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CAVA DE’ TIRRENI (SA). Premio “Badia”: oro zecchino per Salvatore Basile, Franziska Dura e il Liceo Galdi

Ma alla fine hanno vinto soprattutto la lettura, la scrittura … e il libro.


Il difficile ed emozionate cammino verso se stesso e i colori della vita da parte di un giovane capostazione collezionista di oggetti smarriti sui treni, abbandonato dalla madre in tenerissima età e diventato lui stesso un oggetto smarrito. Una favola vera che “prende dall’inizio alla fine”, raccontata con affascinante dimensione di realismo magico. È questo Lo strano viaggio di un oggetto smarrito, il romanzo premiato dagli studenti al termine della dodicesima edizione del Premio Letterario “Badia di Cava de’ Tirreni”organizzato dal Comune e finalizzato appunto alla promozione della lettura e della scrittura tra le nuove generazioni. E la giornata conclusiva del 21 novembre è stata come sempre una festa densa di sorprese, colorata e frizzante.

Nella mattinata, presso la Biblioteca Comunale, alla presenza affettuosa dei docenti del Comitato Scientifico e del suo Presidente Antonio Avallone, dopo le armoniose note offerte dal Gruppo del Liceo Musicale “Marco Galdi” e l’intervento colloquiale del Vicesindaco Armando Lamberti, l’autore del romanzo, lo scrittore, sceneggiatore e regista Salvatore Basile (al suo attivo, tra gli altri, Don Matteo, I bastardi di Pizzofalcone e l’imminente saga delle avventure del Commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni) ha incontrato i giovani studenti dei nostri istituti superiori e i lettori “estivi” che hanno avuto già il piacere di avere tra le mani i libri degli scrittori candidati al Premio.

Fra gli studenti c’erano i giovani che hanno fatto da giurati dei tre romanzi finalisti, incentrati sul tema del “viaggio” (oltre a quello di Basile, piazzatosi al secondo posto, Le tre del mattino” di Gianrico Carofiglio, il più votato dai ragazzi, e L’orizzonte,ogni giorno, un po’ più in là”, di Claudio Pelizzeni) e nello stesso tempo hanno partecipato anche in qualità di concorrenti alla competizione, contendendosi un podio ricco di premi e coppe attraverso i loro componimenti in prosa o in versi ispirati proprio alle pagine dei libri in gara.

I magnifici diciotto studenti finalisti di questa edizione, tre per ogni istituto dopo adeguata selezione interna, erano: Davide Fiorentini, Alfonso Iannone, Raffaele Paolillo (Liceo Scientifico “A. Genoino”); Franziska Dura, Miriam Apicella, Valeria Boccara (Liceo Classico “M. Galdi”); Anna Martina Armenante, Martina Salsano, Maria Di Domenico; Liceo Linguistico, Economico, delle Scienze Umane, Economico Sociale “De Filippius”; Vincenzo Senatore, Morena Casaburi, Federica Mosca (IIS “Filangieri”); Lorenzo Cantarella, Giovanni Casalino, Mariapia Ferrara, Monica Marotta, Giuseppe Sorrentino, Vincenzo Veldorale (ITC e ITG “Vanvitelli-Della Corte”).

L’incontro, condotto dalle ex studentesse Ana e Mena in collaborazione con lo scrivente e con Filomena Ugliano, è stato coinvolgente, vivace e ricco di sorprese, di quelli che non è facile dimenticare. Merito dell’empatica capacità di coinvolgimento di Salvatore Basile, del resto già autoabituatosi ad entrare in sintonia col lettore grazie alla colorita presenza di un “pupazzo sulle spalle che giudica le potenzialità di interesse delle sue pagine”. Merito anche dei due temi che hanno fatto da corona vincente alle riflessioni sul romanzo. Inizialmente, un’accesa discussione sul conflitto tra scrittura manuale e scrittura digitale e di conseguenza sul rapporto, a volte fecondo a volte altrettanto conflittuale, tra tecnologia e relazioni quotidiane, Alla fine, un “gioco molto serio” stimolato dallo scrittore, che, partendo dalla tecnica di scrittura di una sceneggiatura, ha indotto tutti i presenti ad una “tormentata” forma di autocoscienza sui sogni personali e sulle cose irrinunciabili a cui eventualmente rinunciare per perseguirli.

