eventi & appuntamenti

 

SALERNO. Befana in anticipo per i bambini del Ruggi

Regalo dell’Associazione Nazionale Commercialisti Salerno: domani cerimonia di consegna presso il reparto di Neonatologia.


Domani mattina, alle ore 10.30, l’Associazione Nazionale Commercialisti Salerno consegnerà un prezioso e funzionale regalo al reparto di Neonatologia dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno.

Un’epifania anticipata, quindi, che consolida una lodevole iniziativa che si ripete per il quinto anno consecutivo diventando, così, un imperdibile appuntamento di inizio anno che persegue il vero spirito natalizio fatto di generosità, altruismo e sensibilità.

Un’iniziativa che, oltremodo, dimostra come i commercialisti salernitani siano vicini e sensibili alla salute dei cittadini, soprattutto dei più piccini, e alle problematiche del territorio manifestando la forte sinergia tra il mondo dei professionisti, delle associazioni e delle amministrazioni pubbliche.

Per quest’anno, in presenza del primario Maria Grazia Corbo, di tutto lo staff medico del dipartimento e dei membri dell’associazione benefattrice, verrà donata una culla per neonati, studiata specificatamente per il comfort e la sicurezza del bambino, al fine di offrire la soluzione più pratica e funzionale all’operatore sanitario.

«Per la neonatologia è un dono avente sia valore economico che funzionale. Rappresenta un elemento importante da prendere in considerazione quando nasce un bimbo. La culla, infatti, sarà il suo nido dalle prime ore di vita e costituirà un vero e proprio sistema di cura del neonato. Non bisogna dimenticare che i bambini sono il futuro della nostra storia, una risorsa che si deve coltivare nel presente ed il nostro compito è quello di provvedere a loro consentendogli di crescere nel migliore dei modi». Spiega il Presidente dell’ANC Salerno, Matteo Cuomo.

L’Associazione benefattrice, non è però nuova a opere solidali operanti sul territorio salernitano. Si ricorda infatti che, oltre alla consueta consegna di apparecchiature mediche, ogni anno vengono attribuite tre borse di studio a studenti meritevoli per l’iscrizione alla facoltà di Economia e Commercio dell’Università degli Studi di Salerno, e vengono devoluti contributi a favore delle mense dei poveri di Salerno e della LILT Salerno.

CAVA DE’ TIRRENI (SA). “Seguendo una stella …”, Abbazia della SS. Trinità

Domenica 29 dicembre, nello splendido scenario della Cattedrale dell’Abbazia Benedettina della SS. Trinità di Cava de’Tirreni, con inizio alle ore 20.00, è in programma il Concerto “Seguendo una Stella …”.

L’evento, giunto quest’anno alla terza edizione, è stato presentato stamane a Palazzo di Città nel corso di una conferenza stampa alla quale, oltre al direttore artistico del concerto, Chiara Gaeta, erano presenti il sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli e l’assessore alla cultura, Armando Lamberti.

Ospitato in uno scrigno di fede, tradizione e storicità, quale l’Abbazia della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni, “Seguendo una stella …” è un concerto per un pubblico vasto, che affascina grandi e piccini. Co– organizzato dal Comune di Cava de’ Tirreni ed inserito nell’ampio cartellone degli eventi natalizi della città metelliana, il concerto nasce dalla voglia di valorizzare la tradizione natalizia e i suoi molteplici messaggi, il tutto proposto in un piacevole connubio tra recitazione e musica, spaziando da brani liturgici a quelli della tradizione natalizia della nostra regione, a brani popolari e internazionali, offrendo svariati spunti di riflessione su tematiche quotidiane incrociate alla fede.

L’evento vede la direzione artistica di Chiara Gaeta ed una formazione musicale d’eccezione:

  • Adolfo Del Litto, tastiere;
  • Maurizio Ponzo, plettri;
  • Domenico Andria, basso;
  • Martino Brucale, fiati e zampogne;
  • Christian Brucale, voce e percussioni;
  • Assunta Caputo, arpa;
  • Carmine De Domenico, tenore;
  • Coro di Santa Scolastica.

