eventi & appuntamenti

 

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Spremuta d’amore, di Annamaria Santoriello: poesie di una vita, una rapsodia dell’anima

Sarà presentato martedì 7 luglio nel Chiostro della Basilica di Maria SS. dell’Olmo.


Gran ritorno alla “normalità”, sia pure “in libertà condizionata”, anche per le presentazioni di libri: martedì 7 luglio, alle ore 19, nella suggestiva cornice cinquecentesca del Chiostro della Basilica di Maria SS. dell’Olmo di Cava de’ Tirreni, sarà presentato il libro Spremuta d’amore, di Annamaria Santoriello.

Dopo i saluti del Rettore della Basilica Padre Adriano Castagna, del Sindaco di Cava de’ Tirreni Vincenzo Servalli, del Vicesindaco e Assessore alla Cultura Armando Lamberti, del Presidente dell’Associazione Giornalisti “Lucio Barone” Emiliano Amatodell’illustratrice Chiara Savaresepresenteranno il libro i proff. Maria Olmina D’Arienzo, già Dirigente Scolastica del Liceo Scientifico “A. Genoino”, e Franco Bruno Vitolo (che ne è anche editor e prefatore, oltre che conduttore della manifestazione) . Le poesie saranno lette dall’attore Mariano Mastuccino, con inserimenti dell’autrice e di Franco Bruno Vitolo. Durante l’incontro sarà cantata dalla soprano Dorothy Manzo una delle poesie della raccolta, “Adagio”, musicata dalla stessa Annamaria Santoriello, musicista e docente, dedicata al figlio primogenito prematuramente scomparso.

Spremuta d’Amore (seconda opera dell’autrice dopo Il segreto di Nonna Ninna, appassionante romanzo in versi, recensito anche da un grande della Letteratura come Andrea G. Pinketts) è una raccolta di cento poesie, composte nell’arco di una vita. Come è scritto anche nella presentazione critica del libro, sono “cento poesie di miele amaro, spalmato con lirica elettricità e dettato da una voglia di amare ed essere amata che è stata prosciugata, “spremuta” da alcune traversie esistenziali (in primis la perdita del figlio), ma un cuore che non rinuncia a “spremere”, a sprigionare da se stesso, con delicata intensità, la carica d’amore possibile”. E nello stesso tempo non rinuncia a guardarsi allo specchio ed a meditare su se stesso, sulle persone, sul mondo, sul senso della vita e del divino nell’umano. Da qui appassionate aperture sui disastri ecologici, polemiche sulle chiusure e sugli egoismi dell’uomo, incantate descrizioni della natura, pungenti riflessioni sulle violenze dell’attualità e della storia, un ammirato abbandono al ricordo della figura di Mamma Lucia che raccolse i corpi dei caduti dopo la guerra, un caldo accoccolarsi nella luce degli affetti familiari.

Sono emozioni solo apparentemente contraddittorie, ma di fatto convergenti nella carica sentimentale e nell’anima fremente di Annamaria Santoriello, generatrice inesauribile di vibrazioni con alti e bassi, per cui il libro nel suo insieme può essere definito una vera e propria rapsodia dell’anima, che aiuta il lettore ad esplorare il canto del cuore… ed ha aiutato la poetessa a farsi esplorare e ad esplorarsi lei stessa.

VIETRI SUL MARE (SA). “Premio «Prendersi cura con il sorriso» al prof. Paolo Antonio Ascierto”

Premio speciale «Giovanni Battiloro» a giovani videomaker.


Torna per il terzo anno consecutivo, nel suggestivo anfiteatro della Villa comunale di Vietri sul Mare, a lui intitolato nel 2018, il “Memorial dott. Michele Siani”. L’appuntamento è per il 6 luglio prossimo alle ore 21.00.

Una edizione, quella di quest’anno, poliedrica e particolarmente carica di significato, sia sotto il profilo organizzativo che dal punto di vista delle tematiche poste al centro del Memorial.

A cominciare dalla scelta della data operata dall’organizzazione, ossia il 6 luglio, coincidente con il 60° compleanno del dott. Siani e dall’inserimento dell’evento all’interno del cartellone “Made in Vietri” curato dall’Assessorato al Turismo, Spettacolo e Cultura del Comune di Vietri sul Mare.

