cultura & sociale
direttore | 18 Novembre, 2021
Cava de’ Tirreni (SA). Inaugurata la nuova sede del Museo della Civiltà Contadina: una spettacolare ricostruzione d’ambiente.
Gran festa a Santa Lucia di Cava de’ Tirreni, la mattina di domenica 14 novembre, per l’inaugurazione del nuovo Museo della Civiltà Contadina, collocato dentro la struttura del nascente Centro Pastorale. Dopo la celebrazione dell’Eucaristia, presieduta dall’Arcivescovo Mons. Orazio Soricelli, tutti nel salone ancora vuoto del centro pastorale per festosi saluti e interventi non di rito: oltre a Mons. Soricelli, don Beniamico D’Arco, il Sindaco Vincenzo Servalli, la prof. Lucia Avigliano, l’Architetto progettista, Virginia Lodato (nel nome di Franco).
Era attesissimo, il neonato Museo, concepito oltre vent’anni fa, quando nella Santa Lucia ancora terremotata sembrava pura follia anche solo l’idea. Invece, come ha sottolineato don Beniamino D’Arco, Massimo Fattore di tutto il cammino, la proposta, fatta da Matteo Baldi, diventò il seme di un sogno che, avvalendosi della generosità e dell’entusiasmo di tutta la comunità luciana, è andato piano ma è andato sano, è arrivato lontano e guarda lontano, perché vuole parlare alle nuove e alle future generazioni della vita e dell’importanza dei nostri padri.
Sono questi gli elementi individuati un po’ da tutti gli intervenuti, prima della benedizione e del taglio del nastro. Quindi, passando per un cancelletto e un piccolo androne, finalmente è apparso davnti agli occhi l’emozionato ed emozionante ingresso nel Museo, che si mostra subito come uno spettacolare set cinematografico.
Ci si trova infatti di fronte ad una casa colonica in stile inizio Novecento, con un luminoso cortile d’altri tempi, al cui centro domina la scena un suggestivo albero autunnale. A sinistra, lo sguardo è subito attratto dalla classica ruota dello spago e a destra, su due piani, si sviluppa l’impianto della casa. In basso, la cantina, la dispensa, le sale con gli attrezzi di lavoro ben collocati al loro posto. Al primo piano, salendo per una scala esterna, l’abitazione: la cucina con il tavolo dove si consumavano i modici pasti; i giochi dei bambini, strummolo in testa; lo spazio per i lavori “femminili” di cucitura e tessitura; lo sciuttapanni con la vrasera… Poi,, la “sala del tempio”: la camera da letto, con l’inginocchiatoio, il bacile, la toletta, il rinalo e, per l’occasione, anche un pupetto a dondolare nella culla, mentre al centro troneggia il grande talamo dove si generavano figli in serie, per amore della famiglia ma anche per necessità di forza lavoro, nello stile dell’epoca. Sparse nelle varie sale, le piastrelle con le “storiche” poesie luciane del caro e compianto Franco Lodato, il “vate di Santa Lucia”, che oggi rivive attraverso di loro, attraverso il suo libro di poesie… e anche nella figlia Virginia, in voce, carne e spirito.
Mancano ancora le specifiche didascalie, che saranno presto inserite e integrate, oppure sostituite, da guide vocali automatiche presenti in ogni stanza, ma gli attrezzi, gli oggetti e gli utensili dei nostri padre già parlano da soli. E parleranno anche in futuro, perché ora hanno trovato finalmente la loro “Itaca della memoria”. E diranno tante cose, non solo sul modo di lavorare e produrre, ma anche sulle infinite gocce di sudore che hanno generato quegli ambienti, quegli oggetti, quei cibi. Erano tempi in cui il benessere massimo era sopravvivere senza patemi e basta. Quella che per noi era parente della povertà, per loro era già ricchezza. Comunque, per fortuna erano anche tempi in cui cominciava a muoversi qualche raggio di speranza, tabacco e sviluppo economico generale in testa…
Poi, venne il benessere di cui godiamo tuttora (speriamo che duri…) e che dobbiamo comunque considerare come un privilegio… ma questo Museo ci ricorda proprio che senza quelle gocce di sudore questo benessere non ci sarebbe stato…
Sosteniamo, allora, il nostro Museo. Godiamocelo. E facciamolo parlare. Lo merita: è un ponte tra le generazioni che consegna il passato al presente e crea le radici per il future. E poi, escluso quello dell’Abbazia benedettina, è il primo Museo che nasce in territorio cittadino. E ci sono tante premesse perché non sia l’ultimo, a cominciare da quello dedicato a Mamma Lucia…
Intanto, festeggiamo il nostro Museo luciano… E permettiamoci di sognare con “lui”, quel piccolo grande sogno che finalmente è diventato realtà…
***
Nel presentare la nuova realtà del Museo, che apre prospettive importanti di apertura culturale e di immagine “turistica”, ci sembra giusto richiamare il cammino che è stato percorso dal momento che è partita la macchina organizzativa del progetto. Riportiamo perciò uno stralcio da una nota di Lucia Avigliano, scritta nell’estate del 2021, quando la prospettiva di un’apertura imminente della nuova sede è cominciata a diventare una realtà imminente. È una nota significativa anche per il richiamo che lei fa all’elemento umano, determinante per il successo finale dell’iniziativa.