Ospite d’eccezione della serata, il Maestro violinista concertista, Gennaro Desiderio.

La direzione artistica ringrazia il Padre Abate dom Michele Petruzzelli e la comunità monastica della Badia di Cava per l’accoglienza e l’ospitalità.

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Arcoscenico&risate in scena con la castità impura di “Matrimonio … in bianco!”

Un misto tra la farsa alla napoletana e la pochade alla francese, un divertissement allo stato puro, un piccolo ritorno alle origini rispetto ai salti drammatici di Hope e Jude dello scorso anno e alla recente sia pur leggera e arcoscenicamente vivace satira all’italiana di Un’eredità poco mancina sugli scontri e/o le forzate convivenze tra la destra e la sinistra politiche.

Ma proprio per questo non è stato meno impegnativo. Far ridere, lo sappiamo, non è certo più facile che scatenare emozioni dolorose, anzi. E ci è riuscita, a far ridere, la Compagnia Arcoscenico di Luigi Sinacori, con Matrimonio… in bianco!, scritta dallo stesso Sinacori, in scena il 7 e l’8 dicembre all’ex Seminario Vescovile, secondo spettacolo della Compagnia da sola nel cartellone congiunto con il Piccolo Teatro al Borgo di Mimmo Venditti, che ha già eduardianamente prodotto di suo la classicissima decembrina Natale in Casa Cupiello e, in matrimonio scenico per niente in bianco con gli stessi Arcoscenici, Le voci di dentro.

La vicenda racconta di un rapporto di coppia non consumato, prima a causa preservazione verginità e per altri motivi neppure dopo, in un matrimonio malvisto. Matrimonio in bianco quindi, per il vestito nuziale e in bianco per l’imene ancora intatta. E tutto sommato anche per una festa non consumata, per via dell’opposizione di una suocera petulante invadente e ben poco contenta del genero imbranato e pocofacente. Ma per il resto “si consuma”, e come!, tra amori adulterini, seduzioni a catena e acque chete imbordellate, sfociando il tutto in un albergo del libero scambio in stile Feydeau, gestito da uno scatenato Sinacori autoregista in scena, mezzo effeminato, mezzo allupato, mezzo furbacchione e molto doppiosensista, nel pieno della sua verve comico-trasformistica.

Quando si affrontano situazioni del genere, che riproducono, senza bisogno di attualizzarli, gli stereotipi del vecchio tetro delle maschere, gli attori devono saper entrare in sincronia con gli altri e mantenere costantemente i ritmi di battuta e all’occorrenza essere loro stessi delle maschere col volto umano. Per far questo conta molto il ruolo del Direttore d’orchestra, nel nostro caso il buon Luigi, che ha fatto cantare gli altri e per conto suo ha “cantato” e portato la croce, ma non certo da solo, anzi in buona compagnia, a cominciare dall’insopportabilità sferofragica della suocera Pina Ronca, come al solito bucascenico animale da teatro. Ma come non apprezzare il disinvolto, coinvolgente e anche un po’ “paraderetanico” imbambolamento di Gianluca Pisapia, sposo in bianco-nero, le ambiguità e le finte ingenuità della colorata (e ben intonata nel canto) sposa Mariella, Licia Castellano, il prezzemolismo discreto e pettegolo del portinaio Mariano Mastuccino, le buffe e forse ipocrite ostentazioni di castità di suora Francesca Cretella, il sepolcro imbiancato del sacerdote Federico Santucci, il divertente uccellofobico mutismo di Anna D’Ascoli, sorella del portinaio, miracolata da un’apparizione uccellifera, il nero vedovile e sexyfedifrago di Enrica Auriemma, moglie di un esagitato e impistolato capitano Luca Ferrante, dall’umore altrettanto nero e forse giustamente geloso e cornuto, il flash playboyco di Raimondo Adinolfi, montante fantino dal nome evocativo (Lanfranco Dettorini=Gianfrando Dettori dei tempi in cui tutta l’Italia si dava all’Ippica) gli intrighi provocanti di Anna Cortone D’Amore, cameriera tonterella in casa e spintarella fuori?

