Dicembre, 2018

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In Biblioteca la mostra di “Pro poor people”, a sostegno di una località della Tanzania

Uno stimolo al dialogo con i più giovani, una benefica finestra di solidarietà.


CAVA DE’ TIRRENI (SA). “In Kenia e in Tanzania, abbiamo aiutato e aiutiamo famiglie senza tetto, povere e con prole. Le aiutiamo ad acquistare un terreno, a costruire una casa confortevole, ad avviare una piccola attività di agricoltura e di allevamento, in modo da raggiungere gradualmente l’indipendenza economica. Diamo un aiuto per risolvere i problemi minimi dell’esistenza quotidiana e nello stesso tempo per acquisire gli strumenti di costruzione del futuro. Tra questi il primo e più importante è la scuola. Bastano poche decine di euro, non più di cento, per permettere ad un ragazzo di sfamarsi, pagarsi l’istruzione e con essa di acquistare uno spicchio di speranza.

È il sogno di tanti volontari per l’Africa in generale e, nel nostro caso, l’obiettivo dichiarato di un gruppo di volontari coraggiosi e generosi, guidati da Marco Battaglini, il quale in Kenya, a Watamu, undici anni fa entrò in contatto con la famiglia di una vedova rimasta senza casa e senza sostentamento. Capì che non era, non è possibile in certi casi stare con le mani e mano senza dare una mano. Chiese aiuto e sostegno a parenti, amici e conoscenti in Italia e riuscì a far tirar su un’abitazione decorosa, con ecocomponenti, e a dare gli strumenti per andare avanti e procurarsi il sostentamento quotidiano.

Da lì nacque l’idea di creare un’organizzazione in grado di aiutare questo “poor people”, ma anche la scelta consapevole del finanziamento diretto, senza intermediazioni, ma solo attraverso agenzie di trasmissione di danaro da un paese all’altro. Dopo qualche anno in Kenya, la sua attenzione si è trasferita in Tanzania, in particolare a vantaggio dei bambini di un orfanotrofio di Kipengere, per poi stabilirsi definitivamente a Nyombe, dove agisce in libertà e autonomia a beneficio di persone e famiglie disagiate..

Da quel momento la sua primaria attività è stata quella di raccogliere fondi per adottare a distanza bambini nello studio (con cento euro annui si coprono un intero anno scolastico e due pasti al giorno!) e aiutare le famiglie a farsi un tetto, un campicello e qualche strumento per produrre e vendere frutti, ortaggi oppure oggetti artigianali.

Quella che era un’iniziativa di pochi si è poi estesa ad amici e conoscenti e quindi, attraverso la rete, a coloro che ritengono giusto e opportuno sostenere, in loco oppure a distanza, l’azione di questo gruppo, che ci sta mettendo anima e cuore, intelligenza ed energia. È nata formalmente l’Associazione Onlus Pro poor people, dallo stesso Marco Battaglini presieduta, che negli ultimi mesi si sta facendo conoscere attraverso significative iniziative pubbliche, in particolare a Cava de’ Tirreni, città di residenza di Rosanna Lamberti, l’attuale Vicepresidente, e di alcuni membri della famiglia Battaglini, che è originaria del Cilento. Il papà di Marco, Gianfranco, fa da segretario, l’amico James da gancio e tramite in Tanzania, a supporto ed a volte, se serve, anche in sostituzione di Marco stesso.

Ha avuto una bella risonanza la mostra organizzata prima a settembre in Comune, con la spinta promozionale del Consigliere Umberto Ferrigno e della Presidente del Consiglio Lorena Iuliano, e nel periodo prenatalizio in Biblioteca Comunale. Qui si è aperto un fecondo canale con le scuole, destinato ancora a crescere nel mese di gennaio. I ragazzi rimangono molto colpiti dalle “fotografie parlanti” che accompagnano la mostra, e dalle vibrazioni del cuore che connotano la presentazione curata da Rosanna Lamberti e dalla sorella Teresa, capaci di infiorare le parole con episodi che colpiscono l’immaginario dei giovani. Per tutte, vale la testimonianza delle ragazze della II BL del “De Filippis – Galdi”, che ha visitato la mostra con le le prof. Rinaldi e Coppola.

