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CAVA DE’ TIRRENI (SA). Due novembre al Sacrario Militare di Cava

“La sete di ideali dei caduti in guerra, testimonia che il sacrificio non è stato vano”.


“Dobbiamo la nostra libertà alla sete di ideali di questi ragazzi”. Così il presidente del Comitato per il Sacrario Militare di Cava de’ Tirreni Daniele Fasano, stamani in occasione della consueta cerimonia al civico cimitero in ricordo dei caduti in tutte le guerre.

In tanti, nonostante il tempo non clemente, hanno preso parte alla tradizionale messa che, ogni anno è officiata all’interno del Sacrario di Cava de’ Tirreni. A celebrarla, per il terzo anno consecutivo, don Giuseppe Nuschese.

Erano presenti numerose autorità civili, religiose e militari tra cui la Finanza, l’esercito, i Carabinieri ed i componenti dell’associazione Bersaglieri Maggiore Marcello Garzia. Non sono mancati i componenti del Comitato del Sacrario Militare di Cava de’ Tirreni tra cui il Presidente Daniele Fasano, il Colonnello Carlo De Martino, Vincenzo Lamberti, Roberto Catozzi, Maddalena Annarumma, Luigi Fasano ed i familiari, la madre ed il fratello di Massimiliano Randino, primo caporal maggiore della Brigata Paracadutisti “Folgore”, insignito della Croce d’Onore alla memoria e morto in Afghanistan il 17 settembre 2009.

“I caduti hanno donato la vita per un futuro di pace – annota don Giuseppe Nuschese – regalandoci una speranza che noi siamo chiamati a custodire gelosamente. In questo Sacrario Militare il mio sguardo va ai volti, alle foto di chi ha sacrificato la propria esistenza. C’è chi ha uno sguardo sorridente, chi invece ha un’espressione severa. Tutti viviamo un’esistenza preziosa che varrà la pena di ricordare come quella dei nostri cari caduti in guerra”.

“Se il grado di civiltà di una nazione si misura dalla forza con cui si rievocano i defunti – aggiunge Daniele Fasano – allora, la vostra presenza oggi così numerosa in questo giorno di memoria, testimonia che stiamo operando bene. Voglio ringraziare tutti voi, in particolare le forze armate e l’amministrazione comunale per aver preso parte alla cerimonia. Il mio grazie va anche e soprattutto all’associazione Bersaglieri Maggiore Marcello Garzia che risponde, egregiamente, alla turnazione per l’apertura domenicale del Sacrario.”

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Piccolo Teatro al Borgo e Arcoscenico: la coppia è cresciuta e si sta moltiplicando

Presentato il cartellone 2019-2020: due spettacoli in più, con uno in comune.


Se stiamo insieme ci sarà un perché… canta da anni il buon Cocciante. E a buon diritto, nella presentazione del cartellone relativo alla stagione 2019-2020, avvenuta il 18 ottobre sorso nella Sede del Piccolo Teatro, lo possono cantare anche la storica Compagnia del Piccolo Teatro al Borgo di Mimmo Venditti e quella emergente di Arcoscenico, diretta dal giovane già veterano Luigi Sinacori, autoregistattore delle pièce portate in scena.

L’anno scorso avevano prodotto una magnifica e pionieristica provocazione, creando un’originale coppia di fatto: cartellone e sala in comune, sinergia nell’organizzazione e nella promozione. La compagnia storica e consolidata “giocava” alla pari con la compagnia emergente, giovane e promettente: in parte un’esperienza da chioccia, ma anche e soprattutto scambio di esperienze, osmosi di pubblico, reciproco atto di fiducia, un segno di unità e rottura con il passato con l’obiettivo di lanciare un messaggio alla Città, sfondando il troppo frequente muro dell’isolamento delle associazioni del territorio.

Il potere di questo segno è stato subito forte, tanto e vero che l’Associazione Giornalisti di Cava e Costa d’Amalfi “Lucio Barone” ha benedetto l’unione riconoscendo alle due Compagnie il Premio ComunIcare- Ponte giovane.

