eventi & appuntamenti
redazione | 30 Marzo, 2018
Auguri di BUONA PASQUA da tutta la Redazione
Con questi raffinati versi di Antonio Donadio pubblicati nell’aprile del 2001 su I Luoghi dell’infinto mensile del quotidiano Avvenire e riproposti con la lettura critica del saggista e storico della chiesa Marco Roncalli.
Pasqua
e poi
resta nel sepolcro vuoto
la veglia rumorosa ancora
chi mai più veglia?
Il libro inutile reliquia
di mani in mani
sarà riposto insieme: Segno
spentosi altrove
nell’ora che ritorna
e dal sepolcro
vuoto tornerà
la furia un dì deposta. (Antonio Donadio).
( da Avvenire /I Luoghi dell’Infinto aprile 2001 pagine 70/71
sullo sfondo “Deposizione nel sepolcro”, tessuto russo
del secolo XV – San Pietroburgo, Museo di Stato)
“L’incipit, originale, è costituito da un dato immediato: il sepolcro è vuoto, e ciò significa – con una “sovra interpretazione” del figurato evangelico (J.Ernst) – che Gesù era veramente il Figlio di Dio. Donadio sembra voler ignorare la testimonianza dei due angeli (“Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”cfr Lc 24, 4-6 ), mentre i suoi versi propongono subito immagini reali che si rarefanno progressivamente in un enunciato essenziale. Gli increduli (“ la veglia runorosa”) si attardano “ancora” davanti al sepolcro vuoto, ma ormai non c’è più bisogno di vegliare ( “chi mai più veglia?”). Il “prodigio” è avvenuto: la Notte è finita. Quindi il poeta avanza una sua lettura dell’evento: davanti alla Resurrezione le sacre scritture (“il libro”) assumono la valenza di “inutile reliquia”, perché la Resurrezione ne ha svelato il mistero custodito e ha dato inizio al tempo dello Spirito. O meglio, interpretando l’aggettivo “inutile” come ormai insufficiente, “il libro” , passerà ora “di mani in mani” per essere “riposto insieme”: testimonianza della comunione spirituale e umana dai primi cristiani a oggi. Il “Segno” è Cristo che, risorto dalla morte (“spentosi altrove”), ritorna alla Pasqua celebrata ogni anno, E dal sepolcro vuoto, colmato del prodigio divino, tornerà l’umanità avendo per sempre deposta la propria animalità ( “la furia un dì deposta”)“
M.Roncalli
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Franco Bruno Vitolo | 29 Marzo, 2018
Artisti vestiti di soli giornali in cammino su uno strato di libri, per disarmare l’ignoranza
SALERNO. La Mostra Disarmiamo l’Ignoranza – AnimArte, patrocinata dal Comune di Salerno, organizzata dall’Associazione MARIC (Movimento Artistico per il Recupero delle Identità Culturali) ed in esposizione a Salerno, nel centralissimo Palazzo Fruscione, sarà inaugurata il 6 aprile p. v., alle ore 18, con una provocatoria e spettacolare performance. Infatti gli artisti, guidati dal Fondatore e Presidente del Maric, il maestro Vincenzo Vavuso, arriveranno dall’adiacente via Mercanti al vicolo Adalberga, sede dell’esposizione, camminando su uno strato di libri e vestiti di soli giornali, in tema con lo slogan permanente del MARIC, cioè Disarmiamo l’Ignoranza, ed in linea con il principale obiettivo, che è la difesa della Cultura e dell’Arte dall’Indifferenza e dal Degrado che le stanno soffocando. La Mostra sarà presentata dal critico d’arte Rosario Pinto. Porteranno il saluto istituzionale rappresentanti del Comune e la dottoressa Mariarosaria Vitiello, consigliere politico del Presidente della Provincia di Salerno per le politiche Culturali Educative e Scolastiche.
La Mostra, che prevede anche una sezione poetico-letteraria, sarà esposta al pubblico, con ingresso gratuito, dal 6 fino al 15 aprile (apertura ore 10,00 – 13 e dalle 16,00 alle 22,00 tutti i giorni, compresi festivi e prefestivi).
