ambiente & territorio
Ricominciamo dalla Bellezza: diamo la parola ai giovani
BENEVENTO. Si conclude il progetto “Ricominciamo dalla Bellezza: diamo la parola ai giovani!”, promosso dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e realizzato da Legambiente Campania.
Giovedì 23 febbraio ore 11.00 presso il Museo del Sannio di Benevento, in Piazza Santa Sofia, Legambiente presenta i risultati dell’indagine statistica sulla percezione del fenomeno dell’illegalità e l’atteggiamento dei giovani sull’ambiente nella città di Benevento. Saranno presenti Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania, Rosario D’Angelo, direttivo Legambiente Campania, Dott. Giovanni Conzo, Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica di Benevento, Dott.ssa Donatella Palumbo, Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento
Riscoprire la bellezza del territorio attraverso lo sguardo dei giovani per un processo di rigenerazione urbana sostenibile si è posto come principale obiettivo quello di impegnare i giovani nella promozione e nella pratica della cultura della legalità e della bellezza nell’ambito del territorio regionale campano, attraverso l’approccio della ricerca/azione, in modo da integrare le conoscenze acquisite a livello teorico con la sperimentazione pratica dei possibili cambiamenti migliorativi. Il processo di coinvolgimento dei giovani è passato attraverso la scoperta o la riscoperta della bellezza del territorio, delle buone pratiche di sostenibilità, del fermento innovativo che anima tanti di loro, per innescare un processo di #rigenerazione del tessuto socio-economico e soprattutto culturale della nostra regione che si sviluppi non “per” i giovani ma “con” i giovani.
Festa di Corpo al 4° Reggimento Carri: celebrato il 76° anniversario dei fatti d’Armi di Tobruk
PERSANO (SA). In occasione del 76° Anniversario dei fatti d’Armi di Tobruk è stata celebrata presso la Caserma “P. Capone”, sede del 4° Reggimento Carri di Persano (SA), la tradizionale festa di Corpo dell’Unità corazzata appartenente alla Brigata Bersaglieri “Garibaldi”. Il Comandante di Reggimento, Colonnello Salvatore Alessandro Sarcià, nella sua breve allocuzione, ha ricordato e onorato le eroiche gesta dei carristi che si batterono nella difesa della località di Tobruk in Africa Settentrionale nel gennaio del 1941 e per cui il Reggimento fu insignito, con Decreto del 12 Ottobre 1953, di Medaglia d’Oro al Valor Militare. La cerimonia è iniziata con lo schieramento dei reparti in armi ed è poi proseguita con una deposizione di una corona d’alloro in ricordo dei Caduti di tutte le guerre, con la celebrazione della Santa Messa da parte del Cappellano Militare e con il rituale pranzo di Corpo. Nell’occasione il Comandante di reggimento ha consegnato i riconoscimenti tributati ad alcuni militari particolarmente distintosi nel corso dello scorso anno in operazioni. Al termine della cerimonia, un plotone di carristi è partito per Foligno per partecipare all’attività di soccorso in favore delle popolazioni del centro Italia colpite dall’emergenza neve e dal sisma. Inoltre, circa 140 tra uomini e donne del reggimento, sono attualmente impiegati nell’ambito dell’Operazione “Strade Sicure” con il Raggruppamento Campania, per garantire il presidio di punti sensibili e la sicurezza nelle province di Napoli, Caserta e Cosenza, in concorso e congiuntamente con le forze di Polizia.
L’Ausino é presente sul territorio con squadre per l’emergenza gelo
CAVA DE’ TIRRENI (SA). L’ Ausino S.p.A. in ragione della gelata del 07-08 gennaio ’17 che ha interessato i Comuni del territorio Area Costa d’Amalfi gestiti rappresenta che le problematiche manifestatesi nell’erogazione dei servizi idrici hanno una duplice matrice:
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Rottura contatori e/o montanti idriche private;
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Riduzione Idrica dovuta al calo fisiologico delle portate dal gruppo sorgentizio dell’Ausino nel Comune di Acerno.
L’Ausino S.p.A. ha già provveduto alla sostituzione di circa 500 contatori idrici e ad effettuare svariate decine di interventi sulle montanti idriche nei Comuni maggiormente colpiti dall’emergenza (Cava de’ Tirreni- Pellezzano- Baronissi- Agerola e Tramonti). Il lavoro degli operai continua senza sosta con l’obiettivo di ripristinare lo status quo ante l’inizio dell’emergenza. Al fine di ridurre al minimo le difficoltà nascenti dalla mancata erogazione dell’acqua, l’Ausino S.p.A., in aggiunta alla sua forza lavoro, che sta operando con innumerevoli ore di lavoro straordinario, ha provveduto ad affidare anche a società esterne le attività di sostituzione dei contatori idrici danneggiati.