Con personaggi e situazioni del genere, teatralmente non è difficile perdere l’empatia con lo spettatore, la cui attenzione va tenuta sempre accesa dalla risata, dal sorriso e dalle preparazioni alle battute ed agli equivoci. E non è difficile neppure perderla perdendo la misura e i toni giusti. Da questo punto di vista, nonostante fisiologiche oscillazioni, l’Arco Scenico è rimasto ben saldo, e in evidente maturazione rispetto alla resa di scene analoghe ai suoi inizi. E i novanta minuti dei due atti sono scesi giù come una gazzosa fresca in un’estate calda, ottenendo un gratificante consenso da parte di un pubblico che giustamente sempre più numeroso, stavolta in sold out!, affolla la Sala dell’ex Seminario Vescovile, permanente e utilissimo surrogato del Teatro che non c’è.

Dopo questa parentesi, il 4 e 5 gennaio, il cartellone continua con un altro classico vendittiano, Mio marito aspetta un figlio, già messo in scena da altre compagnie in varie parti d’Italia. Intanto gli Arcoscenici si preparano ad un gennaio molto caldo, che li vedrà il 25 e 26 impegnati con Jude, la riedizione di un testo originale di Mariano Mastuccino collegato alla Shoah e alle Giornate della Memoria. Dal riso al pianto, insomma. Ma quando una compagnia ci riesce, allora non ci resta che sorridere …

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Fine anno col botto: centosessanta eventi!

Tra le star, Ron, Claudia Koll, I Tableaux vivants, Sherrita Duran, Grazia di Michele, Geolier.


Un programma nutritissimo di eventi, oltre centocinquanta, sta caratterizzando e caratterizzerà le festività natalizie e di fine anno a Cava de’ Tirreni, con attenzione per tutte le generazioni e le frazioni, e, come sottolineano con orgoglio il Sindaco Vincenzo Servalli e l’Assessore alla Cultura e Vicesidaco Armando Lamberti, un grande ventaglio di musica, canto, suoni, colori, arte, letteratura, giochi, riflessioni, favole, meditazioni, senza contare i classici momenti natalizi, tra presepi e tradizioni varie.

Sarà comunque un ventaglio di alta qualità, con alcune manifestazioni di livello nazionale e internazionale. Basterà già questo calendario delle “iniziative di maggiore” evidenza per rendersi conto della portata di questi fuochi d’artificio di fine anno.

Lunedì 23 Dicembre 2019

ore 17.30 – Aula Consiliare del Palazzo di Città

Incontro-conversazione con Maurizio Merolla

con testimonianze e videoproiezioni.

ore 19.30 – Recital di Maurizio MerollaFarfariello al Varietàomaggio a Eduardo Migliaccio

Farfariello è il nome d’arte di Eduardo Migliaccio, cavese di Santiquaranta, che emigrò negli Stati Uniti con la famiglia alla fine dell’Ottocento e qui, dopo un naturale periodo di difficoltà per l’integrazione in un mondo tanto diverso dal suo, riuscì ad emergere nel campo dello spettacolo e della creatività. Creò un personaggio di nome Farfariello, ispirato ad uno dei diavoletti danteschi dell’Inferno, e si esibì in pubblico rappresentando il mondo degli italo-americani immigrati e utilizzando una lingua mista, l’italglish, che faceva sorridere, comunicare, pensare. La sua popolarità divenne tale che ai suoi show andavano anche le più alte autorità, Presidenti compresi.

A lui agli inizi del nuovo Millennio il Comune di Cava ha dedicato una rassegna, delle mostre e la Piazzetta di Santiquaranta, in ricordo del suo luogo natio.