Siamo rimaste molto impressionate dal fatto che in quei luoghi bruciavano i copertoni delle ruote delle macchine per favorire la concimazione ignorando i veleni che quelli contenevano. E ci hanno intenerite scene come la preghiera recitata sulla spiaggia da parte della famiglia senza tetto a beneficio di Marco e dei suoi amici. Ci hanno tanto commosso sia la carica d’amore che rimane in quelle persone nonostante la povertà, sia il vedere tanti bambini sorridere gioiosamente. Abbiamo capito che quello che per noi è poco o niente per loro è tutto. Dovremmo imparare a distinguere meglio il valore delle cose che noi abbiamo e che diamo per scontate…

Parole sagge e mature, parole che, se elaborate e trasformate in pensieri e azioni d’amore e di solidarietà, sono il segno di una crescita e l’apertura di una mano tesa a far da ponte con il mondo che ci circonda.

Ci conforta perciò che stiano prendendo piede iniziative come quelle di Por poor people, che ci siano persone come Marco Battaglini che tengono viva la fiammella della fraternità, che questi incontri mettano su, sia pur faticosamente e mattone dopo mattone, dei ponti di umanità e solidarietà in controtendenza con le diffidenze e gli egoismi che troppe volte ci portano a vedere queste popolazioni svantaggiate come dei pericoli per la nostra “pace” e il nostro più o meno reale benessere. Come se nella nostra storia non fossimo mai stati svantaggiati o migranti…

E allora, se possibile, diamo il nostro sostegno; se non siamo impegnati con altri, diamo il nostro cinque per mille; se abbiamo tempo, doniamo i nostri minuti. E i benefici, per gli altri e per noi stessi, non saranno certo “minuti”…

Ancora un sofferto pareggio casalingo

cavese-monopoli-cava-de-tirreni-dicembre-2018-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). La Cavese deve accontentarsi della divisione della posta in palio nella sfida post sbornia di Reggio Calabria. É stata ancora una volta una rincorsa verso il pareggio ma è sempre il cuore biancoblù a sopperire a qualche lacuna tecnica e al solito errore, immancabile, difensivo.

L’undici di Modica ha fatto la sua gara anche al cospetto di un Monopoli che veniva da una striscia positiva di risultati e con molte individualità di categoria superiore. Ma va bene così. I biancoblù devono salvarsi al più presto e il sesto risultato utile consecutivo conferma il buon momento.

La sfida si apre con una discesa sulla destra di Lia ma il traversone viene deviato sul fondo da Sciamanna. All’8’pt solito errore aquilotto che spiana la strada agli avversari. Tumbarello, imbarazzante nella sua ingenuità, abbatte come un birillo in area di rigore amica Paolucci lanciato a rete. Per l’arbitro nessuna esitazione a indicare il dischetto del rigore. Dagli undici metri è freddo Doudou a spiazzare Vono e a trovare l’1 a 0. Il leit motiv delle ultime sfide del Lamberti, l’errore in fase di ripartenza, torna a rovinare i piani di Modica e co. In altre circostanze il cuore aquilotto è tornato subito a battere forte. Non così contro i pugliesi. Se non al 19’pt con un siluro dai trenta metri scagliato verso l’incrocio del pali da Palomeque che impegna in volo pastico Pissardo. Sfortunato l’undici bleu foncé al 31 ‘pt. La punizione dal limite di Rosafio scheggia la traversa e finisce sul fondo.

Prima del fischio finale dei primi 45 minuti da segnalare una occasione sui piedi di Favasuli contrato con decisione dai difensori ospiti. Negli spogliatoi Modica cerca di suonare la carica. Non può spiegarsi la regressione rispetto alla sontuosa trasferta infrasettimanale di Reggio. In molti nei 45 minuti iniziali della gara con il Monopoli sembrati imballati e fuori dal gioco. Nella ripresa il tecnico metelliano cambia subito Fella con Bettini.

E al 12’st Palomeque e Sciamanna con Inzoudine e Heatley. Ma è il Monopoli a rischiare subito di fare il bis. Leggerezza difensiva aquilotta che permette a Scoppa di lanciare in corridoio Paolucci che sull’uscita di Vono piazza la palla sul palo lontano ma un palmo oltre lo specchio della porta. Al 14’st arriva il pareggio. E che pareggio! Heatley ripaga subito il tecnico aquilotto che lo getta nella mischia spesso a partita in corso.