Le richieste d’intervento pervenute a mezzo telefono, fax o posta elettronica, sono inserite in un elenco analitico suddiviso per Comune e per priorità di intervento, in base alla gravità della problematica segnalata.
Si comunica inoltre che gli operatori dell’Ausino S.p.A. sono in costante attività al fine di raccogliere e catalogare le segnalazioni in arrivo, dalle 7,30 del mattino alle 20 di sera.
In data odierna è stato attivato anche un’altra modalità di segnalazione da smartphone con l’utilizzo di messaggi su WhatsApp al numero 349 9516024, pregando di indicare: nome, cognome, comune, indirizzo, località/frazione (se necessario), recapito (se diverso da quello utilizzato), codice utente (se a disposizione) e tipologia di guasto.
Per fronteggiare la problematica contingente di cui al punto 2), si è già provveduto a ridistribuire le portate idriche sugli acquedotti esterni, incrementando la fornitura idrica a vantaggio delle zone maggiormente interessate dalla crisi. Ovviamente, con l’aumento della pressione di rete nelle zone interessate dalle gelate, le perdite idriche presso i contatori o le montanti idriche non ancora riparati, stanno subendo un incremento. Le disfunzioni termineranno non appena saranno state coperte intere zone di territorio, cosa questa che, con gli attuali ritmi di lavoro, termineranno in serata o, al massimo, nella giornata di domani.
Il Fiume Sarno ancora ostaggio di scarichi, rifiuti, pesticidi e consumo di suolo. Presentati risultati di Goletta del Sarno
SARNO (SA). Il fiume Sarno continua a versare in uno stato di forte sofferenza causato da scarichi di reflui urbani e industriali non depurati, inquinamento da fertilizzanti e pesticidi dell’agricoltura e difese naturali ridotte ai minimi termini. E se qualche risultato si intravede all’orizzonte, resta ancora tanto da fare considerato che ancora oggi più del 55% della popolazione che risiede nell’area non è servita da un impianto di depurazione. A conferma delle criticità ancora presenti i dati dei monitoraggi effettuati dai volontari di Legambiente: la metà dei punti campionati lungo l’asta principale del Sarno presentano criticità e l’80 per cento dei campionamenti lungo canali e corsi secondari presenta livelli di inquinanti considerevoli.
Legambiente rinnova quindi alla Regione Campania e agli enti preposti di avviare tutte le azioni per completare al più presto l’indispensabile rete di infrastrutture depurative e intraprendere controlli sempre più serrati contro chi continua a scaricare abusivamente.
Sono questi, in sintesi, i risultati delle indagini condotte da Goletta del Sarno, la campagna di monitoraggio del fiume Sarno, giunta alla sua terza edizione, promossa da Legambiente Campania e realizzata dal circolo Legambiente Valle del Sarno in collaborazione con la rete dei circoli Legambiente del Bacino del Sarno e il supporto tecnico della azienda Hach. Il dossier è stato presentato questa mattina presso il Dipartimento di Chimica e Biologia “Adolfo Zambelli” dell’Università degli Studi di Salerno nel corso di un seminario con gli studenti del Corso di laurea in scienze ambientali.
“I vari enti interessati al disinquinamento del Sarno hanno sicuramente proposto ambiziose soluzioni in questi anni, ma ad oggi è evidente che non solo non si riesce a porre un freno all’inquinamento del corso dell’acqua, ma neanche si è riuscito ad arrestare il consumo di suolo, il disordine insediativo e l’abusivismo edilizio che interessa l’area – dichiara Antonio Giannattasio, Segreteria Legambiente Campania -. Fermare i numerosi scarichi industriali e civili che ancora oggi inquinano il Sarno è sicuramente una delle priorità, come quella di procedere alla bonifica delle falde contaminate. Occorre però finalmente adottare in modo sistematico e trasversale criteri di riqualificazione fluviale che orientino qualsiasi intervento in ambito fluviale, a partire dal Grande Progetto Sarno fino alle manutenzioni che a vario titolo si realizzano. Non servono gli interventi spot o le spesso dannose azioni post-emergenza, ma un approccio integrato che passa necessariamente anche per la formazione e la sensibilizzazione della cittadinanza e degli amministratori pubblici.”
