Maggio, 2019

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PONTECAGNANO (SA). XV Memorial Emilio Di Cerbo

Mercoledì 29 maggio l’appuntamento.


Anche quest’anno il Centro di riabilitazione equestre “Nonno Emilio”, in collaborazione con la Cooperativa sociale “Un tetto per tutti” e la Polisportiva Linus, organizza il Memorial Emilio Di Cerbo in programma mercoledì 29 maggio, dalle ore 9 alle ore 13, in via Mare Adriatico, 9 in Litoranea Pontecagnano.

La manifestazione, giunta alla XV edizione, si caratterizza per una gara equestre a cui partecipano 32 bambini dell’Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini di Salerno che daranno prova di ciò che hanno imparato durante il Progetto “Cavalchi…amo”, svoltosi nell’anno scolastico in corso, al Centro di Riabilitazione Equestre Nonno Emilio.

La manifestazione si articolerà in due fasi: nella prima i piccoli fantini daranno una dimostrazione di quello che hanno imparato con un percorso ippo- motorio mentre in una seconda fase gli alunni più grandi si cimenteranno in una vera e propria gara individuale con premiazione.

Lo sport aiuta a crescere socialmente perchè ti da la possibilità di conoscere e relazionarti con altre persone, imparare ad interagire con le loro differenze, ti arricchisce– dichiara Carmen Guarino Direttore dei centri ReteSolidale e aggiunge– la preparazione costante, che richiede anche fatiche e sacrifici, fa acquisire e sviluppare capacità che altrimenti rimarrebbero nascoste.”

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Con “La Fortuna si diverte” conclusa la bella stagione teatrale

Ma il divertimento continuerà … con la coppia Piccolo Teatro al Borgo-Arcoscenico. 


La strana coppia ha partorito una stagione bella e piena di salute e da coppia di fatto si sta avviando verso una forma di matrimonio civile. Possiamo dirlo in lieta consapevolezza, con piena avvertenza e deliberato consenso.

In effetti, sono molte le risultanze positive di questo connubio tuttp metelliano tra la Compagnia storica del Piccolo Teatro al Borgo diretta da Mimmo Venditti e la freschezza emergente dei giovani di Arcoscenico, diretta da Luigi Sinacori regista e “sceneggiattore”, in solido ménage a tre con gli amici di sempre Mariano Mastuccino e Gianluca Pisapia e con il sostegno di un gruppo in costante e brillante crescita.

Due programmi in un unico cartellone, cinque spettacoli a testa in alternanza, una casa comune organizzativa gestita spesso con concorde sinergia, una soddisfacente osmosi reciproca di spettatori prima fedeli ad una sola delle compagnie.

Fattori positivi di natura tecnica, ma i più positivi sono certamente il reciproco incontro culturale e la pionieristica apertura di credito fatta da un gruppo la cui immagine e prestigio è consolidata da oltre mille spettacoli in Italia e anche oltre frontiera. Ci hanno messo la faccia, Venditti e i suoi amici.

Alla fine, la faccia non solo non l’hanno perduta, ma è diventata più bella, senza trucco, perché la qualità dei lavori proposti da arcoscenico, di cui alcuni assolutamente originali, è stata sempre all’altezza della situazione, ripagando l’impegno e la disponibilità.

Lo ha più volte sottolineato lo stesso Venditti negli usuali interventi a sipario chiuso, avvenuti dopo tutti gli spettacoli e diventati spesso dei veri e propri siparietti, chiarificatori e pungenti.

Ad esempio, ha evidenziato l’emozione scenica e umana che sono stati capaci di dargli gli “Arcoscenici” inizialmente attraverso frammenti de La Voce rotta di Napoli, poi rappresentando con encomiabile maturità e forza empatica in Hope il tremendo dramma dei migranti e la desolata solitudine esistenziale in stile beckettino.