Nel corso dell’esposizione, sono previste numerose performance di natura artistica, letteraria, musicale e gastronomica.
Una sezione sarà dedicata al paese di Accumoli, distrutto dal sisma dell’agosto 2016, a beneficio del quale, il Maric ha lanciato quindici mesi fa una raccolta di fondi per una Casa della Cultura inserita nell’opera di ricostruzione. Raccolta oramai vicina all’ultimo sforzo per il traguardo finale.
Gli artisti e letterati del Maric, che parteciperanno all’iniziativa sono i seguenti:
Valentino Annunziata, Emanuele Biagioni, Gaetano Clemente, Gabriella Corrente, Rosalia Cozza, Teresa D’Amico, Giuseppe De Michele, Lucia De Santis, Rosanna Di Marino, Andrea Dubbini, Claudio Fezza, Mario Formica, Alfonso Gargano, Gerardo Iorio, Stefania Maffei, Anna Morra, Giorgio Eros Morandini, Annamaria Panariello, Gaetano Patalano, Franco Porcasi, Maria Raffaele, Marina Romiti, Piero Sani, Grazia Taliani, Vincenzo Vavuso, Angela Vigorito, Franco Bruno Vitolo.
Il calendario delle iniziative è il seguente:
Venerdì 6 aprile, ore 18,00 – Performance Disarmiamo l’Ignoranza a cura di Stefania Maffei,
Rosanna Di Marino, Annamaria Panariello, Annunziata Valentino e Vincenzo Vavuso. A seguire:
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Apertura della mostra Disarmiamo l’Ignoranza– AnimArte.
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Saluti istituzionali – Relazione introduttiva del critico d’Arte Rosario Pinto.
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Presentazione del libro Around me di Stefania Maffei – Interventi di Mariarosaria Vitiello e Franco Bruno Vitolo.
Promozione dell’antologia “Oltre le Pietre”, a beneficio della raccolta per una Casa della Cultura ad Accumoli.
Buffet offerto dai ristoranti Il Cantastorie ed Il Pescatore di Vietri sul Mare.
Sabato 7, ore 19,00 – Presentazione del libro La notte che ci viene incontro di Claudio Grattacaso, interventi di Rosalia Cozza e Franco Bruno Vitolo.
Domenica 8, ore 10,30 – Conferenza sul tema Lo stato dell’arte e i suoi valori, a cura di Rosario
Pinto.
Lunedì 9, ore 18,00 – Performance dal vivo Dall’argilla al vaso, a cura di Annamaria Panariello, con accompagnamento musicale di Valerio Di Nardo, al violoncello elettrico.
Ore 19,00 – Presentazione dei libri Non solo come sono, di Teresa D’Amico, Una disperata ricerca, di Gianni Scudieri – Antologia poetica, con liriche di Antonio Di Riso.
Martedi 10, ore 15,00 visita guidata della mostra per gli alunni dell’Istituto comprensivo Statale”Don Antonio Lettieri” di Rofrano (SA) con laboratorio didattico in lingua inglese a cura della British School International di Salerno “Let’s Paly with Art”.
Mercoledì 11, ore 18,00 – Concerto di Espedito De Marino: “Se potessi” – Recital per voce e chitarra dalla tradizione messicana al folk napoletano… Omaggio a Dalla, Endrigo, Tenco, De André, Murolo, Totò, Gragnaniello, Pino Daniele.
Giovedì 12, ore 18,00 – Workshop fotografico a cura di Enzo Truppo: Identità Partenopea.
Venerdì 13, ore 18,30 – Presentazione del libro I quadri che suonano, di Romeo Mario Pepe.
Sabato 14, ore 18,00 – Performance poetica: Le parole della poesia e della narrativa. Incontro con i poeti e gli scrittori del M.A.R.I.C. (Gabriella Corrente, Rosalia Cozza, Teresa D’Amico, Lucia De Santis, Alfonso Gargano, Franco Bruno Vitolo).
