cronaca

 

Un latitante polacco è stato fermato dai militari dell’esercito a Napoli

pattuglia-8-rgt-pasubio-piazza-plebiscito-napoli-marzo-2017-vivimediaNAPOLI. I militari dell’Esercito, in servizio nella centralissima Piazza Garibaldi a Napoli, hanno fermato un uomo di nazionalità polacca colpito da un mandato di arresto europeo.

Durante il pattugliamento delle strade che circondano la Stazione Centrale di Napoli, i militari del reggimento cavalleggeri Guide (19°) di Salerno, in forza al Raggruppamento Campania nell’ambito dell’Operazione “Strade Sicure”, nei pressi di Piazza Garibaldi, hanno notato il comportamento schivo e confuso da parte di un uomo che, sentendosi osservato, tentava di allontanarsi. I militari hanno proceduto all’identificazione del sospetto, un 38enne nato in Polonia, per il quale è stato chiesto via radio un controllo ai Carabinieri dal quale è emerso che sull’uomo gravava un mandato di arresto europeo per furto, lesioni, danneggiamento e minacce.

Sul posto è intervenuta una pattuglia dei Carabinieri ed il soggetto è stato accompagnato in caserma per gli ulteriori accertamenti del caso al termine dei quali è stato convalidato l’arresto.

I militari dell’Esercito presidiano in maniera continua le zone ed i siti sensibili indicati dalle Prefetture per contribuire con le Forze dell’Ordine ad incrementare il livello di sicurezza dei cittadini.

Dal 1° novembre 2016 il Comando del Raggruppamento Campania è stato affidato all’8° reggimento artiglieria “Pasubio” di Persano (SA) che ha alle dipendenze circa 900 militari provenienti in gran parte dalla Brigata Bersaglieri Garibaldi e da altri reparti del Centro-Sud Italia. 

Ritrovato il prof. Grieco

ritrovamento-prof-grieco-protezione-civile-cava-de'-tirreni-febbraio-2017-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Stamattina, sabato 25 febbraio, alle ore 7.10, è stato ritrovato dai volontari della Protezione Civile di Cava de’ Tirreni, sul versante vietrese di monte San Liberatore, Pietro Grieco, il professore cavese di anni 79, del quale si erano perse le tracce dalla mattina del giorno precedente. L’allarme è scattato alle ore 16 di venerdì, quando i familiari, dopo aver inutilmente cercato il professore che era uscito di casa alle 9.30, si sono recati alla Tenenza dei Carabinieri per denunciarne la scomparsa. Immediatamente si sono messi in moto il Comando della Polizia Locale, il Gruppo dei Volontari della Protezione Civile e i Vigili del Fuoco. Le ricerche si sono concentrate nel versante sud est della vallata, dopo che il prof. Grieco, che è solito fare lunghe passeggiate a piedi, era stato visto nella mattinata di venerdì nei pressi della frazione Alessia. Gli otto volontari della Protezione Civile locale, il coordinatore Francesco Loffredo, Felice Sorrentino, Ottavio De Luca, Lucia Salsano, Francesco Lambiase, Fiorenzo Milite, Ciro Di Serio, Daniele Senatore e Gabriele D’Amato, coordinati dal Ten. Col. Giuseppe Ferrara e dal Luogotenente, Matteo Senatore, della Polizia Locale, ispezionando il percorso tortuoso che porta all’eremo di San Liberatore, intorno alle ore 7.10 di stamattina, hanno finalmente avvistato il prof. Pietro Grieco, che era riverso a terra in un dirupo del monte, evidentemente, dopo essere scivolato durante la sua passeggiata lungo il disagevole sentiero. Fortunatamente, nonostante la notte passata all’addiaccio e il tempo inclemente, le sue condizioni sono apparse subito discrete, con qualche escoriazione, ma lucido e, con il supporto dei Vigili del Fuoco, si è provveduto al recupero e trasporto in ospedale per le opportune visite mediche.

“Una brutta avventura che fortunatamente si è conclusa bene – afferma il Sindaco Servalli – rivolgo un pensiero affettuoso al professore Grieco e alla sua famiglia e un ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato alle ricerche, in particolare ai nostri validissimi volontari della Protezione civile che, ancora una volta, hanno dimostrato di essere una risorsa importante per la nostra città”.

