Luglio, 2019
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SALERNO. Conclusa la terza edizione della Salernum Cup
Nella serata di ieri, davanti a una imponente cornice di pubblico, si è conclusa la terza edizione della Salernum Cup. A far calare il sipario sulla manifestazione tenutasi presso gli impianti sportivi della Parrocchia Maria S.S. del Rosario di Pompei, nel quartiere Mariconda, la finale del torneo di calcio a 5.
Ad aggiudicarsi il primo premio, un pacchetto da 11 crociere per due persone, è stata Jevule Pescheria, formazione composta da Gianmarco Pisapia (miglior portiere del torneo), Antonio Caramico, Danilo Spisso, Diego Minella, Emanuele Giuliani, Stefano Melchiorre (eletto miglior giocatore della competizione), Alfonso Camera, Valerio Brigantino, Mario Merola, e Ciro Iacovazzo.
I granata hanno battuto con un netto 5-1 la Protecnica. Si è concluso così un mese all’insegna dello sport, andato in scena nel quartiere Mariconda, che ha risposto con una grande presenza di pubblico e tanta passione alla manifestazione, che punta a diventare un appuntamento fisso delle estati salernitane.
Soddisfazione per gli organizzatori, che per la terza edizione hanno scelto di affiancare al consueto torneo di calcio a 5 altre due competizioni prettamente estive, il beach volley e il foot volley, trasformando il campo di basket in una piccola Copacabana. Dario Mogavero, Ennio Iannone, Vincenzo Polverino, Fabio Di Giacomo e Giacomo La Marca, affermano soddisfatti a fine torneo.
“È stato un mese pieno di sport, c’è stato un grande coinvolgimento di pubblico, ringraziamo in particolar modo il quartiere Mariconda per la splendida accoglienza, il parroco Don Angelo e gli assessori Nino Savastano e Angelo Caramanno, oltre al consigliere comunale Fabio Polverino, per il sostegno nei nostri confronti.
Non possiamo che rinnovare l’appuntamento alla prossima estate”.
Tsunami ecomafia in Campania: maglia nera in Italia per illegalità ambientale, ciclo del cemento e dei rifiuti
Il 14,4% dei reati ambientali in Italia si registrano nella nostra regione: 27 al giorno, 89 clan gestiscono la mattanza ambientale in Campania.
Crescono nel 2018 gli illeciti nel ciclo dei rifiuti, +66% rispetto lo scorso anno. La provincia di Napoli maglia nera a livello nazionale. La Campania guida la classifica cemento illegale con 1.169 infrazioni: provincia di Avellino e Napoli leader in Italia.
La Campania sempre più capitale dell’ecomafia. Una mattanza silenziosa ed invisibile che con veleni e cemento commette omicidi differiti nel tempo. Ventisette reati al giorno, per un totale di 3.862 reati accertati di illegalità ambientale, il 14,4% del totale nazionale, con 4.279 persone denunciate e 24arrestate, cui si aggiungono 1.520 sequestri. Un affare gestito da 89 clan criminali.
Per il 25esimo anno consecutivo, la Campania è maglia nera nell’illegalità ambientale, nel ciclo dei rifiuti e del cemento. Il verdetto senza appello arriva dal rapporto “Ecomafia 2019. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”, raccolti da Legambiente nel suo report annuale dedicato alle illegalità ambientali. Una regione ancora sotto l’attacco spietato degli ecocriminali. Cresce nel 2018 il numero di reati relativi sia al ciclo del cemento sia a quello dei rifiuti, mentre diminuiscono dell’11% rispetto al 2017 i reati ambientali complessivi, ma per una ragione specifica: il crollo del numero degli incendi boschivi, che avevano raggiunto livelli record in un anno davvero horribilis per il nostro patrimonio forestale. La provincia con il numero più alto di illeciti ambientali si conferma Napoli (1.360), poi Roma (1.037), Bari (711), Palermo (671) e Avellino (667). Considerando l’arco temporaledal 1997 al 2018 i reati ambientali accertati in Campania sono diventati 93.792 con 77.439 persone denunciate o arrestate e 26.151 sequestri effettuati.
La corruzione resta lo strumento principe, il più efficace, per aggirare le regole concepite per tutelare l’ambiente e maturare profitti illeciti. Dal 1° gennaio 2010 al 31 maggio 2019 sono ben 76 le inchieste censite da Legambiente con 638 persone denunciate e 523 arrestate e 87 sequestri effettuati.