E dobbiamo pensare che anche il risultato sia stato adeguato e soddisfacente, rispetto agli obiettivi prefissati, altrimenti non avrebbero riconfermato il “matrimonio” con le stesse modalità. Anzi,alla presentazione ufficiale del cartellone, hanno anche comunicato di aver “avuto un figlio”: non quello che il marito aspetta nell’omonima e celebrata commedia di Venditti, ma uno spettacolo in più, recitato da tutte e due le compagnie insieme. E non uno spettacolo qualsiasi, ma “Il Sindaco del Rione Sanità”, uno dei testi sacri di Eduardo De Filippo, uno di quelli che fanno tremare le vene e i polsi. E se non sono tremate alle due compagnie nel pensare di metterlo in scena, per di più insieme, ci sarà un perché…

E se il cartellone è ricco (undici lavori!), vario (testi comici e drammatici o malinconici secondo i gusti) e particolarmente allettante, infiorato come è di storici testi edoardiani (Filumena Marturano, Questi fantasmi, Le voci di dentro, Natale in Casa Cupiello), di un Pirandello “eduardabile” come Il Berretto a sonagli, di riscoperte del passato (di Aldo De Benedetti), di opere nuove autoprodotte ( Un’eredità poco…mancina sui pregiudizi politici, Jude sulla Shoah, il già citato Mio marito aspetta un figlio sulle incomprensioni in famiglia), ci sarà sempre quel famoso perché…

E quel perché è chiaro: hanno saputo e vogliono ancora dimostrare, con il bel flusso di pubblico e gli spettacoli effettuati, che il Teatro c’è anche se non c’è… E, soprattutto, se lo possono permettere, ci credono e ci valgono… e sono stati bravi a fare uno più uno uguale a tre.

E sarà uguale addirittura a quattro se i risultati anche quest’anno saranno pari alle premesse e alle promesse.

Nell’attesa, eccolo, il programma. Buona scena a tutti!


9-10 novembre 2019 ArcoscenicoUn’eredità poco mancina, di Luigi Sinacori

23-24 novembre 2019 Piccolo Teatro Al BorgoLe voci di dentro, di Eduardo De Filippo

21-22 dicembre 2019 Piccolo Teatro Al BorgoNatale in casa Cupiello, di Eduardo De Filippo

7-8 dicembre 2019 ArcoscenicoUn matrimonio in bianco, di Luigi Sinacori

4-5 gennaio 2020 Piccolo Teatro Al BorgoMio marito aspetta un figlio, di Mimmo Venditti

25-26 gennaio 2020 ArcoscenicoJude, di Mariano Mastuccino

8-9 febbraio 2020 Piccolo Teatro Al BorgoQuesti fantasmi, di Eduardo De Filippo

29 febbraio-1 marzo 2020 ArcoscenicoAgenzia Speranza, di Luigi Sinacori

14-15 marzo Piccolo Teatro Al BorgoNon ti conosco più

4-5 aprile 2020 Piccolo Teatro al BorgoFilumena Martirano, di Luigi Pirandello

25-26 aprile 2020 ArcoscenicoIl berretto a sonagli, di Luigi Pirandello

9-10 maggio 2020 Piccolo Teatro al Borgo&ArcoscenicoIl Sindaco del Rione Sanità, di Eduardo De Filippo.

Gli spettacoli si svolgeranno tutti nel Teatro dell’ex Seminario, in Piazza Duomo.

Spettacoli: sabato h 20.30 | domenica h 18.00

Per info abbonamenti e biglietti spettacoli cell. 334.5989871

mail: arcoscenicoassociazione@gmail.com

Abbonamento intero 60 euro, ridotto 40.-Biglietto unico intero 6 euro, ridotto 4 euro.

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Al Liceo “De Filippis-Galdi” un coro tedesco per il trentennale della caduta del Muro

Più di 100 eventi per una riflessione sui rapporti tra Germania e Italia a 30 anni dalla caduta del muro di Berlino. È quanto l’Ambasciata di Roma della Repubblica Federale di Germania ha avviato, al motto di “Non farmi muro”, in oltre venti città italiane nella settimana dal 6 al 14 ottobre.

Anche Cava de’ Tirreni non farà mancare il suo contributo alla “settimana tedesca”.

Su iniziativa della professoressa Flavia D’Amato, docente di Lingua e Letteratura tedesca, il Liceo “De Filippis-Galdi”, presieduto dalla Dirigente scolastica professoressa Maria Alfano, in collaborazione con l’Acit, Associazione culturale italo-tedesca di Avellino, rappresentata dal professor Giovannantonio Capobianco, e con il Goethe Institut di Roma, ospiterà, lunedì 14, alle ore 11, nell’Aula Magna di via Senatore, il Coro tedesco del Liceo ETS di Frankenberg, accompagnato dal Dirigente scolastico, professor Herr Claus-Hartwig Otto e da una rappresentanza di docenti.

