Maggio, 2023

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Cava de’ Tirreni (SA). La Cavese passa il turno play-off. Domenica la finale al Lamberti con il Nardò.

Missione compiuta. Dopo aver ingoiato amaro con la sconfitta nello spareggio-promozione l’undici aquilotto centra l’obiettivo di passare il primo turno dei play-off superando con un rotondo 3 a 0 il Casarano, mai apparso capace di mettere in difficoltà la Cavese.

E ora sul suo cammino domenica prossima ci sarà il Nardò, che ha neutralizzato le residue velleità barlettane di dare un senso a questa stagione. Ma veniamo alla cronaca della gara del Lamberti, vuoto in ogni settore per la prima giornata di squalifica delle due comminate dal giudice sportivo per le intemperanze dei suoi tifosi, registrate a Vibo Valentia.

La Cavese può anche pareggiare per passare il turno e non la mette sul ritmo che potrebbe agevolare gli ospiti scesi sul manto erboso del Simonetta Lamberti a trazione anteriore perché costre tti a vincere. E così mantiene il possesso palla a lungo provando a pungere sin dall’inizio. Al 9’pt è Banegas a provarci dalla distanza. La conclusione sfila di un soffio a lato dopo un’ottima azione in slalom nell’area ospite. Stessa sorte per i tiri di Gagliardi un minuto dopo e al 12’pt.

Gli aquilotti pur padroni del campo non sono più incisivi e prova ad approfittarne la formazione ospite che al 37’pt grazie a una conclusione di Citro crea qualche problema alla retroguardia metelliana. Ci pensa Rossi a salvare sulla linea. Quando sembrava destinata la prima parte della sfida playoff a finire a reti inviolare arriva la fiammata dei locali. Punizione dalla trequarti pennellata da Gagliardi sul palo lontano per l’accorrente Puglisi che in spaccata brucia tutti e insacca. Il vantaggio fa tirare un sospiro di sollievo al clan aquilotto, sovraccaricato in settimana dalle tensioni post sconfitta di Vibo Valentia.

La ripresa è sulla falsariga del primo tempo con l’undici bleu foncé a gestire la sfida e il Casarano ad essere sempre più agnello sacrificale. Al 18’st è Banegas che dal limite sfiora l’incrocio dei pali con una bella conclusione. Fraseggio da applausi al 25’st quello a cui danno vita Cuomo, Banegas e Foggia. Il goleador aquilotto al volo manda sulla trasversale. Il raddoppio arriva al 34’st. Bacio Terracino dalla sinistra serve per l’accorrente Bubas che con l’aiuto di una deviazione ospite che sporca la conclusione insacca.

Come nel primo tempo, proprio allo scadere c’è gloria anche per Tumminelli su assist del solito Bacio Terracino. Il diagonale del bravo giocatore metelliano si infila tra portiere e palo. E con un velo di polemica il saluto alla panchina che lo ha tenuto sempre o quasi ruota di scorsa della prima squadra.


CAVESE CASARANO 3-0

CAVESE (4-4-2): Colombo; Rossi, Altobello, Fissore, Maffei; Munoz (36’pt Puglisi), Bezzon (37’st Palma), Cuomo; Banegas (40’st Tumminelli), Foggia (29’st Bubas), Gagliardi (23’st Bacio Terracino) . A disp. Di Somma, Aliperta, Basile, D’Amore. All. Troise.

CASARANO (4-2-3-1)Carotenuto; Vitofrancesco (27’st Boersma), Guastamacchia, Cipolletta, Tipaldi (1’st Cannavaro); Marsili (31’st Burzio), Cecere (27’st Navas); Citro, Strambelli (34’st Gaeta), Bocchetti; Saraniti. A disp. Baietti, Rizzo, Mercurio, Dellino. All. Foglia Manzillo.

ARBITRO: Gavini di Aprilia.

RETI: 45’pt Puglisi, 34’st Bubas, 45’st Tumminelli. NOTE: Giornata uggiosa, terreno in discrete condizioni. Per la squalifica del Lamberti la partita è stata disputata a porte chiuse. Ammoniti: Saraniti, Guastamacchia, Strambelli, Fissore, Bezzon, Puglisi, Navas. Al 48’pt per proteste delle rispettive panchine ammoniti l’allenatore della Cavese Troise e il diesse del Casarano Montervino. Angoli: 6 a 2 per la Cavese. Recuperi: 4’+ 2′ pt, 5’st.

Cava de’ Tirreni (SA). Missione compiuta a meta’. Umiliare la Nocerina non basta alla Cavese. Decisivo sara’ lo spareggio con il Brindisi per la promozione in Serie C.