In prima serata, allietato dalle esibizioni musicali degli studenti del Liceo Scientifico “Genoino”, con la conduzione dello scrivente Franco Bruno Vitolo e il saluto dal volto umano del Vicesindaco Armando Lamberti, presso l’ Aula Consiliare a Palazzo di Città si è tenuta la cerimonia della premiazione, sia per la categoria studenti che per la categoria scrittori. Sono intervenuti Annamaria Armenante, ideatrice del Premio, Antonio Avallone, Presidente dalla Commissione Scientifica di selezione e valutazione (coordinata dalla rappresentante della Biblioteca Comunale Filomena Ugliano e composta dai docenti Maria Pia Vozzi, Annamaria Senatore, Mariella Lo Giudice, Rosa Rocco, Lucia D’Urso, oltre che dal sottoscritto scrivente), Francesco Romanelli e Rosanna Di Giaimo, in rappresentanza dell’Associazione Giornalisti di Cava de’ Tirreni e Costa d’Amalfi “L. Barone”, la Dirigente Scolastica Maria Alfano.

Dopo la consegna del Premio a Salvatore Basile, che ha conquistato tutti con la semplicità comunicativa della sua complessità intellettiva e personale, emozioni a raffica per l’assegnazione dei premi agli studenti, legata alla prova di scrittura estemporanea sulle pagine degli scrittori finalisti. La parte del leone l’ha interpretata Franziska Dura, del Liceo Classico “Marco Galdi”, che ha vinto ben tre Sezioni (Classifica Assoluta, Creatività, Miglior Tweet) e si è piazzata seconda nella Prova di Analisi. Pluripremi anche per Miriam Apicella del Liceo “Marco Galdi”: prima in Analisi, seconda nella classifica Assoluta, in Creatività e tra iTweet), Maria Di Domenico, del Liceo Linguistico, delle Scienze Umane, Economico e Sociale “De Filippis” (terza classificata ex aequoin Analisi, seconda ex aequo in Creatività e migliore concorrente del suo Iatituto), Davide Fiorentini del “Genoino” (terzo sia in Creatività che tra itweet). Premiati anche:Valeria Boccara del Liceo Classico “Galdi”, terza nella Classifica Assoluta, Anna Martina Armenantedel Liceo “De Filippis”, seconda ex aequo in Creatività, e, come migliori concorrenti dei singoli istituti, Alfonso Iannone (Liceo Scientifico), Vincenzo Senatore (Ist. Professionale), Maria Pia Ferrara (Ist. Tecnico Commerciale), Giovanni Casalino (Ist. Tecnico per Geometri), Maria Di Domenico (Liceo Linguistico, delle Scienze Umane, Economico e Sociale).

Alla fine, un sorridente appuntamento alla prossima edizione 2020-21, dopo un gradevole sospiro di soddisfazione per aver constatato che il Premio e la voglia di leggere e scrivere sono ancora vivi e vegeti, nonostante le mille tempeste e i venti contrari dell’economia decadente e della cultura scadente. Per questo, idealmente non ci sono stati vinti né vincitori: sul podio, solo il libro, la lettura e il piacere della pagina scritta.

CALVANICO (SA). #MaiPiùSogniSpezzati La ricerca per realizzare un sogno

Tre giorni di eventi per sensibilizzare al volontariato: 
Venerdì 6 dicembre: Convegno “Raccontarsi per conoscersi”
Sabato 7 dicembre: spettacolo di beneficenza
Domenica 8 dicembre: Stelle di Natale AIL 2019
Ogni Malato di Leucemia ha la sua Buona Stella – Oratorio Anspi


La ricerca scientifica per donare una speranza. Per continuare a sognare e non arrendersi. Anche Calvanico si colora di rosso per la campagna di sensibilizzazione a favore dell’AIL – Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma Onlus.