Dopo il saluto di benvenuto della preside Maria Alfano e degli alunni della sezione A del Liceolinguistico “Federico De Filippis”,che intoneranno anche l’ “Inno alla gioia” di Schiller, seguirà un dibattito sul Progetto “Non farmi muro”. Chiuderanno l’evento gli allievi dell’indirizzo musicale del Liceo “Marco Galdi” con l’esecuzione di brani di Telemann, Bach, Clementi.

CAVA DE’ TIRRENI (SA). La 58ª “Podistica Internazionale San Lorenzo” al ruandese Hitimana, straordinario record della keniana Moseti

Tanti attori protagonisti. Dal ruandese Hitimana, vincitore della Gara Assoluti, al campione di pallanuoto Paolo Trapanese, applauditissimo testimonial. Una regia perfetta, firmata dal Gruppo Sportivo “Mario Canonico S. Lorenzo” e dal Comitato di Cava de’ Tirreni del Centro Sportivo Italiano. Ma soprattutto una prima donna, la keniana Moseti, interprete di una recita straordinaria, che le è valso il record della gara. Decisamente da “Oscar” il film della 58ª edizione della “Podistica Internazionale San Lorenzo”, andata in scena domenica 29 settembre 2019 a Cava de’ Tirreni (Sa) con partenza ed arrivo nella frazione San Lorenzo.

Circa 300 gli atleti ai nastri di partenza della storica manifestazione metelliana, che rappresenta una delle gare podistiche più antiche sul territorio nazionale e che anche quest’anno è stata inserita nel calendario dei Meeting Nazionali del Centro Sportivo Italiano.

C’era molta attesa in particolare per la Gara Assoluti Maschile e Femminile, alla quale ha dato il via uno “starter” d’eccezione: il cavese doc Paolo Trapanese, grande campione di pallanuoto, attualmente avvocato civilista e Presidente della FIN (Federazione Italiana Nuoto) Campania.

Autentica ovazione e numerosi attestati di stima da parte del folto pubblico presente per l’illustre testimonial di quest’edizione 2019, la cui carriera, impreziosita da numerosi titoli nazionali ed internazionali e da 200 partite a difesa della porta della Nazionale, è iniziata nella sua città natale ed è stata caratterizzata tra l’altro dall’appartenenza al Centro Sportivo Italiano. Paolo Trapanese è stato tra le “star” anche della Cerimonia di premiazione post-gara, durante la quale ha ricevuto dagli organizzatori un’opera ceramica realizzata da Giuseppe Cicalese.

Ritornando al “fronte agonistico”, nella Gara Maschile – Trofeo Armando Di Mauro (km 7,8) trionfo del ruandese Noel Hitimana (classe 1990) dell’Atletica Castello Firenze, che con il tempo finale di 23’23” ha preceduto i marocchini Hicham Boufars (classe 1988) dell’ASD International Security Service e Youssef Aich (classe 1987) di Mondragone in Corsa.

L’atleta ruandese ha imposto il suo ritmo fin dalle prime falcate, staccando progressivamente tutti gli avversari e transitando solitario al passaggio intermedio a San Lorenzo (km 2,8). Una seconda parte di gara più “controllata” non ha comunque impedito ad Hitimana di tagliare il traguardo con un buon margine sui più diretti inseguitori, giunti Boufars a 20” ed Aich a 27” dal vincitore.

Quarto e primo degli italiani una “vecchia” conoscenza della “Podistica Internazionale San Lorenzo”, Gilio Iannone (classe 1985, tempo 25’13”) dell’ASD Carmax Camaldolese, che ha preceduto il “collega di club” Giorgio Mario Nigro (classe 1987, tempo 25’34”).

Nella Gara Femminile – Trofeo Agnese Lodato straordinaria performance della keniana Winfridah Moraa Moseti (classe 1996), grande favorita della vigilia, che con il crono finale di 25’19” ha letteralmente polverizzato il precedente record della corsa, stabilito nel 2012 da Claudia Pinna con il tempo di 27’11”. L’atleta africana, portacolori dell’ASD Virtus VII Miglio Settimello, ha viaggiato all’impressionante media di 3’14” al km, arrivando addirittura 5ª nella classifica generale degli Assoluti.

