cronaca

 

La scomparsa di Peppino Muoio, giornalista e docente, uno dei cavesi più noti e benvoluti: con lui sono volati via un pezzo di storia ed un mattone di umanità

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Grande impressione in Città per la scomparsa improvvisa del prof. Giuseppe Muoio, giornalista de “Il Mattino”, Direttore per quindici anni del periodico “Il Castello” e per dieci circa dell’emittente Quarta Rete, docente di Storia e Filosofia in pensione, stroncato da un infarto il 4 febbraio scorso. Ne affidiamo il ricordo al nostro Redattore Franco Bruno Vitolo, collega a scuola è suo strettissimo collaboratore sia al Castello che in TV, oltre che unito a lui da un affetto e da un’amicizia che venivano dal cuore.

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Ma che cosa hai combinato, caro Peppino?

Ti sei fatto colpire alle spalle dalla Signora in nero, così all’improvviso, quasi senza accorgertene? Lei, forse, voleva essere gentile con te, evitandoti l’angoscia di guardarla più o meno a lungo negli occhi gelidi mentre ti portava via.

Ma tu non potevi dirle che, anche se le eri grata per averti risparmiato la violenza, i tempi non erano proprio quelli giusti?

Non potevi farle presente che, anche se non eri più un giovincello, avevi ancora l’energia per fare tante cose e avevi ancora tante cose da fare?

Innanzitutto, eri ancora uno dei principi della piazza, che risuonava, e risuona ancora, dei tanti incontri che facevi ogni giorno, con relative fermate dopo il classico e sempre variabile sorridente sfottò firmato Peppino e le successive quattro chiacchiere mai banali, con annessi e connessi che creavano giorno dopo giorno la rete che ha fatto di te un grande conoscitore e “gazzetta”della Città e dei Cavesi e soprattutto un amico, noto, popolare e benvoluto.

E la riprova l’hai avuta sia da tutta quella gente che ti ha accompagnato per l’ultimo saluto, sia dalle testimonianze scritte e “a passaparola” che ti hanno accompagnato, sia dai circa venti manifesti di commiato. Ma ti rendi conto? Come se tu fossi un’autorità istituzionale! Eppure non hai ricoperto nessuna carica pubblica. Ma a modo tuo eri un’autorità! Una partecipazione più sincera e ampia di così…

A proposito, sicuramente ti avrà (o ti avrebbe) fatto piacere notare i manifesti affettuosi di partiti schierati su fronti opposti, da Fratelli d’Italia al PD a Rifondazione Comunista. Un riconoscimento spontaneo e tangibile della tua onestà intellettuale, oltre che del tuo indiscusso valore come giornalista, che aveva le sue idee personali ma nel loro nome non è mai stato disposto a mistificare notizie ed opinioni.

Sai, mi è venuto in mente quando, in uno dei tanti giorni degli oltre quindici anni felici, tormentati e gratificanti in cui, come coppia di fatto, abbiamo partorito insieme decine e decine di numeri del Castello post apicelliano, eravamo stati apostrofati nell’arco di un’ora prima da alcuni esponenti dell’allora PDS come venduti alla Curia e alla destra e poi da un paio di militanti della destra come inaffidabili perché eravamo la “lingua dei comunisti”. Sorridesti, sorridemmo: ci dicemmo a volo che era la prova che la nostra strada di libertà mentale e onestà intellettuale era giusta.

Del resto, era la linea che applicavi negli articoli sul Mattino che per decenni hanno fatto di te il decano dei giornalisti ed il più noto dei cronisti metelliani. Senza contare il tuo ruolo a Quarta Rete: ne volevi fare, e ne hai fatto, la Televisione della Città. Così come il Castello è stato il giornale della Città e della Piazza, così come tu sei stato il Principe della Piazza e il movimentatore sornione ed intelligente degli Uffici istituzionali e di informazione, dove la tua presenza saltava subito all’occhio e all’orecchio e dove si finiva sempre con un cordiale “caffè del buon Peppino”.

E allora? Eri un principe in carica, solidamente in carica, con tante cose ancora da dire o da dare: non lo potevi dire alla Signora in nero?