Ma non sarà solo questa la particolarità dell’edizione targata 2020. Anche i temi dell’evento, ossia la medicina, da un lato, e la passione per l’attività di videomaker, dall’altra, due costanti della vita del dott. Siani, seppure ormai consolidati nell’ambito della manifestazione, riservano quest’anno grandi novità, con l’istituzione di due diversi Premi, rigorosamente realizzati in ceramica artistica vietrese.

Il Memorial, infatti, già nelle precedenti edizioni ha acceso i riflettori sul mondo della medicina e sul mestiere del “fare il medico”, attraverso l’intervento e le testimonianze di rappresentanti delle istituzioni sanitarie locali. Ancora di più quest’anno, alla luce della emergenza epidemiologica del Coronavirus – Covid 19, si è deciso di porre attenzione su quella che appare una “missione”, ossia la cura dei pazienti. L’organizzazione, infatti, ha istituito il Premio “Prendersi cura con il sorriso” che è stato assegnato, per l’edizione “0”, ad un medico emblema dell’abnegazione e della dedizione alla professione medica che ha contraddistinto il lavoro degli operatori sanitari del nostro paese, che sono stati in prima linea nella prevenzione e cura del Coronavirus.

Si tratta del prof. Paolo Antonio AsciertoDirettore dell’Unità di Oncologia Medica Melanoma Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei tumori – Fondazione Pascale, che riceverà il Premio dalle mani del Presidente della Regione Campania, on. Vincenzo De Luca.

Tanto anche nella convinzione che l’autorevole intervento del prof. Ascierto potrà ulteriormente rafforzare il messaggio di speranza nella ripresa del nostro paese, ma anche di attenzione e rispetto delle regole atte alla prevenzione e al contenimento del Covid-19.

Torna poi anche quest’anno il Premio Speciale Giovanni Battiloro”, istituito dall’organizzazione e dedicato alla memoria di Giovanni Battiloro, giovane videomaker che, il 14 agosto del 2018, ha perso la vita, insieme ad altre 42 vittime, nel crollo del ponte Morandi di Genova. La scelta è legata ad un evento che ha così tragicamente segnato la storia del nostro paese e la vita personale di tanti che in quel crollo hanno perso i propri congiunti. Ma l’attenzione è caduta proprio su Giovanni, videomaker per professione e batterista per passione, che coltivava due interessi condivisi da Michele Siani.

Il Premio andrà quest’anno a giovani videomaker frequentanti il Corso per “Tecnico della ripresa e del montaggio immagini”, dedicato alla memoria di Giovanni Battiloro e diretto a formare chi, come lui, sogna di fare questo mestiere. Fortemente voluto dalla sua famiglia e sostenuto dall’assessore regionale alla Formazione e alle Pari Opportunità Chiara Marciani, che interverrà al Memorial, il corso è stato organizzato dalla Regione Campania (Netcon) e punta a formare professionalità e fornire strumenti a chi sogna di diventare videomaker.

Al Memorial, firmato dall’organizzazione dell’Associazione culturale “Dott. Michele Siani” e reso possibile dal patrocinio del Comune di Vietri sul Mare, e dalla stretta collaborazione con la Pro Loco di Vietri sul Mare, non mancherà la musica, altra grande passione di Michele Siani e una delle arti, che, insieme a quella della ceramica, contraddistingue il Comune costiero, che per questa edizione sarà rigorosamente anni ‘60.

Ad esibirsi sul palcoscenico dell’anfiteatro all’aperto di Vietri sul Mare, infatti, saranno artisti e gruppi musicali vietresi che si uniranno in memoria del dott. Michele Siani, oltre che la band “Il Battito” di cui fa parte il papà di Giovanni Battiloro, Roberto. Sul palco vietrese si esibiranno “I Napul’è”, “Vienteterr”, “I Musicastoria” e i “Made in Swing”.

A completare il Memorial la proiezione di due clip video, uno che racconta la vita e la storia di Michele Siani, l’altro che racconta la vita e la tragica scomparsa del giovane Giovanni BattiloroClip video anche per la premiazione del prof. Ascierto.