A dimostrazione che la mancata depurazione resta ancora una delle principali cause di inquinamento di questo corso d’acqua vi sono i dati al 2015 di copertura del servizio. Tra lavori mai progettati, altri in corso o ancora da appaltare la situazione è tutt’altro che rosea: il servizio di depurazione copre infatti appena il 45% del carico inquinante, espresso in abitanti equivalenti (AE), che arriva dal territorio. In pratica vengono convogliati in impianti di depurazione soltanto i reflui corrispondenti a 900mila abitanti equivalenti sui circa due milioni dell’area. Comuni importanti (Pompei, Ottaviano, Poggiomarino, San Giuseppe Vesuviano, Striano, Terzigno, Corbara, San Valentino Torio, Sarno, Scafati, Boscoreale, Casola di Napoli, Santa Maria la Carità) non sono ancora oggi serviti da nessun impianto di depurazione. Per diversi altri, invece, il grado di copertura non supera il 60% (Sant’Antonio Abate, Castel San Giorgio, San Marzano sul Sarno, Castellammare di Stabia e Gragnano) e per altri resta comunque inferiore all’80% (Mercato Sanseverino, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Sant’Egidio del Monte Albino, Siano, Torre Annunziata e Trecase).
Eppure da tempo l’Europa richiama l’Italia ad avere corsi d’acqua in buono stato. Nel 2015 è scaduto il termine per il raggiungimento degli obiettivi ambientali previsti dalla direttiva 2000/60, in termini di conseguimento (o mantenimento) del “buono stato ecologico” per tutti i corpi idrici.
“Ad oggi però circa il 60 per cento delle acque dei fiumi italiani si trova in uno stato di qualità insufficiente e un italiano su quattro non è servito da adeguata depurazione – sottolinea Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente –. I ritardi in questo settore costano multe salatissime all’Italia. Soldi che potrebbero essere spesi per mettere finalmente fine all’emergenza depurativa. Oggi, grazie alle legge sugli ecoreati, che prevede anche il reato di inquinamento ambientale, c’è finalmente un valido strumento per magistratura e forze dell’ordine, per contrastare chi continua a scaricare illegalmente. Serve però soprattutto la volontà politica, perché una corretta gestione della risorsa idrica deve prevedere azioni e strumenti precisi coinvolgano tutti gli attori interessati per poter arrivare a coniugare la qualità dei corpi idrici con la mitigazione del rischio e lo sviluppo socio economico delle comunità locali”.
Il monitoraggio svolto da Legambiente non vuole assolutamente sostituirsi o compararsi con quello realizzato dall’Arpac, unico soggetto in Campania titolato a valutare la qualità ambientale dei fiumi, attività che deve essere svolta secondo le articolate modalità definite dalle vigenti disposizioni di legge. Tuttavia, il monitoraggio realizzato consente di effettuare valutazioni utili per favorire la ricerca delle cause della contaminazione e promuovere interventi coerenti a conseguire sicurezza e qualità ambientale come previsto dalle Direttive “Acque” e “Alluvioni”. I campionamenti sono stati effettuati tra il 22 e il 25 agosto 2016.
Il primo e principale monitoraggio ha riguardato 21 prelievi di acqua lungo l’intero bacino del Fiume Sarno, compresi i torrenti Cavaiola, Laura e Solofrana utilizzando il LIMeco, un indice sintetico introdotto dal D.M. 260/2010 per la determinazione dello stato ecologico dei corsi d’acqua. Riguardo all’asta principale del Sarno, i campionamenti svolti in prossimità delle sue tre principali sorgenti nel comune di Sarno (Santa Maria a Foce, Mercato Palazzo e Santa Marina) danno risultati, con classi di qualità del LIMeco rispettivamente di elevato, scarso e buono. Peggiora la situazione rispetto allo scorso anno di Rio Palazzo, mentre Rio Santa Marina migliora rispetto allo scorso anno. Procedendo verso valle per i due punti di campionamento successivi di Striano, San Marzano lo stato è sufficiente; quello successivo di Scafati è scarso e peggiora ulteriormente a Pompei dove si rileva una classe di qualità “cattivo”. L’ultimo punto di campionamento alla foce del Sarno a Castellammare di Stabia è risultato “scarso” come lo scorso anno. Passando ai tributari, per il torrente Solofrana quest’anno sono stati campionati otto punti: il primo in località Bocche alle sorgenti del Solofrana ha una classe elevata. Nei punti successivi da Montoro a Nocera Inferiore si è rilevata una classe di qualità del LIMeco attestata su “scarso”, ad eccezione dei punti in località San Vincenzo e Piazza del Galdo di Mercato S. Severino che è risultata invece “sufficiente”. Effettuato anche il campionamento delle acque del torrente Laura a Montoro, per entrambi i campioni prelevati lo stato di qualità è “buono”. Per la Cavaiola il primo punto di campionamento a Cava dei Tirreni è risultato cattivo mentre per il secondo a Nocera Superiore è stata registrata l’assenza di acque. Infine è risultato con un indice “cattivo” il primo punto sull’Alveo Comune a Nocera Inferiore e “scarso” il secondo punto a Pagani.