#MaiPiùSogniSpezzati è il cartellone degli eventi promosso dai volontari di Calvanico in sinergia con la sezione Ail di Salerno “Marco Tulimieri Onlus”, in occasione della campagna nazionale “Stelle di Natale 2019 – Ogni Malato di Leucemia ha la sua Buona Stella”: tre giorni di eventi, dal 6 all’8 dicembre, per sensibilizzare alla solidarietà e al volontariato Ail, ma soprattutto per informare sulle malattie del sangue, tra momenti di workshop con medici ed esperti e spettacoli di beneficenza.

“Perché ci sono storie che meritano di essere raccontate e conosciute”, spiega Amalia Marciano, promotrice dell’evento che gode del patrocinio del Comune di Calvanico, della Parrocchia SS. Salvatore, dell’Anspi e della NewAge animazione ed eventi.

Testimonianze e storie di successo, di chi ha combattuto e vinto sulla malattia grazie ai progressi della ricerca scientifica, saranno il nucleo cardine del convegno “Raccontarsi per Conoscersi” in programma venerdì 6 dicembre 2019 alle ore 19, presso la sala dell’Oratorio Anspi di Calvanico, con i saluti istituzionali del parroco Don Vincenzo Pierri, del sindaco di Calvanico Francesco Gismondi e del presidente Ail Salerno Giacchino Tulimieri.

Nel corso del dibattito interverranno i medici dell’AOU “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, dell’UOC Ematologia e Centro Trapianti Cellule Staminali Emopoietiche di Salerno, e del P.O. “A. Tortora” di Pagani UOC di Ematologia con autotrapianti di cellule staminali, per raccontare le pratiche virtuose nell’assistenza al malato sviluppate sul nostro territorio, in linea con il claim #iomicuroalsud. Parteciperà al confronto, aperto al pubblico, anche la dottoressa Annamaria Cipolletta, medico di famiglia di Calvanico, ed Elvira Tulimieri, Psicologa-Psiconcologa, referente dei servizio socio- assistenziali Ail.

“Offrire una speranza, è questo il nostro obiettivo – spiega Amalia Marciano, volontaria e ideatrice di #MaiPiùSogniSpezzati – Ho deciso di entrare a far parte della grande famiglia AIL dopo 3 anni dalla scomparsa di mio padre. Per aiutare la ricerca contro i tumori e sostenere quanti combattono la loro battaglia per la vita, nel 2018 ho riportato l’AIL a Calvanico, territorio da sempre sensibile alle attività sociali. Attraverso le campagne delle Uova di Pasqua e delle Stelle di Natale ho iniziato a fornire il mio piccolo contributo a tutte le iniziative AIL. Il mio essere volontaria però non intende limitarsi solo a questi due attività annuali, ma si propone qualcosa in più: desidero che tutti siano informati su queste malattie, sui sintomi, sulle cure. Quando si è ammalato mio padre noi familiari non eravamo a conoscenza di nulla, non sapevamo nemmeno pronunciare il nome della malattia. Abbiamo poi imparato a conoscerla, a combatterla e anche ad arrenderci di fronte alla sua forza quando non c’è stato più niente da fare. Oggi promuovere la ricerca è diventata una missione, per me e per tutti i volontari. Spero che la morte di mio padre non sia vana, voglio farmi portatrice di forza per coloro che stanno combattendo la loro personale battaglia e far capire che esiste una speranza”.

Sabato 7 dicembre sarà un pomeriggio di di magia e meraviglia con lo spettacolo di beneficenza per bambini ed adulti “Ecciù e Puzzetta Show”, presso gli spazi dell’Oratorio Anspi: primo spettacolo dalle ore 17.30 alle 18.30, seconda performance dalle 19 alle ore 20. Il ricavato sarà sempre devoluto all’Ail, che da 50 anni, dal 1969 si impegna per aiutare i pazienti ematologici, finanziando la ricerca, sostenendo i reparti di Ematologia, permettendo cure a domicilio o di essere ospitati gratuitamente nelle Case Alloggio durante il percorso di terapia.