Ore 19,30 La danza araba “oltre gli stereotipi”. Si esibiranno le danzatrici: Sara Salvati, Ilaria Picarone, Natalja Misina, Annachiara Milo.
Ore 20,15 Poesie in lingua napoletana – con Alessandro Bruno, Lucia De Santis, Alfonso Gargano,Stefania Russo, Pina Sozio eFranco Bruno Vitolo. Promozione dell’antologia Oltre le pietre.
Domenica 15, ore 18,00 – Premiazione dei finalisti del Concorso di poesia, prosa e fotografia Disarmiamo l’Ignoranza. Modera Rosalia Cozza. Interventi di Claudio Grattacaso, Maurizio Isacco, Enzo Truppo, Mariarosaria Vitiello, Franco Bruno Vitolo e Vincenzo Vavuso. Lettura dei testi ed esposizione fotografica delle opere finaliste.
Ore 20,00 – PM Records presenta Pjero e Antonya in “Questa è la mia musica”.
Cerimonia di finissage della Mostra Disarmiamo l’Ignoranza.
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Franco Bruno Vitolo | 27 Marzo, 2018
Tra TV e attenzione critica decolla “Il segreto di Nonna Ninna”
C AVA DE’ TIRRENI (SA). Ci fa particolarmente piacere sapere che sta ricevendo consensi e riconoscimenti “Il segreto di Nonna Ninna” (Europa Edizioni), della cavese Anna Maria Santoriello, che Vivimedia aveva già presentato in anteprima, dopo l’emozionato ed emozionante battesimo per immagini, voci, suoni, canzoni, ricordi, pensieri e versi, avvenuto nella Sala di Rappresentanza del Palazzo di Città il 24 novembre scorso. Nel “sacco bello” potremmo già inserire la prefazione del prestigioso scrittore Andrea Pinketts, l’intervista televisiva a Roma per Caos Film, i vari servizi per Quarta Rete RTC, compresa la recente “Cena con l’autore”, oltre naturalmente ai numerosi complimenti ricevuti a pieno cuore dall’autrice per aver saputo rappresentare in versi con chiarezza, vivacità e intensità le vicende di una bambina cresciuta da una nonna che non è sua nonna, ma con la sua famiglia vera distante appena un tiro di cannocchiale. Una situazione non rara nell’Italia difficile del dopoguerra, il che permette alla poetessa anche uno spaccato di quella nostra società… e della nostra Cava, in cui è ambientata la vicenda.
Al sacco bello, ultima ma non meno importante perlina, aggiungiamo oggi l’acuta recensione che del romanzo ha fatto una critica di lusso, cioè la prof. Maria Olmina D’Arienzo, già benemerita della Città per volere del Sindaco Galdi e attualmente benvoluta e benestimata Dirigente del nostro Liceo Scientifico “Genoino”, che già era intervenuta nel giorno del “battesimo” (nella foto del momento finale, è al centro, ditro Anna Maria che suona il pianoforte). La pubblichiamo integralmente, con l’augurio che rappresenti un’ulteriore folata di vento per la nostra scrittrice e il suo brillante poemetto dell’anima.(FBV)
Un caleidoscopio d’amore e di dolore
“Mentre la sabbia alla clessidra / lenta scorre e insegue il tempo, / Silvia va a ritroso: intorpidita, / cheta cheta s’addormenta / e nei labirinti della psiche / s’insinua a pieni sensi, / tra misteri, bizzarrie, / gioiosità e aneddoti. / E anche l’impercettibile / si concretizza e si presenta”.
Questi versi, che concludono il Prologo del romanzo Il segreto di Nonna Ninna di Annamaria Santoriello, danno immediatamente senso e significato a tutta la narrazione e ne suggeriscono la chiave interpretativa: dopo l’ouverture o, se si vuole, l’incipit, accompagnato dalle note vibranti di un Notturno di Chopin, e il riferimento al caffè e alla crostatina calda, che richiama senza dubbio la madeleinette proustiana della Récherche (in Dalla parte di Swan) ed innesca il recupero memoriale, irrompe sulla scena Silvia/Annamaria, il personaggio narrante, che à rébours ripercorre la storia del suo passato, “tra misteri, bizzarrie, gioiosità e aneddoti”, penetrando “nei labirinti della psiche”, per farne emergere e concretizzare “anche l’impercettibile”, i fremiti più nascosti e i palpiti più reconditi.