Venditti ha anche ricordato il personale divertimento nel vedere in prova e poi sul palco scene “arcosceniche” impregnate di quella comicità che non si produce mai a comando, ma grazie al talento ed ai giusti tempi di battuta e di movimento: ad esempio, la creazione dei primi soldi “falsi” nella tipografia de La banda degli onesti di totoiana memoria, o gli sketch paradossali in stile cabaret con uno scatenato Sinacori al femminile.

O anche, dulcis in fundo, i grotteschi smarrimenti di Un figlio a sorpresa tra personaggi in cerca dell’autore di un bambino, verginità che prendono per il naso, morenti ben viventi e malizie di amori in cooperativa, o ancora politici furbeggianti, sacerdoti priapeggianti, pettegolezzi desolanti.

Il tutto in un approccio di commedia umana che, insieme con le altezze di Hope, fa capire come, nel dramma e nella comicità, Sinacori, Mastuccino, Pisapia e i loro ruspanti amici stiano veleggiando verso quella dimensione dello spettacolo che non è autoreferenziale o strumentale, ma vuole essere un piccolo, ma ampio specchio di noi stessi.

Per questi indizi, e considerando anche la partecipazione agli spettacoli alla Mediateca Marte per ricordare la persecuzione razziale e celebrare la giornata della memoria, crediamo che questo sia stato per la giovane compagnia il momento del salto di qualità, da una dimensione solo ruspante allo spaccato di identità sociale e vibrazione umana che il teatro sa creare.

Ed è importante e significativo che tale salto sia venuto non da una rielaborazione passiva di testi altrui, ma soprattutto dall’ elaborazione attiva di testi scritti di propria mano. Insomma, una nobile artigianalità che è il passo più elastico ed energetico verso l’artistica professionalità.

Chiaramente, in questo discorso abbiamo finora privilegiato il ruolo degli arcoscenici e la loro importante novità nel panorama cittadino in più ampia prospettiva territoriale, ma non possiamo e non dobbiamo dimenticare la qualità scenica e professionale garantita da anni dal Piccolo Teatro e pienamente confermata anche dal cartellone di quest’anno.

Come sempre, Venditti e i suoi “ragazzi”, quelli storici degli ultimi decenni e i nuovi, promettenti acquisiti degli ultimi tempi, hanno privilegiato le corde comiche del teatro napoletano, ma sempre con un occhio privilegiato verso Eduardo e la sua capacità di andare a fondo e di far ridere pur nel dramma, o meglio ancora di far capire i drammi umani e sociali che vengono solo velati da una risata a volte acre e catartica.

A questa serie appartengono Napoli milionaria, eclatante capolavoro, il classico Natale in Casa Cupiello, rappresentato secondo l’originale versione in due atti, e l’eccitante Non ti pago, ricco di risate dal forte sapore pirandelliano per il disvelamento di brucianti fiamme d’inferno familiare.

Questi tre spettacoli, punta della stagione vendittiana e storici cavalloni di battaglia, sono stati corredati dalla deliziosa rilettura-divertissement della scarpettiana Miseria e Nobiltà e dalla chiusura in bellezza con La fortuna si diverte, tratta da un testo di Federico Tosti poi trasformato da Eduardo in Sogno di una notte di mezza sbornia.

A ritmo serratissimo, ottimamente orchestrato, una squadra affiatata e coinvolgente ha saputo fare da bella corona in contraltare e in controluce al dramma dell’uomo a cui un sogno malandrino ha regalato la chiave di una clamorosa vincita al lotto ma anche la data della sua morte. Un personaggio e una commedia a cui Re Mimmo, per il quale il palcoscenico è da sempre una flebo di giovanile freschezza e catartica malincomicità, ha permesso come sempre di “bucare” la scena e avvolgere gli spettatori in due ore di saporita distrazione.

Se la fortuna si è divertita, e anche il pubblico, e non solo per uno, ma per tutti e dieci gli spettacoli, non è stato merito del caso ma di scelte ben precise, di quell’elastico tra passato, presente e futuro che il connubio Venditti-Sinacori ha tessuto quest’anno e che, non dimentichiamolo, ha ricevuto tra l’altro un significativo e importante riconoscimento pubblico con l’assegnazione del premio Ponte Giovane da parte dell’Associazione Giornalisti “L. Barone”.