Domenica 8 dicembre, dalle ore 10.30 presso la Chiesa SS. Salvatore di Calvanico, sarà possibile acquistare le Stelle di Natale Ail 2019, che tornano in 4.800 piazze italiane per raccogliere fondi per la ricerca. Una rete di solidarietà con oltre 20mila volontari.

fondi raccolti con le Stelle di Natale sono utilizzati per:

–  sostenere la Ricerca Scientifica, anche attraverso l’erogazione di borde di studio;

–  finanziare il servizio di Assistenza Domiciliare per adulti e bambini che consente ai pazienti di essere seguiti a domicilio, riducendo i tempi di ospedalizzazione;

–  sostenere le Case alloggio AIL, strutture che accolgono gratuitamente i malati e i loro familiari quando sono costretti a spostarsi dal luogo di residenza per le cure;

–  supportare il funzionamento dei Centri di Ematologia e di Trapianto di Cellule staminali e sostenere i laboratori per la diagnosi e la ricerca;

–  finanziare servizi Socio-Assistenziali le famiglie in difficoltà;

–  promuovere la formazione e l’aggiornamento professionale di medici, biologi, infermieri e tecnici di laboratorio.

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Presentato “Un Natale da favola”

Un Natale da Favola nel chiostro del ‘500: a Cava de’ Tirreni l’esperimento sociale delle «meta-favole»

(Dal 7 dicembre al 6 gennaio con il patrocinio del Comune, Cava diventa la città delle favole)

Presentato stamattina nell’Aula dei Gemellaggi del Comune di Cava De’ Tirreni il percorso sperimentale natalizio «Un Natale da Favola», promosso da “Ma dove vivono i cartoni?” con il patrocinio del Comune.

Per la prima volta a Cava de’ Tirreni arriva l’innovativo evento «Un Natale da Favola», con la rappresentazione metastorica delle favole cult, che si terrà dal 7 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020 nel suggestivo Complesso Monumentale di Santa Maria del Rifugio, in piazza San Francesco a Cava de’ Tirreni (Salerno).

Un esperimento sociale denominato «Ma dove vivono i cartoni?», promosso dalla grande famiglia di «Animazione in Corso Srl» di Aurora Manuele, direttore artistico Francesco Chiaiese con il patrocinio del Comune di Cava de’ Tirreni. Ad accogliere positivamente la kermesse il primo cittadino di Cava, il dottor Vincenzo Servalli e l’assessorato alla Cultura nella persona dell’assessore, il prof. Armando Lamberti, che con profonda sensibilità e spirito di ampie vedute hanno appoggiato il progetto prevedendone il valore.

Per l’intero periodo natalizio nel complesso con il chiostro del ‘500 più volte distrutto dai terremoti e poi restaurato rispettando gli antichi impianti, che ospita attualmente la Galleria Comunale d’Arte, la Sala Conferenze, l’Ostello per la Gioventù, ci saranno una serie di attività teatrali, ludiche, pedagogiche e culturali dedicate ai bambini ma anche alle famiglie.

La meta-favola è un approccio innovativo alla classica rappresentazione della favola che tende a superare l’assetto spazio-temporale del racconto per calarsi nella realtà circostante, nel contesto e costituire un’esperienza immersiva per i partecipanti. Il racconto, sebbene abbia origini antiche, rivive qui ed ora grazie all’interazione tra attori e spettatori che partendo da uno spunto costruiscono una trama, ogni volta.

Quando, poi, l’estro artistico e innovativo si unisce al valore storico di un territorio, il risultato è vincente perché la performance non è solo fine a sé stessa, bensì congeniale ad unire gli spettatori, offrire loro momenti creativi ed educativi, renderli protagonisti e catapultarli nel mondo dei siti storici e culturali del nostro prezioso patrimonio artistico. Se poi è Natale, l’inconfondibile atmosfera della ricorrenza più attesa dell’anno rende tutto più magico.

L’esperimento di «Ma dove vivono i cartoni?» è di portare in scena, nel meraviglioso scenario del complesso storico, le favole più famose di ogni tempo a firma di grandi autori (da Hans Christian Andersen a James Matthew Barrie, da Jacob e Wilhelm Grimm a Charles Parrault, da Jean La Fontaine a Carlo Collodi) attraverso il concetto di «immersività», per rendere i partecipanti da spettatori a protagonisti. Con la meta-favola, infatti, nessuno ha un ruolo passivo: attori, ballerini, maschere, adulti, bambini e, persino, i luoghi e gli oggetti sono tutti protagonisti di una favola che nasce ogni volta e, nello stesso tempo, è assoluta.