Una straordinaria interpretazione di un derby non basta alla Cavese per staccare il ticket per la serie C. Come da pronostici la diretta concorrente, il Brindisi, veste i panni di corsara a Santa Maria Capua Vetere e rovina la festa aquilotta pronta a esplodere al Simonetta Lamberti colorato di bianco e di blu nel derby storico con la Nocerina. Record stagionale e probabilmente degli ultimi dieci anni di storia aquilotta al botteghino.

Circa 5000 tifosi, famiglie intere, si sono ritrovati a sventolare i vessilli bleu foncé e hanno applaudito in primis il volo augurale di un’aquila liberata dalla tribuna e atterrata sul braccio del suo falconiere sul rettangolo di gioco. Oltre 5000 presenze sugli spalti, record stagionale, e un tifo infernale per trascinare la squadra alla vittoria. Ma soprattutto con l’orecchio proteso al risultato che poteva arrivare da Santa Maria Capua vetere.

Alla fine il verdetto dei due campi ha detto che per assegnare la promozione nel girone H ci vorrà un supplemento. Lo spareggio. Ma veniamo alla cronaca della partita che si apre con la Cavese con ben chiare le idee e assoluta padrona del gioco.

La Nocerina soffre il pressing asfissiante e i ritmi imposti dall’undici di Troise che vuole subito archiviare la pratica. E così al 3’pt è Bubas a scaldare l’ambiente aquilotto, già di per sè con febbre da cavallo addosso. Il tiro dell’attaccante argentino viene deviato in angolo.

Sono le prove generali del gol del vantaggio che arriva al 12’pt. Il puntero aquilotto se ne va sula destra e si accentra provando il tiro di potenza sul quale non è esente da colpe Russo che si fa passare sotto il corpo la sfera dell’1 a 0. C’è solo Cavese in campo e al 20’pt arriva il raddoppio. Azione da manuale con Munoz sugli scudi. Stop da funanbolo del calcio sull’out destro dell’area avversaria e cross radente per l’accorrente Foggia che anticipa il marcatore e mette nell’angolino lontano dove non può arrivarci l’incolpevole, questa volta, Russo.

La gioia incontenibile della torcida biancoblù è commovente per colore e per rumore. Passano altri dieci minuti e arriva la tripletta. Questa volta a crederci su una palla vagante in area molossa è Bacio Terracino, che aggangia la sfera, supera di slancio un paio di difensori e insacca alla sinistra del portiere ospite. Ancora più bella la quarta marcatura metelliana che arriva al minuto n. 36’pt. Bubas se ne va sulla destra e di tacco lancia in area Cuomo che beffa sull’uscita Russo bucandolo alla sua sinistra.

Con il rotondo 4 a 0 la Cavese va negli spogliatoi con la convinzione che sarà una domenica speciale. Nella ripresa, infatti, ancora spazio per Ciro Foggia, goleador aquilotto con 14 reti all’attivo, per la sua doppietta personale. Un passo all’interno dell’area avversaria si gira e incrocia un destro preciso che si infrange sul palo interno per poi finire la sua corsa nel sacco. È il 5’st.

Nemmeno quattro minuti dopo e la Cavese trova anche il sesto gol. A segnare il proprio nome sul taccuino della partita è Gagliardi che conclude con un’acrobatica giravolta un’azione da manuale iniziata da Foggia e arricchita da un perfetto traversone da destra di Tumminelli. Rischia di esondare il fiume metelliano. Anche se l’agnello sacrificale Nocerina riesce, grazie al nuovo entrato Talamo, a trovare la classica rete della bandiera al 28’st. Sul filo del fuorigioco il tarchiato attaccante ospite stoppa al limite e insacca alle spalle di Colombo.

Poi solo accademia in campo da parte dei metelliani che decidono di non infierire sugli avversari e chiudere tra gli applausi di un popolo in festa, nonostante il risultato di Santa Maria Capua Vetere. Nei prossimi 90 minuti, quelli dello spareggio con il Brindisi che si consumerà domenica prossima, il destino aquilotto.

Ma la prestazione sfoggiata con i rossoneri della Nocerina fa ben sperare.


CAVESE NOCERINA 6-1

CAVESE (4-4-2): Colombo; Basile, Altobello (1’st Tumminelli), Magri (29’st Cinque), Maffei; Munoz, Aliperta (22’st Bezzon), Cuomo (10’st Puglisi), Bacio Terracino; Bubas (8’st Gagliardi), Foggia. A disp. Angeletti, Rossi, Banegas, Fissore. All. Troise.