Cava de’ Tirreni (SA) – Lamezia (CZ). Lettere d’amore ai tempi del coronavirus. Incoronata la squadra del “De Filippis – Galdi”

E Alfonso Di Somma vince con un monito della Luna agli Umani: “Avete rubato questo mondo ai vostri figli


È decisamente una “squadra fortissimi” quella degli studenti del Liceo “De Filippis Galdi” di Cava de’ Tirreni. Quando partecipano ad un concorso eccoli lì, sempre in zona scudetto o Champions League.

Belle vittorie, belle affermazioni, ma l’importante non è che vincano, è che i loro campioni sono pur sempre la punta dell’iceberg di un lavoro costantemente di stimolo e di qualità prodotto da tutto l’Istituto. I fiori e i frutti, in fondo, sono pur sempre imprescindibili dall’humus del terreno di coltura…

L’ultima fioritura è venuta a Lamezia, dove il locale Lions Club aveva lanciato un Concorso nazionale riservato alle scuole sul tema Lettere d’amore ai tempi del coronavirus: l’accoppiata vincente di un argomento di stringentissima attualità e di un sentimento come l’amore che coinvolge a tutto tondo i giovani, sia per il calore dei sentimenti connessi, sia per il turbinio degli ormoni in piena azione aerobica.

I nostri campioncini del “Galdi” se ne sono tornati con il cestino pieno di premi:

Sul podio, Alfonso Maria Di Somma (con “Tramontata è la luna”), diciottenne in odore di maturità ( V B Classico), e Letizia Savarese (con “Cara Itaca”), germoglio del primo anno (I B Classico), appena spuntato e già pieno di petali. I loro lavori saranno ovviamente anche pubblicati sul volume curato da Grafichè Editore, così come la “Lettera al Covid 19” di Ilaria Mancino (quarta A di Scienze Umane) e la lettera di Franziska Dura, 4 B classico, che ha ottenuto una menzione speciale. Segnalazioni speciali anche per Kateryna Odnorih (1 C classico), Francesca Paolillo (2 B classico), Luisa Calenda (4 A linguistico), Anna e Claudia Adinolfi, Anna Boccitto, Angela Imparato, Gaia Marzano, Paola Rescigno (3 A Scienze Umane), Ilaria Bisogno (4 A musicale).

A confermare come questi riconoscimenti non vengono dal caso, alcune eclatanti concomitanze. Alfonso Maria Di Somma, medaglia d’argento, e Franziska Dura, menzione speciale, sono anche i vincitori assoluti dei due premi più importanti assegnati agli studenti di Cava nella prima parte di questo tormentatissimo anno scolastico.

Di Somma, con un racconto bellissimo sulla conversione “etica” di un ragazzo immerso nella mala, confermando il trionfo dell’anno precedente, ha vinto “alla Ronaldo” il Concorso “Le parole sono ponti”, dedicato alla memoria dell’indimenticabile prof. Elisabetta Sabatino. Franziska ha fatto il pieno di scudetti al Premio Badia (miglior concorrente, migliore prova creativa, miglior tweet), classificandosi seconda nella prova di Critica. In più, nel 2019, Alfonso si era classificato sul podio del Concorso Nazionale “La Piazzetta”, a confronto con adulti di tutta Italia, mentre Franziska ha ottenuto una menzione speciale al Concorso Nazionale “Disarmiamo l’ignoranza”, anche questo aperto a tutte le età, giungendo a pari merito con un ultraottantenne narratore del Nord Italia.

Credo però che la conferma più grande venga dalla lettura diretta degli scritti di questi ragazzi.

Senza far torto a nessuno, a titolo di esempio prendiamo in considerazione solo la Lettera di Alfonso Maria di Somma, Tramontata è la Luna. Il suo titolo si proietta nella notte dei tempi, nei versi della poetessa Saffo, che, pur vissuta duemilacinquecento anni fa, rimane pur sempre “una di noi”. Da quei versi egli prende lo spunto per una “strigliata d’Amore e di Rabbia” dell’Astro d’Argento nei confronti di noi terrestri.

Lo sguardo della Luna, intenso come quando è piena e sembra che ci voglia entrare in casa, è rivolto sulla storia umana e sulla dimensione stessa dell’essere umano, che tante volte ha acceso la luce dell’amore ma troppe volte l’ha spenta ed ha mostrato la sua difficoltà ad “essere umano veramente”.