Giovedì 26 Dicembre 2019ore 21.00

Concattedrale S. Maria della Visitazione

(Duomo di Cava de’ Tirreni )

Concerto della Nuova Orchestra Scarlatti

Direttore: M° Maurizio D’Urso

La Nuova Orchestra Scarlatti nasce a seguito dello scioglimento dell’Orchestra Scarlatti RAI, debuttando il 21 marzo 1993 all’Auditorium RAI di Napoli. A partire dal 1994 la

N.O.S è presente sul territorio napoletano e campano con eventi e rassegne periodiche, come ad

esempio il “Festival Barocco e…”, giunto alla dodicesima edizione.

Parallelamente, ha tenuto numerosi concerti in importanti centri italiani ed esteri, da Roma a Belgrado, da Ginevra al Lussemburgo, da Berlino a San Pietroburgo, con un repertorio spaziante dalla musica barocca alla contemporanea e volto particolarmente a valorizzare in Italia e nel mondo il patrimonio della scuola musicale napoletana.

Nel corso della sua attività la N.O.S. ha intrecciato collaborazioni con grandissimi musicisti italiani ed internazionali ed ha realizzato escursioni oltre i confini del classico, accanto ad artisti come Lucio Dalla, Edoardo Bennato, Franco Battiato e Andrea Bocelli.

Tra l’altro, ha eseguito due grandi concerti per la Pace (evento clou delle Quattro giornate di Napoli per la Pace in Medio Oriente) a Gerusalemme e a Ramallah, nei Territori

Palestinesi, rispettivamente il 29 settembre e il 1 ottobre 2005.

L’Orchestra, oltre i raffinatissimi concerti, realizza da anni anche incontri musicali dedicati ai giovani, dalla formula originale, espressamente pensata per loro, e sperimentata con successo con

migliaia di ragazzi delle scuole di tutta la Campania.

Sabato 28 Dicembre 2019 – ore 17:00

Chiesa di San Francesco

Incontro conversazione con Claudia Koll sul tema:

“Natale: Festa dell’Amore” in occasione della presentazione del suo Libro “Non di solo pane vive l’uomo” – Tau Editrice

Claudia Koll, al secolo Claudia Maria Rosaria Colacione (Roma 1965), è una popolare attrice romana di famiglia italo-rumena. Appassionata di recitazione, si fa notare nel mondo dello spettacolo con alcuni film, il che le permette di essere scelta nel 1995 da Pippo Baudo per presentare il Festival di Sanremo con lui e con Anna Falchi. Sulla scia della popolarità acquisita, può mettere meglio a frutto anche le sue doti di attrice, sia in teatro che in televisione.

Raggiunge il picco nella serie Linda e il brigadiere, in coppia con Nino Manfredi (1997-2000). Proprio in questo periodo però, la sua vita ha una svolta radicale. Si avvicina al Cattolicesimo, si dedica ad attività di volontariato e apostolato, fonda l’Associazione “Le opere del Padre”, a sostegno delle persone in difficoltà, soprattutto in Africa, successivamente si dichiara suora missionaria. Dal 2005, dopo alcune interpretazioni televisive a carattere religioso, ha lasciato definitivamente la recitazione per vivere in pieno la sua dimensione di testimone attiva del

Vangelo.

Sabato 28 Dicembre 2019 ore 19.30

Palazzo di Città – Aula Consiliare Generale Sabato Martelli Castaldi

Papillon Vintage Swing Band in concerto

“Tutto il meglio dello Swing italiano dagli anni ‘30 agli anni ‘50”

Questa “giovane” vintage band nasce nel 2017 dalla passione di sei musicisti professionisti.

I sei formano così un’energica e ultraretrò swing band con base in Toscana, capace di offrire un repertorio con la più bella musica italiana degli anni ‘30, ‘40 e ‘50 in chiave swing, arrangiando e riadattando i brani in modo davvero unico.