Non la potevi accogliere con quella mazza che in tempi ormai quasi “mitici” accompagnava a scuola le tue perlustrazioni tra i corridoi del Liceo Scientifico “Genoino” e i tuoi blitz nelle classi, tante volte infiorate dal rombo delle tue sgridate. Quella mazza è poi andata in pensione prima di te, ma i ragazzi avevano capito che era comunque un segno di attenzione e di affetto, della tua voglia di relazione umana e paterna non solo con i tuoi alunni diretti, ma con ognuno delle migliaia di allievi che ti sono passati davanti agli occhi ed al cuore. Di tantissimi di loro conoscevi i nomi e le storie e alle loro vicende sapevi partecipare con la visibilità emozionale che ti caratterizzava; ognuno di loro era prima di tutto una persona.

Per questo, oltre che per la tua dimensione di docente, intere generazioni ti hanno voluto bene, per questo nei giorni del pensionamento proprio dai ragazzi riuniti per l’occasione hai ricevuto una standing ovation che ti ha fatto letteralmente squagliare, così come ti fecero squagliare quelle cinque mie alunne (ricordi?) che una settimana prima del tuo ultimo giorno a scuola mi pregarono “in segreto” di farti accomodare in un’aula per consegnarti una torta di commiato tutta loro. Dopo averla tagliata vi abbracciaste stretti stretti inondandola e inondandovi di lacrime. E non erano tue alunne dirette: era il segno che a scuola avevi lasciato un segno, e che segno!

Era il segno della tua umana amabilità. Non lo potevi ricordare alla Signora in Nero chiedendole di essere meno frettolosa?

E non le potevi far presente che a giorni avreste dovuto spegnere le candeline del primo anniversario della tua tanto agognata “puntella”, quel Peppiniello Muoio la cui nascita ti fece accendere uno tsunami di scintille tra le pupille di Nonno Gongolante? Non le potevi ricordare che, mentre la rete di relazioni della vita pubblica era lo sfogo buono e giusto della tua voglia di esserci e di partecipare oltre il tuo ombelico, il porto irrinunciabile dei tuoi “viaggi quotidiani” era la tua famiglia, a casa ed in tutti i luoghi dove era possibile respirare l’aria dei tuoi figli e dei loro figli? Avevi ancora tanti viaggi da fare, insieme con il tuo “polmone Emilia”, per dare una mano a Salvatore e Anna Maria, e a Marina e a Gaetano, in Sicilia e in Germania o nelle concentrazioni familiari qui a casa tua. E avevi ancora tante storie da raccontare e mani da porgere alle amatissime nipotine, a cui avete fatto tante volte da impagabili ed affettuosi nonni sitter.

Non potevi dire alla Signora in nero che avevi ancora tante scale da scendere sottobraccio col tuo “polmone Emilia”, con cui avete mantenuto e creato una famiglia di quelle belle, ricche di valori che vanno oltre e guardano lontano? Quei valori di cui sei sempre stato un dichiarato e fiero portatore e che ti erano stati trasmessi nella loro integrità dai tuoi “sacri” genitori, il Papà calzolaio e la Mamma “combattente”, artefici primi, col loro sudore, del Grande Salto in avanti dei figli.

Ricordi? Una volta venisti in classe e ti raccontai che stavo spiegando del poeta latino Orazio quel passo in cui egli dice che, anche se la gente “nobile” a volte gli rinfacciava le sue origini popolari, egli era profondamente grato al padre per i sacrifici che aveva fatto per farlo studiare, portarlo a Roma e farlo diventare un uomo di successo e che, se fosse tornato a nascere e avesse avuto la facoltà di scegliersi un padre, si sarebbe scelto ancora il suo, con tutto il cuore. E ti guardai fisso negli occhi. Tu mi ricambiasti lo sguardo e sorridendo dicesti: “Ma stavi parlando di me?’”. E ti si inumidirono gli occhi e insieme spiegammo ai ragazzi il perché di quella commozione e anche loro si commossero e fu una bellissima lezione di vita. Una delle tante che hai saputo regalare nel corso della tua vita feconda..