Il respiro dei secoli, parole “da teatro della vita” quelle della Luna: “Coi miei raggi illuminavo la polverosa piana di Troia, quando gli uomini erano dei e gli dei uomini, portando speranza alle fatiche di Eracle e a quelle di Schindler; c’ero ad illuminare le pennellate notturne di Van Gogh e ad ascoltare il canto del pastore errante dell’Asia, c’ero a dare il tempo ai battiti del cuore di tutti gli ascoltatori dei notturni di Chopin e Beethoven, ero io a brillare sull’infelice amore di Tosca e prima degli indovinelli di Turandot, fui io la lanterna a scaldare i cuori di Amore e Psiche, l’unica silente testimone dei baci rubati di Romeo e Giulietta, sono io a splendere ugualmente sui virtuosi e sui peccatori, sui miracoli di San Francesco e sulle avventure di don Giovanni. Purtroppo sono sempre io a vegliare ogni volta che l’uomo si è macchiato e ricade nella colpa di Caino, perché ogni volta che succede è la più oscura di tutte le notti, ma per ogni Abele io verso una mia piccola lacrima d’argento ed ogni notte ne inondo il cielo. È questo il modo per dire che l’Universo ha a cuore i suoi figli, sempre. Ho brillato nel fango, sul freddo e sulla paura dei soldati nelle trincee e sul tepore delle comode case, sui grossi ventri assopiti di chi da lì, da candidi letti di lana, comandava sui fronti.“

E poi, dopo altri tocchi illuminanti come questi, i tocchi e i rintocchi del dubbio e della saggezza.
“Vi conosco da sempre, eppure non smetterete mai di stupirmi, forse è per questo che è difficile amarvi ma impossibile odiarvi: come è possibile che la stessa specie abbia scritto “L’infinito” e sganciato la bomba atomica? La stessa mano che ha scritto la Bibbia ha lasciato la penna e ha premuto il grilletto…”

E il discorso alla fine da storico diventa incisivamente etico e profondamente umano, intriso di evangelico trasporto.

Mi verrebbe da ridere a veder sbuffare qualcuno di voi, “stremato” dal troppo stare in casa, se non fossi impegnata a piangere per tutti gli altri che non hanno un tetto sotto il quale consumare un pasto caldo e per quelli che non hanno un pasto, né caldo né freddo.

Nessuna felicità è possibile per l’umanità finché “il nostro vicino rimarrà a digiuno”.

La nostra Felicità, ci ammonisce la Luna, è nascosta dietro il sorriso di chi grazie a voi non ha più freddo, perché Felicità è una pietra che brilla di più, riflessa negli occhi del tuo prossimo, è quel riflesso il bagliore divino e dolce è la vita, che cantava Pindaro (e io c’ero quando lo cantava), è quel riflesso che illumina d’immenso, che fa gridare al Dottor Faust, rivolto all’attimo: “Sei così bello, fermati! Gli evi non potranno cancellare l’orma dei miei giorni terreni. Comprendendo una gioia tanto grande, io godo ora l’attimo supremo”.

Non manca alla fine la speranza d’Amore, scatenata dalle contraddizioni dell’emergenzavirus.

Affido ai primi raggi del sole queste mie parole: esse mi incalzano: fa’ che quest’alba che sta per sorgere sia l’inizio di un nuovo giorno, un giorno di risveglio, di rinascita, di cambiamento… e se mai al tramonto ti sentirai solo o triste o perso, alza gli occhi e mi troverai, amata e fedele compagna al tuo destino.

Da sempre e per sempre tua”…

Ed è solo una parte di questo viaggio affascinante ed emozionante, di questa Luna della coscienza. L’arco di storia e di umanità che in poche pagine le parole di Alfonso Di Somma sono riuscite a coprire è una lezione di cultura anche per il mondo degli adulti ed ha tutto il sapore del Grande monito che viene dalla Vita Vissuta di fronte alle luci purtroppo lontane della Vita possibile ed alle ombre purtroppo vicine della Vita Temuta così come è stata preparata dall’Uomo di oggi.