… Quando nel 1997, dopo il terremoto del 1980, fu riaperta al culto la Chiesa parrocchiale di Santa Lucia, fu inaugurato la sede originaria di questo Museo, che è rimasto situato fino al 2021 nel sottotetto della Casa Canonica annessa alla chiesa.
Esso è nato da un’idea e dal continuo interessamento di persone che hanno dedicato il loro tempo e le loro forze alla paziente ricerca e alla raccolta di oggetti e testimonianze, anche fotografiche, della vita e dell’economia di una comunità che si fondava sull’artigianato e sulla cura dei campi.
La lavorazione della corda con la caratteristica “ruota”, la coltivazione del tabacco, attività che impegnavano l’intera famiglia (anche i bambini!) sono ampiamente documentate.
Nel progetto della sede definitiva, che è in via di attuazione, momenti di vita di un tempo saranno resi vivi e animati sotto gli occhi del visitatore, che potrà qui ritrovare le radici e vedere finalmente valorizzato quel patrimonio di cultura che è proprio della nostra gente. Come realizzato nella manifestazione Passeggiando per Santa Lucia, saranno ricreati ambienti domestici e attività lavorative in fase pratica dimostrativa. Il visitatore si troverà di fronte a veri e propri monumenti del lavoro e della vita quotidiana, come si svolgeva nelle nostre campagne (‘u vavillo, il bastone per battere il grano o anche la lana; ‘u vrasiere, pedana di legno all’interno della quale si inseriva il braciere; ‘u civiere, attrezzo di legno per trasportare il letame; ‘u bajalardo, contenitore di legno rettangolare per pigiare l’uva; ‘u sacconte, materasso povero gonfio di “sfoglie”).
Recupero e valorizzazione sono i criteri che hanno animato gli ideatori di questa ricca raccolta, alla quale ha contribuito tutta la popolazione di Santa Lucia. Fra i tanti voglio qui ricordare Franco Lodato, “Papà Cardillo”, come lo ha chiamato Franco Bruno Vitolo nei versi di presentazione al libro sul Museo Museo Arti e Mestieri Civiltà contadina (scritto con Ciro Mannara, Pasquale Di Domenico, Marianna Ferrigno, Franco Bruno Vitolo e la sottoscritta scrivente), uscito nel 2017 quando Franco era appena volato al cielo, dopo essere stato uno dei realizzatori del museo.
Primo fra tutti, Ciro Mannara, da sempre grande cultore e custode delle tradizioni e dell’identità locale e cittadina, merita il giusto riconoscimento per aver ideato e portato avanti il progetto-museo. Insieme a Ciro Mannara, la cui magnanimità è ben nota a tutti i cavesi, e con tanti altri amici, carichi di entusiasmo e buona volontà, Franco Lodato è stato tra gli ideatori del Museo e ha dedicato a questa iniziativa tutto il suo impegno e la sua passione. Il suo declamare i versi che gli sgorgavano dal cuore (e che decorano su apposite piastrelle in ceramica le vie di Santa Lucia e la stessa struttura museale) era parte integrante della visita al Museo. Quando anni fa sono venuta con i bambini del CAI in Erba a visitare questa miniera di oggetti e di ricordi, Franco era lì a guidarci e a recitare i suoi versi commoventi. Ho voluto ricordare Franco Lodato, perché egli ci ha avvicinato al lavoro della gente onesta e con garbo e tanto amore ci ha guidato in avvincenti percorsi della memoria.
E quando la nuova struttura accoglierà la nostra visita, Franco sarà ancora lì, sempre vivo nel nostro ricordo, a guidarci per i luoghi dei nostri padri …
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redazione | 18 Novembre, 2021
Cava de’ Tirreni (SA). Notte Bianca dei Licei Economico Sociali: si discute di Cittadinanza attiva e sviluppo del territorio
Laboratori, spettacoli, convegni per promuovere i temi dell’economia, dell’educazione civica e finanziaria: è la Notte Bianca dei Licei Economico Sociali, un’iniziativa che unisce a distanza tutti i Licei Economico Sociali del territorio nazionale. Dopo la pausa del 2020, l’appuntamento ritorna, dunque, con il tema “Le buone pratiche di cittadinanza attiva, un’opportunità economica per lo sviluppo del territorio”.