Sequestrati 400 chili di derrate alimentari conservate in cattivo stato

polizia-arresto-vivimediaSALERNO. Sequestrati, perché detenuti in cattivo stato di conservazione, circa 400 chili di derrate alimentari. È la brillante operazione portata a termine questa mattina, mercoledì 22 febbraio 2017, dalla Sezione Polizia Stradale di Salerno, diretta dalla Dott.ssa Grazia Papa, e dal Dirigente Veterinario dell’ASL Salerno, Dott. Rocco Panetta, che hanno intercettato nella zona industriale di Salerno un camion frigorifero proveniente da una piattaforma di distribuzione del Casertano e diretto ad un Cash and Carry della zona.

Dai controlli effettuati da quattro pattuglie della Stradale, coordinate dall’Ispettore Antonio Quaranta, insieme al Dott. Rocco Panetta, sono stati rinvenuti circa 400 chili di alimenti (salumi, formaggi, burro, paste alimentari con ripieno) mantenuti in cattivo stato e prontamente sottoposti a sequestro penale. Sono state accertate, inoltre, violazioni amministrative alle norme sanitarie, con sanzioni ammontanti a 3.000 euro.

«È fondamentale il ruolo di salvaguardia della salute pubblica che svolgono i medici veterinari nel controllo degli alimenti, non solo mediante queste attività di repressione, ma grazie alla professionalità del servizio che quotidianamente mettono in campo a tal fine», commenta il Prof. Orlando Paciello, Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Salerno.

L’operazione rientra nell’ambito del servizio programmato per i controlli su strada dei veicoli che trasportano alimenti di origine animale (carni, prodotti ittici, molluschi bivalvi, salumi, latte, formaggi, burro, panna, uova, paste alimentari con ripieno, surgelati), con riguardo particolare a quelli che devono essere conservati a temperatura controllata, sia refrigerati che congelati.

«I servizi di controllo – sottolinea il Dott. Panetta saranno ripetuti con cadenza periodica su tutto il territorio provinciale, con la stretta collaborazione tra i Servizi Veterinari Igiene degli alimenti di origine animale e la Polizia Stradale. Tali accertamenti rappresentano nei fatti un’iniziativa “pilota” per tutto il resto del territorio nazionale, finalizzata alla tutela della salute dei consumatori»

Cane ucciso a calci, la condanna dell’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Salerno

paciello-orlando-uccisione-illegale-animali-salerno-dicembre-2016-vivimediaSALERNO. Il Prof. Orlando Paciello, Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Salerno, condanna il vile gesto verificatosi nel quartiere Pastena lo scorso 15 febbraio: «Dietro alla violenza a danno degli animali possono nascondersi problemi gravi della persona, disturbi della condotta e, soprattutto, il serio rischio che la tendenza ad essere aggressivi e prepotenti possa riversarsi anche contro gli uomini»

«Dietro alla violenza a danno degli animali possono nascondersi problemi gravi della persona, disturbi della condotta e, soprattutto, il serio rischio che la tendenza ad essere aggressivi e prepotenti possa riversarsi anche contro gli uomini»: è il grido d’allarme del Prof. Orlando Paciello, Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Salerno, dopo la barbara uccisione di un cane meticcio nel rione Pastena di Salerno lo scorso 15 febbraio.

Colpevole del vile gesto un 59enne, A.F. le sue iniziali, che è stato individuato dagli agenti della Polizia Municipale grazie ad un video registrato da alcuni passanti che hanno assistito alla scena. L’uomo, che ha brutalmente ucciso a calci il cane meticcio di circa un anno all’interno del parcheggio di via Orazio Flacco, sarà ora interrogato.

«Questo spiacevole episodio
– sottolinea il Prof. Paciello conferma, purtroppo, il dato allarmante della crescita di reati contro gli animali realizzati nella nostra regione e nella stessa provincia di Salerno». Secondo i dati della Procura di Salerno giunti all’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV, negli ultimi tempi nella città capoluogo si sono registrati 15 procedimenti e 2 indagati per uccisione di animali; 29 procedimenti e 25 indagati per maltrattamento di animali; 5 procedimenti a carico di ignoti per uccisione di animale altrui; 20 procedimenti con 21 indagati per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 21 procedimenti e 19 indagati per reati venatori o relativi alla fauna selvatica.

Per far fronte alla crescita esponenziale del fenomeno, da alcuni anni l’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Salerno ed il Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università “Federico II” di Napoli stanno fornendo corsi di perfezionamento in Patologia Forense Veterinaria per preparare i medici veterinari a riconoscere le cause di uccisioni illegali e maltrattamento degli animali ed aiutare le Forze dell’Ordine ad assicurare i criminali alla giustizia. «Nello specifico – spiega Orlando Paciellocerchiamo di formare un professionista in grado di essere un valido supporto tecnico-scientifico alla Magistratura ed agli organi di Polizia Giudiziaria, fornendo le prove per individuare il colpevole di atti criminosi contro gli animali, provarne la responsabilità e la volontarietà».