Gliele potevi dire queste cose alla Signora in nero, caro Peppino. Ma forse anche in questo caso ha prevalso quella parte un po’ più nascosta di te: quella pudica timidezza a cui tante volte hai messo a freno con la tua esteriore esuberanza e con la tua capacità di farti burattinaio anche senza farlo vedere. Non ce l’hai fatta proprio a dire tutto questo, eh? E, per dirla con i tuoi cari, hai fatto “il monello” o “una vutata di quarto”, come tante volte ti piaceva fare, quando volevi “andare cu’ ‘a capa toja”: e li hai lasciati così, smarriti e sospesi, quasi increduli. Ci hai lasciati così, sospesi e increduli. E tanti di noi si sono sentiti deprivati di un pezzo di storia generazionale e cittadina. Senza contare l’alone affettuoso e amicale che sapevi creare intorno a te.

Di segni ne hai lasciati tanti, caro Peppino. Non preoccuparti. Rimarrai con noi. E gli affettuosi ricordi di episodi, frasi, articoli, che ti accompagnano, hannoo lasciato una scia che non può svanire: e saranno loro la tua “puntella in Città”.

Ciao, Peppino, e ti sia lieve la terra.

Carabinieri in prima linea per il contrasto al bracconaggio

animali-in-cattivita'-1-san-valentino-torio-febbraio-2016-vivimediaSAN VALENTINO TORIO (SA). Concluse da poco, con la convalida dei sequestri, le operazioni effettuate nei scorsi giorni. Nonostante i molteplici incarichi assolti dai Carabinieri della Stazione di San Valentino Torio, i militari non sottraggono tempo ai servizi dedicati alla salvaguardia della Fauna selvatica. Nelle ultime settimane sono stati diversi i sequestri di avifauna illecitamente detenuta dai locali cittadini. Sono stati sequestrati 20 esemplari di Cardellino. I reati commessi spaziano dal furto venatorio al maltrattamento e detenzione di fauna particolarmente protetta.

Da queste parti è ancora diffusa l’usanza di detenere e catturare Cardellini” – commenta il Maresciallo capo Umberto Alfieri, vice comandante della locale Stazione dei Carabinieri – “il fenomeno è in calo, anche grazie alla nostra presenza. E noi continueremo a denunciare questi reati, reati contro la Natura a cui si affiancano altre illegalità di natura economica, il mercato dei Fringillidi muove somme ingenti“.  

Questi animali vengono catturati e allevati col solo scopo di sentirli cantare. Più il canto presenta determinati requisiti, più il suo valore aumenta. Il commercio di Cardellini e altri fringillidi ha una rilevanza da non sottovalutare. Il metodo di uccellagione adottato è la cattura con  reti che vanno dai 5 ai 10 metri, azionate a mano dal bracconiere.

animali-in-cattivita'-2-san-valentino-torio-febbraio-2016-vivimediaLa rete, stesa  in corrispondenza di piante, sementi e acqua che hanno la funzione di attirare i Fringillidi, viene attivata mediante funi e si catapulta sugli animali che si avvicinano. Si fa inoltre uso di richiami acustici e di uccelli vivi usati come zimbelli, entrambi vietati dalle normative vigenti. Minima la percentuale di esemplari che sopravvive a queste catture, la maggior parte muore in pochi giorni, non abituata alla prigionia. Una morte derivante da sfinimento, ferite provocate dallo sfregamento con le sbarre nel tentativo di liberarsi, fame. I pochi sfortunati sopravvissuti passeranno la loro vita in gabbie di 30 cm.

“Abbiamo collaborato con i Carabinieri di San Valentino Torio nel contrasto a questi atti di bracconaggio” – commentano i volontari dell’Enpa di Salerno – “a loro va il nostro più sentito ringraziamento per la sensibilità e la professionalità dimostrata nella salvaguardia del nostro patrimonio faunistico”. 

