Aprile, 2015

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Si rinnova il Forum dei Giovani di Vietri

duomo-vietri-sul-mare-vivimediaVIETRI SUL MARE (SA). Si rinnovano le cariche del Forum dei Giovani di Vietri sul mare.Un appuntamento molto sentito ai giovani vietresi che intendono far sentire la propria voce e le proprie istanze a istituzioni ed enti,di ragazzi di un paese dove,purtroppo,per i giovani sembra si faccia sempre di meno.Molte sono state le iniziative prodotte dal Forum dei Giovani in questi anni,dai prgetti di scambi culturali a giornata dedicate alle problematiche dei giovani vietresi e non solo.Come molte sono state le polemiche,soprattutto negli ultimi anni, che hanno visto scontrarsi lo stesso Forum con le amministrazioni comunali vietresi,rei,secondo i ragazzi di non ascoltare o saper interpretare le istanze dei giovani vietresi.Non ultimo le accuse da parte di qualche amministratore vietrese,rivolto al Forum :”.. di essere un “organismo politico” e non un Forum di giovani..”cosa che ha posto in rotta di collisione per molto tempo quest’ultimo e la scorsa amministrazione.Quindi dal 23 marzo al 22 aprile sarà possibile per i giovani vietresi candidarsi alle cariche sociali del Forum dei Giovani di Vietri sul Mare.Per candidarsi è necessario iscriversi compilando il modulo https://fgvietri.files.wordpress.com/…/modulo_iscrizione_n.… e consegnarlo presso la segreteria comunale entro le ore 12.00 del 22 aprile 2015; contestualmente è possibile presentare la candidatura a consigliere o presidente del Forum, non è possibile candidarsi per entrambe le cariche.

Sarà presentata a Palazzo di Città in ristampa anastatica la biografia di Carlo Filangieri, cavese doc, grande generale napoletano dell’Ottocento

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Sarà un’occasione non solo per riscoprire un protagonista della storia meridionale ma anche per commemorare uno degli figli più importanti e forse più misconosciuti di Cava de’ Tirreni.

Venerdì 17 aprile alle ore 18, presso la Sala di Rappresentanza del Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, sarà presentata la ristampa anastatica del libro Carlo Filangieri, scritto nel 1876 dal Marchese Pietro Calà Ulloa.

Dopo i saluti del Sindaco di Cava de’ Tirreni, Marco Galdi, della Vice Portavoce dell’Associazione Polis sez. Cava de’ Tirreni – Salerno, Anna Casaburi, e del Parroco di Passiano, don Vincenzo D’Amico, relazioneranno: i prof. Emilio Gin (ricercatore di Storia contemporanea dell’Università di Salerno) e Giuseppe Foscari (docente universitario di Storia Moderna presso l’Università di Salerno), Giuseppe Catenacci (Presidente dell’Associazione ex alunni della Nunziatella) e Vincenzo D’Amico, editore dell’opera. Modererà Antonio Di Martino.

L’opera, arricchita dalla prefazione di Giuseppe Catenacci e di Francesco Maurizio Di Giovine, è la biografia di Carlo Filangieri, cavese di origine, prestigioso generale dell’Ottocento Napoletano, figlio del grande filosofo Gaetano.

Notevole l’appendice fotografica e documentaria, in cui spiccano alcuni documenti inediti come il certificato di battesimo di Carlo, una lettera che il generale scrisse in francese a Pietro Quandel, il frontespizio della Scienza della legislazione, con la dedica autografa, che il generale donò ai monaci della Abbazia della Ss. Trinità.

Da segnalare anche alcune cartoline d’epoca di Cava de’ Tirreni, che ritraggono il Palazzo Carraturo (poi Villa Eva) e il suo splendido giardino, dimora natale di Carlo, dove Gaetano scrisse la sua opera più famosa,la già citata Scienza della Legislazione. Il Palazzo è collocato all’inizio di quella via Gaetano Filangieri che tuttora è dedicata al grande filosofo. Di esso, è rimasta solo un’ala, mentre dove sorgevano i giardini, adesso c’è una scuola.

 

Carlo Filangieri, figlio del celeberrimo filosofo Gaetano e di Carolina Frendel, ungherese, educatrice della Principessa Luisa Maria, figlia di Ferdinando IV, nacque nella città metelliana il 10 maggio del 1784.

Orfano in tenera età, nel 1799, il giovane Carlo, impossibilitato a raggiungere lo zio Antonio in Spagna in seguito alle turbolenze napoletane di quel periodo, a Milano entrò in contatto con l’esercito francese.