Palla di Rosafio nel cuore dell’area pugliese e l’attaccante con uno splendido gesto tecnico in rovesciata insacca tra il tripudio dei propri tifosi. Raggiunto il pareggio la partita non riesce più a offrire emozioni. Le due squadre sembrano accontentarsi della divisione della posta in palio. E solo Heatley dà segnali di non volersi arrendere ma non basta e così dopo quattro minuti di recupero il triplice fischio fa calare il sipario sul terzo pareggio consecutivo casalingo aquilotto. Domenica si va a Catania. Il ritorno al Lamberti a Santo Stefano.

Con l’augurio che sotto l’albero, finalmente, possa tornare la gioia della vittoria casalinga.

“Cavesi nel Mondo”, brilla la stella di Maria Giovanna Dainotti

Emozionante cerimonia di conferimento al Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni (Sa) del XVII Premio “Cavesi nel Mondo”, vinto dalla Dott.ssa Maria Giovanna Dainotti.


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CAVA DE’ TIRRENI (SA). Una stella cavese nel firmamento mondiale dell’astrofisica: è la Dott.ssa Maria Giovanna Dainotti, vincitrice della XVII edizione del Premio “Cavesi nel Mondo”. Il prestigioso riconoscimento è stato conferito sabato 15 dicembre 2018 al Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni (Sa).

Letteralmente gremita l’Aula Consiliare per l’atteso atto finale dell’iniziativa organizzata dal Rotary Club Cava de’ Tirreni e volta a premiare quei cittadini cavesi che con le loro opere ed attività abbiano reso lustro alla città natale a livello nazionale ed internazionale e/o abbiano agito nell’interesse della comunità locale.

maria-giovanna-dainotti-cavesinelmondo-2018-cava-de-tirreni-salone-dicembre-2018-vivimediaA rendere omaggio all’astrofisica cavese autorità civili ed ecclesiastiche, giornalisti, amici e tanti cittadini “comuni”. Presente anche l’intera Commissione di assegnazione del Premio, composta dal Dott. Vincenzo Servalli, Sindaco di Cava de’ Tirreni, dal Dott. Vincenzo Troia, Presidente del Rotary Club Cava de’ Tirreni, da S.E. Mons. Orazio Soricelli, Arcivescovo di Amalfi-Cava de’ Tirreni, e da Dom Michele Petruzzelli, Abate Ordinario dell’Abbazia della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni. In sala pure il Dott. Giovanni Pagano in rappresentanza dell’Arch. Angela Pace, Commissario dell’Azienda di Soggiorno e Turismo metelliana.

Impossibilitata ad intervenire personalmente per improvvisi ed improcrastinabili impegni lavorativi, la Dott.ssa Maria Giovanna Dainotti, attualmente residente a Stanford in California (USA), ha avuto comunque modo di respirare nuovamente l’“aria di casa” in virtù di un collegamento live su Skype, che le ha consentito di “incassare” l’ammirazione, il calore e l’affetto mostrati dai presenti in rappresentanza di tutta la comunità cavese.

A ritirare il premio è stato il padre della vincitrice, il Prof. Fabio Dainotti, che ha ricevuto dalle mani del Sindaco Servalli e del Presidente Troia una pergamena incorniciata contenente le motivazioni del conferimento ed un distintivo in oro a rilievo rappresentante un pistone, altro simbolo dell’identità cittadina.

Questa la motivazione dell’unanime decisione della Commissione di assegnazione: «Astrofisica di fama mondiale, si è imposta all’attenzione internazionale per i suoi studi sui lampi di raggi gamma. I gamma ray burst, così come vengono chiamati, potrebbero servirci per ricostruire la storia e l’evoluzione dell’Universo. Questo è l’obiettivo del gruppo di lavoro della ricercatrice. Rappresenta l’esempio del talento italiano che dà lustro internazionale al nostro Paese. Le sue radici cavesi ci rendono orgogliosi».

Assistant Professor presso l’Università Jagellonica di Cracovia in Polonia, Ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, dal 2015 operativa presso la Stanford University, la Dott.ssa Maria Giovanna Dainotti è salita alla ribalta internazionale grazie ai suoi studi ed alle sue scoperte sui lampi di raggi gamma, i cosiddetti GRB (Gamma Ray Bursts), che costituiscono i più potenti eventi ad alta energia noti e la cui ricerca approfondita potrebbe consentire di ricostruire la storia dell’espansione dell’universo. Obiettivo, quest’ultimo, perseguito con determinazione da un gruppo internazionale di ricercatori alla cui guida vi è proprio l’astrofisica cavese.