«Legato inesorabilmente all’atmosfera natalizia in cui è immerso – dice Aurora Manuele – «UN NATALE DA FAVOLA» è un evento che non ha precedenti: è la prima teatrale in cui non c’è distanza tra attori e pubblico, che interagiscono e si accompagnano creando un intreccio magico. Non c’è una sola scena, ma ben 10, e non c’è una sola platea. Cosa andrà in scena? Le favole classiche, quelle della vostra infanzia, quelle che conosciamo tutti e che crediamo sia importante tramandare ai nostri piccoli: Biancaneve, Mary Poppins, Pinocchio, Cappuccetto Rosso, lo Schiaccianoci, Cenerentola, Peter Pan e tante, tante altre. Ma il racconto e l’interazione si vestono di rivisitazioni originali, che hanno sempre un intento pedagogico. Infine, manteniamo fede sempre alla nostra mission principale che è quella di riportare al centro il valore della famiglia, laddove i ritmi odierni tendono sempre più a ridurre i momenti di aggregazione e unione tra le persone».

«La nostra sfida è valorizzare l’aspetto romantico della favola- aggiunge Francesco Chiaiese – che non sia un racconto fine a sé stesso, ma che produca emozioni e sentimenti in itinere al momento della rappresentazione. Una messa in scena metastorica, appunto, in cui i ricettori diventino da spettatori, protagonisti. Inoltre, vogliamo promuovere il valore dell’essere bambino, perché i bambini hanno tanto da insegnare agli adulti, se ci fosse più tempo per prestare loro attenzione ed ascoltarli. Ci piace molto che gli adulti guardino il mondo con gli occhi dei bambini. Io sono dell’idea che tra il “c’era una volta” e il “vissero felici e contenti” c’è un variegato mondo di possibilità e nulla è definitivo: i nostri spettatori sono chiamati a scegliere quale strada prendere davanti ad ogni bivio, per arrivare al finale che i propri sensi e i propri sentimenti indicano in quel momento. E, in questo modo, le famiglie si impegnano a creare arte, sono unite e determinate a costruire insieme qualcosa di bello, mentre prestano più attenzione alle cose che ci circondano e sono meno distratte, come vorrebbe la società odierna. C’è tanto bisogno di favole: un po’ come negli anni ’80 quando eravamo felici con poco, ora abbiamo tutto e siamo meno felici».

«Il Natale – afferma il Sindaco di Cava De Tirreni, Vincenzo Servalli – è soprattutto la festa dei bambini, ed è l’occasione per ritrovarsi nelle proprie famiglie e ritrovare il senso dei valori che abbiamo il dovere, da genitori, di trasferire alle nuove generazioni. La solidarietà, l’amore verso il prossimo, il rispetto, l’educazione, ma anche mantenere vive le tradizioni, possono sembrare valori scontati ma non è così, e se anche le favole possono contribuire a ciò, allora portare i propri figli agli spettacoli di “Un Natale da favola” farà bene anche ai genitori».

“In un luogo culto del nostro territorio – dice l’assessore Armando Lamberti – accogliamo per un mese un evento rivolto ai bambini ma che coinvolgerà anche i grandi. Sarà un modo per vivere lo spettacolo, la magia del Natale e visitare il complesso monumentale di Santa Maria del Rifugio che alla fine degli anni ’90 è stato oggetto di una importante ristrutturazione”.

Info line 081/8678369

Whatsapp 327/2540679

Il progetto sociale:

Ai tempi dei social e della frenesia multimediale c’è sempre meno tempo e modo per unire la famiglia, crollano i valori e l’intimità familiare e tutti, bambini, giovani e adulti sembrano ipnotizzati dagli smartphone e dai supporti digitali.