Terribili le parole della Luna: “Non avete ereditato questo mondo dai vostri antenati, ma l’avete rubato ai vostri figli: fossi in voi, inizierei a preoccuparmi delle condizioni in cui lo restituirete…

Vengono i brividi a pensare che tutto questa dimensione che taglia il Cuore e la Mente sia stata prodotta da un giovane di soli diciotto anni. E vengono i brividi anche quando da tali esempi si capisce quale giardino di fiori la scuola stessa sa produrre e potrebbe produrre, e quali sterpaglie invece troppe volte lascia che coprano il suo fertile terreno. A pensarci, se fossi la Luna, mi spegnerei e me andrei, per protesta.

Ma, pensando ai fiori che comunque nascono, non resta che dire “Chapeau!”, abbracciare tutti questi fiori e sperare che “i fiori coprano sempre di più le sterpaglie del giardino”…

Non solo a scuola, ma nel mondo intero …

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Coronavirus e canzoni di giovinezza: la musica di una vita

Su You Tube, un canale con le canzoni di Marco Criscuolo, docente in Piemonte e cavese doc.


Marco Criscuolo, docente di lettere in Piemonte, quarantenne o giù di lì, cantautore e poeta, fresco protagonista con la sua chitarra e le sue canzoni di un canale tutto suo, una finestra aperta su You Tube nei giorni della quarantena.

È stato un piacere, una bella emozione, rivederlo, riascoltarlo, ritornare col pensiero fino a vent’anni fa e oltre, tra i banchi di scuola e non solo, sorridere a sentirlo ripescare nel passato per alleggerire il presente e occhieggiare al futuro.

Marco oggi è piemontese di adozione,ma è cavese doc e, prima che collega, mi è stato “compagno di scuola” come alunno, in una solare terza, quarta, quinta A del Liceo Scientifico “Genoino”. Di fine secolo scorso. Ed è da lì che partono, come flash, le note dei ricordi.

Marco con la chitarra, con la musica e la poesia ci è cresciuto, alimentando per di più la sua creatività in una classe talentuosa multitasking, dove, solo per citare il “suo” campo, si sono formati, tra gli altri: Valeria Monetti, poi attrice e cantante, esplosa a venti anni nel primo Amici di Maria De Filippi (allora chiamato Saranno famosi) e subito dopo protagonista al Teatro Brancaccio di Roma nel musical Sette spose per sette fratelli; Roberto Senatore, che proprio nei giorni della maturità arrivò in finale come avatar di Vasco Rossi nello show Momenti di gloria di Maike Bongiorno. E aggiungiamo anche Giovanna Rispoli, che a più riprese ha coltivato la sua passione per la poesia con riconoscimenti significativi ben oltre i confini della nostra città.

Marco già allora amava cantare e comporre, tanto è vero che alcune delle canzoni da lui presentate su You Tube sono state battezzate proprio in quegli anni ruggenti. Già allora con le sue performance si faceva apprezzare dai compagni e qualche volta è venuto in classe proprio con la sua chitarra.

Con quella chitarra si è presentato addirittura all’esame di maturità, introducendo il suo colloquio con Ehi uomo!, uno dei quattro assi (e più) del fresco poker-scala reale su You Tube.

Con quella chitarra qualche volta ci ha accompagnati nei gruppi di ascolto, dove era protagonista con le sue storie e le sue esperienze a battito di cuore… e di cuori, in linea sia con la sua dimensione di ragazzo i cui ormoni ballavano l’aerobica e che lasciava le ragazze “sotto la botta impressionate”, sia anche con la sua interiorità lirica e sognante, sensibile verso le problematiche e le contraddizioni della società e del mondo di allora.

Come dimenticare la sua “chitarrata” in una lezione-gruppo di ascolto svolta addirittura in riva al mare di Vietri in un solare primo pomeriggio di primavera? E come dimenticare che in quella stessa aula dove si era formato e aveva sognato e fatto sognare, in quella stessa aula dove aveva trasformato il fuoco distruttivo di Cecco Angiolieri in una poetica carezza bionda, proprio in quell’aula trascorse il suo primo giorno di tirocinio all’insegnamento, sviluppando un filo rosso tra le canzoni medievali e l’animo moderno e poi facendosi ammirare come aspirante prof cantautore alla Vecchioni?