La Polizia Locale e la Metellia Servizi S.r.l. non bastano a tenere a freno i lercioni

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Nonostante l’inasprimento delle sanzioni ed il monitoraggio della Polizia Locale del territorio metelliano, seppur non capillare, taluni esercizi della ristorazione e a non pochi residenti di zone, anche centrali, continuano a sversare per le strade buste di rifiuti, non avendo compreso che la “Città dei portici” deve essere decorosa, del pari alle loro abitazioni, e che è comunque è meta di turisti e “pellegrini”.
L’ultima operazione di “pulizia” è stata eseguita domenica scorsa intorno alle  8:30 dal personale della Metellia Servizi S.r.l., assistito dall’autopattuglia della Polizia Locale, composta dagli agenti A.A. e R.M..
Sono stati trovati 29 mega sacchi neri di plastica, colmi di rifiuti di ogni genere, abbandonati in via Antonio Nigro (alle spalle della Mediateca Marte) da ben sei esercizi ricettivi, fra cui non pochi recidivi.
Dall’ispezione dei sacchi si è potuto constatare che il contenuto, conferito in modo indifferenziato, consisteva in pane, avanzi di alimenti cotti, carta, bottiglie di plastica e vetro, barattoli di pomodoro, lattine di bevande ecc..
Gli operanti hanno individuato, grazie alla presenza di “comande” e scontrini fiscali e non, ben sei noti ristoranti e pub di corso Umberto I, piazzetta Nicola Di Mauro, via Generale Felice Parisi e corso Principe Amedeo, alcuni dei quali recidivi.
“È avvilente – ha dichiarato S.A., funzionario della Metellia presente in loco – che nonostante le costanti sensibilizzazioni e l’inasprimento della sanzione a E. 500,00, taluni imprenditori e non pochi privati cittadini continuano ad abbandonare rifiuti indifferenziati per strada, incuranti del disdoro che arrecano alla Città, che come vedete è meta di turisti e pellegrini diretti, oggi che è domenica, al Santuario di San Francesco e Sant’Antonio”.
Infatti, nel mentre venivano ispezionati i sacchi dei rifiuti, provenienti dal nuovo trincerone, scesi da diciotto pullman, sono transitati per via Felice Parisi una folla di persone dirette al Santuario. Noi ci chiediamo: ma le sanzioni vengono onorate?
Gli ex 106 Ispettori Ambientali che fine hanno fatto?. Assenza assoluta.
Da informazioni assunte dieci di loro, per parlare di numeri seri, sarebbero pronti a ritornare in campo, ma con la direzione di persone di polso, oltre che garantiti dalla tutela legale e assicurativa da parte del Palazzo di Città.
Siamo fiduciosi.


Nuovi controlli in materia ittica e venatoria per le guardie della Protezione Animali

enpa-bossoli-allodola-capaccio-novembre-2015-vivimediaCAPACCIO (SA). Sabato mattina il debole passo migratorio e di conseguenza l’esiguo numero di cacciatori ha consentito alle guardie dell’Enpa di Salerno di dedicarsi ad altre segnalazioni. Durante il controllo lungo le sponde del Sele, in prossimità della foce, sono state georeferenziati e segnalati diversi depositi incontrollati di rifiuti. Sempre sulle sponde del fiume è stato individuato un pescatore che aveva pescato del novellame e giovani esemplari  di Anguilla. Quest’ultima – sottolinea la Protezione Animali – non può essere pescata ne detenuta in quanto la popolazione sta subendo un drastico calo a causa della pesca eccessiva e della mancanza di scivoli lungo i bacini e i corsi d’acqua. Il soggetto è stato identificato e l’ittiofauna è stata liberata sul posto. 

Nella giornata di domenica sono state comminate diverse sanzioni ad alcuni “amanti di Diana (la Dea della caccia)” per fauna abbattuta e non segnata e mancate prescrizioni sul tesserino venatorio. Purtroppo durante la fase di avvicinamento a due soggetti intenti ad abbattere Allodole con l’ausilio di un richiamo elettroacustico vietato, gli stessi si sono accorti delle guardie dandosi precipitosamente alla fuga lasciando sul posto decine di bossoli ed alcuni esemplari di Allodola abbattuti. Prima del rientro, è stato consegnato un esemplare di Trachemys scripta scripta (le comuni tartarughe d’acqua dolce), comprata da piccola in una fiera poi cresciuta fino a riempire il piccolo acquario in cui era “detenuta”, presso una struttura idonea. Questa specie alloctona non può essere liberata nei nostri corsi d’acqua poiché entrerebbe in competizione con la nostra fauna minore, ed essendo più aggressiva della nostra Emys orbicularis, finirebbe per ridurne il numero in modo consistente.

