitaliano, e Mario Odato), giacenti sotto un albero, lamentano la loro giovinezza tarpata denunciando l’orrore criminale delle guerre e invocando almeno il ritorno a casa grazie all’opera materna di Mamma Lucia. Parole amare, le loro, “troppo gelate per sciogliersi al sole”…

Più in là nella discesa, ecco un gruppo di mamme: Teresa Accarino, Tiziana Memoli, Teresa Morena, Fabiana Penna, Angela Vitaliano, Rosalba Vitale, Paola Avagliano, Cristina Vitale. Devastate dal dolore, leggono le lettere a Mamma Lucia con la preghiera di ritrovare il corpo del figlio caduto e di restituirlo alle loro carezze. Un momento di alta commozione, acuito dal fatto che quelle parole e quelle lettere sono autenticamente vere.

Infine, la scena madre, madre nel senso reale della parola. In una spoglia radura, vestita di nero, raccolta su se stessa, con gesti lenti, solenni e carezzevoli, con una voce ora sommessa nella preghiera ora tremante, una magnifica Geltrude Barba-Mamma Lucia rievoca lo scavo di un teschio, dal primo colpo di zappa alla prima pèulitura, dal bacio materno al mesto ritorno a fondo valle con l’urna tra le braccia. Intorno a lei, un pubblico travolto dall’emozione tra le onde di un commosso silenzio… Quella realtà tanto dichiaratamente finta era diventata una finzione terribilmente vera…

Alla fine, tutti uniti in un plaudente abbraccio a Geltrude a ai suoi magnifici attori e con loro ai super organizzatori Ragone e Cantarella, all’architetto De Nicola ed alla Musa ispiratrice di queste iniziative Lucia Avigliano, che per anni ha guidato centinaia di persone intorno alla Valle Metelliana con i suoi illuminanti Itinerari d’Ambiente.

Un abbraccio che è anche un grazie sincero e sentito: per il segno del ritorno “quasi pieno” alla normalità, per il dono fatto ad un’intera collettività, per la continuità che esprime rispetto al passato ed alle sue tradizioni, per le prospettive di vitalità che apre per il futuro.

Ed è anche un invito a non fermarsi. Quando si parte così…

Alla prossima, amici!

Cava de’ Tirreni (SA). Nel nome di Betty Sabatino: riparte il Concorso “Le parole sono ponti”, gemellato con i piemontesi di Refrancore

È ancora viva nella memoria l’eco di quel pomeriggio di sabato 16 settembre dello scorso anno, quando nel grande cortile del Complesso di San Giovanni di Cava de’ Tirreni, sotto la luce calda e cadente dell’estate calante, fu effettuata la premiazione del Concorso per studenti “Le parole sono ponti” dedicata all’indimenticata e indimenticabile figura di Elisabetta Sabatino, pioniera di una scuola viva del dialogo, del pensiero, della formazione e della gioia di imparare.

Per il secondo anno consecutivo, una premiazione a scoppio ritardato e con pubblico limitato a causa della pandemia. Per la seconda volta, un incontro bagnato dalla speranza di un ritorno pieno alla normalità. Per la seconda volta, una speranza in parte vanificata, visto l’incombere imminente della quarta ondata.

Stavolta, grazie anche al vaccino, il Concorso non aspetta la speranza, ma la vuole cavalcare. Innanzitutto, lancia un segno a conferma e garanzia non solo della sua esistenza e resistenza, ma anche della sua crescita. Per la prima volta, dopo otto edizioni, esce fuori dai confini della nostra città, come è giusto che sia, dato che Elisabetta Sabatino guardava sempre alto e lontano, verso il salto di qualità nel rapporto con se stessi e con gli altri.

È una “fuoruscita” ricca di significato ed evocatrice di un’intensa emozione. Infatti già nel 2020 è nato un ideale gemellaggio con la città di Refrancore, in provincia di Asti, in seguito al “segno di un sogno” di Elisabetta Ceccolini, lettrice volontaria della Biblioteca Civica e sostenitrice del Progetto “Nati per leggere”, desiderosa di avere notizie di Elisabetta Sabatino, di cui aveva orecchiato il nome, chissà come, proprio in sogno. Dopo i dovuti approcci, alla premiazione del 16 settembre sono venute personalmente da Refrancore la stessa Elisabetta Ceccolini e la Sindaca Roberta Volpato. Sono venute, hanno visto, sono rimaste “sotto la botta impressionate” da questa splendida iniziativa… e nel 2022 parteciperanno anche le scuole di Refrancore. Cin cin! Con una coppa di Asti spumante, naturalmente, su confettoni metelliani…

Con questo spirito è nata la prima edizione metellio-piemontese del Concorso “Le parole sono ponti”. Come di consueto, il bando è partito ad inizio gennaio e la scadenza per la consegna degli elaborati (poesie o lavori di narrativa di vario genere) è stata fissata per la seconda metà di febbraio (per lo specifico, il 28 febbraio). È stato deciso in sintonia con i refrancoresi anche il tema di questa edizione, che è attualissimo (la difesa dell’ambiente naturale e dell’ecosistema) e come al solito è collegato ad espressioni della prof. Sabatino:

L’uomo ha bisogno di un nuovo rapporto con la natura. È questo il grido di allarme, l’S.O.S. del nostro Pianeta Terra, che chiede un nuovo rapporto con la natura, un rapporto fatto di responsabilità nei riguardi della creazione, nel rispetto anche delle future generazioni.