È un ponte che già permette di passare con facilità da una riva all’altra, ma soprattutto è un ponte in cui i lavori in corso devono essere proseguiti, per le opportune rifiniture e abbellimenti. Della serie “vi siete messi insieme consolidate il matrimonio”… E chissà che il rito finale di consacrazione non venga celebrato in una vera sala teatrale tutta metelliana… Non è vero, ma ci vogliamo credere …

OSKI4AISM: Marco Togni fa tappa a Cava de’ Tirreni

La lunga marcia dell’ingegnere ligure, Marco Togni, che sta percorrendo a piedi 6 mila km per sensibilizzare sulla sclerosi multipla, sui diritti e l’inclusione sociale, farà tappa a Cava de’ Tirreni, il prossimo 30 maggio: arrivo previsto in piazza Abbro alle ore 16.30.

L’iniziativa che si chiama “Oski4AISM” è partita da Genova lo scorso 17 marzo, sede nazionale dell’Aism (Associzione italiana sclerosi multipla); 6mila chilometri in 259 giorni lungo l’Italia, per portare a tutte le persone con sclerosi multipla il messaggio che nessuno è solo con la sua malattia.

Ad accogliere il trentaseienne volontario Aism a Palazzo di Città, saranno il Sindaco Vincenzo Servalli, l’Assessore ai Servizi Sociali, Antonella Garofalo, il Consigliere comunale Eugenio Canora, il Presidente Aism Salerno, Rosalba Savastano, accompagnata dalla referente cavese Alessandra Siani, il presidente dell’Osservatorio cittadino sulla condizione delle persone con disabilità Francesco Prisco.

L’obiettivo di Marco Togni è promuovere la “Carta dei diritti delle persone con sclerosi multipla”, un documento promosso dall’Aism con il quale si chiede che i diritti delle persone affette da questa patologia si traducano in leggi, politiche, prassi, comportamenti concreti. Nel corso del viaggio raccoglierà storie di tante persone con sclerosi multipla, il loro impegno ad affrontare la malattia. Con #osky4aism, Marco Togni vuole coinvolgere tutte le persone che incontrerà sul suo percorso, per renderle più consapevoli verso questa malattia, per parlare di diritti e di inclusione sociale, per lottare contro ogni forma di discriminazione.

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Il Cava Basket dice addio al sogno C Gold

C Silver, finale playoff, resta la soddisfazione per una stagione esaltante.


È terminata la splendida stagione del Cava Basket. Nella Gara 3 della finale dei playoff della serie C Silver campana, che si è disputata sabato 25 maggio, infatti, Forio, dopo aver espugnato per due volte la palestra “Mauro e Gino Avella”, ha chiuso i giochi imponendosi con il punteggio di 90-66, tra le mura amiche del PalaCasale.

“Sarebbe riduttivo e ingiusto guardare alle ultime tre partite per giudicare la nostra stagione,” ha dichiarato il presidente degli Eagles, Emilio Maddalo; “abbiamo raggiunto risultati insperati all’inizio del campionato, battendo squadre con elementi di categoria superiore, grazie ad un gruppo ben costruito e ben guidato”. Il match con Forio sarà ricordata anche per essere stato l’ultimo atto della carriera del capitano Alfonso Senatore.

“Incrociando gli occhi lucidi di coach Festinese e di capitan Senatore, alla sua ultima partita,” ha rivelato Maddalo, “ho capito che l’unione del gruppo ed i legami creati lungo questo straordinario percorso sono il nostro vero successo. Queste emozioni resteranno scolpite nella mia mente per tutta la vita.”