Treni troppo vecchi e lontani dagli standard europei: in sei anni 143 mila persone in meno sui treni (-34%)

treno-vecchio-ferrovie-vivimediaNAPOLI. Per i circa 279mila pendolari campani che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare o a studiare la condizione del trasporto pubblico è sempre più insostenibile. Ogni giorno che passa il servizio diventa più scadente perché i soliti vecchi treni sono diminuiti e diventano più affollati e pericolosi. Con risultati inevitabili. Dal 2010 ad oggi il calo dei pendolari è stato vertiginoso, passando dai 442mila utenti a 143 mila pendolari, il 34% in meno. Una drastica diminuzione che si tramuta in più auto in circolazione, più traffico e di conseguenza più smog nelle nostre città. 

È quanto emerge da Pendolaria 2016, il dossier di Legambiente che traccia un quadro preciso sulla situazione e gli scenari del trasporto ferroviario pendolare.

In Campania – denuncia Legambiente – sono stati effettuati tagli complessivi del 15% al servizio dal 2010 ad oggi, con punte di -50% su alcune linee, mentre c’è stato un aumento delle tariffe del 36%. La Regione Campania investe poco per potenziare il servizio e comprare treni: la spesa per i pendolari è pari allo 0,29% del bilancio regionale. In Campania continua ad aumentare l’età media dei treni, nonostante alcuni segnali di investimento e dei primi inserimenti di nuovi convogli nel corso degli ultimi mesi, soprattutto a causa dell’anzianità del parco rotabile di EAV (Circumvesuviana, Sepsa e MetroCampania NordEst). Complessivamente – secondo il dossier Pendolaria di Legambiente – in Campania sono 407 i treni in servizio sulla rete regionale, di cui 383 ad alta frequenza e 24 di media percorrenza con una tipologia di 321 elettrici e 86 diesel con una età media dei convogli in circolazione sulla rete regionale di 18,3 anni, con il 70,3% dei treni con più di 15 anni di età. A Napoli sono 81 il numero dei treni metropolitani con una età media del materiale rotabile di 19,2 anni, mentre il 77,8% dei treni ha più di 15 anni. Sono 52 i tram che circolano nel capoluogo napoletano con una età media di 17,5 anni con ben il 57,7% dei tram con più di 15 anni. In particolar modo 30 vetture sono state costruite 75 anni fa e con un revamping di 20 anni fa. A Napoli sono circa 65milioni i passeggeri annui che utilizzano la metropolitana, cifre basse rispetto i 479 milioni annui di Milano ed i 308 milioni di Roma, mentre sono 140 i milioni di passeggeri che a Napoli usufruiscono di tram/busniente in confronto dei 941 milioni di Roma e i 244 milioni di Milano.

Tra tante ombre ci sono anche piccoli segnali che fanno ben sperare. In Campania si è tornati ad investire nell’acquisto di nuovo materiale rotabile con oltre 47 milioni per l’acquisto di parte dei nuovi treni ETR per la Circumvesuviana, di quelli per Sepsa incluso il revamping di 13 treni e l’acquisto di 12 unità di trazione Firema e 7 nuove unità di trazione Firema per la ex MetroCampania NordEst, oltre che con i finanziamenti previsti per l’acquisto di 12 nuovi treni Jazz (che si sommano ad altri 12 già in circolazione) per Trenitalia; a Napoli aumentano i passeggeri: ogni giorno oltre 150.000 passeggeri prendono la Linea 1 (erano 110.000 nel 2013 prima del prolungamento fino alla Stazione Garibaldi). Sono inoltre state realizzate negli ultimi anni 35 tra stazioni nuove e riqualificate, attraverso il coinvolgimento di artisti e architetti di fama internazionale. La nuova stazione Toledo del metrò si è addirittura aggiudicata diversi riconoscimenti internazionali ed è arrivata in testa a diverse classifiche sulla stazione più bella.

