CavaViva
Fatti, fattarielli ed eventi della vita culturale a Cava … e dintorni. A cura di Franco Bruno Vitolo.
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Musica della solidarietà per Melania e la sua famiglia
La solidarietà è sempre musica, ma la musica può spesso essere anch’essa sinonimo di solidarietà.
È capitato recentemente con l’iniziativa “Un concerto per Melania”, svoltasi nella Basilica dell’Olmo, per raccogliere fondi a beneficio della famiglia di Melania, una bambina di tre anni sottoposta a continue cure mediche per una seria malattia del sangue.
È stata una serata molto calda, per lo spirito che l’animava, ed anche per la qualità dei musicisti ed il fascino dei pezzi interpretati. Protagonisti, il violinista Antonio Autieri, maestro presso il Conservatorio di Salerno, il Maestro Adiutore Loffredo, al basso continuo, maestro presso il Conservatorio di Salerno, e la studentessa dell’ottavo anno Giovanna Trapanese, violinista, che si è saputa inserire nel terzetto con una sicurezza ed una incisività da applausi e sorrisi. Insomma, una maestra in pectore.
Al centro della serata, musiche di Vivaldi, Tartini, Corelli, Pergolesi, Mascagni. Artefici, oltre ai musicisti, i Padri Filippini della Basilica dell’Olmo, il pittore Emilio Socci donatore di un suo quadro ed il caro Antonio Oliviero, appena reduce dagli zampilli del nuovo “pozzo” della Casa di Riposo presso Medjugorje, fluenti grazie all’opera sua e di tanti amici del territorio.
Ma quello che conta era il risultato: sono stati raccolti oltre seicento euro, che si aggiungono alle cifre delle iniziative già fatte per Melania e che, speriamo, saranno “raggiunti” dalle somme che si spera di raccogliere per quelle da organizzare in futuro. Del resto, i nostri musicisti, bravissimi con le corde degli strumenti, sono bravissimi anche per la dolcezza delle corde del loro cuore e sono già disposti a fare il bis. Si attende solo la porta aperta di qualche altra parrocchia o, magari, chissà, anche della Sala Comunale.
L’importante è che la famiglia di Melania sia supportata nel suo difficile e oneroso cammino accanto alla piccola (Per info o donazioni tel. 3284752998 o 3287546314). E alla fine, a guarigione raggiunta, potremo dire che il cin cin sarà proprio di vero “cuore” …
Silvio Gravagnuolo, Cavaliere della Repubblica, Cavaliere del Lavoro … e della vita
È stato nominato Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana il Dott. Silvio Gravagnuolo, che riceverà ufficialmente l’investitura domenica 2 giugno, nel corso di una solenne cerimonia presso la Prefettura di Salerno.
Il Dott. Gravagnuolo, cavese doc, nel corso dei suoi ottantatre anni di vita, si è distinto costantemente per le qualità professionali ed umane e per la fattiva partecipazione alla vita sociale della Città.
Nel 1961, dopo la laurea in Medicina e la specializzazione in Igiene e Medicina preventiva, fondò il Laboratorio di analisi cliniche (uno dei primissimi in città) che tuttora porta il suo nome e che è ancora sito in via Garzia, all’incrocio con il Corso Marconi di fronte al Social Tennis, e (con la gestione di Raffaele ed Eugenio Gravagnuolo, figli del Dott. Silvio, che non fa mai mancare comunque il suo occhio vigile ed affettuoso) rappresenta tuttora un punto di riferimento significativo per le strutture sanitarie cittadine e territoriali: un felice connubio tra la qualità delle strutture ed il calore di un’azienda familiare.
Silvio è stato inoltre uno dei protagonisti della nascita e della crescita dell’Unità Sanitaria Locale, grazie all’impegno profuso in un poliambulatorio che era diventato uno dei fiori all’occhiello della sanità salernitana.
Lunga e feconda è stata anche l’esperienza nel sociale, iniziata fin dai primi anni Cinquanta, quando, da Consigliere dell’Ente Comunale di Assistenza, Silvio Gravagnuolo ha proposto e realizzato numerose iniziative volte ad alleviare le sofferenze dei meno abbienti attraverso l’assistenza gratuita e l’assegnazione temporanea degli alloggi, contribuendo all’istituzione di una Mensa di Carità.
A completare il ritratto della persona umana e sociale di Silvio Gravagnuolo, ci sembra significativo ricordare la sua partecipazione alla vita cittadina, ora come Consigliere dell’Azienda di Soggiorno e Turismo, in cui ha dato un forte contributo per la qualificazione dell’immagine di una Città tutta da amare e da conoscere, ora come Dirigente della Cavese, ora soprattutto come membro dell’Ente Comitato Monte Castello, organizzatore di una sagra storico-folkloristica che ha oltre 350 anni di vita. Durante il periodo della sua collaborazione avvenne l’incontro con il grande regista televisivo Tovaglieri (scenografo de “I Promessi sposi”) ed il prestigioso Panzera (fuochista ufficiale del mondiale di Calcio Italia ’90), con la realizzazione di edizioni memorabili.