I metelliani, così, hanno dovuto dire addio al sogno C Gold, in cui è stato possibile credere, grazie all’ottimo lavoro svolto da coach Festinese e da tutti i suoi ragazzi, che, prima sono riusciti a chiudere la regular season al secondo posto, poi sono arrivati a giocarsi la finalissima dei playoff contro una corazzata allestita per il salto di categoria.

“Ad inizio stagione avevo promesso ai tifosi che avremmo venduto cara la pelle. Per merito di questo gruppo fantastico siamo riusciti, forse, a fare di più” queste le parole del coach del Cava Basket. “Mi sento di ringraziare tutti: la società, i ragazzi per la loro disponibilità e pazienza, il mio assistant coach, Marcello Bisogno, ed il preparatore atletico, Errico Pappalardo, che ci ha messo in condizione di arrivare in finale nel miglior dei modi. Un immenso grazie al nostro capitano, professionista in campo e leader nello spogliatoio, che lascia un vuoto difficilmente colmabile. Un grazie al nostro meraviglioso e corretto pubblico, il nostro sesto uomo in campo”.

Soddisfatto dell’ottimo percorso del Cava Basket anche Marcello Bisogno che, oltre a svolgere il ruolo di assistant coach, riveste anche la carica di dirigente responsabile:

“È stata una stagione esaltante, potevamo mettere la ciliegina sulla torta ma non ci siamo riusciti. Da neopromossi in questa categoria, abbiamo regalato definitivamente a Cava de’ Tirreni un posto importante nel panorama cestistico campano, ciò ci rende orgogliosi”. Bisogno, inoltre, ha aggiunto: “Voglio spendere qualche parola per il capitano, Alfonso Senatore. Se il Cava Basket ha compiuto questo grande salto in avanti, gran merito sul campo è suo, che ci ha regalato due promozioni e una finalissima in tre anni. Un vincente, ma soprattutto un professionista prestato ai dilettanti; mi onoro di essere suo amico e sono certo che anche fuori dal campo ci darà un apporto fondamentale”.

E adesso l’attenzione del Cava Basket è già rivolta al futuro; la società, infatti, ha intenzione di mettersi subito a lavoro per programmare la prossima stagione.


TABELLINO

FORIO BASKET – IMA CAVA BASKET 90-66 (29-13; 20-21; 22-20; 19-12)

Forio Basket: Johansson 23, Di Napoli 18, Pandolfi 15, Nastri 13, Loncarevic 7, Brencius 7, Irons 3, Magdolen 2, Polito 2, Marrero, Lodato ne. All. Iovino

Ima Cava Basket: Senatore 18, Somma 11, Fiorillo 10, Russo R. 9, Catapano 6, Orazzo 6, Russo C. 6, Di Somma, Santucci, Di Marino ne. All. Festinese A.

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Onere o risorsa, il 1° giugno un Convegno sul Folklore promosso dal “Movimento Cava Attiva”

Una ricchezza enorme da “sfruttare” anche e soprattutto in chiave turistica.


Un patrimonio prezioso con notevoli potenzialità, molte delle quali ancora inespresse. Con il rischio concreto che questa grande ricchezza, se non adeguatamente gestita, si trasformi addirittura in un peso. Al variegato universo folkloristico cavese è dedicato il Convegno di studi “Folklore a Cava – Onere da sopportare o risorsa da valorizzare?”, promosso dall’Associazione socio-culturale “Movimento Cava Attiva” (MCA) ed in programma sabato 1° giugno 2019, alle ore 17.30, presso l’Aula Consiliare “Sabato Martelli Castaldi” del Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni (Sa).

Il movimento folkloristico cavese rappresenta una risorsa privilegiata per lo sviluppo turistico della città metelliana, considerato il corposo elenco di manifestazioni storico-folkloristiche che si susseguono da maggio a settembre a Cava de’ Tirreni. Un’ampia offerta di “eventi” che nessuna città di media grandezza può vantare sul territorio nazionale.