Domenica 29 Dicembre 2019

Cinema Metropol

ore 11.45

Mister Scrooge

Mister Scrooge (Il signor Scrooge, cioè “Il signor Taccagno”), uno dei personaggi

più importanti creati dalla penna dello scrittore inglese dell’Ottocento Charles Dickens, è il protagonista del “Racconto di Natale”, che parla della crisi di coscienza di un avido e

arido mercante, sfruttatore e egoista, che di fronte al triste bilancio della sua anima e in vista della vecchiaia diventa un affettuoso e convinto benefattore. A questo personaggio si è ispirata la figura disneyana di Zio Paperone, che infatti in inglese si chiama Uncle Scrooge.

Domenica 29 Dicembre 2019

Abbazia Benedettina della SS.ma Trinità – Ore 19.30

Seguendo una Stella…

Concerto Natalizio del Coro Santa Scolastica diretto dalla violinista Chiara Gaeta

Special guest M° Gennaro Desiderio

Lunedì 30 Dicembre 2019

Basilica della Madonna dell’Olmo

ore 19.30

Concerto di musiche e melodie natalizie “Quanno nascette Ninno” con il Gruppo Damadakà

Il Gruppo Damadaká nasce agli inizi degli anni ‘90 cominciando una propria ricerca sulle origini delle tradizioni e della musica popolare del Sud Italia, muovendosi sul recupero di una memoria musicale.

Riconoscimenti: Primo premio in Spagna del Festival Internazionale di musica tradizionale “Malaga Eurofolk 2006”;Vincitori del prestigioso premio del pubblico dello “Young Audience Music Awards 2012”.

Dal 2017 i Damadaká collaborano con l’Associazione Indila sotto la Direzione Artistica di Annalisa Arbolino.

Mercoledì 1 Gennaio 2020 – ore 11,00

Aula Consiliare del Palazzo di Città

Concerto dell’Orchestra “Harmonia mobile”

L’Orchestra di Stato Harmonia Nobile (Ucraina), fondata nel 1975, è una delle più importanti e rinomate orchestre europee.

Oltre ad aver lavorato con prestigiosissimi maestri e solisti, ha effettuato diverse tournée in quindici paesi europei, eseguito oltre 2300 concerti, registrato otto album. È specializzata in opere classiche, musica moderna, concerti di accompagnamento adattati per orchestra d’archi. Può predisporre oltre cento programmi diversi.

Giovedì 2 Gennaio 2020 – ore 21.00

Cinema Metropol, Corso Umberto I, 228

Concerto del M° Matteo Schiavone

Matteo Schiavone è un tenore salernitano, che è riuscito ad avere un successo nazionale ed internazionale. È emerso nel 1991, quando lui ed il fratello Luciano, che avevano formato la coppia Lyric Brothers, vinsero un concorso promosso da Teddy Reno e Rita Pavone, i quali li lanciarono poi in campo nazionale. In particolare, diventarono in TV ospiti fissi agli spettacoli del Bagaglino. Dopo la prematura scomparsa di Luciano, Matteo ha continuato con successo la carriera da solista,

facendosi apprezzare sia nel repertorio lirico che in quello leggero. Si è affermato, poi, come concertista ed ha partecipato a svariate trasmissioni televisive, tra cui l’ultima è stata “Italia’s Got Talent”, con Maria De Filippi e Gerry Scotti.

Venerdì 3 Gennaio 2020 – ore19.30

Palazzo di Città – Aula Consiliare “Generale Sabato Martelli Castaldi”

Recital di Grazia Di Michele

Grazia DI Michele, nata a Roma nel 1955, è una versatile cantante e cantautrice, una quarantennale presenza di qualità nel panorama della musica Italiana. Sulla breccia dal 1978, si caratterizza per le tonalità della sua voce e per l’incisività dei contenuti, tendenzialmente legati all’attualità e incentrati sulla valorizzazione della libertà, della dignità, della giustizia. Sa essere comunicativa ed empatica, tanto è vero che ha anche scritto canzoni per bambini, una delle quali è stata premiata allo Zecchino d’oro. Ha al suo attivo quattro partecipazioni

al Festival di Sanremo ed una presenza fissa ad “Amici”, dove fungeva

da insegnante di musica e di canto.