Con quelle canzoni e con la sua band partecipò alle rassegne giovanili, tra cui, sempre con Ehi uomo!, a Mille chitarre contro la guerra. Era forte, ed è tornato forte il suo grido contro l’autolesionistica tendenza dell’uomo, per l’avidità di bigliettoni fatti vendendo fumo nero e discariche di grande quantità, ad uccidere se stesso e la natura macchiando così la miracolosa bellezza della vita che è a sua piena disposizione. Questa polemica, estesa alle ingiustizie sociali, poi è proseguita più virulenta in un’altra aggressiva canzone riproposta ora su You Tube, Merda e sangue, con un titolo che buca l’orecchio ed un testo rock rombante che esprime tutto il disagio dei giovani per il mondo corrotto di imbrogli e infamità, di mani sporche e vaccinate, di luride anime che producono merda e sangue nei nostri cuori, luce nera tra i colori.

Musica di protesta, perché egli era fermamente convinto della forza ideale insita nei giovani pronti a cambiare il mondo. Lo conferma in Quale libertà?, canzone non ancora edita sul web: Tra fucili e canzoni noi combattiamo con le nostre canzoni… Non puoi credere nella libertà, se pensi che nel mondo qualcosa cambierà e se qualcuno… resta là!

Come si vede, i brani da lui presentati oggi su You Tube vengono da lontano. E li ha riportati alla luce perché guardano lontano e lui stesso vuole guardare lontano, sia rimettendosi in pista personalmente sia per creare il ponte di conoscenza verso suo figlio che ora sta crescendo che vorrà, dovrà conoscere il padre come persona che ha una storia, e vorrà, potrà capire che cosa sta veramente succedendo in questi mesi di pandemia e di rivoluzione del mondo e dei cuori.

Lo spunto primario dell’affacciata di Marco su You Tube è stato infatto offerto proprio dal Coronavirus e dai tempi del Covid. Infatti al figlio dedica il suo video più attuale, composto nei primi tempi della quarantena, quando lo slogan era Tutto andrà bene, ma intanto la paura di non farcela, le colonne di camion pieni di bare e i numeri in salita ci svangavano il cuore e già tra i letti d’ospedale svolazzavano quegli angeli in corsia pur sempre troppo umani a sostenere il volo dei malati, sia verso la guarigione che verso la solitaria chiusura degli occhi per l’abbraccio della morte. Nonostante tutto, non si indebolisce il grido di speranza di Marco. Tutto andrà bene! Un grido lanciato non a caso all’aperto, in mezzo ad un verde giardino. un grido cantato con il suo caratteristico stile: ritmo intenso e incalzante, chitarra battente, voce squillante con semitoni alla Battisti.

La summa del Marco di ieri e di quello di oggi la si ritrova in una quarta canzone, cioè Solitudine, scritta da lui vent’anni, cantata, ottimamente, dall’amico Guglielmo Sansonna. Vi si sentono la sensibilità musicale e il ricamo lirico del giovane che, dopo un’adolescenza rombante, ricca di luci ed ombre emozionali ed esistenziali, gravida di socialità e di protezioni affettive, si trova ad affrontare il grande salto verso una vita nuova, fuori dal porto. E non può evitare dubbi, striscianti malinconie, speranze e timori, la necessità di fare i conti con se stesso. Del resto la stessa riproposizione oggi è la voglia di un primo bilancio dopo quelle vaghe nebbie giovanili…

Di me che sono nessuno adesso, resterà almeno il riflesso? … Questi mondi,il verde, le case e poi… chissà se un giorno le rivedrò mai… e lei starà con me?… mi perdeò nel vento? Dalla finestra del mondo non si vede fino in fondo… La vita continua a ridere… ma… un attimo e poi il silenzio c’è dentro te: Solitudine”. Belle parole di ieri, in un video ben montato oggi, tutto da assaporare, emozionato ed emozionante, arricchito da immagini di silhouette in contro luce, di famiglie felici e di un Marco meditabondo, di nostalgiche immagini della “sua” Cava, della “sua” famiglia”, della “ua” classe, del “suo mondo”.