NOCERINA (3-5-2): Russo; Romeo, Mansi (25’st De Marino), Bandeira; Di Palma, Menichino, Schiavella (1’st Mancino), Giacomarro (40’pt Basanisi), Garofalo (1’st Ziello); Maletic, Caso Naturale (16’st Talamo). A disp. Stagkos, Fusco, Gaudino, Vukmanic. All. Erra.

ARBITRO: Frasynyak di Gallarate.

RETI: 12’pt Bubas, 20’pt Foggia, 30’pt Bacio Terracino, 37’pt Cuomo, 5’st Foggia, 9’st Gagliardi, 28’st Talamo.

NOTE: Giornata primaverile, terreno in ottime condizioni. Spettatori circa 5000. Per motivi di ordine pubblico la partita è stata vietata ai non residenti a Cava de’ Tirreni. Ammoniti: Angeletti. Angoli: 6 a 3 per la Cavese. Recuperi: 3′ pt, 3’st.

Salerno. “Ecologia e Pace: un futuro secondo il disegno di Dio”

L’incontro con il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Sua Santità Bartolomeo I. Boom di presenze presso il Salone degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile di Salerno.


Si è tenuto, venerdì 5 maggio 2023, alle 17.00, presso il Salone degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile di Salerno, il meeting, aperto a tutti, intitolato “Ecologia e Pace: un futuro secondo il disegno di Dio”. L’evento rientra nell’ambito della visita del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, guida della Chiesa Ortodossa, in occasione della Traslazione in città delle spoglie mortali del Patrono San Matteo, avvenuta nel lontano 6 maggio 954. Dopo aver incontrato alle 10 di questa mattina, il Clero e i Seminaristi, presso il Seminario Metropolitano Giovanni Paolo II di Pontecagnano Faiano, Sua Santità Bartolomeo I, oggi pomeriggio ha presieduto il convegno con l’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, S.E. Monsignor Andrea Bellandi: “La presenza del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo ci onora: egli è una delle figure più rappresentative dell’universo religioso, fungendo da punto di riferimento non solo per i fedeli greco-ortodossi, ma per tutto il mondo cristiano e religioso”, ha esordito S.E. Monsignor Andrea Bellandi, richiamando le parole di condivisione ed elogio per il Patriarca Ecumenico espresse da Papa Francesco.

Dopo i saluti del Vescovo ausiliare di Napoli, Sua eccellenza Monsignor Gaetano Castello, dunque, ha preso la parola il Patriarca Bartolomeo I: “In tutti i continenti, le persone si trovano ad affrontare nuove e per certi versi più gravi sfide, soprattutto conflitti militari e problemi ecologici. L’invasione in corso dell’Ucraina da parte della Russia e la recente guerra civile in Sudan, insieme ad altri conflitti violenti in altre parti del mondo e ai cambiamenti climatici globali e ai gravi disastri naturali, offrono chiare indicazioni che stiamo trascurando i diritti umani fondamentali e distruggendo il pianeta in modi inaspettati e senza precedenti. Queste condizioni non sono un incidente. Gli esseri umani hanno dimenticato che gli uomini e le donne sono creati a immagine di Dio e che anche il mondo naturale è un dono di Dio. Questi abusi sono un segno che l’umanità è sulla strada sbagliata, che abbiamo ignorato i comandamenti fondamentali di amare il prossimo come noi stessi (Lev. 19.18) e allo stesso tempo di servire e preservare la terra (Gen. 2.15). L’armonia e la sacralità del mondo si mantengono solo quando amiamo e rispettiamo ogni sua parte, fino al più piccolo dei nostri fratelli e sorelle e fino all’ultimo granello di polvere. Questo vale per tutta la creazione: per i suoi cittadini e le sue città, per le sue comunità e i suoi oceani, per i suoi popoli e le sue foreste”.

“Mentre riflettiamo sullo stato del mondo e sui crescenti episodi di aggressione militare e di disastro climatico, sarebbe opportuno riconoscere che la nostra orgogliosa tendenza umana a cercare una padronanza umana avulsa da Dio sulle persone e sulla creazione è un modo di pensare sbagliato. Così come ogni vita umana è un dono di Dio, lo è anche tutto il Creato, ed è per questo che il Patriarcato Ecumenico è stato una voce di spicco per la salvaguardia dell’ambiente naturale”, ha aggiunto Sua Santità.