Un romanzo composito e complesso, difficile da ricondurre ad un solo genere o tipologia, perché ricchissimo di sentimenti, di contenuti, di spunti, di sfaccettature: un vero caleidoscopio, che porta dentro impresso tutto il dolore del mondo e tutto l’amore del mondo. Una favola, come quelle di cui “mai una la mamma ne aveva letta o detta” a Silvia, di quelle che ti fanno ritornare bambina, ma sono terribilmente da grandi. “C’era una volta” … e subito si avvertono la tenerezza e il calore, capaci di creare un cerchio magico, come “intorno a quel braciere” del cap. 11.
Un mito: per tutto quello che di misterioso e ancestrale si porta dietro e dentro, come racconto capace di superare le barriere del tempo e dello spazio, per vivere in una dimensione altra, surreale ed archetipica o, se si vuole, epos fantastico e straordinario, storia/romanzo intrigante e fascinosa.
Favola – mito – epos, con un unico indicatore semantico, che rimanda alla Parola, che non solo dice, né è semplicemente forma di un contenuto, ma è essa stessa sostanza, res concreta e palpabile.
Poi ancora romanzo, per di più in versi: una scelta coraggiosa e originale, quasi a rappresentare l’andamento e lo stile della ninna nanna, della filastrocca o cantilena, tipica del linguaggio infantile, di quel fanciullino pascoliano, che fa grandi le cose piccole e piccole le cose grandi, che dà nome alle cose e ne coglie l’essenza.
Parola e Poesia: un binomio vincente, perché alle suggestioni della parola si abbinano e si connettono intimamente quelle della poesia che, nella valenza semantica del termine, (dal greco poiéo = fare), ha il potere di plasmare, creare, rappresentare, in una modalità straordinariamente efficace e plastica, la realtà e il mondo.
Autobiografia e memoriale: Silvia è certamente l’alter ego di Annamaria, che attraverso i suoi occhi rivede il proprio passato, lo ricostruisce, per poi sublimarlo e trasfigurarlo. Questo processo fa sì che la scrittura diventi possibilità di catarsi, redenzione, discesa agli inferi per riuscire a risalirvi, dopo aver “riunito le giunture spezzate” (come direbbe Salvatore Quasimodo).
Il recupero della storia personale è una sorta di visione, come fa intendere la radice del termine storia, che è conoscenza di sé, sia a livello della coscienza che dell’inconscio.
Un romanzo sicuramente psicologico, che sonda le profondità della psiche, ma anche didascalico, per il profondo ethos che lo permea e i riferimenti gnomici che ne attraversano le pagine: “seppur piccola io fossi, / avevo già imparato / a non piangermi addosso, / a voltare pagina, / a lasciar dietro il grigiore / e a sognare l’alba / d’infiniti, caldi colori”.
È la chiusa del cap. 19, o ancora quella del cap. 24:
“Così, la tenera traversata / scorreva liscia come l’olio / per occhi distratti, / ma nessuno teneva conto / che il vestire, il mangiare, / sono priorità di coda / per un cuore che palpita”.
Un Bildungroman, un romanzo di formazione, dove si cresce attraverso il dolore e le prove difficili della vita, si impara ad accogliere e condividere la sofferenza dell’umanità tutta, attraverso esperienze forti ed intense.
Non manca neppure un pizzico di giallo, di noir, di fantasy… e un segreto da scoprire, come preannunciato dal titolo stesso.
Disseminati qua e là, oggetti- simbolo, ora inquietanti, ora rivelatori, allusivi o evocativi: la bambola “che di mamma aveva ruolo” e il braciere del cap. 11; la larva acciambellata, il cane, il cavallo inesistente e la ruspa del cap. 17; il binocolo proibito del cap. 20; il cavolfiore del cap. 38; la cristalliera del cap. 26, già ricordata nel cap. 14, dove magicamente centro tavolo, calici, lattiere e gialle tazze oro zecchino si animano e diventano parlanti nell’immaginario della piccola Silvia, ricreando l’atmosfera della fiaba, e fanno pensare alla Pisana delle Confessioni di Ippolito Nievo, nel castello di Fratta.