Ne discuteranno, in presenza, venerdì 19 novembre, nella sede di via Filangieri del Liceo De Filippis Galdi di Cava de’ Tirreni, Tiziana De Sio, referente Metellia Service, Sabato Fiore, direttore della BPER, Serafina Lucillo, housewife, Vincenzo Messina, imprenditore, Marcello Murolo, giuslavorista, Attilio Palumbo, presidente Legambiente, Sergio Scuoppo, presidente Mani Amiche, con il coordinamento della docente Mimma Di Nino.
L’appuntamento è alle ore 17.
Dopo i saluti della Dirigente scolastica del Liceo De Filippis Galdi, prof.ssa Maria Alfano, e dell’assessore all’Istruzione del Comune di Cava de’ Tirreni, avv. Lorena Iuliano, ad accogliere gli ospiti saranno gli allievi dell’indirizzo musicale diretti dalla prof.ssa Annalisa Fariello e, a seguire, le performances sul tema della Notte degli studenti dell’Economico-sociale, guidati dai docenti Daniela Paolillo, Letizia Puglisi e Mariangelica Scotto di Uccio. Alle ore 17.30 il collegamento da remoto con le 26 scuole della Rete Les Campania e il saluto della prof.ssa Maria Palma, Dirigente scolastica della scuola capofila, il Liceo L. A. Seneca di Bacoli, daranno ufficialmente inizio alla Notte 2021.
“Il Liceo Economico-sociale, introdotto con la riforma dei percorsi liceali del 2010, è un indirizzo di studi collegato alla realtà economica. Una solida cultura – dichiara la dirigente scolastica del Liceo De Filippis Galdi prof.ssa Maria Alfano – non può essere slegata dalla conoscenza del diritto e dei principi economici che ci muovono. Questo fa del Les un indirizzo di significativa modernità”.
L’evento si svolgerà nel rispetto delle norme anticovid.
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Franco Bruno Vitolo | 15 Novembre, 2021
Cava de’ Tirreni (SA). Un libro (quasi) al giorno: variazioni rispetto al progetto iniziale. Ecco la programmazione ufficiale fino al 2 dicembre
Continua la stimolante iniziativa dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Cava de’ Tirreni, Un libro (quasi) al giorno, che propone la produzione creativa del territorio e apre finestre sulla cultura nazionale.
La programmazione degli incontri fino al 2 dicembre, per intervenuti fattori esterni e per esigenze interne dell’Amministrazione, ha subito variazioni e integrazioni rispetto al programma ufficioso che ha avuto inizio il 5novembre scorso. .
Tutte le presentazioni avverranno a Palazzo di Città, con le conclusioni dell’Assessore Armando Lamberti. L’inizio è previsto alle ore 18, tranne che il 26 novembre, per l’incontro con Michele Santoro (ore 19). E il 27 novembre, per l’incontro con Aurelio Tommasetti (ore 18,30).
Per correttezza verso gli autori, indichiamo anche le presentazioni che sono state già effettuate fino a questo momento.(cioè quelle fino al 13 novembre)
5 novembre Wiki, Adriki e l’uomo della Luna, di Guido Mondino – Lo
gnomo blu contro il Drago Covidone, di Teresa Rotolo, Franco Bruno Vitolo, Chiara Savarese
“Una serata da favola” con due libri di fiabe legate alla vita quotidiana e sociale: nel primo, le esplorazioni pericolose di due monelli sfuggiti al controllo del nonno; nel secondo, tre “fiabe al contrario”, raccontate dal bambino alla mamma in tempo di pandemia “per farla addormentare” e poi con lei commentate.
12 novembre Ritornare in noi stessi, di Bortolo Belotti
Serata-convegno sulla vita e su un discorso ancora molto attuale di Bortolo Belotti, politico liberale antifascista di Zogno (Bergamo), confinato da Mussolini a Cava de’ Tirreni dal novembre 1930 alla Pasqua del 1931.
13 novembre Ci manda San Gennaro, di Francesco Pinto (in collaborazione con “Il club dei lettori”) – Ambientato nel 1947, l’ultimo romanzo del famoso giornalista, Direttore della sede RAI di Napoli, racconta l’avventuroso “viaggio” di un traffichino, detto “il re di Poggioreale”, arricchitosi con la borsa nera, e di un nobile vero, appartenente alla famiglia Colonna, per riportare a Napoli il tesoro di san Gennaro, nascosto a Roma durante il conflitto.