Silvio Gravagnuolo non ha mai avuto bisogno di aspirare alle cariche. È sempre stato caricato a mille dal suo lavoro, in sinergia con una famiglia unita e felice (tre figli e sei nipoti), che ha come stella polare la coppia d’oro (e d’acciaio) di Silvio e dell’adorata moglie Gianna, sposi da ben 52 anni. Formano un nucleo che a detta di tutti è un grande testimonial del matrimonio, della famiglia, dei valori più caldi e profondi della vita.
In questo senso è stato ed è fino in fondo Cavaliere. Cavaliere del Lavoro per tutto quello che ha dato ed ha prodotto, Cavaliere della Vita, per tutto quello che è stato ed è ancora.
Con Amalia De Simone e Isaia Sales, nel nome di Giancarlo Siani, giornalista vittima della camorra
È andato alla grande anche il terzo appuntamento della serie “Pagine di parole- conversazioni sul giornalismo”, organizzato dall’Associazione Giornalisti di Cava e Costa d’Amalfi “L.Barone”, come sempre svoltosi nella magnifica ed attrezzatissima sala rossa della Mediateca Marte di Cava de’ Tirreni.
Dopo il brillante e provocatorio esordio con la free lance Laura Battaglia, intervistata da Bianca Senatore sulle sue esperienze nei paesi arabi, alternative e soprattutto “dirette” e senza veline, e la stimolantissima conversazione politico-cinematografica con Renzo Rossellini intervistato da Franco Bruno Vitolo sulle “documentazioni” filmiche del padre, il grande regista Roberto, e sulle sue partecipazioni personali alle vicende nazionali ed internazionali, sulla nascita “rivoluzionaria” di Radio Città Futura, venerdì 24 maggio è stato il turno di Amalia De Simone, intervistata dalla VicePresidente della “Barone” Imma Della Corte. Coraggiosa giornalista “di strada”, capace di entrare nel cuore dei meccanismi della malavita e di affrontare anche tutti i rischi del caso, oltre ad essere corrispondente incisiva del Corriere, è attualmente una delle voci più vive di Radio Siani, la radio web intitolata a Giancarlo Siani, il giornalista napoletano ucciso a soli ventisei anni dalla camorra per i suoi servizi “non allineati”, che avevano scatenato la reazione del boss di Torre Annunziata Valentino Gionta.
Sulla linea coraggiosa di Siani si muove la radio e si muove anche la nostra De Simone, che opera per voce, su carta ed anche in video. Ne ha mostrati due dei suoi, dal contenuto dirompente: un’intervista a Scampia sul traffico della droga, con diretti protagonisti, ed un servizio dall’estero con la voce intercettata di un finanziere (legale) che spiega come ha intenzione di riciclare il denaro camorristico (illegale). Minacce ne ha ricevute e ne riceve, ma non solo dalla malavita organizzata. Infatti, per aver fatto causa di lavoro al Mattino per i servizi sottopagati, ne è stata ripagata con una richiesta di risarcimento di cinquantamila euro per una causa persa dal giornale in seguito alla denuncia per un articolo dal titolo “imbarazzante” e dal contenuto noto ma altrettanto imbarazzante per certa gente che conta.
Coraggiosa e spesso precaria, quindi, la nostra Amalia, come Giancarlo Siani, ma capace di lanciarsi in inchieste scottanti anche con contratti solidi, quindi non solo per “farsi notare”. Non a caso ha ricevuto vari premi nazionali ed internazionali, è stata finalista al premio Ilaria Alpi ed è stata citata dal Presidente dell’Ordine dei Giornalisti come un modello di giornalista d’inchiesta ed anche purtroppo di giornalista attaccata dai poteri vari.
L’incontro, ottimamente condotto dalla Vicepresidente della “Lucio Barone” Imma Della Corte, con interventi ad hoc del Presidente Walter Di Munzio, dell’Assessore alla Cultura Teresa Sorrentino e dell’addetto PR del Marte Davide Speranza, ha appassionato e coinvolto il pubblico presente, così come gli interventi puntuali e come al solito “speleologici” dell’altro ospite della serata, il Prof. Isaia Sales, docente di Storia della Criminologia presso l’Istituto Orsola Benincasa di Napoli e noto e stimatissimo “filosofo della camorra”, autore di numerose pubblicazioni profonde, incisive e provocatorie.