Ovviamente vari sono i toni stilistici e i registri espressivi, riconducibili alle matrici del logos e del pathos: riflessivo, meditabondo, razionale, dolente, emozionale, intimistico, elegiaco, tragico, comico, ironico, umoristico nel senso pirandelliano di sentimento del contrario, per citarne alcuni. Un sapiente mélange per dare forma alle innumerevoli suggestioni, reminiscenze, memorie, ricordi, frammenti e spaccati di storie e di vite, tra sorrisi e fantasmi.
Tanti sono i personaggi, protagonisti e non, presenti nel racconto, tutti ugualmente delineati e descritti con cura e attenzione e, perciò, resi indimenticabili. Uno in particolare risulta estremamente incisivo e accompagna, costantemente e romanticamente inteso, il dipanarsi della storia: si tratta del paesaggio, che spesso coincide con il luogo reale e interiore più caro ad Annamaria Santoriello, la sua Cava:
“Spazio lo sguardo sul maestoso Monte Castello, / sulla viuzza serpeggiante / che verso valle si disperde; / su Santa Maria al Quadruviale, / sulle indistinte case immerse / nel verde lussureggiante / di orticelli, di vigneti, /in un silenzio spezzato / dal trascinìo d’un carretto” (cap. 02, pag. 23).
“Mi trovo al lato opposto / del Borgo Scacciaventi / e corro, quanto corro! / lungo il Corso Umberto,/ sotto i secolari portici / del Millequattrocento. La respiro quella quiete / e penso che tra verde e pulizia, / quel paesaggio elvetico / la denominazione non tradisce: / l’Avvocata, Monte Finestra, / la meravigliosa Abbazia Benedettina / …Sento che la mia Cava de’ Tirreni / è la più bella cittadina che esista” (cap. 35, pag. 204).
Il paesaggio, o per analogia o per contrasto, sottolinea e fa da sfondo agli stati d’animo. Così a pag. 62, cap. 10: “La notte aveva calato /il velo scuro dappertutto / e ancora più rendeva fragile / il mio equilibrio di fanciulla”.
O a pag. 195 del cap. 33: “Sento addosso un fremito,/ leggero. Sarà l’oro del sole / che sfiora la mia pelle; / sarà l’azzurro della volta /ferito da un aereo; /o sarà la solarità di nonna / che nel cuor mi si riflette? / Impervia era la china / in quella tiepida giornata di maggio / e un profumo di rose, di gelsomini, / di arrampicati fior d’arancio,/ ci inebriava lo spirito /ci invitava a respirare”.
Come non ricordare “… quel ritorno / in quelle sere stellate! /Quella luna in pallore / colla faccia schiacciata, / colle sue luci ed ombre” del cap. 37, pag. 215, che Leopardi definirebbe poeticissimi.
O le lucciole che “a sprazzi ferivano il buio / ed io a passo ovattato,/mani a coppe, a canguro, / a salti cercavo / di catturarle a insaputa / e in un mini barattolo / le deponevo al sicuro: / in quell’habitat coatto / gustavo i piccoli lampi di luce / come stelline a Natale / in ambienti un po’ scuri”.
Un’ultima notazione per le illustrazioni di Chiara Savarese, che accompagnano con delicatezza e levità le pagine del libro, attagliandosi perfettamente allo spirito della scrittura e al sentire dell’autrice.
