Luglio, 2024

visualizzazione per mese

 

Cava de’ Tirreni (SA). Duccio Travaglini, co-founder del new media verticale Greencome, ospite del terzo appuntamento di APERAEE

Torna venerdì 26 luglio, nella cornice del Complesso monumentale di San Giovanni al Borgo Grande, l’appuntamento con ApeRAEE, l’aperitivo più green dell’anno. Si parlerà di RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e del mondo dei digital devices ricondizionati, attraverso interviste, dimostrazioni tecniche, dirette e stories.

Ospite della serata sarà Duccio Travaglini, co-founder del new media verticale Greencome, che si occupa di tematiche ambientali e conta, ad oggi, su una community di circa 40.000 utenti sui canali social. I partecipanti all’evento, poi, potranno scoprire il processo di ricondizionamento e la nuova vita degli AEE con i tecnici di Twist.

L’appuntamento prevede 2 turni di ingresso: 19.30 e 20.30, previa registrazione attraverso apposito form disponibile sul sito www.metelliaservizi.it/aperaee.

Al termine dell’evento ad ognuno dei partecipanti verrà consegnato un gadget a tema e un voucher – sconto del 20% sulla consumazione di un aperitivo presso uno dei 23 esercenti aderenti all’iniziativa.

Ad animare il corso Umberto I ci saranno le band di musica live: Medina band, Latin Jam Project e Essenza Duo.

Per tutte le info su come partecipare, sul percorso di informazione-sensibilizzazione, sugli ospiti e la musica live delle singole serate, sugli esercizi aderenti ad “ApeRAEE” consultare il sito www.metelliaservizi.it/aperaee. 

2 gli appuntamenti successivi di “ApeRAEE”: 6 settembre e 11 ottobre (riservato agli studenti degli Istituti di Istruzione Superiore). 

“ApeRAEE” è un’iniziativa realizzata da Metellia Servizi, nell’ambito del Bando del Centro di Coordinamento RAEE (CdCRAEE) del 6.03.2023, con il patrocinio del Comune di Cava de’Tirreni, la partnership dell’Azienda Twist srl, realtà di Cava de’ Tirreni da oltre 10 anni leader in Europa per la fornitura ed il commercio di tecnologia ricondizionata, e il coinvolgimento degli Istituti di Istruzione Superiore, oltre che con l’adesione di esercizi pubblici cittadini.

Un personale invito di lettura

E fra consigli di libri di poesia e narrativa a firma del nostro prezioso collaboratore, prof. Antonio Donadio, cogliamo l’occasione per qualche consiglio d lettura per l’estate. E cosa non più opportuna che consigliarvi proprio un libro di Donadio? Ad esempio l’ultimo suo lavoro “La casa del tiglio” (Puntoacapo 2022) . Sono poesie che ha scritto per il figlio Daniele, dai nove mesi d’attesa fino all’inizio delle scuole elementari; “Il senso vero della neve” (Morcelliana 2019) di cui il grande critico, ahimè scomparso da poco, Giorgio Barberi Squarotti ebbe a scrivere: “Ardue e raffinatissime poesie d’amore e di stagioni e sogni e visioni con metrica originalissima o anche l’elegante, “poetica”, traduzione della vita di San Francesco “Legenda Maior”, scritta da San Bonaventura nel 1263, edita dalle Edizioni Paoline qualche anno fa o anche “Calcio d’autore “ (Morcelliana 2016), un saggio/antologia sul gioco del calcio nella letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri. Un poeta, Donadio, cavese ma residente a Bergamo presente con i suoi libri non solo nelle biblioteche italiane ma anche straniere come le universitarie americane Harvard, Princenton e altre.

Cava de’ Tirreni (SA). Giubileo for all, itinerari inclusivi tra arte e bellezza. Progetto “La via Regia de la Cava”

Si svolgerà lunedì 15 luglio a Cava de’ Tirreni, presso il Complesso di San Giovanni, alle ore 19, l’incontro di presentazione del progetto “Giubileo For All – Itinerari Inclusivi tra Arte e Bellezza”, un’importante iniziativa che fa capo alla CEI (Conferenza Episcopale Italiana), riferita all’anno giubilare del 2025.