A questo monitoraggio chimico fisico è stato associato quello biologico condotto con le metodologie IFF e IBE, con cui sono stati rilevati prevalenti livelli di funzionalità tra “mediocre” e “pessimo” stabiliti con l’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) laddove, trattandosi dei tratti della Solofrana e del Sarno prossimi alle sorgenti, c’era da attendersi i risultati migliori. Analogo riscontro ha fornito il monitoraggio condotto con l’Indice Biotico Esteso (IBE) in due stazioni prossime alle sorgenti, in località Foce e località Lavorate a Sarno, e quindi da attendersi messe meglio, che sono risultate corrispondenti ad una “classe III” di qualità ed a un giudizio di qualità “ambiente alterato”.
Un secondo monitoraggio ha riguardato, invece, i canali secondari ed altre criticità segnalate dai cittadini a Legambiente: valloni situati nell’alto Sarno (Solofra e Montoro), canali del basso e Medio Sarno (San Valentino Torio, Poggiomarino, Scafati, Angri, Pompei e Torre Annunziata, gli scarichi provenienti dalle vasche Pianillo e Fornillo e infine il torrente Vernotico a Castellammare di Stabia. Ben dodici dei quindici punti monitorati presentavano criticità rispetto a diversi parametri presi in esame. Per questo monitoraggio i valori riscontrati sono stati confrontati con quelli previsti dal decreto per il riutilizzo ai fini agricolo e/o industriale delle acque reflue depurate (tra gli inquinanti verificati ammoniaca, azoto, fosforo, nitrati). Un confronto che permette di valutare la qualità delle acque, relativamente a questi parametri, e capire quanto queste, prelevate principalmente in canali di bonifica che nascevano per il drenaggio e per l’irrigazione, sono lontane dagli standard di qualità per un loro possibile riutilizzo.
All’interno del dossier vengono inoltre presentate alcune delle criticità riscontrate lungo il tratto fluviale e segnalate dagli stessi cittadini. Esempi che raccontano molto della difficile compresenza delle abitazioni, delle attività agricole, delle attività produttive e delle aree naturali: la forte presenza di rifiuti solidi urbani di varia natura o a scarti delle attività produttive, la strana colorazione delle acque e la presenza di schiume che fanno presumere agli abitanti la presenza di scarichi civili e scarichi pericolosi, ai cattivi odori che rendono l’aria irrespirabile per i residenti lungo i corsi d’acqua. A questa problematica va aggiunta quella legata ai fenomeni che si verificano in concomitanza con le piogge quando canali e vasche inondano in particolare vaste porzioni di aree urbane e aree agricole con danni per il raccolto, oltre alla preoccupazione per la distribuzione degli inquinanti nei suoli sui quali in seguito si continuerà a coltivare. Ancora, i danni che gli inquinanti solidi e liquidi provocano alle aree dall’elevato valore naturalistico, paesaggistico e ambientale.
Festa dell’albero di Legambiente: “Piantiamo alberi contro il consumo di suolo”
NAPOLI. Domenica 20 e lunedì 21 novembre torna in tutta la Campania la Festa dell’albero organizzata da Legambiente. Tante le iniziative previste nei territori, dove grazie alla piantumazione di giovani alberi, zone degradate, parchi cittadini e cortili delle scuole guadagneranno in vivibilità e nuova bellezza. All’invito di Legambiente per celebrare la festa hanno risposto nella nostra regione circa 150 classi, che coinvolgeranno più di 15 mila studenti, e si prevede nella due giorni la piantumazione di centinaia di piante.