In Francia, fu accolto da Napoleone che lo iscrisse al Prytanée, la prestigiosa accademia militare parigina. Combatté nell’esercito imperiale (anche nella storica battaglia di Austerlitz), distinguendosi per il suo valore, fino a quando non fu cacciato dall’Imperatore, che lo definì una “testa di Vesuvio”, per aver sfidato a duello e ucciso il generale corso Francheschi, che aveva insultato l’onore militare dei napoletani.

L’Ulloa ripercorre la lunga carriera militare del generale Filangieri, prima nell’esercito murattiano, poi in quello borbonico. Qui, a causa dei suoi trascorsi francesi, fu richiamato solo intorno al 1830, da Re Ferdinando II.

Durante il regno di Ferdinando II riordinò l’esercito e nel 1848-49 riconquistò la Sicilia, che si era dichiarata indipendente da Napoli. Per alcuni anni fu governatore dell’isola. Ricevette dal Re il titolo di duca di Taormina, mentre precedentemente aveva ereditato il titolo di principe di Satriano.

Carlo Filangieri fu anche imprenditore: a lui appartenevano sia la ferriera di Cardinale, da cui si estrasse il ferro per costruire il ponte Maria Cristina sul fiume Calore, sia una filanda a Sarno.

Tuttavia nella memoria storica egli è rimasto soprattutto come generale di alto profilo. Il brillante giornalista Ansaldo lo definì “il solo grande soldato, la sola testa politica del regime borbonico nell’Ottocento”, mentre Roberto Selvaggi, nella sua monumentale opera “Volti e nomi di un esercito dimenticato”, lo considera il generale napoletano di gran lunga più preparato, colto e intelligente; a suo dire l’unico che avrebbe potuto salvare il Regno di Napoli dalla catastrofe, se fosse stato più giovane e soprattutto se il Re non fosse stato così restio ad affidargli l’impresa.

Morì a San Giorgio a Cremano il 9 ottobre del 1967, nel nuovo stato unitario al quale, grazie al suo senso dello Stato, egli non rifiutò collaborazione ed accoglienza.

Le donne di Cava ricordano e raccontano, in un volume della Rivista Meridione, che sarà presentato sabato 18 aprile a Palazzo di Città

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CAVA DE’ TIRRENI (SA). Un evento ad altissimo tasso di interesse, un’iniziativa sinergica molto feconda tra mondo della Scuola e mondo della Cultura, una finestra ampia e profonda sull’universo femminile con filo rosso tra il locale ed il globale.

Laura Capobianco

Laura Capobianco

Sabato 18 aprile, alle ore 10, nella Sala del Consiglio di Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, sarà presentato un numero speciale della Rivista Meridione – Sud e Nord del Mondo, coordinato da Laura Capobianco ed incentrato sul tema Luoghi della Memoria, memoria dei Luoghi – Le donne di Cava de’ Tirreni ricordano e raccontano (ESI Editore).

Dopo i saluti delle autorità, Sindaco Marco Galdi in primis, interverranno la prof. Maria Rosaria Pelizzari, docente presso l’Università di Salerno e Direttrice dell’ OGEPO (Osservatorio interdipartimentale per la diffusione degli studi di genere e la cultura delle pari opportunità), ed il prof. Guido D’Agostino, docente dell’Università Federico II di Napoli, Dirigente dell’Istituto Campano di Studi sulla Resistenza “Vera Lombardi” di Napoli, e fondatore di questa prestigiosa rivista che da oltre quindici anni scandaglia nel profondo la nostra società e le sue relazioni con la Grande Storia.

Gabriella Liberti e Maria Pia Vozzi

Gabriella Liberti e Maria Pia Vozzi

Porteranno i saluti degli Istituti Scolastici che hanno collaborato alla realizzazione dell’opera le Dirigenti Maria Olmina D’Arienzo (Liceo Scientifico “A.Genoino”), Raffaela Luciano (IIS “G. Filangieri”), e Ester Cherri (IIS “De Filippis Galdi”). Moderatrice, la prof. Maria Pia Vozzi, del Centro Studi “G.Filangieri”, che è uno dei promotori dell’iniziativa.

Questa manifestazione rappresenta la conclusione di un progetto nato nel settembre del 2012 come Scuola estiva di alta formazione, organizzata dall’Istituto di Studi filosofici di Napoli, dall’Istituto Campano di Studi sulla Resistenza “Vera Lombardi” di Napoli, dal Centro Studi “Filangieri” e dal Liceo “Marco Galdi” di Cava de’ Tirreni.

È il risultato del lavoro congiunto di mondo della scuola e mondo della cultura “al femminile”.