Una prestazione davvero incredibile, grazie alla quale la Moseti ha scavato fin da subito il vuoto tra sé e le avversarie. Basti pensare che la 2ª classificata, Aurora Ermini (classe 1986) dell’ASD ACSI Italia Atletica, è arrivata al traguardo con un distacco di 3’23” dalla trionfatrice. Sul 3° gradino del podio la marocchina Hanane Janat (classe 1983, tempo 29’02”) dell’ASD Podistica Il Laghetto.

In contemporanea e sullo stesso percorso degli Assoluti hanno gareggiato anche gli Allievi – Trofeo Giuliano Ferrara, che hanno terminato la loro “fatica” al traguardo intermedio di San Lorenzo (km 2,8). Successo di Alessandro Amantea (classe 2003, tempo 10’01”) dell’ASD Atletica Isaura Valle dell’Irno, alle cui spalle si sono piazzati Diego Caliendo (classe 2003, tempo 10’47”) dell’ASD Carmax Camaldolese e Matteo Memoli (classe 2003, tempo 10’57”) del Circolo Canottieri Irno ASD.

La giornata si è aperta come da tradizione con la gara (m 900) dedicata agli studenti delle Scuole Medie, a conclusione del progetto “Aspettando la San Lorenzo”, alla quale ha dato il via Antonio Fogliano, attuale Presidente dell’ASD Napoli Running ed indimenticabile vincitore nel 1974 della 13ª edizione della “Podistica San Lorenzo”. Si è imposto Giorgio Bisogno dell’Istituto Comprensivo Balzico, davanti a Martina Lodato (Istituto Comprensivo Trezza) e Luca Bisogno (Istituto Comprensivo Balzico).

Da segnalare anche le affermazioni nelle Allieve di Anna Luisa Sbozza dell’ASD Atletica Isaura Valle dell’Irno, tra i Cadetti di Ferdinando Bassano sempre dell’ASD Atletica Isaura Valle dell’Irno e nelle Cadette di Marina Guadagno del Circolo Canottieri Irno ASD.

Nella classifica per società trionfo dell’ASD Carmax Camaldolese, che ha preceduto l’ASD Atletica Isaura Valle dell’Irno e l’ASD Liberi Insieme di Cava de’ Tirreni, mentre per le categorie giovanili ha primeggiato il Circolo Canottieri Irno di Salerno, cui è andata l’ambita Medaglia di Bronzo del Presidente del Senato.

Le intense emozioni della giornata, “amplificate” dalla calda voce dello speaker Marco Cascone, sono proseguite durante la Cerimonia di premiazione, svoltasi nella Corte Rinascimentale di Casa Apicella e preceduta da un’esibizione musicale dell’“Orchestra&Coro Con…fusione” dell’Istituto Comprensivo “Trezza”, alla cui Dirigente scolastica, Filomena Adinolfi, il Presidente del Gruppo Sportivo “Mario Canonico S. Lorenzo”, Antonio Del Pomo, rivolge un sentito ringraziamento per la grande collaborazione prestata.

Alla presenza di numerose autorità, tra cui il Sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli, il Delegato provinciale del CONI, Paola Berardino, ed il Presidente regionale del Centro Sportivo Italiano, Enrico Pellino, oltre a vari Assessori comunali e Dirigenti scolastici, si sono succedute le premiazioni per le varie categorie. Con due apprezzatissimi “intermezzi”: la proiezione del videomessaggio di saluti ed auguri inviato alla kermesse cavese da George Aaron Hirsch, Presidente del Consiglio d’Amministrazione del New York Road Runners e tra i fondatori della celebre Maratona della “Grande Mela”, e la consegna del riconoscimento allo “Sportivo cavese dell’anno”, istituito dall’Amministrazione comunale – in collaborazione con il Gruppo Sportivo “Mario Canonico S. Lorenzo” e con il Comitato CSI di Cava de’ Tirreni per premiare lo sportivo metelliano maggiormente distintosi nel corso dell’anno.

Quest’anno eccezionalmente il premio è stato attribuito alla Cavese Calcio 1919, con la seguente motivazione: “Per il suo Centenario, ad espressione dell’apprezzamento e della riconoscenza per l’impegno e la vicinanza sempre profusi nella crescita sportiva della Città di Cava de’ Tirreni”. A ritirare il riconoscimento è stato personalmente il Presidente aquilotto Massimiliano Santoriello.