Domenica 5 Gennaio 2020 – ore 19.00

Palazzo di Città

Ron incontra i giovani

Piazza Duomo – ore 22.00

Ron in concerto

La Grande Notte Bianca di Cava de’ Tirreni 2020, XV Edizione, vede protagonista Rosalino Cellamare, in arte Ron, uno dei cantanti e musicisti italiani dal successo più duraturo e longevo. Sessantasei anni, canta a buoni livelli dal 1967 ed è sulla breccia del successo dal biennio 1970-71, quando esordì a Sanremo cantando in coppia con Nada il brano Pa’, diglielo a Ma’ e dal 1971, quando cominciò il suo sodalizio, durato una vita, con Lucio Dalla, per il quale scrisse la famosa “Piazza Grande” ed alle cui canzoni ha dedicato nel 2018 il suo ultimo album. Vanta al suo attivo anche varie partecipazioni e una vittoria al Festival di Sanremo (con il brano “Vorrei incontrarti tra cent’anni”) e circa cinquanta tra album, raccolte e singoli. È in assoluto uno di quegli artisti meglio capaci di mettere d’accordo la critica più raffinata ed i gusti del grande pubblico.

Domenica 5 Gennaio 2020 – ore 24.00

Piazza Duomo

Geolier in concerto

Geolier è un rapper di Napoli che nell’ultimo anno ha ottenuto molta visibilità grazie al

brano “P Secondigliano”, che conta più di venti milioni di visite su Youtube. Successo

che ha successivamente riconfermato con il singolo “Como te” insieme con Emis

Killa. Anche questa video ha ottenuto tanti click superando i dieci milioni di visite.

Recentemente è uscito anche il video di “Narcos” che è riuscito a posizionarsi

primo in tendenze per due giorni consecutivi. Ennesima dimostrazione di

quanto sia stato abile nel crearsi un immaginario efficace e interessante per

il pubblico, portando un rap diverso che nessuno aveva ancora portato. Nei

prossimi anni potrebbe diventare una delle nuove colonne del Rap a Napoli.

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Domenica 5 Gennaio 2020 ore 18.00 – 21.30

Corso Umberto I

Conturband in concerto, Epiphany Parade, Ziopotter Ziopotter

La Conturband è una street band, chiamata anche marching band, costituita da quindici elementi tra fiati e percussioni.

È un gruppo di artisti, caratterizzato da un alto livello tecnico, con un particolare stile di marcia. La strumentazione prevede tipicamente solo ottoni, legni e percussioni, ossia strumenti in grado di fornire un certo rendimento all’aperto ed in grado di permettere eventuali movimenti del corpo.

L’Epiphany Parade è una spettacolare parata, per le strade cittadine, di cinque Befane/Pupazzoni di gommapiuma, alte circa tre metri, accompagnate da una banda musicale di otto elementi proveniente direttamente dal Paese delle Befane, da due befane con i loro sacchi pieni di caramelle. Secondo lo scrittore Gianni Rodari, la Befana si divide in tre parti: le scarpe rotte, la scopa e il sacco.

Ziopotter Ziopotter è un mago rigorosamente abbigliato secondo i canoni di Hogwarts, la famosa scuola di Harry Potter. si esibisce su palcoscenico o in micromagia per grandi e piccoli, che intrattiene con il suo spettacolo ricco di oggetti, colori, apparizioni, sparizioni, trasformazioni, manipolazione palloncini, gag, numeri di cabaret magico, vestizioni e partecipazioni sia singole che collettive.

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Sabato 11 Gennaio 2020 ore 20.15

Duomo di Cava de’Tirreni

The Blue Gospel Singers in concerto

The Blue Gospel Singers è un folto coro gospel italiano specializzato nell’esecuzione dei canti gospel, quelli che venivano cantati dagli schiavi africani deportati nelle piantagioni, che alleggerivano la fatica del lavoro, stimolavano la creatività (spesso erano improvvisati, a domanda e risposta) e servivano a conservare l’identità di un popolo sotto attacco per la prigionia e le dispersioni.

