Novembre, 2014
visualizzazione per mese
I residenti salvano la secolare quercia di via Vincenzo Galise
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Ieri mattina, senza alcun motivo e autorizzazione dell’Amministrazione di Cava de’ Tirreni, una squadra di operai, armati di motoseghe e carro gru, non si sa da chi “comandata”, ha dato l’assalto alla secolare quercia di proprietà comunale, sita nella traversa di via Vincenzo Galise, già via Siepi, dell’amena Frazione di San Pietro.
Una traversa resa impercorribile da lustri per la presenza di cancelli posti a monte e valle da chi non ha alcun titolo.
Ai primi rumori dei motosega, i residenti del posto hanno espresso le loro giuste rimostranze, ma gli addetti al taglio del secolare albero hanno continuato nella loro illegale missione. Non è rimasto altro che attivare la Centrale Operativa della Polizia Locale e l’Assessore all’Ambiente ed al Degrado Urbano, Fortunato Palumbo.
Sul posto, in breve tempo, sono giunti gli Ispettori Ambientali ed un autopattuglia della P.L.; ma i danni erano già stati arrecati alla vetusta pianta.
Disposta lo STOP al taglio della quercia e l’identificazione degli operai preposti all’oltraggio verso l’indifesa natura, non resta che i responsabili vengano deferiti alla Magistratura per i reati conseguenti; mentre l’Amministrazione comunale richieda loro il risarcimento del danno patrimoniale.
Gli interrogativi che ci poniamo sono due: chi ha ordinato lo svellimento della secolare quercia pubblica verrà penalmente e civilmente sanzionato ed i residenti della Frazione di San Pietro sanno che la Traversa Vincenzo Galise è una strada pubblica, inopportunamente chiusa al pubblico passaggio, chiedendone, oggi più che mai, la percorribilità, seppur pedonale.
“Young Debate Club”: i giovani di San Cipriano raccontano l’Europa
SAN CIPRIANO PICENTINO (SA). Si svolgerà domani alle ore 11.00, presso il Palazzo delle Culture di San Cipriano Picentino, l’incontro sui risultati più che positivi raggiunti dal progetto “Young Debate Club” finalizzato all’ inserimento socio-lavorativo tra ragazzi e ragazze provenienti da diversi paesi. Italiani , lituani, sloveni e rumeni hanno condiviso esperienze ed idee, sviluppando, così, un pensiero critico comune costruendo altresì nuove forme di identità collettiva attraverso il confronto sulle diverse tradizioni locali e sociali.
“Young Debate Club”, promosso dal Comune di San Cipriano Picentino con il supporto e il coordinamento dall’Associazione Culturale Giovanile Moby Dick, è stato finanziato dall’Agenzia Nazionale per i Giovani per un totale di 16.000 euro, permettendo agli aderenti di essere indirizzati al meglio nel mondo del lavoro al fine di riscontrare risultati positivi nell’ambito dell’occupazione giovanile.
All’incontro prenderanno parte il Vicesindaco di San Cipriano Picentino Federica Di Muro, il presidente dell’ACG Moby Dick Francesco Piemonte, il presidente del Forum dei Giovani Stefano Noschese ed il facilitatore del progetto Paolo Senatore. (Anna Bisogno)
“Io non sono ipocondriaca”, il romanzo Mondadori della cavese Giusella De Maria, approda alla Mediateca Marte, presentato dall’Assostampa “Lucio Barone”
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Sorrisi ed emozioni, malattie e magoni, freschezza e riflessioni di scena venerdì 21 novembre, alle ore 18, alla Mediateca Marte di Cava de’ Tirreni. Sarà infatti presentato il romanzo Io non sono ipocondriaca, di Giusella De Maria (Ed. Mondadori).
La presentazione sarà condotta da Franco Bruno Vitolo, con la collaborazione di Imma Della Corte, vicepresidente dell’Associazione Giornalisti Cava e Costa d’Amalfi “Lucio Barone”, che organizza l’incontro insieme con la Mediateca Marte.
Nel corso della serata i delegati della Mediateca MARTE Davide Speranza e Matilde Nardacci presenteranno il progetto “ScavaCava”, di cui questa manifestazione è il numero zero, e che consisterà in una serie di iniziative miranti a “scavare” significativi personaggi, episodi ed immagini della Cava di ieri, di oggi… e di domani (alias giovani emergenti).
Giusella De Maria è una pimpante gabbiana trentenne, emergente già da tempo ed emersa nel 2014 con la pubblicazione del suo romanzo con la Mondadori: è il primo autore metelliano ad avere questo onore.
Da ragazza è stata vincitrice del Premio “Badia” come studentessa del Liceo Scientifico “A.Genoino” di Cava, poi si è affermata in campo nazionale con il primo romanzo,Suona per me(Ed. Avagliano – Roma),quindi è salita nel 2011 sul podio dello stesso Premio Badia come scrittrice, infine è approdata al prestigioso regno della Mondadori, che è un po’ la sognata “Nazionale” degli scrittori.