La consueta foto di gruppo finale è stata la degna conclusione di una giornata intensa ed emozionante. Come quelle che solo la “Podistica Internazionale San Lorenzo” sa regalare ai suoi atleti ed ai suoi appassionati. Appuntamento fissato a settembre 2020 per la 59ª edizione.

ACCUMOLI (RI)-SALERNO. Inaugurata la Casa della Cultura donata dal movimento salernitano Maric: un seme di speranza per la ricostruzione.

E così, finalmente, a Illica, frazione di Accumoli, paese completamente distrutto dal terremoto dell’agosto 2016, è stata inaugurata la Casa della Cultura, centro polifunzionale culturale costruito grazie ai fondi raccolti dal M.A.R.I.C. (Movimento Artistico per il Recupero delle Identità Culturali). Non è una notizia qualsiasi: lo sarebbe se in quelle zone le inaugurazioni di centri e le costruzioni di case procedessero a ritmo costante. Invece…

Per fortuna, la Casa della Cultura è già una realtà. Mancano solo alcune finiture, ma oramai le chiavi sono state consegnate alla Sindaca Franca D’Angeli, che provvederà alle ultime operazioni ed all’assegnazione della gestione. Poi, la struttura, dopo la nascita, sarà anche battezzata e potrà cominciare il suo cammino sociale. È sarà un’altra vita, la vita reale di un sogno diventato realtà.

Certo, sarà duro comunque lo scontro tra il sogno e la concretezza della vita quotidiana in una frazione collocata in un posto bellissimo, ma abitata stabilmente solo da quattro o cinque nuclei familiari e già prima del terremoto a rischio di spopolamento.

Tuttavia è proprio qui la sfida. “Se si vuole prevedere un futuro per Illica, con la ricostruzione di case da riabitare o che siano almeno un riferimento per i vecchi abitanti oggi trasferitisi altrove, con la ricostituzione di un tessuto sociale vero e vitale e di un contatto produttivo con le altre frazioni e con il mondo esterno, allora il ruolo della Casa della Cultura sarà fondamentale.” Parole giuste, quelle di Alessandro Carosi, Presidente dell’Associazione per Illica, che rappresenta, insieme col Camping Lago Secco di Davide Carosi, il nucleo fondante di ogni speranza per il futuro sociale di Illica. Parole giuste, senza illusioni volanti, ma con la luce di una speranza che non può e non deve morire.

In fondo, l’azione di raccolta dei fondi e la costruzione della Casa da parte del Maric, segnatamente per l’opera da panzer del suo condottiero sognante, l’artista salernitano Vincenzo Vavuso (che tra l’altro è anche sottufficiale dell’Esercito Italiano), hanno mirato proprio a questo, a donare una scintilla di speranza, attraverso una struttura efficiente e il potere di un segno di solidarietà. Con l’augurio che diventi fuoco, con l’andare del tempo.

Non va sottovalutato proprio il potere dei segni, che si contrappone sempre brillantemente ai segni del potere, non sempre altrettanto brillanti. È forse da poco per una popolazione depressa da tante traversie sapere che in altre zone d’Italia (e il Maric, pur se salernitano di origine, è oramai a composizione nazionale) si spendono energie e risorse per continuare a dare una mano dopo l’emergenza dolorosa dei crolli? È forse da poco toccare con mano la possibilità di ricostruire la vita in quegli stessi luoghi che ne erano pregni prima dell’onda devastatrice? È forse da poco sapere che per eventuali attività comuni, da quelle dell’incontro quotidiano agi eventi pubblici, c’è almeno in una frazione un primo luogo di incontro e di riferimento?

Su queste basi di pessimismo dell’intelligenza temperato dall’ottimismo della volontà possiamo anche rivedere i momenti cruciali della due giorni dell’inaugurazione sotto una luce diversa, che non cancella le ombre ma almeno provvisoriamente le emargina. E tra le ombre dobbiamo ovviamente inserire, oltre alla situazione oggettivamente critica, anche la percezione di divisioni interne al paese, il distacco delle altre frazioni rispetto ad un evento comunque notevole pur se non adeguatamente pubblicizzato dai media locali, e, perché no, anche l’assenza dell’ex Sindaco Petrucci, da sempre amico del Maric e forte supporto della raccolta. Ma … guardiamo le luci …