La parola di Annamaria Santoriello sapit, ha sapore, ha gusto nella sua immediatezza espressiva e nella sua pregnanza narrativa, è sempre lucida, calibrata, curata, nonostante l’empito e il pathos forte, tremendo che rappresenta. E questo è prerogativa della grande arte, della grande scrittura che, sola, di fronte alla incommensurabilità del dolore, alla lacerazione straziante del cuore, riesce a far intravedere il “varco” e a proiettare la provvisorietà fragile dell’esistenza terrena in una dimensione “più certa e più grande” (per dirla con Manzoni), lassù, dove tutto si ricapitola e s’ “illumina d’immenso”. (Maria Olmina D’Arienzo)
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Franco Bruno Vitolo | 19 Marzo, 2018
Quinta edizione del Concorso “Le parole sono ponti”: pensieri, emozioni e tanta comunicazione in memoria di Betty Sabatino
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Una donna dell’8 marzo e un 8 marzo degno del suo essere donna… Un pensiero fecondo che vuole ancora seminare, il ricordo di una rosa che non smette di profumare, parole che aprivano alla mente gli occhi del cuore, emozioni a taglio di coltello, ricordi d’affetto che si snocciolavano a caminetto, tanti semi ancora piantati tra i banchi della crescita.
Così, nella grande Sala del Consiglio di Palazzo di Città, nel corso di una cerimonia ricca, intensa e felicemente veloce nonostante la “mole”, con una partecipazione ancora una volta ricchissima dei vari istituti di Cava e alla presenza delle massime autorità comunali, il Sindaco Vincenzo Servalli, la Presidente Lorena Iuliano, l’Assessora Ida Damiani, è andato felicemente in porto il Concorso scolastico letterario Le parole sono ponti.
Giunto alla sua quinta edizione, istituto già a poche settimane dalla sua precoce scomparsa, il premio è dedicato alla memoria della prof. Elisabetta Sabatino, per tutti Betty, educatrice di mente e di cuore, che ha saputo dare calore e colore a quel mondo comunque privilegiato che è la scuola, ritenendo che insegnare, oltre che informare, sia soprattutto formare, dialogare, far fiorire negli allievi i semi della “meraviglia”, della conoscenza, della comunicazione.
Il tema di quest’anno, “Il dialogo non è la somma di due monologhi”, è come sempre tratto dal pensiero di Betty, che dal 2017 ha trovato collocazione nel libro “La felicità del pensare”, una raccolta dei suoi scritti e delle sue azioni sempre feconde e stimolanti, ispirate al principio che si fa lezione con i ragazzi non ai ragazzi, e che la prima materia è la vita, da imparare a gestire con la coscienza delle scelte, vale a dire con l’ “Amica Sofia”, quella filosofia che è cuore pulsante della quotidianità e non arida astrazione. Una “filosofia” che ha come stelle polari proprio il dialogo, la comunicazione, come è stato adeguatamente evidenziato anche dal Sindaco Vincenzo Servalli e dalla Dirigente Raffaela Luciano nell’introduzione all’opuscolo che annualmente viene redatto e distribuito e contenente tutti i testi vincitori.
Ricordando che le tematiche trattate sono state spesso di scottante attualità (vedi le comunicazione in famiglia, la violenza sulle donne, la diversità tra le culture), e fermo restando che i vincitori veri sono stati ancora una volta tutti gli oltre trecento “partecipautori”, per il fatto stesso di aver “pensato al pensare, alla sua “felicità”, alla meraviglia dei ponti rispetto allo squallore dei muri, ci sembra giusto qui citare quelli di quest’anno. Sono stati scelti dalla giuria composta da Paola e Barbara Sabatino, sorelle di Elisabetta, dalla Dirigente Gabriella Liberti, amica del cuore di Betty, dalla prof. Luisa Ferrara e dal sottoscritto scrivente Franco Bruno Vitolo, che ha anche condotto, come sempre, la manifestazione.
I lavori, con la consueta bravura, sono stati letti da Pasquale Senatore e Giuliana Carbone, brillanti protagonisti della compagnia teatrale Tempr-Art, diretta da Clara Santacroce e Renata Fusco. Un gradito e gradevole intermezzo musicale è stato offerto dal Gruppo del Liceo Musicale “Marco Galdi”.