L’iniziativa si propone di migliorare l’accessibilità del Giubileo 2025, con particolare attenzione alle persone con disabilità, trasformando l’evento in un’esperienza inclusiva e condivisa. Il popolo dei pellegrini che si riverserà in Italia (si prevedono più di 30 milioni) per lo straordinario evento religioso del prossimo anno, comprenderà anche più di 6 milioni di persone con disabilità, alle quali dovrà essere data la doverosa opportunità di godere delle bellezze e delle suggestioni che viaggi di questo tipo possono offrire.

Cava de’ Tirreni fa parte ufficialmente dell’importante iniziativa e costituisce una delle tappe dei percorsi organizzati dalla CEI con il progetto “La Via Regia De La Cava”.

Cogliendo l’opportunità suscitata dell’anno Giubilare, l’Arcidiocesi Amalfi–Cava de’ Tirreni, insieme all’Abbazia Benedettina della SS. Trinità,alla Caritas diocesana Amalfi – Cava, all’Associazione Archeoclub La Cava, e gli enti del terzo settore e le associazioni imprenditoriali, si sono interrogati su come rendere effettivamente fruibile a tutti il diritto alla bellezza.

Il risultato è la proposta di questo cammino che si snoda sul tracciato della Strada Regia delle Calabrie, di origine borbonica, che insiste sull’antica Capua-Regium, attraversando il suggestivo centro porticato di Cava de’ Tirreni, ricco di edifici storici e luoghi di culto. Da qui si dipartono altri percorsi che conducono a siti di grande valore culturale, paesaggistico e religioso presenti nel territorio comunale da scoprire insieme ai pellegrini, turisti o semplici curiosi che vorranno condividere la voglia di guardare con occhi nuovi persone, situazioni, contesti.

L’incontro, moderato dal giornalista Eduardo Scotti, sarà aperto dai saluti del sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli, del presidente della Commissione Bilancio della Regione Campania, Franco Picarone, dell’Arcivescovo della Diocesi di Amalfi-Cava De’ Tirreni, Orazio Soricelli, dell’Abate della Santissima trinità di Cava de’ Tirreni, Dom Michele Petruzzelli.

Dopo la lettura del messaggio di saluto del Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, sarà dato spazio agli interventi di Dino Angelaccio, presidente diITRIA –  comitato per la promozione di Itinerari Turistici Religiosi Interculturali Accessibili; Alberto D’Alessandro, già direttore del Consiglio d’Europa; Maurizio Di Stefano, Presidente ICOMOS Italia; suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Conferenza episcopale italiana eConsultore del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede; Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale Archeoclub D’Italia; Paolo Landi, Presidente Archeoclub “La Cava”.

Giubileo For All si presenta come una importante opportunità per superare barriere e creare connessioni tra le persone al di là delle proprie caratteristiche. L’iniziativa promuove una visione inclusiva del mondo, dove la bellezza e l’arte diventano ponti verso l’infinita varietà umana.

Un consiglio di lettura per questi giorni d’estate. E se leggessimo una bella storia d’amore? “Nina. La storia vera di un sogno americano” di Franco Bruno Vitolo

Come non concentrarsi su una storia del genere? Come non farla diventare speranza per un mondo migliore e diverso? Come non raccontarla come una storia d’amore fuori da ogni immaginazione e regola convenzionale? “ Così il Chiar.mo prof. Pino Foscari, nella sua preziosa presentazione a questo recente lavoro di Franco Bruno Vitolo.

Franco Bruno Vitolo Nina. La storia vera di un sogno americano. 1886 Agency Pte Ltd , sett. 2023.