Il Premio L’Oreal Italia per le Donne e la Scienza, l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica per meriti scientifici, la Borsa Fulbright Scholar a Stanford University e la Fellowship Japan Society for the Promotion of Science, considerata la più prestigiosa tra le borse di studio asiatiche. Sono solo alcuni dei titoli conferiti alla Dainotti, che ora potrà, dunque, arricchire la sua “bacheca” con l’ambito riconoscimento tributatole dalla sua città natale.

«Abbiamo impiegato davvero poco tempo per decidere il vincitore di quest’edizione 2018. Leggendo il curriculum, infatti, non abbiamo avuto alcun dubbio sul nominativo da scegliere – ha dichiarato durante la cerimonia il Sindaco Vincenzo Servalli La città di Cava de’ Tirreni è una stella e Maria Giovanna Dainotti la rappresenta più che degnamente a livello mondiale. A lei rivolgo i più sentiti complimenti da parte mia ed a nome di tutta la comunità locale».

Il nome di Maria Giovanna Dainotti si aggiunge così nell’Albo d’oro a quelli di Gino Palumbo, Mario Amabile, Rocco Moccia, Renato Di Mauro, Sabato Palazzo, Giuseppe Senatore, Luigi e Albino Carleo, Fernando Salsano, Bruno Apicella, Dom Faustino Avagliano, Giuseppe Murolo, Francesco Della Corte, Matteo Santin e Mario Avagliano, vincitori del Premio nelle edizioni dal 1982 al 2016.

La cerimonia di conferimento si è conclusa con il caloroso applauso dei presenti indirizzato idealmente alla vincitrice e concretamente ai suoi familiari in sala, tra cui la mamma Angela ed il marito Vincenzo. È stata la degna chiusura di una mattinata trascorsa all’insegna dell’orgoglio cavese e dell’appartenenza cittadina. Appuntamento fin d’ora fissato al 2020 per la XVIII edizione del Premio “Cavesi nel Mondo”.

Natale 2018: “Cava in coro e gospel collection”

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CAVA DE’ TIRRENI (SA). Presentate stamattina, 13 dicembre, a Palazzo di Città, alla presenza del Sindaco Vincenzo Servalli, la presidente dell’Associazione Insieme per Caso, Gerarda Carratù, rappresentanti dei Cori, le Rassegne “Cava in Coro” e “Gospel Collection”, organizzate dall’ Associazione Culturale e Musicale “Insieme per Caso”, inserite nel cartellone degli eventi di fine anno dell’Amministrazione comunale.

Un ricco programma di appuntamenti che, come da tradizione, per il decimo anno, vedrà esibirsi nelle chiese cavesi e sotto il grande albero di Natale nel centro della città, i Cori gospel provenienti da tutta la regione.

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Questi gli appuntamenti:

Lunedi 17 dicembre – Chiesa San Cesareo Martire – Cava de’ Tirreni

~ Light’s Gospel Choir – direttore Domenico Visconti – Eboli

~ Rita Ciccarelli & Flowin’ Gospel – direttore Rita Ciccarelli – Napoli

Martedi 18 dicembre – Chiesa Santa Maria Maggiore-loc. Corpo di Cava – Cava de’ Tirreni

~ Soul Shine Gospel – direttore Maria Nunzia Piscitelli – Riardo

~ Coro Sui Generis – direttori Gennaro Rivetti e Maria Rivetti- Pontecagnano

Mercoledi 19 dicembre – Chiesa Sant’Anna -Cava de’ Tirreni

~ Coro Gospel Eyael – direttore Enrica Di Martino- Pozzuoli

~ Friends For Gospel – direttore Gerardo Vitale-Salerno

Giovedi 20 dicembre – Chiesa San Michele Arcangelo-Cava de’ Tirreni

~ Coro The Overtones – direttore Abramo Silvestro -Cava de’ Tirreni

~ Coro Armonia-direttore Vicente Pepe- Salerno

Venerdi 21 dicembre – Chiesa San Lorenzo Martire – Cava de’ Tirreni

~ Coro The Overtones – direttore Abramo Silvestro – Cava de’ Tirreni

~ Coro Daltrocanto – direttore Patrizia Bruno- Salerno

La rassegna “Cava In Coro”, ha visto il suo esordio sabato 8 dicembre, nella chiesa di Santa Lucia con il Coro The Overtones – direttore Abramo Silvestro – ed il Coro Daltrocanto – direttore Patrizia Bruno. Questi i prossimi appuntamenti:

– giovedì 27 dicembre 2018 – ore 20.00 – Chiesa di Santa Maria del Rovo – Corale SetteOttavi – direttore Candido Del Pizzo – Minori;

– venerdì 28 dicembre 2018 – ore 20.00 – Concerto sotto l’Albero – piazza Vittorio Emanuele III – Coro The Overtones – direttore Abramo Silvestro – Cava de’ Tirreni ed il Coro Daltrocanto – direttore Patrizia Bruno- Salerno;

– mercoledì 2 gennaio 2019 – ore 20.00 – Chiesa del Santissimo Salvatore – Passiano – Coro Giovanile Campano – direttore Giuseppe Lazzazzera –Salerno;

– domenica 6 gennaio 2019 – ore 20.00 – Chiesa Sant’Alfonso in via Filangieri – Concerto dell’Epifania – Corale Polifonica Metelliana – direttore Pompilia Balzano – Cava de’ Tirreni.

“Costretti a fare Miseria e Nobiltà”: la stagione del Piccolo Teatro al Borgo è iniziata con una brillante contaminazione da Scarpetta

CAVA DE’ TIRRENI (SA). C’è chi, con un brillante neologismo anglicheggiante e assonante con renaissance-rinascita, l’ha chiamata greynaissance, cioé rinascita del grigio, dell’età in grigio, quindi della terza età. A dire la verità, il termine si adatta oggi di più alle donne, che ad un certo punto, per circostanze ora liete ora difficili della loro vita, si trovano a vivere non per qualcuno o per qualcosa, ma per dimostrare se stesse ed essere se stesse. Gli uomini, soprattutto in passato, erano da sempre abituati ad essere in prima fila fin dai tempi infantili delle “coccole da figlio maschio”.

Oggi il termine assume un valore più ampio, magari riferito alla pensione oppure a quell’età in cui si può essere più facilmente liberi di liberarsi o di “togliersi gli sfizi”.

Mimmo Venditti appartiene in parte a questa categoria. Non è cambiata certo la sua identità: in scena da sempre, sul palco e a volte non solo sul palco. Eppure tante volte bisognava e bisogna anche scendere a piccoli e grandi compromessi col pubblico, che per lui è sempre stato un interlocutore privilegiato. Segnali di piccole trasgressioni ogni tanto ne ha lanciati, comunque: la contaminazione de Il medico dei pazzi, la commedia non tradizionale di Santanelli, la cornicetta socialeggiante del Viviani di Fatto di cronaca

Negli ultimi tempi però si è tolto qualche sfizio in più. Prima la formazione della strana coppia in cartellone con i ragazzi di Arcoscenico (della serie “voialtri volete procedere svincoli e sparpagliati? E io non ci sto!”) e adesso, nell’ambito della Rassegna teatrale 2018-19 del Piccolo Teatro al Borgo di Cava de’ Tirreni da lui diretto, la “vendittizzazione” di un superclassico come Miseria e nobiltà, commedia scarpettiana scolpita nell’immaginario popolare soprattutto nella resa cinematografica del grande Totò, più che in quella teatrale di Scarpetta o dello “scarpettiano” Eduardo.

Il titolo, Costretti a fare Miseria e nobiltà, già induce il pensiero alla contaminazione, con la curiosità di capire il perché della costrizione. E c’è subito un doppio d’ambiguità. “Costretti” nella vita reale, perché è stato espressamente richiesto alla compagnia del Piccolo Teatro al Borgo di rifare l’esperimento, a suo tempo di grande successo, de “La vera storia del medico dei pazzi”, con un prologo esterno che introduceva il famoso testo scarpettiano, comunque rispettato nella sua sostanza. “Costretti” nella finzione teatrale, perché la compagnia protagonista dello spettacolo, per poter recitare e di conseguenza mangiare, deve subire la prepotenza di un assessore interessato a far dare una parte alla bella Gemma, sua “raccomandata” diletta, o di letto che dir si voglia.