Legambiente: Fiume Sarno, che sofferenza! Su trenta punti campionati solo in sei raggiungono un giudizio positivo

legambiente-fiume-sarno-(1)-ottobre-2015-vivimediaSARNO (SA). Su trenta punti campionati lungo il fiume Sarno – da Solofra fino a Castellammare di Stabia, compresi canali secondari ed altre criticità segnalate dai cittadini – soltanto sei meritano un giudizio positivo, confermando il grave grado di sofferenza del fiume e dei suoi principali affluenti, dovuto a scarichi di reflui urbani e industriali non depurati, all’inquinamento da fertilizzanti e pesticidi dell’agricoltura, alla profonda manomissione degli ambiti perifluviali ridotti ai minimi termini. Legambiente rinnova alla Regione Campania e agli enti preposti di avviare tutte le azioni per completare al più presto l’indispensabile rete di infrastrutture depurative e intraprendere controlli sempre più serrati contro chi continua a scaricare abusivamente.

Sono questi, in sintesi, i risultati delle indagini condotte da Goletta del Sarno, una campagna di monitoraggio del fiume Sarno promossa da Legambiente Campania e realizzata da Leonia – circolo Legambiente Valle del Sarno in collaborazione con la rete dei circoli Legambiente del Bacino del Sarno e il supporto tecnico della azienda Hach. Il dossier Sarno è stato presentato questa mattina – presso il Cafè Panta Rei di Sarno – da Giorgio Zampetti, responsabile scientifico Legambiente; Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico di Legambiente Campania e Luca Pucci, del circolo Leonia Valle del Sarno che ha coordinato la campagna, alla presenza di Giusy Lofrano, professore a contratto di Valutazione e Controllo Ambientale presso il Dipartimento di Chimica e Biologia dell’Università di Salerno. La presentazione è stata preceduta da una navigazione di un breve tratto del fiume Sarno da parte degli attivisti di Legambiente, realizzata grazie alla collaborazione di Campobase Rafting, nella zona di Lavorate.

Goletta del Sarno conferma anche quest’anno le criticità già evidenziate in passato, purtroppo una situazione molto critica già a partire dalle sorgenti. È sempre più urgente una politica integrata, che partendo dal pieno coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali, economici e sociali del territorio, possa controvertire lo stato diffuso di degrado ambientale – affermano Giancarlo Chiavazzo e Luca Pucci, rispettivamente responsabile scientifico e componente del direttivo di Legambiente Campania -. Emerge l’urgenza di ridurre non solo i prelievi, ma anche e soprattutto i carichi inquinanti, fermando i numerosi scarichi industriali e civili che ancora oggi inquinano la risorsa idrica, procedendo al contempo alla bonifica delle falde contaminate. Per fare questo è necessario non solo il completamento delle infrastrutture di servizio, ma finalmente l’attivazione compiuta dei Servizi Idrici Integrati sia sotto il profilo della gestione che dell’indirizzo e controllo. È, inoltre, necessario adottare in modo sistematico e trasversale criteri di riqualificazione fluviale che orientino qualsiasi intervento in ambito fluviale, a partire dal Grande Progetto Sarno fino alle manutenzioni che a vario titolo si realizzano. Solo attraverso un approccio integrato si potrà aumentare la resilienza del territorio e contrastare l’incessante consumo di suolo che affligge il bacino del Sarno.”

In Europa il 22 dicembre 2015 scadrà il termine per il raggiungimento degli obiettivi ambientali di “buono stato ecologico” per tutti i corpi idrici previsti dalla direttiva quadro sulle acque. Ma continuano ad essere pochi in Italia i casi in cui si è investito sui corsi d’acqua con interventi di riqualificazione, rinaturalizzazione, prevenzione e mitigazione del rischio e insieme di tutela degli ecosistemi – aggiunge Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente –. Serve però la volontà politica perché una corretta gestione della risorsa idrica deve prevedere azioni e strumenti precisi: piani che coinvolgano tutti gli attori interessati e perseguano l’obiettivo di ridurre i prelievi e i carchi inquinanti; un’azione diffusa di riqualificazione e rinaturalizzazione dei corsi d’acqua; fermare i numerosi scarichi industriali e civili che ancora oggi inquinano la risorsa idrica e realizzare la bonifica delle falde contaminate. Occorre, infine, applicare strumenti di partecipazione adeguati come i Contratti di Fiume, che, come dimostrano le esperienze già attuate, consentono di coniugare la qualità dei corpi idrici con la mitigazione del rischio e lo sviluppo socio economico delle comunità locali”.