Che libro è “Nina”? In un mare di scrittori, più o meno dell’ultima ora, che inondano quasi quotidianamente il mercato (e i loro compiacenti amici degli amici dal grande schermo a reti unificate), Vitolo, ex docente di liceo, scrittore e critico letterario, ci regala una boccata d’aria pura.  Nessuna velleità di andare nelle classifiche di libri più venduti e neppure di piazzarsi in uno dei tanti Premi letterari (?) in cui a vincere sono i soliti nomi o meglio gli autori delle solite case editrici; un balletto, a volte, veramente inaccettabile. (Lo scorso anno il Ministro della Cultura e componente di Giuria di un notissimo Premio Letterario, nella serata di proclamazione dei vincitori, si lasciò sfuggire la confessione di non aver letto i libri in concorso, ma dichiarò con un sorriso: ”Proverò a leggerli “ ! ). E molte volte, poi, di questi autori vittoriosi non resta alcuna traccia. E allora complimenti per un libro puro, schietto, pulito come tutta la storia d’amore raccontata. Protagonisti Nina Farano da Cava de’ Tirreni e George Fortin marine americano. Sarà la guerra, lo sbarco alleato angloamericano a Salerno nel settembre del 1943, a farli incontrare. Lei poco più che bambina, lui giovane marine. Tra applausi calorosi di evviva e sigarette e cioccolato, un fugace sguardo e una promessa: “ Se sopravvivo alla guerra, torno da te, ti sposo e ti porto in America”. Promessa, apparentemente vana, ma è il 29 marzo del 1951 quando George tornato a Cava sposa Nina. Nozze che fecero scalpore e il giro del mondo con tanto di filmato Incom nei cine giornali dell’epoca. Si raccontava la storia d’amore della Cenerentola di paese e del principe azzurro venuto d‘oltreoceano. Bisognava raccontarla. E a raccontarla è la stessa Nina, vedova novantenne ormai, che attualmente vive in California. A intervistarla è l’autore Franco Bruno Vitolo, calatosi nei panni di un’ immaginaria giovane ricercatrice anch’essa emigrata in America.

Una scrittura pulita, lineare, non certo facile; nell’intervista cadenzata da un chiaro narrare, si alternano spesso altre voci da un lontano o recente passato, immagini, sensazioni e commenti dell’una (Nina) e dell’altra (intervistatrice, alias narratore), costituendo un tessuto narrativo veloce e al tempo stesso robusto quasi rappresentazione teatrale. L’intero libro è costruito su una dovizia di particolari precisi e rispettosi della verità storica non inficiata dall’inventio tipica del narrare per immagini e sensazioni. Sembra essere presente all’incontro tra George e la giovanissima Nina, alle loro nozze ma anche nei momenti meno felici che hanno caratterizzato questa lunga storia d’amore. Anche i luoghi, le stanze, gli oggetti nel flusso magico creativo assumono un ruolo costante ed esplicativo delle varie vicende narrate. Alla fine il libro risulta  quasi un’opera di poesia in prosa, un distillato di amore, entusiasmo, affetto ma anche di dolore per sofferte vicende; un libro da leggersi ad onta delle grandi case editrici.

Un consiglio di lettura per questi giorni d’estate. Tre libri di poesia a firma di tre importanti poeti Luigi Amendola, Fabio Dainotti, Mario Rondi.

Luigi Amendola, romano con origini campane, poeta, scrittore e autore teatrale scomparso, purtroppo, a soli quarantasei anni nel 1997. Preziosa la Sua amicizia e l’incondizionata stima per l’Uomo e l’Intellettuale raffinato. A Lui è legato anche il nome di Cava e del Premio Badia del 1994: fu uno dei cinque finalisti con il libro Carteggio del rancore (Mancosu Editore, 1993). Non risparmiò lodi alla nostra città e ai suoi magnifici portici ” sembra di stare a Bologna”. Mi promise che sarebbe ritornato, ma ahimè …

da Luigi Amendola Lettera a Telemaco, Bizzarro Books, Giugno 2023

Marzo è di tiglio che confonde
i viali abrasi al transito,
gli scrosci improvvisi, la luce.
In questa prima vera stagione
che di mimose e azalee profuma
le stanze, il cuore sa intuire,
oltre la sua parvenza velata,
quell’attesa di feria solare,
chimera alla risacca marina.