Io non sono ipocondriaca (Ed. Mondadori) è la storia di Nina, nevroticamente ipocondriaca (cioè terrorizzata dalla paura di prendere malattie di tutti i tipi e quindi in costante difesa igienica e farmaceutica), ma, per compensazione, cuoca-imprenditrice di un’“autoazienda” di catering della Costiera Sorrentina, specializzata in grandi eventi e cibi raffinati. Le fanno compagnia il suo kit-coperta di Linus, che si chiama Mai senza e contiene tutte le medicine pronte per emergenze e affini, e gli amici collaboratori, la pasticciera Lucy, l’anglosfiziosa convivente Carol, il tuttofare Gigi simpatico ed empatico.
A farle compagnia, ma lo scopriremo solo con lo scorrere delle pagine, sono anche le sue paure, le sue insicurezze, le ferite del cuore, che verranno a galla quando il lavoro e la maschera imprenditoriale e i cofanetti “mai senza” non basteranno più a proteggere Nina dalla vita, dalle malattie temute, dal contatto con la sofferenza e con la morte, dalla scoperta-riscoperta dell’amore, grazie all’incontro “psichedelico” con il Dott. Marcus, illuminato scienziato ed illuminante ostetrico delle sue emozioni.
È un romanzo vivace e divertente, che si legge con piacere e coinvolgimento e che, oltre il sorriso, dona il piacevole stimolo di serie riflessioni ed il calore di appassionate emozioni.
Chi conoscerà il libro non lo eviterà… e cercherà di non rimanere “mai senza”, fino alla fine. E alla fine avrà anche messo in un cantuccio l’ipocondria che ci si annida dentro, comprendendo quanta vita ci toglie il trascorrere la vita a difenderci dalla vita
Tra le ombre, un sorriso di cielo: gli “Equilibri scomposti” della pittrice cavese Rosanna Di Marino in mostra al Palazzo Genovesi
SALERNO E CAVA DE’ TIRRENI (SA). Dodici quadri, ognuno di per sé completo, ognuno però legato all’altro, a formare un’ opera unitaria, composta e scomponibile. Un grande puzzle del colore, della materia e dell’anima. Un’unica opera, un’opera unica in mostra, un’opera che da sola vale la mostra: “Equilibri scomposti”, dell’artista cavese Rosanna Di Marino, presentata in One Work Show il 15 novembre al palazzo Genovesi di Salerno da e per iniziativa di Vito Pinto, uno dei più versatili e dinamici giornalisti-critici-operatori culturali del nostro territorio.
Così Pinto presenta l’opera della Di Marino: di grandi dimensioni, cm. 230 x cm.300, formata da tre tele cm. 100 x cm.100, tre tele di cm. 89 x cm. 100, e sei tele di cm. 50×50, composte in opera unica di grande suggestione cromatica.
Concordiamo pienamente su quella grande suggestione cromatica, sia per l’effetto immediato che produce, sia perché i colori e i grumi materici e le singole parti non sono strutturati come fini a se stessi, ma come componenti di un discorso filosofico-esistenziale che la Di Marino produce e ricerca da quando si è dedicata all’Arte.
Già il titolo esprime una delle caratteristiche primarie dell’Artista: l’intima contraddizione tra gli opposti, che nasce da un conflitto interiore, viene razionalizzata e composta in una forma organica più o meno definibile ma comunque composta e sotto controllo, lasciando però nello spettatore l’impressione di una rinnovata scomposizione e di un conflitto che, pur dopo aver donato frutti fecondi, sotterraneamente si perpetua in rivoli ora purificati ora sempre più attorcigliati nello scavo della ricerca.
È un discorso apparentemente astratto, che artisticamente e liricamente si traduce in una progressiva affermazione della materia informe e delle deformazioni richiuse in forme più o meno misteriose, ma che, tradotto nella sostanza della vita quotidiana e della dimensione personale, ben rende sia lo scontro che avviene tra l’identità sociale e quella più profonda, sia il magma interiore che rende complesso e quasi “infinita” la definizione della propria identità rispetto a se stessi, sia l’indescrivibilità della percezione esistenziale, sia anche (ultimo ma non meno importante) il flusso relazionale che si stabilisce tra le varie parti del sé ed tra i singoli sé che compongono il mondo esterno.
Come in una sintesi lucidamente complicata, questo appare chiaro negli “Equilibri scomposti” della Di Marino. Tutt’intorno, dominano velature tra il marroncino ed il rosso che occupano lo spazio ma nello stesso tempo fanno trasparire i pori ancora di scoprire.