26 novembre Nient’altro che la verità, di Michele Santoro –
(Organizzato in collaborazione con “Il club dei lettori”) – Un racconto-inchiesta del
famoso giornalista su Cosa Nostra, che con le cadenze di un giallo conduce
alla scoperta di crude e amare verità –
27 novembre Canto d’amore al tramonto, di Maria Alfonsina Accarino – In tenere e appassionate poesie, collegate da prose e corredate di suggestive immagini, l’evocazione di una storia d’amore della terza età “che viene da lontano”.
27 novembre Elogio del negativo, di Aurelio Tommasetti e Lorenzo Calò (quasi in contemporanea col libro precedente, ma in altra sala del Palazzo di Città) –
Uno sguardo sulle novità del linguaggio, in particolare sull’inversione di significato del termine “negativo” in tempo di pandemia, un rovesciamento che ha cambiato il paradigma della comunicazione ma ha anche profondamente modificato le prospettive in campo politico, economico, sociale e culturale.
28 novembre Attraverso i siti e le memorie, di Lucia Avigliano – Secondo volume della raccolta di articoli scritti dalla “Vestale della storia cittadina” a cavallo del Millennio su tradizioni, paesaggio, cultura, arte, fatti e fattarielli della Valle Metelliana.
2 dicembre Calendario 2021, di Gaetano Guida – Annuale appuntamento con il calendario illustrato di Gaetano Guida, come sempre incentrato su Cava e sul territorio metelliano. Il tema di quest’anno è la pittura, con le opere e le biografie degli artisti cavesi scomparsi.
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redazione | 11 Novembre, 2021
Cava de’ Tirreni (SA). Presentazione del libro “Ritornare in noi stessi” di Bortolo Belotti, il politico antifascista confinato a Cava nel periodo 1930-31
Carica di significato storico, politico, sociale e umano sarà la presentazione del libro Ritornare in noi stessi, di Bortolo Belotti (Edizioni Il papavero), che si terrà venerdì 12 novembre 2021, alle ore 18, al Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, nell’ambito della rassegna “Un libro (quasi) al giorno”.
Interverranno il Sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli, la Dott.ssa Donata De Bartolomeis, fondatrice e Direttrice della Casa Editrice “Il Papavero, il dott. Pier Ernesto Irmici, Direttore della Collana “Orme della libertà”, di cui fa parte il volume, l’on. Gregorio Fontana, deputato bergamasco e autore della prefazione del libro, il prof. Luigi Gravagnuolo, il prof. Vittorio Salemme, cultore di storia, il prof. Ivano Sonzogni, di Zogno, storico e maggior biografo di Bortolo Belotti. Le conclusioni saranno tratte dall’Assessore alla Cultura Armando Lamberti. Modererà il prof. Franco Bruno Vitolo.
Bortolo Belotti, originario di Zogno, in Val Brembana, oltre che storico, giurista ed anche poeta, è stato un politico di grande rilievo nel primo quarto del secolo scorso. Importante esponente di punta del Partito Liberale nel primo dopoguerra, arrivò anche ad incarichi di governo, distinguendosi per la sua azione improntata a concretezza ed ispirata da idee di ampio respiro sociale. Per questo entrò subito in collisione col montante movimento fascista e con chi, anche nel suo partito, non lo avversava adeguatamente. Stabilizzatosi al potere Mussolini, fu visto dal regime come il fumo negli occhi, fino ad essere mandato al confino, proprio a Cava de’ Tirreni, dove “soggiornò” per alcuni mesi tra il 1930 e il 1931.
Per la sua grande personalità e per la sua dimensione di perseguitato dal Regime, egli è diventato col tempo una delle figure più significative del suo territorio, che gli ha dedicato studi e intitolato edifici e monumenti.
Il libro “Ritornare in noi stessi” contiene un documento molto importante: il discorso integrale che l’onorevole Belotti pronunciò alla Camera il 22 giugno 1921, in cui, oltre ad una lucida analisi sulla situazione politica e sociale dell’Italia in quegli anni di dopoguerra, si tracciava una strada per una rinascita economica e morale, in uno stato liberale che rifiutasse qualsiasi deriva autoritaria.
Si può capire già da questo quanto il discorso non solo sia un documento storico di grande valore, ma abbia risvolti di grande attualità, in questa nostra società che deve “ritornare in sé stessa” e progredire tenendo lontani il più possibile superficiali populismi e pericolosi focolai di autoritarismo e di razzismo.