I risultati della monitoraggio ricordano ancora una volta che il fiume non nasce inquinato, ma subisce le aggressioni delle carenze del sistema fognario-depurativo che non copre tutti gli insediamenti abitativi, dell’agricoltura che usa fertilizzanti chimici e fitofarmaci, dell’industria che non tratta adeguatamente i propri scarichi idrici. È stato determinato il Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori per lo stato Ecologico (LIMeco), uno degli indicatori di qualità degli ambienti fluviali previsti dalla normativa, calcolato sulla base dei parametri “ossigeno disciolto – percentuale di saturazione”, “azoto ammoniacale N-NH4”, “azoto nitrico N-NO3” e “fosforo totale” rilevati in 20 stazioni. Otto i punti analizzati lungo il Sarno (2 buoni e 1 sufficiente alle sorgenti, quattro con giudizio di scarso e 1 cattivo). Otto i punti lunga la Solofrana (1 elevato, 1 scarso e 6 cattivo). Cattivo, invece, il giudizio per i due prelievi all’Alveo comune nocerino e i due al Cavaiola. Nell’Alveo Comune e nella Solofrana si registrano valori di Ammoniaca superiori a 6 mg/l, per i Nitrati si superano i 7 mg/l in alcuni punti. In conclusione rispetto ai dati dello scorso anno si registra un lieve miglioramento per l’asta principale e un peggioramento degli affluenti.

Inoltre, sono stati analizzati 10 campioni di acque superficiali provenienti da canali secondari o altri punti critici, segnalati dai cittadini a Legambiente con l’iniziativa SOS Goletta del Sarno, di questi tre campioni prelevati nel territorio di Solofra sono risultati in condizioni positive, mentre gli altri sette, prelevati nei comuni del Basso Sarno, sono risultati in condizioni negative. Sono stati determinati i valori di COD, Ammoniaca, Nitrati e Fosforo che permettono una prima valutazione dell’inquinamento da nutrienti e della presenza di scarichi civili non depurati. Tra i dati più significativi segnaliamo il valore di COD superiore a 300 mg/l riscontrato sul torrente Mariconda e sul Canale Bottaro; nella vasca Pianillo segnaliamo valori di Ammoniaca superiori a 30 mg/l e di Fosforo vicini a 20 mg/l.

È bene chiarire che il monitoraggio svolto da Legambiente non vuole assolutamente sostituirsi o compararsi con quello realizzato dall’Arpac, unico soggetto in Campania titolato a valutare la qualità ambientale dei fiumi, attività che deve essere svolta secondo le articolate modalità definite dalle vigenti disposizioni di legge. L’iniziativa rappresenta piuttosto una sorta di fotografia, un’istantanea indicativa della qualità delle acque, parziale per il numero ristretto degli indicatori considerati rispetto a quelli ufficialmente previsti e perché fondata su singoli campionamenti. Tuttavia, pur avendo tali limiti, il monitoraggio svolto è utile in senso comparativo, perché rappresenta in modo diretto e comprensibile le modificazioni in senso peggiorativo che affliggono il Sarno e i sui affluenti in modo esponenziale procedendo dalle sorgenti ai tratti intermedi e terminali.

Nel dossier è, inoltre, presente una scheda con le maggiori inchieste e operazioni di polizia giudiziaria che hanno riguardato il bacino del Fiume Sarno nel corso dell’ultimo anno. Proprio dal 2015, è bene ribadirlo, i reati ambientali sono entrati a far parte del codice penale fornendo così ai i magistrati nuovi strumenti per combattere gli eco criminali.

Nel corso dell’incontro di questa mattina è stato anche presentato uno studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Science of Total Environment e coordinato da Maurizio Carotenuto e da Giusy Lofrano del Dipartimento di Chimica e Biologia dell’Università di Salerno. Lo studio ha preso in esame l’evoluzione l’intero bacino del fiume con riferimento agli ultimi 60 anni e valutato lo stato della contaminazione, includendo i dati della campagna Legambiente 2014.