Ogni singola parte della cornice più scura è uguale e diversa dalle altre: indistinte forme informali, in trasparenza frammentini di giornali, come nella tradizione della Di Marino, ma quasi invisibili stavolta, struttura autonoma ma forme e segni che stabiliscono un contatto fluido con gli altri quadri dello stesso livello orizzontale.
Più netto invece lo stacco con la parte centrale, dove domina un azzurro tenue intervallato da macchie scure che richiamano la cornice bassa. Netto lo stacco, ma forte l’aggancio nell’immaginecomplessiva: la Di Marino non chiude mai del tutto i varchi, anche quando sente che alcuni non sono valicabili.
L’immagine centrale, vista panoramicamente, sembra un planisfero, ma, osservandola meglio, è proprio l’opposto: è un progressivo tendere verso la scoperta di varchi d’azzurro, di varchi celesti: un richiamo alle problematiche ricerche dell’oltre che l’Artista ha sempre considerato parti essenziali della sua anima.
il perché di questa apparente confondibilità tra planisfero e sfera celeste è ora chiaro: le due parti per l’Artista non sono distinte, ma si distinguono facendo parte dello stesso tutto.
Ed ecco che la relazione alla fine domina sull’isolamento, anche considerando il richiamo della cornice alta, che richiama quella bassa, a chiudere il cerchio ed a stabilire ulteriore razionalità ad un discorso che l’Artista stessa, anche questo in linea con la produzione precedente, non vuole mai che scantoni fuori del controllo della mente-cuore dell’Artista Creatore alla ricerca dello Spirito Creatore.
Un respiro quasi cosmico, quindi, che apre orizzonti anche quando visivamente li chiude: uno spirito religioso che unisce la Parte col tutto, in un sorriso di cielo. La Di Marino sta del resto creando questa bilancia anche con la sua ultima serie di installazioni: sedie originali ricoperte di fili spinati, eppure ricche di colori, anche se non più solide. Oppure sedie colorate e belle, ma coperte da filo spinato? Non è la stessa, cosa: ma nel puzzle identitario ed esistenziale della Di Marino il dilemma continua. Ed in fondo, anche quando il filo spinato punge, non manca mai il sorriso del cielo.
Gli equilibri sono quindi scomposti perché c’è una composizione squilibrata: ma questa è l’elettricità della vita, che l’Artista sente sempre vivissima sulla propria pelle. E per fortuna ad ogni spina o macchia scura riesce a far corrispondere un sorriso di cielo …
- Un’immagine di “Equilibri scomposti”
- Rosanna Di Marino posa accanto all’opera “Equilibri scomposti”
- L’artista accanto ad un’altra delle sue opere di parti nel tutto
- Alcune sedie spinate della nuova serie della Di Marino
- Vito Pinto, critico d’arte, curatore della mostra
Inseguiti ed arrestati dai carabinieri quattro rumeni a Cava
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Inseguite e catturate dai carabinieri di Cava de’ Tirreni e di Nocera Inferiore, quattro persone di origini straniere che, ieri sera, si aggiravano nei pressi di Pregiato a bordo di una golf nera. Una rivolta a Pregiato verso le 19.30, quando due auto dei carabinieri, un carrattrezzi e un inseguimento hanno creato un po’ d’allarme nella località bersagliata dai furti in appartamento. Un malvivente è scappato nel parcheggio del Conad, ed è li che, è stato inseguito e dopo aver fatto resistenza, è stato bloccato dai carabinieri. Le facce sospette che si aggiravano nell’utilitaria di colore nero, hanno destato dubbi in alcuni residenti, i quali hanno segnalato la presenza di tali persone, alle forze dell’ordine. All’alt dei carabinieri, in via Dei Fabbri a Pregiato, uno di loro si è buttato dalla macchina e si è dato alla fuga per le vie di Pregiato. Da qui l’inseguimento dei militari dell’arma che lo hanno bloccato nel parcheggio del supermercato Conad di via De Filippis. Anche gli altri tre individui sono stati bloccati e fatti salire nelle gazzelle, per le operazioni di rito al reparto territoriale di Nocera Inferiore, retto dal maggiore Calandro. L’autovettura dei quattro soggetti identificati, è stata posta sotto sequestro e fatta rimuovere da un carrattrezzi. Da una prima perquisizione dei carabinieri, sembra che all’interno del veicolo, siano stati rinvenuti arnesi atto alla scasso come, piede di porco, cesoie ed altro. Non si esclude che i quattro soggetti fermati, stessero attendendo il momento giusto per mettere a segno qualche furto in appartamento. A quanto pare la stessa vettura era stata notata più volte per le vie della località pregia tese. Ora i carabinieri, dovranno capire se ci sono associazioni tra i quattro uomini presi e i precedenti furti commessi in città. Tra mercoledì notte e giovedì mattina, un altro furto in appartamento è stato consumato nei pressi della villa di via Veneto. (a.f.)