La riflessione di Bartolomeo I sulle Beatitudini nel Vangelo di Matteo:

“Quando pensiamo alla cura della creazione e alla protezione dell’ambiente, la nostra mente richiama il Libro della Genesi. Allo stesso modo, quando pensiamo alla pace e alla giustizia, la nostra mente si rivolge alle Beatitudini di nostro Signore nel Vangelo di Matteo. Ci è sembrato quindi opportuno riflettere sulle parole di San Matteo alla luce delle celebrazioni liturgiche dell’Apostolo Matteo, alle quali stiamo partecipando su gentile invito di Sua Eccellenza Andrea Bellandi, Arcivescovo Metropolita di Salerno, Campagna e Acerno. Nel primo libro della Bibbia, la convivenza pacifica e l’armonia cosmica sono implicitamente centrali. Dio ha fatto il mondo molto bello (Gen. 1.31), molto equilibrato, molto armonioso. Allo stesso tempo, nel primo Vangelo del Nuovo Testamento, Matteo apre il suo primo versetto descrivendo il messaggio che vuole trasmettere come “βίβλος γενέσεως” (liber generationis). In questo modo, Matteo è fedele alla Genesi come archetipo o modello del messaggio e dello scopo di Dio per il mondo. Nel suo racconto evangelico, quindi, Matteo non offre una biografia o una storia di Gesù, ma un modo di vivere per la comunità cristiana come nuova Israele. Ci sta quindi dicendo che la pace e la conservazione, per le quali Dio ha creato e destinato il mondo, devono diventare parte del nostro stile di vita e della nostra visione del mondo”.

Come sottolineato da Sua Santità Bartolomeo I, dunque, “Cristo è il Figlio di Dio perché è in piena comunione con la natura di Dio, pienamente impegnato nella volontà di Dio. E piena comunione significa condividere le risorse di Dio, riflettendo la pace e la giustizia di Dio, nonostante il prezzo altissimo della croce e l’inevitabile persecuzione da parte degli altri. Diventare figli di Dio – incalza il Patriarca – implica la costruzione della pace e la cura della creazione. Comporta la costruzione di comunità e il riconoscimento della dignità di ogni persona umana e della bellezza di ogni essere vivente. Naturalmente, la pacificazione è un lavoro duro. Tuttavia, è la nostra unica speranza di restaurare un mondo distrutto. Lavorando per la pace e lavorando per guarire l’ambiente: in altre parole, rimuovendo gli ostacoli alla pace ed evitando ciò che danneggia il mondo naturale, anche noi saremo chiamati figli di Dio”.

Le conclusioni di Bartolomeo I:

“Una delle credenze e degli insegnamenti centrali del Cristianesimo attraverso i secoli è la certezza che la luce di Cristo brilla più di qualsiasi oscurità nei nostri cuori e nel nostro mondo. Noi cristiani affermiamo e dichiariamo che la gioia della Risurrezione irradia e prevale sulla sofferenza della croce. Questo è ciò che sosteniamo, questo è ciò che predichiamo e questo è ciò che proclamiamo al mondo intero. Infatti, se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana la nostra fede (1 Cor 15,14). Nel IV secolo, sant’Efrem il Siro esprimeva la stessa verità in poesia, scrivendo: Alla nostra risurrezione, Dio rinnoverà il cielo e la terra, liberando così tutte le creature e concedendo loro, insieme a noi, la gioia della risurrezione.. La stessa convinzione è espressa nella Domenica di Pasqua, quando proclamiamo: Ora tutto è pieno di luce: il cielo e la terra, e tutte le cose sotto la terra. Al centro della relazione tra l’uomo e l’ambiente c’è la relazione tra gli esseri umani stessi. Come individui, viviamo non solo in relazioni verticali con Dio e orizzontali tra di noi, ma anche in una complessa rete di relazioni che si estendono alle nostre vite, alle nostre culture e a tutto il mondo materiale. Gli esseri umani e l’ambiente formano un abito senza cuciture dell’esistenza, un tessuto complesso creato da Dio. Come esseri umani, siamo chiamati a riconoscere questa interdipendenza tra il nostro ambiente e noi stessi. Non possiamo sfuggire alla nostra responsabilità nei confronti dell’ambiente. Il nostro peccato – la radice spirituale di tutte le guerre e dell’inquinamento – consiste proprio nel rifiuto di considerare la vita umana e il mondo naturale come un sacramento di ringraziamento e un dono di comunione con Dio. Solo allora potremo pregustare e cercare un cielo nuovo e una terra nuova (Ap 21,1)”.

Tra le numerose personalità ed istituzioni presenti all’incontro, Don Francesco Coralluzzo, Prefetto degli studi dell’Istituto teologico salernitano, Don Emilio Salvatore, Preside della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e la Vicesindaca di Salerno, dott.ssa Paky Memoli.