Il gruppo vuole contraddistinguersi e mettersi fuori dal coro: la sua originalità consiste nel saper unire le musiche tradizionali religiose con le nuove tendenze del gospel contemporaneo, nato con meno catene ma col forte spirito identitario di sempre. Dopo varie ospitate televisive (“Ti lascio una canzone”, “Italian’s got talent”), è in gara nel Concorso nazionale televisivo “Una canzone di noi”.

Domenica 12 Gennaio 2020 ore 20.15

Chiesa di San Francesco

Concerto di Sherrita Duran

Sherrita Duran è una cantante di origine californiana affermatasi negli Stati Uniti verso la fine del secolo scorso e operativa in Italia da circa vent’anni. Si caratterizza per una voce stupenda, dal timbro morbido e vellutato, dall’estensione amplissima e da una piena padronanza della tecnica, che le permette una versatilità assoluta, dalla lirica al pop, dal gospel al jazz, dal soul alla musica dance e all’hip hop, dal rhythm and blues al musical. Non a caso è stata definita “un soprano acrobatico”. Ha collaborato anche con i maggiori artisti italiani, tra cui Adriano Celentano e Gianni Morandi. Quest’anno si è esibita al Festival di Sanremo per tutte e quattro le serate, come corista solista del cantante Irama.

CAVA DE’ TIRRENI (SA). I mostri del vuoto accanto, di Anna Di Vito: un viaggio nei nostri inferni

Sarà presentato in Comune venerdì 3 gennaio.


Nell’ambito delle iniziative in programma a Cava de’ Tirreni per le festività natalizie e di fine anno, spicca un interessante incontro con il viaggio nell’inferno reale proposto dal libro I mostri del vuoto accanto – Storie di ordinarie follie” di Ripley Free, pseudonimo di Anna Di Vito, giovane scrittrice “nostrana” emergente, che già qualche tempo fa si era fatta notare per gli spiazzanti racconti delle sue “Cronache psichedeliche.”

Alla presentazione del volume, il 3 gennaio p.v., nella Sala di rappresentanza del Palazzo di Città, interverranno il Sindaco Vincenzo Servalli, il Vicesindaco e Assessore alla Cultura Armando Lamberti, il prefatore del libro e già Sindaco di Cava de’ Tirreni Luigi Gravagnuolo, Anna Cristina Pentone, Dirigente Scolastica, Tonino Scala, scrittore, l’autrice Anna Di Vito, lo scrivente Franco Bruno Vitolo, insegnante in pensione e giornalista per passione, che farà anche da conduttore.

L’opera, vivificata da una scrittura chiara e diretta e coinvolgente, con un titolo che “buca la pagina”, significativamente introdotta in copertina da una “tsunamica” immagine del visionario Jeronimus Bosch, è composta da tre racconti, il cui titolo è già tutto un programma: I mostri del vuoto accanto, La spartizione dell’ingiustizia, I feti di Ratonta. Ognuno di questi racconti, introdotto da illuminanti versetti dell’autrice stessa, è concluso da note di postprefatori di qualità (Annalisa Montalbano, Tonino Scala, Paolo Gradi). Alla fine, troviamo delle piccole ed emozionate Novelle di Appendice, in cui alcuni personaggi dei tre racconti, segnatamente vittime delle vicende narrate, si presentano in prima persona, in un’originale evocazione della celeberrima “Antologia di Spoon River”, di Edgar Lee masters.

Non è l’unico richiamo a stelle polari della cultura e dello spettacolo. Il nome d’arte stesso, Ripley, richiama, per dichiarazione dell’autrice, la coraggiosa e protagonista della serie Alien; e, aggiungiamo noi, Il talento di Mr. Ripley, famoso film di Anthony Minghella, in cui il Ripley in questione è attore di uno stravolgente sdoppiamento, come succede ad alcuni personaggi dei racconti, segnatamente alla protagonista del primo, eponimo del libro, cioè Elisabetta Nuoro, trasformata in un’ “altra se stessa”.