La premiazione, senza aspettare gli andamenti della pandemia, è stata decisa direttamente per settembre, non solo perché allora ci dovrebbero essere “più spirabil aure”, ma anche per favorire un più agevole arrivo della spedizione di docenti e alunni da Refrancore.

È un momento che attendiamo già da ora con sorridente ansia, perché sarà un abbraccio di cultura e amicizia il cui significato vola alto e leggero. Un abbraccio che tanto sarebbe piaciuto alla nostra prof.Betty. Un abbraccio che farà da pilone colorato di un bel ponte. E quando si parla di ponti, da qualche parte appare, alto e leggero, il sorriso di Betty….

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E, per finire da dove avevamo cominciato, ricordiamo i vincitori di quest’ultima edizione, fermo restando che, per le riflessioni che comporta e lo spirito da cui nasce, chiunque partecipa già di per sé ha vinto.

E nella grande foto, scattata da Gianluca Cicco durante la ripresa televisiva, sono tutti insieme appassionatamente, i membri del Comitato organizzatore (Paola e Barbara Sabatino, Gabriella Liberti, lo scrivente Franco Bruno Vitolo), i familiari di Betty, le “messaggere di Refrancore”, i rappresentanti del Comune di Cava de’ Tirreni. Un anticipo presente dell’abbraccio futuro…

Scuola primaria

  1. Lucia Masullo (I.C. Santa Lucia), 2. Ernesto Casola (I.C. Don Bosco), 3. Mia Milito (I.C. Carducci Trezza)

Segnalati con menzione speciale: Anna Raffaella Della Rocca e Classe quinta (I.C. San Nicola), Adriano Pio Bergamo e Alice Papa (I.C. Carducci Trezza), Federica Polichetti (I.C. Don Bosco), Luca Gulmo (IOpera Pia Di Mauro)

Scuola Secondaria Inferiore

  1. Ludovica Ferrara (I.C. Balzico), 2. Flora Luciano (I.C. Giovanni XXIII), 3. Imma Armenante (I.C. Santa Lucia)

Segnalati con menzione speciale: Giulia Polverino e Fabiola Marchesano (I.C. Balzico)), Giovanni Francesco Di Domenico (I.C. Giovanni XXIII”Giulia Bottiglieri, Milena Pagano e Nicola Massa (I.C. San Nicola), Antonio Senatore (I.C. Carducci Trezza), Floria Siani (I.C. Don Bosco)

Scuola Secondaria Superiore

Assunta Sapere (Liceo Linguistico “De Filippis – Galdi”), Angela D’Amore (I.I.S. Gaetano Filangieri); Anna Fiorillo (Liceo Linguistico “De Filippis – Galdi”)

Segnalati con menzione speciale: Annarita D’Amato, Valeria Della Rocca, Silvana Pirollo, Roberta Trapanese (Liceo Linguistico “De Filippis – Galdi”), Andrea Salluzzo (Liceo Scientifico “A.Genoino”), Marika Avella e Lucia Pisacane (IIS “Della Corte – Vanvitelli”)

Cava de’ Tirreni – Costa d’Amalfi. Assostampa “L. Barone”: è Romanelli il nuovo Presidente

Consegnati i premi “ComunICARE” 2020-2021


Nonostante le tante fermate di origine pandemica e sociale degli ultimi tempi, l’Associazione Giornalisti di Cava de’ Tirreni e Costa d’Amalfi “Lucio Barone” ha rifatto il pieno di carburante e sta ripartendo alla grande.

Innanzitutto, il 19 dicembre scorso, alla presenza del Sindaco Vincenzo Servalli e dell’Assessore alla Cultura Armando Lamberti, nell’Aula Consiliare di Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, purtroppo per necessità svuotata di pubblico ma con ampia presenza della stampa, sono stati consegnati, dopo un anno di forzata attesa, i premi ComunICARE 2020-21, assegnati dall’Associazione a personalità che si siano particolarmente distinte nel campo del giornalismo in particolare e della comunicazione in generale.

È stata una festa calda e affettuosa, con premiati di alto profilo e profonda umanità.