E qui il doppio esplode, soprattutto nel primo atto, diretto e condotto con un ritmo galoppante, da apllausi. La vita reale del gruppo recitante si mescola con la finzione delle prove e della miseria che deve emergere. Mimmo Venditti si è veramente divertito a rimescolare le carte, facendo e non facendo “Miseria e nobiltà”, in un gioco di intrecci nella sceneggiatura che è una vera goduria per teatrofili. Ad esempio, le battute sulla fame sofferta dai protagonisti del teatro vengono trasferite al gruppo recitante, che la fame la soffre veramente, al punto da non avere neppure la possibilità di procurarsi gli spaghetti veri per la famosa scena del finale del primo atto. E così anche la vendita del paltò, con la serie dei famosi “desisti”, che diventa un duetto per i big Mimmo Venditti e Matteo Lambiase nel loro ruolo di guitti (la classe non è acqua…) e non in quello degli sgarrupati disoccupati del testo. E il tormentone “bellezza mia…” del marchesino Eugenio (l’attor giovane Marco Coglianese) si trasforma nell’intercalare del vero spasimante della ragazza che interpreta Pupella (Titta Trezza), ricco ma impossibilitato a usare le sue ricchezze. E che dire della litigiosissima accoppiata delle due donne, moglie e concubina, che viene trasferita, con molte delle battute del testo, alle due attrici, anche loro moglie e concubina, e che determina momenti trascinanti di rabbiosa comicità, grazie anche alle spumeggianti ondate di energia generate dalle due attrici vere (Ida Damiani e Daniela Picozzi). Sarebbe lungo citare tutte le corrispondenze, ma come dimenticare l’invenzione dell’assessore (un Raffaele Santoro convincentemente marpione) e del prologo, che Venditti si è sentito quasi “costretto” ad inserire. Nel prologo, infatti, svolto quasi in penombra, come segno di distacco rispetto al resto, il colloquio tra l’assessore e il custode del teatro (un disinvolto Roberto Palazzo, a suo agio anche come il cuoco arricchito papà di Gemma) svela la miseria della situazione e la mancanza di nobiltà con cui si gestiscono beni pubblici di interesse culturale. Lì, con il garbo del teatrante ma con il cruccio del cittadino, Venditti si toglie sassolini, pietruzze e vetrini dalle scarpe denunciando la mancanza di un teatro vero in città e le difficoltà che una compagnia di qualità incontra per essere profeta in patria, soprattutto quando è riuscita tante volte a “profetizzare” fuori città ed anche fuori regione ed anche fuori nazione. Non solo si è divertito, ma si è anche sfogato… ah, Venditti, tremendo Venditti!…

Tornando alla logica del doppio, quasi tutto il secondo atto della commedia è poi dedicato alla recita che nella commedia reale i guitti devono fare per fingere di essere i nobili parenti del marchesino. Qui, nonostante qualche ricercato richiamo alla situazione reale della compagnia, vengono di più seguiti, al di là dei tagli, il testo e lo spirito del copione scarpettiano. Ma lo spettacolo procede comunque gradevole, grazie al convincente affiatamento della squadra in scena.

E si arriva al finale tradizionale con la piena disponibilità del rispettabile pubblico a donare il suo consenso e i suoi applausi… ed a partecipare con l’ascolto e con le parole all’incontro doposcena che Venditti non manca mai di organizzare e che costituisce un arricchimento ed a volte anche uno spettacolo a sé.

I saluti sono pieni di di promozione e di promesse. Viene chiamato sul palco Luigi Sinacori, il capocomico e sceneggiatore di Arcoscenico, con cui il PTB ha creato una coppia di fatto, e viene preannunciato per il mese di gennaio il ritorno di Hope, la pièce più matura di Sinacori. Infine, in periodo di Avvento, viene creata l’attesa per il tradizionale avvento dell’eduardiano Natale in casa Cuopiello, che Venditti ha realizzato in chiave filologica, fermandosi, come nella prima stesura dell’opera, ai primi due atti: quindi, da “Lucarié, scitate!” a “Tu scendi dalle stelle, Concetta mia…” Non vedremo morire il buon Luca Cupiello né sentire Tommasino finalmente ammettere che ‘o presebbio gli piace, ma la torta è gustosa anche senza la ciliegina finale…

Casa Cupiello in due atti, lanciata anni fa, era una sfida rischiosa, ma il buon Mimmo è riuscito a vincerla, con un bel ghigno di soddisfazione. Ah, Venditti, tremendo Venditti …