In particolare, questa edizione della Festa è dedicata al fenomeno del consumo di suolo. In Campania è ancora fortissima la tendenza a cementificare disordinatamente il suolo libero. Un consumo dovuto principalmente alla costruzione di nuove infrastrutture, di insediamenti commerciali e all’espansione di aree urbane a bassa densità, senza dimenticare la marea grigia di cemento illegale. I dati del Rapporto ISPRA sul Consumo di suolo in Italia 2016 elaborati da Legambiente sono eloquenti: in Campania viene superato il 10% di suolo consumato, con un incremento dello 0,6% rispetto agli ultimi dati del 2012. A livello provinciale maglia nera per la provincia di Salerno con 43.807 ettari di suolo consumato nel 2015 pari al 9,2 % di suolo consumato; segue la provincia di Napoli con 39.618 ettari di suolo consumato pari al 33,8% di suolo consumato; segue la provincia di Caserta con 26.168 ettari pari al 9,9% del suolo consumato. Chiudono la provincia di Avellino con 19.481 ettari di suolo consumato pari al 7% del suolo consumato e la provincia di Benevento con 13.797 ettari (pari al 6,7 %).
Molti degli appuntamenti – tra cui, solo per citarne alcuni, quelli di Napoli, Pontecagnano, Battipaglia, Caserta, Terzigno, Avellino – saranno l’occasione per condividere e approfondire i contenuti della petizione #salvailsuolo, la campagna di raccolta firme promossa da cittadini europei per chiedere all’Unione una direttiva contro il consumo di territorio. Ogni anno in Europa vengono inghiottiti dal cemento 1000 chilometri quadrati di suolo nell’assenza totale di norme condivise che lo difendano. Per questo oltre 300 associazioni in tutta Europa tra cui Legambiente, insieme ai cittadini, si sono mobilitati per chiedere all’UE norme specifiche per tutelare il suolo, bene essenziale alla vita, come l’acqua e l’aria.
Domani anteprima nazionale a Giffoni Sei Casali con messa a dimora di Alberi presso Parco Pineta Capitignano. Lunedì 21 novembre il circolo di Legambiente Parco Letterario Vesuvio e il Museo e il Real Bosco di Capodimonte, con la collaborazione dell’Assessorato all’Ambiente del Comune di Napoli e la Municipalità 3 – Stella San Carlo, organizza presso il Bosco di Capodimonte una mattinata di impegno e di festa con scuole e cittadini per conoscere il Parco e il Bosco e sensibilizzare alla cura e all’amore per alberi, piante e verde pubblico. A piantumare saranno gli studenti del Liceo Statale Don Lorenzo Milani e della Scuola media G. Verga di Napoli ai quali si uniranno altre scuole del territorio il personale addetto e i volontari di Legambiente. Durante la mattinata le scuole parteciperanno all’inaugurazione del progetto Phallaina, installazione audiovisiva di Marietta Ren: un dispositivo narrativo “ibrido” composto da un romanzo grafico digitale e da un affresco visivo, sonoro e interattivo, ospitato per la prima volta dal Museo. Sempre a Napoli, appuntamento con gli studenti del ITIS Da VINCI di Napoli che ripuliranno i cortili della scuola e metteranno a dimora piante e arbusti della macchia mediterranea. A Pozzuoli presso l’Auditorium dell’Istituto Magistrale Virgilio avrà luogo un’assemblea plenaria tra le associazioni e i ragazzi della IVQ e IVR su varie tematiche: Festa dell’Albero, sfruttamento intensivo del suolo, legalità. Successivamente partenza dalla scuola ed arrivo al Parco attrezzato di via Vecchia delle Vigne a Pozzuoli per la piantumazione di due alberi e incontro con i familiari delle vittime innocenti delle mafie a cui la piantumazione degli alberi è dedicata. A Terzigno cittadini e studenti saranno impegnati nella piantumazione di alberi nelle zone oggetto di incendi nel corso dell’estate e ora a rischio di dissesto idrogeologico. Iniziative anche a Eboli con piantumazione di alberi della macchia mediterranea presso gli Orti di città, presso il Liceo Artistico e nell’area adiacente alla Basilica di San Pietro alli Marmi e a Battipaglia dove la festa dell’Albero sarà occasione per inaugurare gli Orti Urbani e della presentazione Piano del Verde e censimento alberi monumentali del Comune.