Parole poetiche, di un animo che non vuole rinunciare alle vibrazioni del verso puro, che mostra dita aperte alla luna ancora lontana, che sente l’ispirazione anche grazie ai grandi della letteratura, i morti amici che da pagine bianche parlano, con le loro illustri parole che lo spingono lontano dalla giovinezza, a contemplare l’infinito tra terra e cielo.

Un animo che non ha rinunciato a sognare e far sognare ed ha riaperto un ponte tra il suo mondo di oggi e quello di ieri, con la speranza forse di aprirsi praterie verso il mondo di domani. Un mondo, quello “d.C.” (non “dopo Cristo”, ma “dopo Corona”) che purtroppo è ancora pieno di incognite, ma che ci auguriamo sia meno pieno di “merda e sangue” e che in esso si possa gridare “Ehi uomo!” per sorridere ed abbracciare il fratello e non per urlare al fratello che uccide il fratello. ..

Intanto il nostro Marco il suo tassello di poesia, musica della vita, di rinnovamento sociale e personale lo sta mettendo. E viene naturale un abbraccio. Non virtuale, ma reale. Un abbraccio forte, che dia slancio a lui… e anche a noi…

Grazie, Marco… e buon viaggio nella tua vecchia vita nova!

CAVA DE’ TIRRENI (SA). In attesa di tempi migliori, le poesie della “Giara” pubblicate sul sito del Comune e inserite in un Videolibro dalla Biblioteca Comunale

Se è vero, come è vero, che le biblioteche sono i granai dell’anima, come diceva Marguérite Yourcenar, la nostra Biblioteca Comunale di Cava de’ Tirreni, sempre viva nonostante i diffusi boccheggiamenti del Libro e della Cultura, si sta esercitando a creare un suggestivo e stimolante silo. Anzi, un sito. O meglio, un silo in un sito…

Oltre alla sua funzione quotidiana, purtroppo sospesa per l’emergenza corona virus ma pronta a “ri-scattare” ed a “riscattarsi” appena possibile, si è attrezzata per iniziative che tengano viva l’attenzione sulla produzione culturale in generale e su quella creativa legata al territorio. Tra queste, per mantenere vivo e pieno il “granaio”, la nostra Biblioteca, su idea di Annamaria Armenante e con supporto pieno dell’Amministrazione Comunale, due anni fa ha creato “La Giara – Raccolta e antologia di poeti metelliana”.

Una giara vera, di quelle che contenevano alimenti solidi e liquidi da conservare. Nella Giara metelliana, l’olio e il grano della mente, cioè le poesie.

Il contenitore è stato messo nella Sala del Consiglio di Palazzo di Città, predisposto per accogliere a bocca aperta i versi prodotti a Cava e dintorni. Ed è stato subito un bel successo. Circa centocinquanta le opere raccolte il primo anno da una gamma di autori di tutte le età e formazione sociale: settanta di queste sono poi state pubblicate in un gradevole opuscolo presentato a Palazzo di Città il 21 marzo 2019, per celebrare nel modo migliore la Giornata Mondiale della Poesia. E fu una manifestazione ricca di presenza, di emozioni, per un’iniziativa che, per dirla con il Sindaco Vincenzo Servalli, è un’ulteriore dimostrazione di come il Palazzo di Città possa e debba essere la Casa Comune, non solo per la burocrazia ma anche per cementare l’identità collettiva e stabilire un ponte tra le generazioni. Una Casa Comune che ha sempre bisogno di un’anima: e la nostra poetica e originale Giara è tutta energia sul vento di quest’anima.

Dovevano rinnovarsi la pubblicazione e la presentazione anche quest’anno, ma il virus ci ha messo lo zampone…

Ma… perché scoraggiarsi? La Biblioéquipe, composta operativamente da Mena Ugliano, Federica Clarizia e Gaetano Guida e con la collaborazione del sottoscritto scrivente, in attesa della primavera autunnale, quando si spera tornino a fiorire gli incontri pubblici, non solo non ha rinunciato alla pubblicazione, ma l’ha fatta doppia!