Scuole primarie
1° Premio: Il re chiacchierone, di Laura Trezza, Ilaria Matrisciano,Melissa Giorgia Oliva e Anna Chiara Di Domenico, Scuola elementare “Epitaffio” VA – IV Circolo Cava de’ Tirreni
2° Premio:Le Parole sono colori, di Maria Chiara Di Domenico e Francesca Ferrara – Scuola elementare “S. Lucia” VB – IV Circolo Cava de’ Tirreni
3° Premio: La soluzione, di Alessio Vitale – Opera Pia “Di Mauro”
Menzioni speciali:
Tito Di Domenico – IV Circolo – plesso “Epitaffio” – V B
Chiara Adinolfi – I Circolo – plesso “S. Martino”
Lorenzo Maria Siani – IV Circolo – plesso “S. Giuseppe al Pozzo”
Emma Lamberti e Elena Sorrentino – IV Circolo – plesso “S. Anna”
III Circolo didattico – plesso SS. Annunziata – Classe V
Lorenzo Lodato – I. C. “Carducci Trezza” – V C
Noemi Volzone e Emanuelita Lambiase – IV Circolo – plesso “Epitaffio” – V B
Lorenzo Maria Landi – II Circolo – plesso “Della Corte”
Ludovica Mosca – I Circolo – plesso “Don Bosco” – V E
Denis Horvath – IV Circolo – plesso “S. Lucia” – V B
Scuole secondarie di primo grado
1° Premio – Tra i banchi di scuola, di Walter Lambiase – S. M. S. Balzico – II B
2° Premio – Fianco a fianco dietro al banco – Silvana Pirollo- I. C. Giovanni XXIII – III G
3° Premio – Un monologo e un dialogo – Francesca Guerrazzi – I. C. Giovanni XXIII – I D
Menzioni speciali:
Ginevra Esposito – I. C. Giovanni XXIII – I D
RosannaViola – I. C. Giovanni XXIII – II H
Sophie D’Amato – I. C. Giovanni XXIII – I F
MichelaDi Martino – I. C. Giovanni XXIII – II H
Maria ChiaraMatonti – I. C. Giovanni XXIII – I E
SimoneBasso – I. C. Carducci Trezza – II C
Manuel Faella – S. M. S. Balzico – I N
Scuole secondarie di secondo grado
Primo premio – Il dialogo, oltre il limite e le differenze, di Maria Giordano – Liceo Classico “Marco Galdi”- Classe IV B
Secondo premio – Elogio del monologo, di Raffaele D’Elia – Liceo Classico “Marco Galdi” – Classe IV B
Terzo premio – Andrà tutto bene! – diNaida Albino – IIS “Filangieri”- Classe V P
Menzioni speciali:
Mara Giangregorio – Liceo Scientifico “A. Genoino”
Gian Mario Di Prisco – IIS “Filangieri”
Giovanna Bifera – IIS “Filangieri”
Luigi Pascale – IIS “Della Corte-Vanvitelli”
Serena Autieri – Liceo Classico “Marco Galdi”
Gaia Mirra – Liceo Classico “Marco Galdi”
Alla fine, tutti insieme affettuosamente davanti allo schermo a salutare Betty attraverso il bel video preparato per l’occasione. Abbracci caldi e sinceri di un incontro carico di emozionata umanità. E appuntamento alla prossima edizione: e chissà che non sia la prima “oltrevalle”…
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Franco Bruno Vitolo | 10 Marzo, 2018
Presentata a Palazzo di Città “Parole, segni, colore”, la sesta edizione dell’Annuario dell’Accademia “Arte e Cultura”
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Ricco di poesie, di dipinti, sculture, fotografie, impreziosito dalle notazioni critiche per ogni autore, strutturalmente semplice eppure bello ed elegante: è Parole, segni e colore, l’Annuario dell’Accademia Arte e Cultura, una ultraventennale istituzione artistica fondata dal cavese Michelangelo Angrisani con sede a Castel San Giorgio, paese natio del fondatore. La sua sesta edizione è stata presentata presso la Sala del Consiglio Comunale di Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, nel corso di una manifestazione arricchita dalla presenza del Presidente del Consiglio Comunale, Lorena Iuliano, dal prof. Fabio Dainotti, che ha redatto alcune recensioni critiche (le altre sono state scritte dalla new entry prof. Emanuela Ingenito e per la maggior parte dal sottoscritto scrivente, che ha anche condotto la serata.