 

Il dossier completo è disponibile su www.legambiente.campania.it

 

LIMECO – LIVELLO DI INQUINAMENTO DAI MACRODESCRITTORI PER LO STATO ECOLOGICO

DATA

CORSO D’ACQUA DI RIFERIMENTO

PUNTO PRELIEVO

COMUNE (PROV.)

Classe Limeco

30/06/2015 SOLOFRANA CONTRADA SALA, TORCHIATI MONTORO (AV) Cattivo
30/06/2015 SOLOFRANA, con torrente Laura PONTE DI PANDOLA M. SAN SEVERINO (SA) Scarso
06/07/2015 SOLOFRANA LOC. SAN VINCENZO M. SAN SEVERINO (SA) Scarso
06/07/2015 SOLOFRANA VIA ASTONI CROCE CASTEL S. GIORGIO (SA) Cattivo
06/07/2015 SOLOFRANA LOC. CASALI ROCCAPIEMONTE (SA) Cattivo
06/07/2015 SOLOFRANA LOC. SAN PASQUALE ROCCAPIEMONTE (SA) Cattivo
07/07/2015 SOLOFRANA VIA PUCCI NOCERA INF. (SA) Cattivo
07/07/2015 CAVAIOLA VIA PASQUALE SANTORIELLO CAVA DE’ TIRRENI (SA) Cattivo
07/07/2015 CAVAIOLA PONTE VIA SAN PIETRO NOCERA SUP. (SA) Cattivo
07/07/2015 ALVEO COMUNE LOC. S. MAURO, VIA G.PASCOLI NOCERA INF. (SA) Cattivo
07/07/2015 ALVEO COMUNE VIA TERMINE BIANCO PAGANI (SA) Cattivo
16/07/2015 SARNO, sorgente SANTA MARIA LA FOCE SARNO (SA) Buono
16/07/2015 SARNO, sorgente RIO PALAZZO SARNO (SA) Buono
16/07/2015 SARNO, sorgente SANTA MARINA DI LAVORATE SARNO (SA) Sufficiente
16/07/2015 SARNO VIA SAN VALENTINO TORIO STRIANO (SA) Scarso
30/07/2015 SARNO PONTE VIA PROVINCIALE S.MARZANO S.MARZANO SUL SARNO (SA) Scarso
14/07/2015 SARNO TRAVERSA SCAFATI, VIA ROMA SCAFATI (SA) Scarso
23/07/2015 SARNO ZONA CARTIERA POMPEI (NA) Scarso
23/07/2015 SARNO FOCE SARNO CASTELLAMMARE DI STABIA (NA) Cattivo

 

 SOS GOLETTA SARNO

DATA

CORSO D’ACQUA DI RIFERIMENTO

PUNTO PRELIEVO

COMUNE (PROV.)

Indicatore
Stato

30/06/2015 SOLOFRANA, sorgente VALLONE RIALVO, VIA PANORAMICA SOLOFRA (AV) Condizioni positive
30/06/2015 SOLOFRANA, sorgente LOC. TURCI – MADONNA DELLA NEVE SOLOFRA (AV) Condizioni positive
30/06/2015 SOLOFRANA, vallone affluente VALLONE DEI GRANCI, VIA CIGLIANO, FRAZ. S. AGATA IRP. SOLOFRA (AV) Condizioni positive
14/07/2015 CANALE CONTE SARNO VASCA PIANILLO S. GIUSEPPE VES. (NA) Condizioni negative
14/07/2015 CANALE CONTE SARNO VASCA FORNILLO POGGIOMARINO (NA) Condizioni negative
14/07/2015 CANALE area arcgeo Poggiomarino LOCALITA’ LONGOLA POGGIOMARINO (NA) Condizioni negative
14/07/2015 RIO SAN TOMMASO LOCALITA’ CAPPELLE SCAFATI (SA) Condizioni negative
23/07/2015 VERNOTICO CORSO GIUSEPPE GARIBALDI CASTELLAMMARE DI STABIA (NA) Condizioni negative
23/07/2015 MARICONDA VIA BONIFICA POMPEI (NA) Condizioni negative
23/07/2015 CANALE BOTTARO VIA PIOMBIERA TORRE ANNUNZIATA (NA) Condizioni negative