Sales ha parlato della cultura malavitosa, della tendenza dei boss napoletani a farsi notare per acquistare prestigio, a differenza dei mafiosi più abituati ad operare nell’ombra, della diffusione della criminalità a livello internazionale, Messico in primis, dell’importanza di non legarsi troppo agli stereotipi dell’omertà, considerando le tante, troppe violenze contro persone scomode e la diffusione di una coscienza civile sempre più forte che potrebbe portare ad isolare efficacemente il mondo della criminalità, unico strumento questo per sconfiggerla veramente. Su questo terreno, ha anche adombrato un’altra soluzione: la legalizzazione delle droghe, che taglierebbe molto spazio alla criminalità, rendendo impossibile la moltiplicazione esponenziale dei ricavi, così come, fatte le debite proporzioni, negli USA molti meccanismi criminali si incepparono dopo l’abolizione del proibizionismo.
Alto livello ed interesse, quindi. E grande attesa anche per i prossimi incontri, il 5 giugno al Marte, con Marcella Ciarnelli, quirinalista de L’Unità (intervistata da Walter Di Munzio), e il 12 giugno al Social Tennis Club sul gornalismo enogastronimico con Luciano Pignataro, caporedattore de “Il Mattino”, (intervistato da Franco Romanelli), a conferma che la strada degli incontri di livello a serie ed in luoghi di prestigio, scelta dalla Lucio Barone si sta rivelando proprio buona e giusta.
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Sara e Flavia, la prima volta in RAI.
La puntata raccontava la drammatica vicenda di Antonella Russo, studentessa di Solofra, uccisa, a soli ventitré anni, con quattro colpi di pistola al volto dal compagno della madre, che lei aveva avuto il coraggio di denunciare per le violenze che infliggeva a sua mamma.
La fiction più che dialoghi richiedeva immagini ed espressioni che documentassero la narrazione, per cui Sara e Flavia hanno lavorato soprattutto di corpo e di volto Flavia interpreta Antonella da ragazzina, nei giorni dolorosi della perdita improvvisa del padre per un infarto. Sara, anche nella finzione, è sua sorella, coinvolta nel momento drammatico che fermò il cuore del padre e cambiò la vita alla famiglia. Non avendo dovuto ripetere più di tanto le scene, avendo ricevuto commenti gratificanti dai responsabili della trasmissione (soddisfatti per aver scelto bene nel corso dei provini) e allegri complimenti da telespettatori amici e telespettatori puri, possiamo dire che la loro prima volta è andata decisamente bene.
Prima volta in RAI, naturalmente, perché sulla scena Sara e Flavia ci stanno da tempo: Sara da sette anni alla scuola di Mimmo Venditti, Flavia reduce da spettacoli scolastici con Peppe Basta.
E continueranno a starci, quest’anno tutte e due con Mimmo Venditti. E ormai ci hanno preso gusto e ci staranno con ancora più slancio, entusiasmo e qualità. Sperando naturalmente che arrivi la “seconda volta”…
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Alex Giordano, alla scoperta dell’innovazione sociale.
Sempre più “cosmopolita”, il nostro Alex Giordano, enfant terrible delle tecniche della comunicazione, che stavolta ha puntato al bersaglio grosso, pubblicando insieme al ricercatore svedese Adam Arvisson Societing reloaded (Eges editore), una raccolta di saggi dal titolo inglese ma scritti in italiano, rigorosamente e creativamente affacciati su una suggestiva finestra sul futuro. E non a caso nel tempietto del nostro futuro, cioè alla Mediateca Marte, è stata presentata giovedì 9 maggio u.s.
Al centro dei saggi la tendenza, o se vogliamo la necessità, del societing o social innovation, dell’economia improntata alla responsabilità sociale, capace di non escludere il profitto individuale ma anche di non causare perdite sociali, sviluppando le sue azioni in chiave di solidarietà, o di creazioni di nuove forme di lavoro. Insomma, come dice il giornalista Giancarlo Bosetti su “Repubblica”, che rivolge particolare attenzione anche al saggio di Alex e Adam, sarebbe come il ripercorrere una strada come ai tempi delle crisi prodotte dalla rivoluzione industriale: ad esempio, la creazione di asili nido o di enti attivi per i lavoratori diede conforto e procurò nuovi posti di lavoro.
Potrebbe essere l’ anello mancante del capitalismo, il matrimonio ideale tra economia ed un consumo improntato ad “autenticità, dieta, lentezza, misura”. Soprattutto, potrebbe risultare una delle chiavi che ci potranno permettere di uscire dalla crisi se non respirando a pieni polmoni, almeno senza boccheggiare.
Il saggio è rivolto agli esperti della comunicazione, ma è fruibile da chiunque abbia un minimo di conoscenza dei meccanismi della comunicazione e degli effetti sociologici della tecnologia. Comunque, apre un taglio originale nel dibattito ancora un po’ asfittico sulle prospettive ancora troppo nebulose del nostro domani.
E non a caso se ne sono già interessati gli organi di stampa più avanzati. Ora, ad avanzare dovrà essere il dibattito, e con esso il libro, e con esso il nostro Alex, da sempre acuto cane da fiuto di tutto ciò che nuovo.