«I numeri e le storie raccolte nel rapporto Ecomafia 2019 – commenta Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania – dimostrano inequivocabilmente che le mafie continuano a essere una minaccia per l’ambiente e gli ecosistemi avvalendosi spesso di una rete organizzata di professionisti, colletti bianchi e pubblici dipendenti infedeli avvinti dalla corruzione. È urgente affiancare alla risposta giudiziaria, che in questi anni ha portato dei buoni risultati, una risposta politica-istituzionale ancora troppo carente. Siamo ancora in attesa di tempi e regole certe per la bonifica del territorio, di azioni concrete per la chiusura del ciclo integrato dei rifiuti che fermino quei “tour” che da sempre alimentano le ecomafie. Così come siamo in attesa delle ruspe per abbattere il cemento illegale, una delle ferite aperte della nostra regione alimentata da una classe politica che continua a proporre condoni per meri calcoli elettorali o perché, in molti casi, è direttamente coinvolta in questi fenomeni. Queste le vere priorità per l’Italia e per la Campania. Una risposta, inoltre, deve arrivare dal tessuto imprenditoriale e sociale, capace di dare alternative in termini di fatturati, profitti, creazione di lavoro e di servizi per occupare da subito gli spazi che vengono liberati dall’oppressione mafiosa ed ecocriminale. Perché la Campania – conclude Imparato di Legambiente – con le sue eccellenze può assumere un ruolo da protagonista per il rilancio dell’economia del Mezzogiorno sotto il segno dell’efficienza, dell’innovazione e della sostenibilità».
La Campania rimane saldamente la capitale del traffico illecito di rifiuti: con 1.589 infrazioni accertate(il 19,9sul totale nazionale) 1.688 persone denunciate, 20 arresti e 887 sequestri effettuati, la nostra regione consolida il suo primato nazionale. La classifica regionale vede la provincia di Napoli prima a livello nazionale, con 454 infrazioni 497 persone denunciate o arrestate e 354 sequestri, segueAvellino con 186 infrazioni accertate. Terza la provincia di Caserta con 142 infrazioni segue Salerno con 138 infrazioni accertate. Chiude la provincia di Benevento con 43 infrazioni.
Sono 119 le inchieste condotte e chiuse dalle forze dell’ordine dal febbraio 2002 al 31 maggio 2019utilizzando il delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti. Complessivamente sono state 8 le procure che si sono messe sulle tracce dei trafficanti, portando alla denuncia di 734 persone e all’arresto di 447, coinvolgendo 177 aziende. Tra le tipologie di rifiuti predilette dai trafficanti ci sono i fanghi industriali e i rifiuti speciali contenenti materiali metallici.
Notizia positiva arriva dal forte calo dei roghi di rifiuti lo scorso anno nella Terra dei fuochi che segnano un meno 25% rispetto al 2017. Dall’altro un ancor più forte aumento dei controlli, con importanti risultati. Quasi il 50% delle aziende controllate sono state sequestrate per violazioni delle norme sui rifiuti. In particolare, in provincia di Napoli vi sono stati oltre 317 roghi in meno rispetto al 2017, mentre in provincia di Caserta gli interventi dei Vigili del fuoco sono stati 150 in meno.
«L’unico dato positivo che registriamo in Campania è quello che riguarda la diminuzione dei roghi nella Terra dei Fuochi – aggiunge Imparato –. Di certo c’è ancora molto da fare e il fenomeno è tutt’altro che debellato, ma questo importante risultato è frutto della capacità di aver finalmente dato il via ad una cabina di regia permanente che coordina istituzioni locali e forze di polizia in costante confronto con le associazioni ambientaliste e comitati civici,come da tempo sta facendo il viceprefetto Gerlando Iorio delegato ai roghi nella Terra dei Fuochi. È questa la strada che bisogna perseguire senza dimenticare quello che ancora resta da fare a partire dalle bonifiche».