È stato l’ennesimo momento di festa e di riconoscimento per un’Accademia che oramai da anni sa offrire un importante punto di riferimento e di lancio per il territorio. ha alle spalle un’attività intensa e prestigiosa: promozione sul campo, corsi di formazione, valorizzazione di artisti locali e non, spazio per ii “baby artisti”, gran vivaio di Cultura, un Concorso Internazionale di Pittura e di Letteratura, apertura di legami stabili con altri paesi, in primis la Romania (ma esistono rapporti anche con pittori israeliani, francesi, belgi, brasiliani e spagnoli).
Il merito principale va al suo fondatore, Michelangelo Angrisani, artista di riconosciuti prestigio e qualità, che attraverso la varietà delle forme espressive usate (figurativo classico, figurativo simbolico, figurativo vago su materia, sculture) trasmette un intenso messaggio etico ed esistenziale, intriso di una religiosità oltre le forme rituali, dolorosamente gioiosa e pacatamente egualitaria. Nel suo campo egli è anche innovativo, come dimostra la tecnica che più lo caratterizza: il cosiddetto colore del legno, cioè il dipingere nel legno e senza stravolgerne le tonalità cromatiche originali, a riaffermare che un ponte rispettoso tra uomo e materia e quindi tra uomo e natura e quindi tra uomo e Dio.
Se padre e anima dell’Accademia è Michelangelo Angrisani, non bisogna però dimenticare che essa non avrebbe forza e contenuto senza il contributo dei suoi magnifici artisti. Giusto allora ricordare uno per uno i protagonisti dell’annuario 2017-2018.
Luigi Abbro, Nancy Avellina, Antonio Arpaia, Gaetano Cerino, Carmine Avagliano, Filomena Baratto, Maria Rosella Cetani, Saverio Barone, Vincenzo Caccamo, Giuseppina Califano, Paola cetani, Raffaella Cerino, Anna Cervellera, Antonietta Ciancone, Filippo Chiappara, Ettore Cicoira, Antonietta Maria Ilaria Cicale, Maria Flora Cocchi, Sofia Colaiacovo, Lucia D’Aleo, Donato D’Angelo, Paola De Lorenzo, Eugenio Di Leva, Fiorello Doglia, Assunta Gneo, Ignazio De Rosa, Giuseppe Di Mauro, Pasquale Esposito, Marilena Fanfani, Emanuela Ingenito, Contrut O’Ion, Rosanna Ferraiuolo, Adriana Ferri, Gianna Formato, Sandra Gigantino,Silvana Lazzarino, Alessandro Lolletti, Jeanine Lucci, Angelino Malandruccolo, Olga Matera, Rosaria Minosa, Annabella Mele, Gennaro Pascale, Emanuele Occhipinti, Stefania Ortolani, Pasqualina Petrarca, Giuseppe Panella, Nicolae Adrian Popescu, Giuseppe Romano, Maria Raffaele, Rosa Ricciardelli, Giovanni Rotunno, Maurizio Santoro, Lorenzo Siani, Lucia Sottili, Maria Stimpfl, Francesco Terrone, Angela Maria Tiberi, Liliana Scocco Scilla, Stefania Siani, Giancarlo Trapanese, Pilar Segura Badia, Giammaria Trotta, Amalia Viti, Sergio Zappia, Dina Zilberberg, Francesca Vitagliano, Rosaria Zizzo, i Baby Artisti Andrei Dumitru Baciu Bianca Elena Raileanu,, Constantin Iulian Lucaci Mariana Larisa Dragomir, Vincenzo Middei, Nicoleta Andreea Onisimiuc, Laura Orosanu,Denisa Paraschiva Juganariu,Andreea Spetco, Mihai Gabriel Ursulean, , i collaboratori esterni Luigi Crescibene, Fabio Dainotti, Emanuele Ingenito, Rita Occidente Lupo, Franco Bruno Vitolo.
È bello sapere che si siete. Buon viaggio, amici!
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