Una ricerca metrica “danzante”, elegante, dolcemente velata in giochi di rime al mezzo e guizzi di sospese inarcature. Estrema raffinatezza di stilemi che si contorcono e si abbracciano ora togliendo il respiro ora donando essenze vitali al sogno, ecco “ i viali abrasi al transito” in un mese di Marzo che ha nel tiglio l’emblema della sua ambiguità e così tra “scrosci improvvisi”, eccoti la luce. Non è forse marzo l’inizio di ogni viaggio, di ogni divenire? “ Tempo era dal principio del mattino; / E il Sol montava in su con quelle stelle/ Ch’ eran con lui, quando l’amor divino/ Mosse da prima quelle cose belle( Dante, Inferno Canto I° , VV 37/40). Sembrerebbe, quindi, che con il segno dell’Ariete, giunga la sospirata primavera, ma neppure una consolidata consuetudine salva l’eterno dubbio del poeta, che domanda e si domanda e poi risponde e si risponde. Ed ecco che, per il poeta, giunge la “prima vera stagione “ non la primavera, una delle quattro stagioni dell’anno, ma la prima vera stagione dell’anno, della giovinezza, della vita stessa. E’ un canto non ostentato né celebrato, è un canto intimistico, dove il profumo delle mimose e delle azalee si rintana nelle stanze (l’uso dell’inarcatura è esemplare: perfetta sospensione che detta il tempo dell’attesa dell’arrivo del profumo nelle stanze). Non può il poeta non sentire sin dal profondo questo arrivo, questo messaggio di luce e profumi: ecco, il cuore sa intuire, il cuore che va al di là del mutevole e della parvenza velata” (come di leggera foschia primaverile), messaggero di una prossima esplosione di estate, di attesa di feria solare, ma il tutto appare malinconicamente solo parvenza, solo una chimera, un sogno primaverile, nel difendersi dal sopraggiungere del mancato abbraccio del mare “risacca marina”. Emblema della disillusione che accompagna il cammino dell’uomo nella sua breve stagione di vita.


Bimba
Veste una seta azzurra che la brezza, entrando
dalle finestre e dalle tende, agita.
Fuori una grande pace è nel giardino.
Solo una bimba gioca
sul ghiaino celeste tra le aiuole
di ortensie e di gerani, tra ombra e sole.
Agli uccelletti, cui sue miche tira,
parla; e s’adira.

Agropoli 1964

da Fabio Dainotti L’albergo dei morti Manni, ottobre 2023 pp.185 euro 18,00

 

L’albergo dei morti, quasi opera omnia di questo importante poeta nato a Pavia nel 1948 e residente da molti anni a Cava. Libro prezioso e fondamentale per uno studio del suo percorso poetico iniziato fin da giovanissimo. Non a caso, ho scelto questa lirica scritta quando il poeta era poco più che adolescente a testimonianza di una precoce maturità di scrittura. A uno sguardo disattento e frettoloso sarebbe facile etichettare “Bimba” come una breve poesia “quadrettistica” fine a se stessa: una bambina che gioca in un giardino. Ma, a ben guardare ecco che vi si scopre un articolato intreccio ritmico frutto di un sapiente uso di figure retoriche sia di suono sia di ordine sia di significato. Rappresentazione “pittorica”, inizialmente, di due piani contrapposti eppur contigui nell’assenza/presenza di una bimba. I primi due versi sono caratterizzati da un ripetuto intreccio dal ritmo assonantico: dall’incipit Veste/finestre/tende con al centro azzurra/brezza. Chiude il suono cupo: agita contrapposto subito a Fuori è pace dell’inizio del terzo verso. Ecco la protagonista: la vediamo, è una bimba che, con una gran pace del giardino, gioca (in antitesi con l’agitarsi della brezza). Stati emozionali diversi e contrapposti.  L’intreccio ritmico si fa più sostenuto ancora: giardino- in rima al mezzo- è in relazione con ghiaino così celeste con veste del primo verso con vibrante rima baciata negli ultimi quattro versi: aiuole/sole e tira/s’adira. Il tutto, ad una lettura disattenta, come detto, apparirebbe da quadretto semplicistico quasi banale: una bimba gioca in un giardino fiorito e intanto lancia briciole agli uccelletti, ma, ecco in chiusura lo scatto del poeta: la bimba s’adira. Simbiosi assonantica con l’agitarsi della brezza del secondo verso. Uno scoppio improvviso che rompe l’incantesimo elegiaco. Non tutto è vero, non tutto è pace, quasi quadretto panistico, la bimba s’adira. Perché? Con chi s’adira? È il dettato impressionistico lirico dell’afflato poetico che non dà risposte rassicuranti ed esaustive, ma spinge alla ricerca del misterioso fare, del misterioso vivere dell’uomo anche nell’ apparente, scontata azione del vivere quotidiano, come di una bimba in un giorno di sole che mentre lancia briciole di pane agli uccellini, si adira.