Nel periodo gennaio-dicembre 2018, le azioni congiunte dei militari con le forze di polizia, hanno consentito di controllare 426 attività commerciali e imprenditoriali (287 in provincia di Napoli e 139 in quella di Caserta). Ben 210, quasi il 50%, sono state sequestrate (152 in provincia di Napoli e 58 in quella di Caserta). Si tratta di aziende tessili e di abbigliamento, meccaniche, edili, di lavorazione del legname, calzaturiere, di prodotti sanitari, di cosmetici, autofficine, autocarrozzerie, autodemolizioni, autolavaggi, un impianto di biomassa e persino un’azienda ittica. E nel 2019 la situazione non cambia.Nei primi cinque mesi dell’anno sono già più di 60 le aziende sequestrate per violazione di norme in materia di rifiuti. E finisce nel mirino delle forze dell’ordine anche quel mondo di smaltitori illegali dei quali si servono soprattutto le imprese in nero.
Ma l’ecomafia in Campania non riguarda solo il settore dei rifiuti. Il cemento, il movimento terra e gli appalti continuano a rivelarsi una straordinaria “lavanderia” per riciclare soldi.Millecentosessantanove. È questo il totale dei reati legati al ciclo del cemento che le forze dell’ordine hanno scoperto nel 2018 in questa regione: un numero che segna una crescita del 66,5% rispetto al dato dell’anno precedente. Un dato che si spiega con una novità importante che contraddistingue e arricchisce questa edizione del rapporto Ecomafia. Per la prima volta, infatti, sono state conteggiate anche le infrazioni verbalizzate dal Comando carabinieri per la tutela del lavoro, in materia di sicurezza, abusivismo, caporalato nei cantieri e indebita percezione di erogazioni ai danni dello stato, guadagni ottenuti grazie a false attestazioni o omissione di informazioni alla Pubblica amministrazione. Si tratta di illeciti che hanno una rilevanza non solo in termini di violata legalità nel settore dell’edilizia, ma che dicono molto anche rispetto alla qualità costruttiva degli edifici e delle infrastrutture. Aspetti che concorrono a pieno titolo alla filiera del cemento sporco, che in Campania pesa per il 30% sul totale dell’illegalità in campo ambientale.
Considerevole è anche lo scarto rispetto alle persone denunciate, che sono state 1.677 (+91%), con un arresto. Sale anche il numero dei sequestri, che arriva a 308 il 26,7% in più. Complessivamente laCampania si conferma la regione più esposta al fenomeno, con una quota di 50,6 immobili fuorilegge ogni cento. Se leggiamo i dati su scala provinciale, Avellino svetta in testa alla classifica nazionale con 408 infrazioni, 707 persone denunciate e 44 sequestri seguita da Napoli, seconda a livello nazionale con 317 infrazioni, 416 denunce e una persona arrestata e 144 sequestri. Terza Salerno (243 infrazioni, 243 denunce e 59 sequestri); segue Caserta con 137 infrazioni e 236 denunce e 53 sequestri. ChiudeBenevento con 53 infrazioni, 67 denunce e 5 sequestri.
Infine, non vanno dimenticate le illegalità a danno degli animali, fenomeno al quale Legambiente dedica un apposito capito di Ecomafia 2019. Perché, milioni di animali continuano a essere sfruttati o uccisi a unico vantaggio dei criminali e dell’economia illegale. Considerato il dato sulla terraferma in Campania si contano un totale di 280 infrazioni accertate a danno degli animali, 218 denunce e 191 sequestri. Di poco superiori quelli relativi alle illegalità commesse a mare dove si contano 299 reati e altrettante denunce.
La classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento in Campania
Provincia | Infrazioni
Accertate* |
Denunce* | Arresti* | Sequestri*
|
Avellino | 408 | 707 | 0 | 44 |
Napoli | 317 | 416 | 1 | 144 |
Salerno | 243 | 243 | 0 | 59 |
Caserta | 137 | 236 | 0 | 53 |
Benevento | 53 | 67 | 0 | 5 |
Totale* | 1.158 | 1.669 | 1 | 305 |
Fonte: elaborazione Legambiente su dati forze dell’ordine e Capitanerie di porto (2018)
*esclusi i dati dei Carabinieri Tutela Ambiente
La classifica dell’illegalità nel ciclo dei rifiuti in Campania
Provincia | Infrazioni
Accertate* |
Denunce* | Arresti* | Sequestri*
|
Napoli | 454 | 490 | 7 | 354 |
Avellino | 186 | 148 | 0 | 50 |
Caserta | 142 | 115 | 3 | 93 |
Salerno | 138 | 129 | 0 | 53 |
Benevento | 43 | 31 | 0 | 34 |
Totale* | 963 | 913 | 10 | 584 |
Fonte: elaborazione Legambiente su dati forze dell’ordine e Capitanerie di porto (2018)
*esclusi i dati dei Carabinieri Tutela Ambiente su base provinciale
La classifica dell’illegalità a danno degli animali sulla terraferma in CAMPANIA*
Provincia | Infrazioni | Denunce | Arresti | Sequestri |
Napoli | 89 | 59 | 0 | 72 |
Caserta | 72 | 49 | 2 | 51 |
Salerno | 65 | 47 | 0 | 32 |
Avellino | 33 | 59 | 1 | 17 |
Benevento | 21 | 4 | 0 | 19 |
Totale | 280 | 218 | 3 | 191 |
La classifica dell’illegalità a danno degli animali a mare in Campania*
Provincia | Infrazioni | Denunce | Arresti | Sequestri |
Napoli | 250 | 250 | 0 | 42 |
Salerno | 49 | 49 | 0 | 11 |
Caserta | 0 | 0 | 0 | 0 |
Totale | 299 | 299 | 0 | 53 |
Fonte: elaborazione Legambiente su dati forze dell’ordine e Capitanerie di porto (2018)
SARNO (SA). CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno Una rete di associazioni, università, amministrazione per il Parco del Fiume Sarno un presidio dello sviluppo sostenibile
Al via il progetto sostenuto dalla “Fondazione CON IL SUD” con capofila legambiente. Presentazione delle iniziative e delle azioni all’interno di
Festambiente Sarno. Sabato 6 luglio ore 17,00 Giardini di Villa Lanzara Via G. Lanzara, 31 – Sarno (SA).
Associazioni, amministrazioni, università e enti di ricerca si mettono in rete per rendere il Parco del Fiume Sarno un presidio dello sviluppo sostenibile anche con l’avvio di un Contratto di Fiume. Condivisione, consapevolezza e corresponsabilità delle associazioni, della comunità e delle istituzioni locali per rafforzare il ruolo della cittadinanza attiva e responsabile in chiave integrativa, complementare e sinergica, attraverso la diffusione della conoscenza dei rischi, il monitoraggio della biodiversità e dell’ambiente fluviale nel quadro della citizen scienze. Questi i principali ingredienti del Progetto CuriAmo, ViviAmo, PartecipiAmo il Sarno sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD avente come capofila Legambiente.
Attraverso azioni sul territorio, dai laboratori didattici, ad incontri pubblici, workshop tematici, eventi di pulizia delle sponde fluviali e delle spiagge, attività di sensibilizzazione ed educazione ambientale a favore di studenti, imprese, associazioni, istituzioni e cittadini, campi di volontariato ambientale, il progetto vuole informare e sensibilizzare per una migliore consapevolezza della corretta gestione del territorio montano, fluviale e costiero. In particolare, si prevede di intercettare, prioritariamente, una importante componente sociale, il mondo della scuola, per rendere protagonisti i giovani nella cura del Bacino del Sarno. Inoltre, saranno proposti processi partecipativi in favore di cittadini con la realizzazione di Ecofeste in varie località del Bacino del Sarno per diffondere, in un clima di festa, le buone pratiche volte a contrastare i rischi ambientali e rendere protagonisti i vari soggetti delle comunità territoriali, con particolare attenzione a quelli produttivi, già orientati all’economia circolare e più in generale alla green economy. Non mancherà il monitoraggio scientifico e la citizen scienze, le azioni di vigilanza e la proposta pilota di riqualificazione di un tratto del fiume.
Il progetto sarà presentato nell’ambito di Festambiente Sarno che si svolgerà Sabato 6 luglio ore 17,00 Giardini di Villa Lanzara Via G. Lanzara, 31 – Sarno (SA) con workshop, degustazione con prodotti tipici e musica. Nell’occasione Legambiente presenta i dati della Goletta del Fiume Sarno 2018 che evidenza una fotografia del fiume Sarno che continua a versare in uno stato di forte sofferenza causato da scarichi di reflui urbani e industriali non depurati, inquinamento da fertilizzanti e pesticidi dell’agricoltura e difese naturali ridotte ai minimi termini.