«Ma dove vivono i cartoni?» è un esperimento sociale che, attraverso attività teatrali e di animazione all’avanguardia, cerca di rievocare quel focolare domestico unendo grandi e piccini in attività formative, a contatto con i siti storici e culturali, con la natura e con la storia. Il file rouge è sempre la favola, perché l’immaginazione e la fantasia consentono di sviluppare le capacità intellettive, interattive e di rafforzare i sentimenti. L’uso spropositato dei cellulari sta ostacolando il naturale sviluppo cerebrale degli esseri umani, oltre a causare isolamento e solitudine di ognuno.

«Ma dove vivono i cartoni?» cerca di valorizzare il ruolo della famiglia, proporre itinerari che tengano uniti genitori e figli, laddove i cellulari e i monitor dei pc rappresentano sempre più una barriera.

Il progetto innovativo è della società «Animazione in corso» Srl., amministrata dalla dottoressa Aurora Manuele con la direzione artistica del professore Francesco Chiaiese.

Laureata in Economia e Commercio, Aurora Manuele in seguito a diversi studi sociologici ha deciso di dedicarsi interamente ai concetti di famiglia, formazione e crescita valoriale. Al suo fianco il professore Francesco Chiaiese, laureato in Scienze dell’Educazione, il quale si occupa della direzione artistica, della regia e della sceneggiatura di tutte le attività del progetto.

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Finalmente in vista il Museo di Mamma Lucia. Ma ora occorre l’aiuto di tutti.

Non chiedere solo cosa la collettività può fare per te, chiediti anche cosa puoi fare tu per la collettività.”

Il magnifico principio kennedyano, purtroppo tante volte disatteso dall’una o dall’altra parte, sembra stia trovando una felice attuazione a Cava de’ Tirreni nella progressiva realizzazione del Museo dedicato a Mamma Lucia, l’amatissima Madre dei Caduti, che alla fine dello scorso conflitto mondiale scavò nei luoghi dello scontro tra Alleati e tedeschi e recuperò oltre settecento salme, quasi tutte dei tedeschi, nemici ma “figli di mamma”, restituendole alle famiglie.

Tuttavia, pur se tanto cara e tanto nobile, Mamma Lucia, a parte qualche strada o ambiente, non ha ancora un Museo a lei dedicata. Da qualche anno, in sinergia con l’Amministrazione Comunale, vi sta provvedendo un gruppo di cittadini, che recentemente si sono anche costituiti in Comitato autonomo, “Figli di mamma Lucia”, presieduto da Felice Scermino e composto da Annamaria e Lucia Apicella, nipoti dirette di Mamma Lucia, e da Lucia Avigliano, Gennaro Galdo, Gaetano Guida, Alfonso Prisco, Beatrice Sparano, Franco Bruno Vitolo.

Il Comune ha già impegnato dei fondi e deliberato per i lavori di sistemazione dei locali, allocati nella splendida e funzionale location del Complesso di San Giovanni. Il Comitato ha raccolto e catalogato il materiale documentario (foto, lettere, giornali, video,oggetti, etc.) messo a disposizione dalla famiglia. Ora bisogna solo procedere alla fase operativa e contestualmente alla raccolta dei fondi integrativi necessari per l’allestimento. Occorre ora il contributo della cittadinanza (e non mancherà, dato l’affetto che la lega a Mamma Lucia) e di tutti gli amici e gli estimatori di una figura che ha offerto una grande lezione di Amore, di Fraternità e di Pace, testimoniando con la sua azione quel ruolo di maternità diffusa e universale che Cristo sulla croce assegnò alla madre Maria ed al suo modello di donna.

Tutto questo è stato messo in evidenza nel corso di una conferenza stampa, tenutasi al Palazzo di Città martedì 26 novembre, in cui, oltre ai membri del Comitato, sono intervenute le massime autorità cittadine (il Sindaco Vincenzo Servalli, l’Arcivescovo Mons. Orazio Soricelli, il Vice Sindaco Armando Lamberti, il Vicario del Vescovo don Osvaldo Masullo).

Il Presidente Scermino ha affermato che l’intento del Comitato è quello di dare la giusta e doverosa rilevanza ad una donna pia, che con la sua opera ha ottenuto riconoscimenti internazionali, ha dato lustro alla nostra Città, ma soprattutto ha incarnato dei valori fondanti per una convivenza civile e fraterna, valori universali che troveranno nel nascente Museo il loro fulcro di emissione.