Il taglio del nastro e lo scoprimento della targa, con la Sindaca D’Angeli soddisfatta di ritrovare un po’ di sole nell’acqua gelida e il Presidente Vavuso che aveva ancora negli occhi la tensione “accumulata” in questi anni di febbrile lavoro e moltiplicata negli ultimi tempi …

La consegna delle chiavi e l’ingresso nella Sala grande, in un’accoppiata felice tra il sorriso delle persone e quello di un sole finalmente tornato a splendere …

Lo scoprimento della bella e significativa scultura della Maric-woman Stefania Maffei all’ingresso, dal titolo supersignificativo: L’oltre: una grande testa a due facce, una occidentale e l’altra orientale, una mano che accarezza l’insieme, la chiave della conoscenza, simbolo del Maric, sulle pietre che fanno da base. È l’invito dell’Arte ad essere uniti, oltre le diversità, oltre le sventure.

All’interno, le prime opere di quello che sarà il Museo permanente del Maric,realizzate dallo stesso Presidente Vavuso, da Angela Vigorito, Franco Porcasi, Mario Formica: l’Arte donata alla collettività, opere cariche di quello slancio che rende poesia l’immagine e calore il colore…

Poi, la Messa, celebrata da Padre Stanislao, con il supporto di quel suo straordinario crocifisso itinerante, dove in croce ci sono i legni di Accumoli e le pietre recuperate dai crolli di ogni frazione. Un legno che ti entra nell’anima, come sono entrate nella mente e nel cuore durante l’omelia gli inviti alla pratica concreta della fraternità e dell’unione, l’esortazione a saper andare oltre, in tutti i sensi. Spirituale e materiale, individuale e sociale. Un suggestivo filo rosso con la scultura dell’esterno.

Quindi, una triade color emozione dopo la Messa.

L’invito del Presidente Vavuso all’unità nel discorso forse più appassionato e “vissuto” del sua ancor breve cammino di leader e del suo già maturo cammino di uomo: “Che questa struttura possa essere la casa di tutti, di tutte le popolazioni colpite dal terremoto. Possa essere uno stimolo all’unione. Si vince solo tutti insieme.

Poi, la benedizione della scarpina, ritrovata dal Presidente tra le macerie e risuscitata a nuova vita come simbolo della Casa della Cultura e icona della Speranza, per l’occasione distribuita anche come poetico gadget offerto dalla Sempreattiva Stefania Maffei. Chissà quale bambino … prima che … Già, gli oggetti hanno un’anima anche loro …

In chiusura, la rinascita e la riapertura del Museo della Civiltà Contadina “Franco Casini”, adiacente e integrato alla Casa della Cultura: il segno più concreto del passato che può diventare futuro.

Nel pomeriggio, dopo l’elettricità del cuore scaturita dalla presentazione dei libri di poesia di Stefania Maffei e Teresa D’Amico, con inserimenti di letture di poeti laziali, l’elettricità dei problemi di un territorio che non sa se, dove e quando potrà rivivere. Infatti, anche se si doveva parlare soprattutto del futuro della Casa della Cultura, la lingua batteva sempre dove il dente continua a dolere. Un dibattito dai toni sereni ma dai contenuti taglienti, in cui la Sindaca D’Angeli ha dovuto barcamenarsi tra la spiegazione delle difficoltà “oggettive” rispetto alla ricostruzione e il suo vivere in prima persona, come cittadina, i disagi dell’onda lunga post-terremoto.

Chiusura musicale, il giorno dopo, con il bravissimo duo Ambros-one, che con chitarra e fisarmonica ha riproposto il Libertango di Astor Piazzolla e alcuni brani scritti dagli stessi esecutori e pregni di onde emozionali. Bravissimi, gli Ambros-one, attesi da un brillante avvenire, e bravo anche Sandro Ravagnani del Maric, che li ha invitati e che ha trasmesso tutta la manifestazione in streaming sulla sua web TV.

Con gli Ambros-one si è anche chiusa non solo la manifestazione ma anche la complessiva anticipazione del Festival della Speranza, la kermesse di arte, spettacolo e letteratura che nei sogni del Presidente e del Maric dovrebbe diventare un appuntamento annuale, di grande respiro e richiamo. Una bella idea e un bel seme, così come tutta la due giorni della speranza.

Speriamo che il seme fiorisca, ma dovrà essere ben curato da tutti e germogliare ben oltre le aride pietre …