Una ricchezza enorme, che però paradossalmente, se gestita in modo disarticolato, può diventare un pesante “onere” da governare. Un inutile affannarsi nel cercare formule capaci di “accontentare” tutti, ma che immancabilmente compromettono il perseguimento dell’unico ambizioso obiettivo: valorizzare questo grande patrimonio di cultura e tradizione che la città metelliana possiede e che rimane un potenziale del tutto ancora inespresso. Una risorsa che, unitamente ai beni paesistici del nostro territorio, potrebbe essere proposta come asset ad una domanda turistica già esistente.

Organizzazione, progettualità, competenze, strutture e giuste sinergie: sono questi i fattori che occorrono per il tanto atteso salto di qualità per la cultura, l’economia e l’immagine della città. Per comprendere meglio come ricercare ed amalgamare tali indispensabili “ingredienti”, l’Associazione MCA, sempre sensibile alle tematiche sociali e culturali, ha “convocato” riconosciuti esperti del settore ed autorevoli interlocutori di spessore nazionale.

Ed infatti, dopo i saluti da parte del Prof. Armando Lamberti, Vicesindaco ed Assessore alla Cultura, Istruzione e Rapporti con l’Università, e dell’Avv. Riccardo Senatore, Presidente dell’Associazione socio-culturale “Movimento Cava Attiva”, la tematica del Convegno sarà trattata da:

– Prof.ssa Fabiola Sfodera, Esperta di Destination Marketing e Turismo Culturale – Università La Sapienza di Roma;

– Dott.ssa Sara Piccolo Paci, Docente di Storia dell’Arte, Storia del Costume e della Moda presso il Polimoda di Firenze ed il Fashion Institute of Technology di New York;

– Prof. Benito Ripoli, Presidente della Federazione Italiana Tradizioni Popolari e membro della Commissione Ministeriale di Valutazione dei progetti… per l’accesso al “Fondo Nazionale per la rievocazione storica”;

– Dott.ssa Antonella Palumbo, Presidente della Federazione Italiana Sbandieratori.

Le conclusioni del Convegno, che sarà moderato dal Prof. Franco Bruno Vitolo, saranno affidate al Sindaco di Cava de’ Tirreni, Dott. Vincenzo Servalli.

Come si può parlare di turismo o di “cul-turismo” senza un progetto che coinvolga organicamente tutte le potenzialità del territorio e come si può pensare di redigere tale progetto senza un’analisi metodologica ed approfondita per individuare quegli elementi costituenti un ipotetico sistema di beni su cui investire? Qual è quel legame imprescindibile tra storia, ricerca e folklore e qual è quella linea sottile oltrepassata la quale una manifestazione folkloristica perde qualsiasi valenza culturale, scadendo nel “grottesco”? Quali sono le competenze specifiche capaci di progettare, programmare e definire quelle strategie che tutti dovrebbero sinergicamente seguire per ambire ad una posizione di primaria importanza nel panorama del Folklore nazionale? Ed infine, ci sono le risorse e le strutture adeguate su cui qualsiasi idea di sviluppo si deve fondare?

A questi fondamentali interrogativi saranno chiamati a rispondere i prestigiosi relatori del Convegno, che si renderanno poi disponibili ad un proficuo dibattito finale con i rappresentanti delle principali realtà associative cultural-folkloristiche di Cava de’ Tirreni.

Appuntamento fissato, dunque, per le ore 17.30 di sabato 1° giugno al Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni per il Convegno di studi “Folklore a Cava – Onere da sopportare o risorsa da valorizzare?”, che potrà dare un rilevante contributo alla crescita dell’intero movimento folkloristico cavese, affinché possa finalmente proporsi nel circuito turistico come “prodotto di eccellenza” del territorio.

Promosso ed organizzato dall’Associazione socio-culturale “Movimento Cava Attiva”, il Convegno di studi gode del patrocinio della Città di Cava de’ Tirreni, della Federazione Italiana Tradizioni Popolari, dell’Ente Provinciale per il Turismo di Salerno e dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Cava de’ Tirreni.