I prossimi appuntamenti

Sabato 6 maggio, alle ore 10, presso il Salone degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile, è in programma l’incontro con le Istituzioni. Quindi, alle ore 11 della stessa giornata, in Cattedrale, la Solenne Celebrazione presieduta dall’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, S.E. Monsignor Andrea Bellandi, e condivisa con Sua Santità Bartolomeo I, a cui verrà donata una Reliquia di San Matteo.

La celebrazione del 6 maggio in Cattedrale, vedrà la partecipazione di circa 200 coristi del Coro della Diocesi di Salerno e rappresentanti delle Parrocchie dell’Arcidiocesi, accompagnati dall’Orchestra della Diocesi di Salerno, diretti da Monsignor Frisina. Il canto d’ingresso sarà “Matteo, Apostolo di Cristo” (testi: don Emanuele Andaloro – Musica: Monsignor Marco Frisina) che verrà eseguito per la prima volta il 20 settembre 2023 in occasione dei festeggiamenti Patronali.

Salerno. “Due fratelli, una sola fede”

Presentato il programma della visita del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Sua Santità Bartolomeo I. 


E’ stato presentato il 4 maggio 2023, presso il Palazzo Arcivescovile di Salerno, il programma della visita del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, guida della Chiesa Ortodossa che sarà a Salerno il 5 e il 6 maggio 2023, in occasione della Traslazione in città delle spoglie mortali del Patrono San Matteo, avvenuta nel lontano 6 maggio 954. A presiedere la conferenza stampa, l’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, S.E. Monsignor Andrea Bellandi, il Fondatore e Direttore del Coro della Diocesi di Roma, compositore e biblista, Monsignor Marco Frisina e l’Addetto alle relazioni con la Chiesa Ortodossa e sacerdote Fidei Donum in Turchia, Don Ugo De Rosa.

Il programma

Previsto, dunque, un incontro con il Clero e i Seminaristi, venerdì 5 maggio alle ore 10, presso il Seminario Metropolitano Giovanni Paolo II di Pontecagnano Faiano. A seguire, alle ore 17 della stessa giornata, presso il Palazzo Arcivescovile di Salerno, il meeting, aperto a tutti, intitolato “Ecologia e Pace: un futuro secondo il disegno di Dio”. Sabato 6 maggio, alle ore 10, presso il Salone degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile, è in programma l’incontro con le Istituzioni. Quindi, alle ore 11 della stessa giornata, in Cattedrale, la Solenne Celebrazione presieduta dall’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, S.E. Monsignor Andrea Bellandi, durante la quale verrà donata la Reliquia di San Matteo al Patriarca. 

La Curiosità

La celebrazione del 6 maggio in Cattedrale, vedrà la partecipazione di circa 200 coristi del Coro della Diocesi di Salerno e rappresentanti delle Parrocchie dell’Arcidiocesi, accompagnati dall’Orchestra della Diocesi di Salerno, diretti da Monsignor Frisina. Il canto d’ingresso sarà “Matteo, Apostolo di Cristo” (testi: don Emanuele Andaloro – Musica: Monsignor Marco Frisina) che verrà eseguito per la prima volta il 20 settembre 2023 in occasione dei festeggiamenti Patronali. A coordinare la preparazione e l’organizzazione, Remo Grimaldi, direttore del Coro della Diocesi di Salerno.

La dichiarazione dell’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, S.E. Monsignor Andrea Bellandi, sulla visita del Patriarca Bartolomeo I:

“La visita del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo ci onora enormemente perché attualmente egli è una delle figure più rappresentative dell’universo religioso, soprattutto nel campo dell’Ortodossia. E’ stata una figura molto vicina a Benedetto XVI ed ha un rapporto di sintonia di pensiero con Papa Francesco, fungendo da punto di riferimento non solo per i fedeli greco-ortodossi, ma per tutto il mondo cristiano e religioso. I temi al centro del suo insegnamento sono legati alla cura del Creato, alla pace, al dialogo, all’educazione alla fede cristiana. In un periodo di conflitti come quello che stiamo vivendo, la sua figura instancabilmente richiama tutti al dovere di ricercare vie di pace. Per noi e per la nostra Arcidiocesi, quindi, è veramente un onore poterlo accogliere nella significativa ricorrenza della traslazione delle Reliquie di San Matteo. Sarà accompagnato da una delegazione di Metropoliti ed è previsto un momento di dialogo e di scambio fraterno con questa grande tradizione orientale”.