Naturalmente, nel corso della serata si parlerà molto anche della permanenza a Cava di Belotti, il quale ha dedicato all’esperienza un intero diario, pubblicato nel 2011 con il titolo “Confinati dal Duce”.
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Franco Bruno Vitolo | 3 Novembre, 2021
Cava de’ Tirreni (SA). Una “serata da favola” inaugura la seconda serie di “Un libro (quasi) al giorno)”
Venerdì 5 novembre p.v. la nuova serie di Un libro (quasi) al giorno, organizzato dal Comune di Cava de’ Tirreni, si apre con “Una serata da favola”, dedicata al mondo dei bambini ed a quegli adulti che non hanno rinunciato ad essere ancora un po’ bambini.
Con inizio alle ore 18, presso il Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni in Piazza Abbro, saranno
presentati due libri di fiabe.
Il primo Wiki, Adriki e l’uomo della Luna, di Guido S. Mondino, racconta le esplorazioni pericolose di due monelli sfuggiti al controllo del nonno. –
Il secondo, Lo gnomo blu contro il Drago Covidone, di Teresa Rotolo, Franco Bruno Vitolo, Chiara Savarese, comprende tre “fiabe al contrario”, raccontate dal bambino alla mamma in tempo di pandemia “per farla addormentare” e, dopo la lettura, commentate insieme con lei.
Le due opere saranno presentate rispettivamente da Luigi Gravagnuolo, ex Sindaco di Cava oltre che operatore culturale di qualità, e da Gabriella Liberti, Dirigente scolastica dell’ I.C. Santa Lucia, esperta sul campo di letture per giovanissimi.
Oltre agli autori, interverranno Stefania Spisto, Presidente de Il quaderno edizioni, e Chiara Savarese, rispettivamente editrice e illustratrice dei due volumi.
Farà da modera(u)tore lo scrivente Franco Bruno Vitolo, concluderà la serata Armando Lamberti, assessore alla Cultura del Comune di Cava de’ Tirreni e promotore dell’Iniziativa.
Intanto sono stati fissati gli appuntamenti per il mese di novembre. Un programma molto stimolante, che spazia dal convegno su Bortolo Belotti, liberale antifascista confinato a Cava da Mussolini, al Direttore Rai di Napoli Francesco Pinto, dalla “cavese di Milano” Raffaelle Marchese al “top giornalista” Michele Santoro, e dà spazio ai creativi del territorio, come Lucia Avigliano, Maria Alfonsina Accarino e Giovanna Rossi col padre Giulio.
12 novembre Ritornare in noi stessi, di Bortolo Belotti
Serata convegno sulla vita e su un discorso ancora molto attuale di Bortolo Belotti, importante esponente di partito e di governo dell’Italia liberale, poi perseguitato da Mussolini e tenuto al confino per molti mesi a Cava de’ Tirreni.
13 novembre L’uomo che salvò la bellezza, di Francesco Pinto – In un’intensa spy story di fatti realmente accaduti, il famoso giornalista, Direttore del Centro RAI di Napoli, rievoca la vicenda di Rodolfo Siviero, leader di una squadra che salvò i gioielli d’arte italiani da una razzia programmata dai nazisti.
19 novembre Attraverso i siti e le memorie, di Lucia Avigliano – Secondo volume della raccolta di articoli scritti dalla “Guida della storia metelliana” a cavallo del Millennio su tradizioni, paesaggio, cultura, arte, storia, fatti e fattarielli della Valle Metelliana.
20 novembre Cara Raffaella – Ricordo della vita, della persona e delle opere di Raffaella Marchese, “milanese di Cava”, da poco scomparsa, che, dopo una vita intensa e non priva di travagli, in tarda età ha preso la licenza media, ha scritto tre libri e ha ritrovato se stessa.
25 novembre Per la strada del cuore, di Giulio e Luana Rossi –
Versi paralleli e convergenti di figlia e padre quasi novantenne, con le illustrazioni della nipote Ilaria Gigantino. Tre generazioni unite per raccontare la chiaroscurale poesia della famiglia.
26 novembre Nient’altro che la verità, di Michele Santoro –
(Organizzato in collaborazione col Club dei lettori) – Un racconto-inchiesta del
famoso giornalista su Cosa Nostra, che con le cadenze di un giallo conduce
alla scoperta di crude e amare verità –
27 novembre Canto d’amore al tramonto, di Maria Alfonsina Accarino – In tenere e appassionate poesie, collegate da prose e corredate di suggestive immagini, l’evocazione di una storia d’amore della terza età “che viene da lontano”.
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