“La situazione dei pendolari – ha dichiarato il presidente di Legambiente Campania Michele Buonomo – è inaccettabile e insostenibile. Un fenomeno sociale che non interessa a nessuno e che incrocia i grandi temi dell’attualità e i problemi che vivono ogni giorno le famiglie, di contrazione della spesa per l’aumento del costo dei trasporti e in particolare proprio di quello legato all’automobile, di inquinamento e congestione delle città ma anche di impegni del nostro Paese nella lotta ai cambiamenti climatici. Legambiente attraverso la campagna Pendolaria vuole dare visibilità e forza a una battaglia che è oggi di civiltà: perché puntare a cambiare questa situazione, dando un’alternativa a chi si muove su mezzi privati attraverso un servizio davvero di qualità fatto di treni nuovi, più numerosi e puntuali, carrozze pulite e non sovraffollate, è un grande investimento sul futuro della nostra regione. Dobbiamo puntare a raddoppiare i pendolari che prendono treni regionali e metropolitani ogni giorno – ha continuato Buonomo – una sfida alla portata del nostro Paese e nell’interesse dei suoi cittadini, con vantaggi non solo in termini ambientali, ma di attrattività delle nostre città e dei territori, con ricadute positive sull’occupazione e sul turismo. Lo Stato deve poi finalmente comprare treni, come succede in tutti gli altri Paesi europei, perché servono più treni per potenziare le linee e le sostituzioni in corso legate ai contratti con le Regioni, lasciano scoperto proprio il Sud e alcune linee fondamentali in città come Roma e Napoli. Infine occorre cambiare le priorità infrastrutturali per dare priorità alle aree urbane e al Sud. Per cambiare questa situazione occorre mettere queste politiche tra le priorità del Paese, con un ruolo di regia e di controllo da parte del Ministero delle Infrastrutture che lo porti a spostare l’attenzione dai cantieri delle infrastrutture agli obiettivi e agli interventi necessari per rendere più semplice e sostenibile la mobilità dei cittadini”.

Con Pendolaria, Legambiente fotografa nello specifico lo sfascio del trasporto pubblico in Campania. Le maggiori difficoltà che i pendolari lamentano riguardano l’età e l’affollamento dei treni ma anche disagi derivanti dalla mancanza di coincidenze sulle direttrici Salerno-Cava de’ Tirreni-Napoli e Caserta- Aversa-Napoli, due delle tratte più utilizzate della Regione e dove i pendolari chiedono un maggiore cadenzamento dei treni. Dopo il completamento nel 2008 della linea a Monte del Vesuvio, la variante della Napoli-Cancello ed il potenziamento del passante Villa Literno-Gianturco-Cancello-Caserta-Torre Annunziata si attende la realizzazione della Stazione per i treni TAV ad Afragola che dovrebbe aprire il prossimo giugno per consentire una riorganizzazione del traffico ferroviario dando la possibilità di cadenzare i passaggi dei treni negli orari di punta. La sfida vera sarà nei prossimi anni di riuscire a potenziare realmente il servizio una volta che sarà adeguata la rete e entrati in esercizio tutti i 94 nuovi treni promessi.

Negli ultimi 5 anni però in questa Regione si è assistito ad una drastica riduzione delle risorse ed una conseguente riduzione dei servizi e degli investimenti nelle nuove infrastrutture, con criticità estreme per la vita di molti pendolari. Il piano delle 100 stazioni purtroppo si è arenato e anche strutture importanti, come l’interscambio M1/Cumana di Cilea, cadono sotto la scure dei tagli. Da anni la Circumvesuviana rappresenta la vergogna della mobilità in Campania. Eppure questa ferrovia collega un’area metropolitana di circa due milioni di abitanti e si estende per circa 142 km (distribuiti su 6 linee e 96 stazioni) che si sviluppano intorno al Vesuvio, sia lungo la direttrice costiera verso Sorrento, sia sul versante interno alle pendici del Monte Somma, fino a raggiungere Nola, Baiano e l’Agro nocerino-sarnese. L’utente medio della “Circum” ormai non fa più caso ai ritardi. La speranza, piuttosto, è che la corsa non rientri tra le diverse centinaia cancellate ogni anno. E una volta saliti a bordo non resta che sperare di poter proseguire fino alla meta senza intoppi. Fino al 2003 la Circumvesuviana assicurava più di 500 corse al giorno, oggi i numeri sono dimezzati. Questo perché fino al 2010 i treni in circolazione erano 94 poi si è assistito ad una lenta ed inesorabile parabola discendente. Allo stato attuale, salvo guasti, viaggiano 56 treni, ma ne occorrerebbero almeno 70 per garantire un servizio dignitoso ai pendolari, costretti ancora a viaggiare ammassati. Ma da disastro è la situazione complessiva dell’Eav, l’holding – con socio unico la Regione Campania – dove nel 2013 sono confluite Circumvesuviana, Cumana, Circumflegrea e Metrocampania NordEst. Il crollo del numero dei viaggiatori è lo specchio della crisi in cui versa un’azienda che gestisce una buona parte del trasporto pubblico su ferro in regione: secondo i dati della società nel 2010 erano 40 milioni gli utenti della Circumvesuviana, crollati ora a 27 milioni; quelli della Sepsa (Cumana e Circumflegrea) sono passati da 20 milioni a 11; quelli di MetroCampania Nordest, da 67 milioni a circa 40. Qualche buona notizia sembrano arrivare dal decreto fiscale che contiene lo stanziamento di circa 600 milioni da destinare alla Regione per il pagamento dei debiti pregressi di Eav. Secondo gli annunci della Regione, la flotta della Circumvesuviana sarà ampliata con la messa in esercizio di 21 dei 26 treni Metrostars (frutto di una commessa del 2004 e terminata nel 2015, ma già oggetto di manutenzione per difetti di progettazione che ne impedivano l’utilizzo). Sono inoltre partite altre due commesse (con EuroMaint e TFA) per il revamping di 37 treni che dovrebbero arrivare da marzo 2017.