Il Sindaco Servalli ha sottolineato sia l’attualità della figura di Mamma Lucia, in tempi in cui la solidarietà non è propriamente in auge, sia il suo modello di umanità, di tenacia, di forza d’animo. L’Arcivescovo Soricelli, oltre ad evidenziare il ruolo della Fede cristiana a sostegno dell’opera di Mamma Lucia, ha sottolineato l’assoluta infondatezza delle recenti polemiche sulla presunta resistenza della Curia rispetto ad un processo di beatificazione. Il Vescovo ha sostenuto che non è pensabile che un buon pastore non sia felice degli onori possibili per una pecorella del suo gregge, ma ha anche ricordato, con garbo e fermezza, che per arrivare a questi onori occorre seguire un iter ben preciso, quello previsto specificamente dalla Chiesa. In ogni caso, per avviare il processo ed eventualmente proclamare Mamma Lucia Serva di Dio, non è ancora necessario l’accertamento di miracoli: lo sarebbe solo in fase avanzata, per arrivare alla Santità.

Al termine dell’incontro sono state comunicate le prime iniziative in cantiere: la devoluzione al Museo di una parte dei ricavi per il libro di Fabrizio Prisco sulla Cavese e per l’annuale Calendario storico realizzato da Gaetano Guida. Proprio Gaetano, essendo anche un valido grafico, ha preparato e presentato un suggestivo dépliant pubblicitario, a “finestrella”, ricco di immagini, corredato da uno scritto di Domenico Apicella e, cosa importantissima, con i numeri bancari utili per donare il proprio contributo a questa causa così nobile e di così grandi prospettive:

Conto corrente 0460-003156379, presso la filiale BPER BANCA, intestato a Comitato “Figli di Mamma Lucia”, Iban: 88F0538776173000003156378.

È un conto su cui tutti contiamo. Ora la parola, anzi il “dono”, spetta a tutti noi. E sappiamo di poterci contare …

CAVA DE’ TIRRENI (SA). La rivoluzione di Matera

Venerdì 29 novembre 2019, alle ore 18, nell’Aula Consiliare del Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni in Piazza Abbro, sarà effettuata la presentazione del volume Matera, trasformazione urbana tra architettura e fotografia, di Valentina Cirillo

Interverranno Vincenzo Servalli, Sindaco di Cava de’ Tirreni, Armando Lamberti, Vicesindaco e assessore alla Cultura,

 Paola D’Antonio, docente presso l’Università della Basilicata e Assessore ai Sassi di Matera, Franco Bruno Vitolo, che farà anche da conduttore, il pianista Ernesto Tortorella e naturalmente l’autrice del libro, l’architetto Valentina Cirillo, cavese doc con svariate attività professionali in Lucania.

Come suggeriscono il titolo e il sottotitolo, il volume è incentrato sul cambiamento epocale avvenuto a Matera nella seconda metà del Novecento, quando i Sassi, dove un’intera popolazione viveva nelle grotte in condizioni molto problematiche, furono in gran parte evacuati. Attraverso appassionate discussioni, ricerche e interventi dei principali urbanisti nazionali e internazionali, gli abitanti furono dislocati in nuovi quartieri, ma non fu facile il cambiamento radicale di un radicato sistema di relazioni e abitudini fortemente identitario.

Valentina Cirillo, valendosi anche degli interventi di personalità di rilievo (come i prof. Gilberto Marselli, Nicola Pagliara e Paola D’Antonio), riflette su questa rivoluzione e racconta il passaggio tra l’antico e il moderno attraverso il linguaggio architettonico, etnografico, letterario (Levi e Scotellaro in primis) e soprattutto fotografico, con suggestive e illuminanti immagini sue personali, di un gruppo di amici e tratte dal repertorio di un grande come Cartier Bresson. A lei interessa molto lo sviluppo tecnico, mai però scollegato dall’emozione di cogliere l’anima di un aggregato di natura e umanità che ha costituito un mondo tutto da scoprire e da “assaporare”. Quel mondo che ha fatto di Matera un luogo di studio e di turismo unico al mondo, consacrato quest’anno dalla proclamazione a Capitale europea della Cultura.