Contiene infatti saggi di Lucia Avigliano, Beatrice Sparano, Patrizia Reso, Maria Pia Vozzi e Gabriella Liberti, su figure e situazioni di donne cavesi o in qualche modo collegate alla storia cavese: tra le altre Elvira Coda Notari, la prima donna regista del cinema italiano, la carissima Mamma Lucia, “madre dei caduti”, che al termine della guerra recuperò le salme di oltre seicento soldati restituendole alle famiglie, le donne operaie della Manifattura,le popolane che perirono nel Treno della Morte, a Balvano, soffocate in una galleria dalle esalazioni del carbone mentre andavano a Potenza a rifornirsi di cibo per le famiglie, e così via.

Il Prof. Guido D'Agostino

Il Prof. Guido D’Agostino

Parallelamente, studentesse del Liceo Scientifico “Genoino”, del Liceo Classico “Marco Galdi” e dell’ IIS “Filangieri” hanno realizzato delle interviste ad anziane donne cavesi di varia estrazione sociale per ricostruire aspetti di vita quotidiana della comunità cavese nel Novecento.

È insomma una iniziativa che viene da lontano e guarda lontano, nel pieno stile degli enti che l’hanno promossa e, per quanto riguarda Cava de’ Tirreni, del Centro Studi “Gaetano Filangieri”, che da circa dieci anni naviga come nave ammiraglia su quel fiume della Cultura che attraversa il locale e sfocia nella Grande Storia e nella Grande Letteratura. Un’associazione che è bello sapere che c’è e che ci permettiamo fin d’ora di proporre come ente benemerito cittadino, in vista della sessione 2016 di concessione delle civiche benemerenze. Sarebbe cosa buona e giusta …    

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Occhio al candidato n. 9. Claudio Di Criscio (Movimento Popolare per Cava): “Punto al rilancio commerciale e ad un rinnovamento culturale attraverso il volano dello sport”

Nono appuntamento nel nostro viaggio alla scoperta dei candidati a Sindaco per le elezioni di primavera. Dopo Servalli, Lamberti, Marco Senatore, Stefano Cicalese, Michele Mazzeo, Marco Galdi, Cettina Capuano e Renato Aliberti, ecco Claudio Di Criscio, candidato di uno schieramento gravitante intorno al neonato “Movimento Popolare per Cava”.

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Partiamo dall’anagrafe e dall’attività lavorativa?

Claudio Di Criscio, nato a Cava de’ Tirreni il 15/08/1956. Docente di Scienze Motorie.

Titoli di studio?

Laurea in Scienze Motorie conseguita presso la Facoltà di Scienze Motorie di Napoli.

Quali sono i tuoi hobby?

Calcio, Pallavolo, Pesca, Informatica.

Sul tuo podio ideale, quali libri collochi e perché?

Il diario di Anna Frank: questo romanzo riesce a raccontare in modo drammatico la crudeltà cui l’uomo stesso sottopone i suoi simili, facendo però risaltare i desideri e le piccole gioie di quei ragazzi che, a loro tempo, sarebbero dovuti diventare uomini migliori, che si sarebbero schierati contro la crudeltà e l’ingiustizia, per costruire un mondo migliore.

La realtà è più importante dell’ idea”, di S. Calvani: sono stato attratto dall’argomentazione dell’autore, che fotografa una realtà sociale, che si chiude nei propri interessi, basata sul consumismo e tralasciando i problemi reali della quotidianità: rappresenta un invito a fare del bene evitando situazioni futili, mettendo al primo posto la “preoccupazione per i poveri e per la giustizia comune”.

E quali film e perché?

La vita è bella più di tutti. Non c’è che dire, è uno dei pochi film che mi hanno fatto piangere: veramente emozionante , racconta in modo “comico” una tale tragedia. La frase “la vita è bella” per me non è solo un film, ma è un vero e proprio insegnamento di vita. Quello che mi stupisce del film è la sua dolcezza, che non ci abbandona mai, ma anche la sua capacità di far riflettere ed emozionare. Ci sono talento e poesia, amarezza e ottimismo, irriverenza e rigore morale. 

Quali sono i tre cardini della tua etica personale?

Valori della vita che oggi, purtroppo, si stanno perdendo: trasparenza ed onestà.

I tuoi modelli ideali in politica?

Su tutti, Aldo Moro: uomo di grande levatura politica, che ha sempre svolto un ruolo fondamentale nella vita del paese, impegnandosi a sensibilizzare i giovani all’impegno politico 

I tuoi modelli ideali nella vita?

Far riscoprire i valori della vita quotidiana che mi ha insegnato mia madre, prestando molta attenzione al sociale.