La ferrovia Alifana, lunga circa 80 km, è un’altra delle linee che negli ultimi anni è stata spesso protagonista di numerose lamentele da parte dei pendolari, a causa di molteplici ritardi, soppressione di corse, ma soprattutto per la precarietà dei mezzi su cui viaggiano, caratterizzati dall’assenza di aria condizionata d’estate, da sediolini e carrozze antiquate e da uno scarso servizio di pulizia. Si tratta di una linea su cui viaggiano convogli diesel anche se da svariati anni l’opera di elettrificazione è praticamente finita. Al momento attuale la gestione di EAV (Ente Autonomo Volturno) vede l’utilizzo di 8 treni, mentre le corse sono assenti nei giorni festivi in quanto sostituite con bus. Proprio nei mesi scorsi Trenitalia ed RFI (che gestisce le infrastrutture) hanno sollecitato l’EAV a far rispettare le tracce orarie così come già precedentemente stabilito. Questo perché una precedente decisione dell’EAV vedeva il transito dei treni da Piedimonte Matese a Caserta, mentre, anche grazie alle numerose proteste dei pendolari, da ora proseguiranno regolarmente verso Napoli Centrale. Il paradosso è che in realtà il treno del Matese è estremamente utile e comodo proprio ai viaggiatori di Santa Maria Capua Vetere e Caserta perché svolge numerose corse verso Napoli.

Questo episodio dovrebbe essere da stimolo a completare quei 10 km che mancano di Ferrovia Alifana dalla stazione di Aversa Centro della metro a Santa Maria Capua Vetere in modo da avere un tracciato proprio fino al Centro Direzionale di Napoli. Anche in questo caso potrebbero arrivare buone notizie con l’acquisto di 3 nuovi treni per l’Alifana deliberato dalla Regione a giugno 2016. Si sono registrati poi disagi gravissimi anche per i 42.000 pendolari che quotidianamente usufruiscono delle linee Circumlfegrea e Cumana. In particolare però è la Circumflegrea ad assistere ad un degrado senza precedenti. La linea, che collega il quartiere di Napoli Montesanto con Torregaveta, lungo un percorso interno di 27 km, attraversa altri quartieri di Napoli ed i Comuni di Pozzuoli e Quarto. I disagi riscontrati dai pendolari riguardano la mancanza di un numero sufficiente di treni ed i continui problemi tecnici che riscontrano quelli in circolazione.

La linea Cumana, che collega sempre Montesanto a Torregaveta ma su un tracciato costiero di circa 20 km, ha visto numerosi stop legati a guasti tecnici. La situazione però è migliorata a fine 2014 grazie all’introduzione di due nuovi treni e di uno ristrutturato.

I treni dell’ex Sepsa sono 32, di cui: 10 costruiti all’inizio degli anni ’60, 7 costruiti alla fine degli anni ’70 e 13 costruiti durante la prima metà degli anni ’90, a cui vanno aggiunti i 2 nuovi convogli entrati in funzione. La frequenza delle corse è di un treno ogni 20 minuti, ma i ritardi sono all’ordine del giorno anche a causa della soppressione di quasi il 50% dei treni avvenuta negli ultimi anni, accompagnati dagli scioperi del personale, che per mesi non ha ricevuto stipendio, e dei casellanti che durante la primavera hanno causato numerosi disservizi, come la chiusura delle stazioni dove ci sono passaggi a livello.

Ma anche la linea Napoli-Avellino è stata oggetto di un taglio enorme e che ha addirittura portato ad una parziale chiusura iniziale per poi ristabilire solo il 10% dei treni che in precedenza vi circolavano e comunque eliminando i treni diretti tra i due capoluoghi. Al momento le due città vedono 8 “collegamenti” al giorno, tra cambi ed autobus sostitutivi, un tempo minimo di percorrenza di 2 ore e 10 minuti e l’ultimo collegamento da Napoli in partenza alle 17.30.