Pino Aprile, giornalista ai massimi livelli (autore tra l’altro di scoop come l’intervista all’attentatore dI Papa Woytila o la cronaca in diretta della caduta del Muro di Berlino), scrittore, storico, polemista, grande affabulatore. Nel suo intervento ha messo il tasto sul tema a lui caro dell’Unità Nazionale, da lui già toccato nel suo super best seller “Terroni”: la rabbia del Sud, devastato ieri dalla formazione del Regno sabaudo e tuttora subordinato alle esigenze del Nord.… le giuste voci critiche dei romanzi “I Viceré” e “Il Gattopardo” soffocate da personalità influenti come Vittorini e Benedetto Croce… l’idea che o si fa l’Italia dal Sud o si muore…

Antonella Napoli, giornalista free lance e scrittrice di vaglia, testimone sul campo di eventi legate alle zone calde del mondo d’oggi. Con chiarezza e passione civile ha parlato delle tensioni tra il mondo occidentale e i paesi medioorientali, dei segnali inquietanti emersi dai casi di Giulio Regeni e Patrick Zaki (da lei seguiti molto da vicino), del suo breve ma sconvolgente sequestro ad opera dei Fratelli Musulmani, dei rischi antilibertari di un mondo dove si muore di meno ma si finisce più facilmente in carcere anche per reati di opinione e di informazione.

Roberto Matatia, scrittore, testimone diretto delle persecuzioni antiebraiche subite dalla sua famiglia, che pure apparteneva alla società bene della Romagna, al punto che la villa di loro proprietà era adiacente a quella di Benito Mussolini e prima delle leggi razziali si erano stabiliti anche cordialissimi rapporti interpersonali. Dopo aver raccontato la vicenda, ha espresso il suo rammarico perché quella Villa Mussolini oggi ha conservato il suo nome ed è ricercatissima per feste e matrimoni anche in funzione di ciò che evoca, magari con inquietanti nostalgie.

Con Aprile, Napoli e Matatia, sono stati premiati Enrico Passaro (cavese doc, gran cerimoniere delle massime istituzioni nazionali), Gerardo Di Agostino (Amministratore Delegato della Grafica Metelliana, azienda di livello assoluto, uno dei nostri fiori all’occhiello); Radio Play Tag (Premio Ponte Giovane per la feconda fusione generazionale all’interno di un’emittente in continua ascesa); Ulisse on line (consolidata colonna dell’informazione via web); Sigismondo Nastri (decano dei giornalisti, luce viva della stampa costaiola, e non solo); Raffaele Ferraioli (da anni protagonista della vita politica e sociale della Costiera); Gennaro Anastasio (fine scrittore ed editorialista, gran narratore delle tradizioni e dei personaggi del territorio); L’ora notizie (in memoria di Marta Naddei, della sua alta professsionalità e dell’ appassionato impegno nel dare voce agli ultimi).

Questa cerimonia ha rappresentato l’ultimo atto della quinquennale, battagliera presidenza di Emiliano Amato, allungata di un anno per necessità dettate dalla pandemia e ricca di brillanti iniziative, tra cui gli stimolanti incontri con Padre Enzo Fortunato ed il recente super convegno estivo di Ravello sul libro di Enrico Passaro “Non facciamo cerimonie”, illuminato dalla presenza dell’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Dal 21 dicembre, giorno in cui è stato rinnovato il Direttivo, il nuovo Presidente è Francesco Romanelli, una colonna direzionale dell’Assostampa “Lucio Barone” fin dalla sua fondazione, avvenuta un quarto di secolo fa. Il neopresidente è nato a San Mauro la Bruca, vicino Palinuro, ma è cavese di adozione. L’attività lavorativa principale è stata quella di bancario, presso il Credito Commerciale Tirreno, poi diventato Banca della Campania, poi finalmente BPER Banca. Come giornalista, ha diretto per anni la redazione di Radio Montemauro, prima emittente libera del Cilento, ha collaborato per moltissimo tempo con Il Mattino di Napoli. A vario titolo, ha collaborato con Il Sole 24 ore, Il Giornale di Sicilia, La Gazzetta del Mezzogiorno, il Giornale di Calabria. Attualmente scrive per “La Città”, è corrispondente della Gazzetta dello Sport da Cava de’ Tirreni ed è caporedattore del giornale on line “Panorama Tirreno”.

Insomma, è stato ed è un passaggio giusto alla persona giusta, per la garanzia che offre il neo presidente quanto a professionalità, passione, senso del gruppo, spirito di partecipazione, onestà intellettuale. Con lui e con Amato,, il nuovo Direttivo è formato da Rosanna Di Giaimo, Angela Vitaliano, Maria Alfonsina Accarino, Antonio De Caro, Antonio Di Giovanni e Franco Bruno Vitolo.

Romanelli ha avuto il suo battesimo in manifestazioni pubbliche l’11 gennaio, quando l’Associazione ha patrocinato la presentazione del libro “Genesi di un complottista in tempo di Covid”, di Nicola Pellegrino.

Il prossimo appuntamento per l’Associazione sarà il 24 gennaio prossimo, quando, alle 18,30, presso la Chiesa di Sant’Alfonso, sarà celebrata dall’Arcivescovo Mons. Orazio Soricelli l’annuale Festa dei Giornalisti, dedicata al loro Patrono San Francesco di Sales.

Poi, partirà il biennale cammino del neopresidente sulla tradizionale strada della difesa dei diritti dei giornalisti e di interventi costruttivi e propositivi nel campo della cultura e della comunicazione.

E ci auguriamo che sia un periodo “positivamente negativo” da Covid, tale da dare la possibilità di celebrare, sia pure a posteriori, il venticinquennale dell’Associazione.

Buon lavoro, Presidente!