Quali sono secondo te le tre qualità più importanti per un politico?

Una politica più attenta alla qualità delle relazioni, saper ascoltare le esigenze dei cittadini, essere disponibile al dialogo e risolvere in tempi brevi le varie problematiche.

Quali sono le tue tre principali qualità?

Lealtà, disponibilità, generosità, essere socievole con tutti.

E quali i tuoi tre principali difetti?

Non saper dire di no agli altri, essere troppo sincero.

Finora ti sei caratterizzato molto per la tua presenza nel sociale e nel mondo dello sport: cosa hai dato e cosa ti ha dato?

Ho dato tanto inserendo molti giovani nel settore sportivo allontanandoli dalla strada e da devianze pericolose, ho ricevuto poco perché non ho mai chiesto e preteso. Tra le varie soddisfazioni, c’ è il Memorial “ Eugenio Abbro”di Calcio a 5.

Ci presenti le caratteristiche del movimento di cui sei rappresentante?

Essere indipendenti e non manipolati da partiti. Creare le caratteristiche di formazione di una classe politica di uomini e donne onesti, con l’impegno che la politica debba essere al servizio del cittadino e non farne una attività finalizzata ad interessi personali.

Ma questo movimento, per persone e idee, non sembra solo mezzo nuovo, ma anche mezzo vecchio…

Assolutamente no, il nostro è un modello rinnovatore e riformatore

Cosa ti ha spinto a passare dal sociale e dallo sportivo al politico?

Non si è creata una vera e propria dinamica che mi ha spinto a candidarmi… è una situazione che volevo creare già da tempo e allora insieme ad altre persone abbiamo concretizzato questo nostro progetto politico.

Non temi di essere caratterizzato troppo dalla tua dimensione settoriale?

Il mio settore, quello educativo, non mi limita nelle scelte in genere né tantomeno in un contesto sociale, dove per me l’idea di “politico” rappresenta la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano.

Come pensi di superare il limite dell’inesperienza e dell’ “ingenuità”?

Non li definisco limiti: l’inesperienza è palese che ci sia, l’ingenuità non è sinonimo di “limite”, ma semplicemente di innocenza e sincerità (che al giorno d’oggi sono qualità rare).

Quali sono le principali differenze tra te e Marco Galdi, a livello personale e politico? Cosa vi accomuna e vi potrebbe accomunare?

Non credo possa delineare delle differenze tra la mia personalità e quella del Sindaco Galdi, a me non piace commentare le scelte altrui, posso mostrarvi il percorso in cui credo, è l’unica cosa che mi interessa in questo momento.

Quali sono i problemi cittadini più impellenti che ti si sono presentati in questa prima fase di campagna?

Ci sono una varietà indefinita di problematiche sociali che affliggono i cittadini ogni singolo giorno. In primis, tasse, manutenzione stradale, rifiuti e ambiente. Viviamo in un periodo di crisi economica ormai da anni, la situazione sembra peggiorare giorno dopo giorno e lo noto soprattutto nei giovani che, per avere una propria indipendenza e autonomia, sono costretti ormai ad allontanarsi da questo nostro splendido paese. Rimane una piaga che purtroppo non varia, come se ci si rassegnasse all’idea che nulla può cambiare in positivo perché cosi deve andare, un labirinto senza uscita.

Come “sportivo”, cosa faresti per Cava più di quanto abbiano fatto, o non abbiano fatto, i precedenti amministratori?

Completare il Palazzetto dello sport, ex velodromo, e riqualificare totalmente le palestre. Riportare il calcio cavese a livello professionistico e rilanciare in maniera forte gli sport minori.

Quali sarebbero le tue prime mosse in caso di elezione a Sindaco?

Riassetto funzionale degli uffici per rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini; una Task force per assicurare una città vivibile e sicura.

Con quali criteri ti sceglieresti gli Assessori? Pescheresti anche dal Consiglio Comunale?

Gli Assessori saranno scelti per le proprie competenze e dovranno essere riferimento del territorio. Sì, pescherei anche dai consiglieri comunali, in quanto sono persone elette dai cittadini per rappresentare la nostra città.

Qualche ricetta già pronta per rilanciare l’economia cittadina?

Riduzione del costo dei parcheggi, per favorire il rilancio delle attività commerciali; promozione del territorio, comprese le frazioni, puntando sui settori della cultura, folklore ed enogastronomico.

Cosa potrebbe fare un Sindaco di Cava per ridurre il distacco culturale e politico che c’è tra la Città e le aziende della zona industriale?