In un primo tempo, l’opuscolo in attesa di stampa è stato pubblicato sul sito comunale https://www.sfogliami.it/fl/194516/gns4rk6qucj1yy2q2d863v74s62vbpbz, invitando alla lettura con un sensuale “Sfogliami…”, poi sul sito Face Book della Biblioteca Comunale si è aperta la gestione di un Bibliovideo, con la possibilità, per i poeti inseriti nell’opuscolo ed anche per qualche gradito “ospite”, di inserire un filmato con la propria poesia inclusa nel libro e la lettura personale, oppure con il supporto di un occasionale “prestafaccia e prestavoce”. Gli inserimenti sono graduali, ma intanto la Videogiara comincia felicemente a riempirsi. Per ora, vi troviamo i versi di Lucia Antico, Lucia Criscuolo, Guglielmo Cirillo, Teresa D’Amico, Antonio Di Riso, Paolo Gravagnuolo, Mariano Mastuccino, Silvana Salsano, Stefania Siani, Pina Sozio,… ma tanti altri sono in arrivo e saranno inseriti nelle prossime settimane.

È una piccola, ma significativa parte dell’intera pubblicazione, forte anche questa di circa settanta poesie in lingua italiana e napoletana. È l’apertura di una finestra ribollente di colorate emozioni sull’anima metelliana.

È una proposta innovativa, che fa circolare cultura e comunicazione letteraria e umana, getta semi di condivisione e nello stesso tempo tiene caldo il fuoco sotto la cenere, per evitare che il distacco sociale si traduca in un distacco del sempre illuminante filo della luce poetica.

E l’insieme, per dirla con il Vicesindaco Armando Lamberti, è anche un ulteriore passo in avanti nella crescita collettiva e nel rafforzamento della nostra identità, un’iniezione di forza interiore, perché la poesia ci rende più comunicativi, più forti… e più sorridenti. Perciò con questa iniziativa ci auguriamo di non dimenticare il sorriso, anche di fronte alle tante avversità che stanno incombendo sul nostro mondo. E possa essere, questo sorriso della poesia, un piccolo, ma intenso raggio di sole per noi tutti”…

Per tali motivi, quando, nella già auspicata primavera autunnale, presenteremo anche il cartaceo, il nuovo opuscolo non sarà un “neonato” appena privato del cordone ombelicale, ma un bel “ragazzone” con un cordone ombelicale lungo cinque mesi ed ancora fremente di fermenti vitali.

E sarà il giorno del bilancio, ma anche del rilancio verso l’edizione 2021, che ci auguriamo di cuore che si possa svolgere regolarmente il 21 marzo e dintorni, quindi in una primavera non più autunnale, ma finalmente primaverile…

Oltre ad aver citato i promotori, ci sembra giusto anche dare almeno un nome agli “attori” dell’iniziativa, cioè ai poeti che hanno offerto il loro contributo. Eccoli, divisi nelle tre sezioni di ripartizione del libretto.

In lingua italiana: Maria Alfonsina Accarino, Giovanna Alfano, Giovanna Alfano Silvestri, Marisa Annunziata, Lucia Antico, Annamaria Apicella, Annamaria Armenante, Francesco Coppola, Lucia Criscuolo, Teresa D’Amico, Antonio Di Marino, Franziska Dura, Vincenzo Ferrara, Mariano Mastuccino, Antonietta Memoli, Matteo Monetta, Antonio Monte, Manuela Montefusco, Biagio Napolano, Anna Nunziante, Emanuele Occhipinti, Oriana Palumbo, Angela Pappalardo, Luisa Pianese, Rita Pepe, Anna Pisapia, Prisco Pepe, Rosanna Rotolo, Mariarosaria Salsano, Silvana Salsano, Annamaria Santoriello, Mario Senatore, Stefania Siani, L.V., Cesareo Vitale.

In lingua napoletana: Alfonso Apicella, Alessandro Bruno, Guglielmo Cirillo, Lucia De Santis, Pinuccio Pisapia, Ciro Longobardi, Maria Pia Lorenzo, Carla Pappalardo, Michele Porfido, Pasquale Senatore, Francesco Senatore, Franco Bruno Vitolo.

Sezione giovanissimi: Nicola Di Falco, A. Celano, Roberto Cosimato, G.Lamberti, F. Sorrentino, Ciro Sarno, Giuditta Lamberti, Benedetta Bisogno, Paqualina Fariello, Martina Apostolico, Ilaria Basile, Giulia Califano, Martina Mammato.