Hanno i denti aguzzi, i tre racconti, per quanto mordono l’attualità più drammatica e scarnificano a sangue alcune zone buie dell’animo umano portate alla luce soprattutto dall’inferno sociale e personale.

La violenza familiare sulla donna, la svangante avventura dei barconi, i muri sociali e politici di fronte all’inserimento dei migranti (con evidenti riferimenti alla “persecuzione” subita dal Sindaco di Riace), l’inquinamento devastante in una immaginaria Ratonta di un futuro da fine del mondo, con chiara evocazione della Taranto di oggi), queste le principali tematiche legate al nostro mondo di oggi. Al nostro mondo di sempre è legato lo scavo sulla violenza, in parte minore connaturata al genere umano e alla sua storia, in massima parte generata dalle violenze e dalle ingiustizie subite, una violenza che può scatenarsi contro terzi, come in Elisabetta nel primo racconto, o contro se stessi, come l’autodistruttiva tossicodipendente Alexia, corpo senz’anima vittima di una società malata e indifferente, oltre che di genitori sbagliati.

Già per questo, oltre che per la sua scrittura chiara e diretta, il libro può catturare e stimolare l’attenzione del lettore. L’elemento più accattivante rimane la visione globale sul mondo di oggi e le stravolgenti e a volte divergenti emozioni che esso può suscitare.

È un libro pieno di mostri, innati e indotti, pieno di speranze svuotate, ma non vuoto di speranze. C’è il mostro maschilista, anaffettivo, “con la scimmia sulla schiena”, che uccide l’amore possibile e genera nella sua donna un nuovo mostro per evitare che l’orco divori il suo cuore. C’è il mostro della politica razzista ed emarginante che colpisce anche il bisogno elementare dello straniero, nonostante egli sussurri “Non voglio toglierti nulla di tuo, non togliermi nulla di mio”. C’è il mostro dei bambini schiacciati, poveri cristi di seconda mano sbattuti nel labirinto degli inesistenti, in un mondo di vittime più o meno innocenti e bagnato dalle lacrime della storia. C’è il mostro della Taranto 2050 presidiata dall’Esercito e dalla Marina in attesa di essere evacuata per eccesso di inquinamento.

Ma ci sono anche bambini che sopravvivono o aiutano a sopravvivere, ci sono servizi sociali accoglienti, giornalisti intellettualmente onesti (una di queste si chiama Anna De Vitiis, guarda un po’…), ci sono geniali ideatori di rigenerazioni genetiche, embrioni purificabili di un futuro dopo il diluvio…

Nella visione pessimistica dell’autrice e utilizzando la bellissima metafora di Luigi Gravagnuolo nella sua prefazione, il male è connaturato all’uomo e alla società come i fili in un arazzo.

Ma c’è un varco “dantesco”… Nel cammino tripartito del libro, se il primo racconto, a nostro parere il più bello e originale, fa precipitare il lettore in un inferno disperato, il secondo apre delle prospettive purgatoriali proprio attraverso l’individuazione di frammenti di società meno contaminati, il terzo biforca in due il Paradiso: quello dove si va dopo la morte e quello che si può conquistare da vivi dopo un adeguato cammino di purificazione dal male. Sarà anche genetica, ma capace di liberare la luce che comunque è nell’uomo.

Non è un ordine casuale. Perciò, se ci togliamo la scimmia dalla schiena, se seguiamo dal profondo il filo rosso della sua ricerca d’amore e di un “paese innocente”, nonostante il suo “sapore tossico”, questo libro in fondo spinge a reagire, ad andare avanti.

Del resto, l’autrice stessa ci tiene a chiamarsi “Free”, cioè libera. Lei stessa ci dice che va avanti chi mentre crea il futuro già lo vive…

E allora si può… Allora, conoscendo i bubboni da combattere, dove sta scritto che il futuro debba essere per forza la fine del mondo?