Istituire presso la casa comunale un ufficio ad hoc per poter semplificare e trovare le giuste soluzioni alle problematiche connesse alle aziende operanti sul nostro territorio, evitando, come già avvenuto negli ultimi anni, che si trasferiscano in altre zone, penalizzando forze lavorative locali.

Ci dici cinque buoni motivi per cui la gente dovrebbe votare te e non altri candidati?

Siamo un movimento popolare nato tra la gente, non gestito da partiti e senza condizionamenti altrui. I nostri interlocutori sono e saranno sempre solo i cittadini. La casa comunale sarà sempre aperta per confrontarci sulle istanze prodotte dai cittadini. Ho posto in prima fila il raggiungimento di obiettivi molto sentiti: la fattibilità dei lavori pubblici affinché le opere vengono eseguite a regola d’arte attraverso il controllo di tecnici qualificati senza dispendio di risorse economiche; il miglioramento della manutenzione delle strade, del verde pubblico; la valorizzazione delle frazioni.

Se ne è andato Filippo Trapanese, uno degli ultimi artigiani-artisti del ferro battuto

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Per cogliere il talento di Filippo Trapanese, artigiano-artista del ferro battuto, scomparso mercoledì 8 aprile scorso all’età di 78 anni, bastava guardare la testiera del suo letto matrimoniale: un gioco intrecciato di volute, con venature azzurrine e nodi dorati, aereo come una nuvola, elegante come un abito sera, solido come la passione che lo aveva ispirato.

Anche se il disegno originario proveniva da un’altra mano, altrettanto delicata ed elegante, quella del pittore restauratore Fabbricatore, scomparso un paio d’anni fa, ci voleva una capacità straordinaria a ricavare da grezzi fili di ferro delle figure così leggere ed armoniose, di una dolcezza emozionante.

Filippo quest’arte la possedeva compiutamente. Era rimasta nell’ombra fino ad una trentina di anni fa, quando egli dedicava tempo ed energie soprattutto al lavoro in fabbrica, alla Paravia, dove, come meccanico, eseguiva e realizzava disegni tecnici preparati da altri. Ma poi lo spinse a tentare anche la “sua” strada quella voglia di lasciare la propria orma, un segno di quella creatività che, spinto dalle necessitò della vita, aveva dovuto mettere in subordine.

E partorì un bellissimo Cristo piangente, dalla forte intensità espressiva: il buon risultato lo convinse a continuare. Da allora sono decine e decine i lavori che egli ha prodotto, soprattutto nell’ambito dell’arte sacra e delle decorazioni di arredi in casa: un magnifico Cenacolo, varie Madonne col Bambino, alcuni intensi crocefissi, tra cui spicca e se ne fa applaudire uno in particolare, che oggi è collocato nel Convento di Santa Chiara a Pagani.

È piena di lavori compiuti la sua casa di Santa Lucia di Cava de’ Tirreni, un piccolo museo di una quarantina di opere. Ma i suoi lavori, a cominciare dalle bellissime testate del letto matrimoniale, sono presenti anche nelle case dei figlie e delle persone care. Ed anche in qualche luogo “caro”, come il campanile della Chiesa di Santa Lucia.

Era un impegno continuo, il suo, dettato non da fini di lucro (non si è mai impegnato più di tanto per una vendita o delle esposizioni o produzioni su comando), ma da quel soffio d’amor proprio e amore familiare che spinge a donare e lasciare testimonianze del proprio valore e, diciamo, anche del proprio cuore.

Gli occhi gli si illuminavano di umida emozione, quando sentiva il sorriso degli occhi di chi ammirava la sua arte, quando ci raccontava del dono di una testata di letto fatto ad ogni figlio in occasione del matrimonio, quando si proiettava nel futuro degli anni e cullava l’idea che i suoi figli ed i suoi nipoti ed i figli dei suoi nipoti avrebbero accarezzato la sua presenza anche solo guardando il frutto delle sue mani d’artista.

Era il suo modo di amare e di chiedere amore, ma chi l’ha conosciuto da vicino sa bene che, anche senza i suoi lavori, l’amore ed il rispetto se li era costruiti con la dedizione alla famiglia, con la sua gentilezza d’animo, con l’esempio concreto della sua esistenza, e con la trasmissione di valori che per lui erano sacri come e forse anche più della sacralità delle figure che riusciva a creare. Anche per questo un posto nel paradiso degli affetti se lo è già conquistato, in prima fila.

Ma la sua presenza andrà oltre l’amore familiare ed il calore amico che gli ha testimoniato la gran folla accorsa a salutarlo.

Le sue opere comunque sfideranno il tempo. E sarà una memoria di ferro, che non potrà mai essere “battuto” …