Il poeta che canta gli ortaggi” Questo il titolo di un video che la Rai, per l’Expo 2015, dedicò al poeta bergamasco Mario Rondi intervistandolo presso il suo rifugio, una baita in alta montagna dove ama rifugiarsi e scrivere oltre a coltivare un ampio orto giardino motivo ispiratore dei suoi versi. “L’orto è per me l’emblema della scrittura e della poesia”; il mio è uno “zappare con le parole”. Rondi, autorevolmente, s’inserisce in un’antica tradizione di poeti che cantano l’umanità attraverso un mondo in cui frutti, ortaggi, fiori hanno pregi e vizi degli uomini. Si pensi al poema in lingua napoletana di Francesco Antonio Nunziante “Le piante pensanti” (1823) che rifacendosi a Esopo aspirava a esporre il suo “morale sapere” attraverso i “vegetanti” o ad alcuni poeti come Totj Scaloja, Vito Riviello o Nico Orengo. Un genere di poesia, sottilmente ironica, particolare, che oggi non trova, purtroppo, molti estimatori. Ma si farebbe un grave torto a Rondi etichettarlo come Il poeta che canta gli ortaggi” come un autore dalla “voce” limitata e limitante: è per questo che ho scelto, dalla sua voluminosa Opera Omnia, una lirica dalla cifra poetica illuminante.

Passaggio
( in ricordo di Padre Turoldo)

Qualcosa d’indistinto, un riflesso
nell’onda, il riverbero di un sogno
sulle acque viaggiava genuflesso

nella calda preghiera con bisogno
d’attestare, non visto, il permesso
di passare radente il cotogno

come segno fugace di speranza
nel cuore che prepara la sua danza .

da Mario Rondi Poesie e Prosa, volumi 4, Genesi Editore, aprile 2023, pp. 2.608, Euro 160,00

Schema classico: versi endecasillabi divisi in tre strofe, prime due terzine e distico finale. Rima ABA /BAB/ C/C. Nell’incipit contraddistinto da un alone di indeterminazione “ Qualcosa d’indistinto”, subito si palesa, attraverso “un riflesso nell’onda”, la rifrazione, il bagliore di un dato nel riverbero della luce sull’acqua mutevole e fragile come frutto di un sogno che fa comparire senza esplicitarla la figura di Turoldo: genuflesso in preghiera con l’ardente desiderio, anzi il bisogno di oltrepassare  silenziosamente quasi come ombra il mondo naturale qui rappresentato da un albero di cotogno, passare radente il cotogno” con nel cuore “ il segno fugace di speranza”. E la Natura, res naturalia, così care al poeta Rondi, a fare da cornice, interpreti eppure modeste e discrete nel loro ruolo di compartecipi dell’intero Creato. Nulla è certo nel disegno divino, ma d’aiuto è ben forte la speranza covata in cuore per l’agognato anelito finale.