Il “Santa Maria Incoronata dell’Olmo” di Cava, dopo cinque secoli, rischia di restare monco di un reparto di elevata eccellenza!

ospedale-ss-maria-incoronata-dell'olmo-cava-de'-tirreni-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Il paventato ridimensionamento del reparto di ortopedia dell’Ospedale Santa Maria Incoronata dell’Olmo ha suscitato non pochi malumori, non solo nella Città di Cava de’ Tirreni, atteso che il bacino d’utenza è costituito anche dalle comunità della costa d’Amalfi e dell’area sud dell’agro nocerino sarnese, ben sapendo che fino al 2002 il nosocomio cavese non disponeva di un reparto di ortopedia vero e proprio, ma di un semplice ambulatorio, che aveva il mero compito di “stabilizzare” il paziente con le prime cure, per dirottarlo presso gli ospedali di Salerno o Nocera Inferiore. Negli ultimi dodici anni, ribadiamo 12 anni, l’unità operativa di ortopedia metelliana, dall’alba dell’assegnazione di emeriti chirurghi-ortopedici, i dottori Vincenzo Monaco e Giuseppe D’Arienzo, e con l’avvento di altri, ha conseguito un elevato salto di qualità, eseguendo interventi ortopedici d’ogni specie. Nell’ultimo biennio, ovvero da quando il nosocomio cavese è passato “alle dipendenze” dell’Azienda Universitaria Ospedaliera del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, nel reparto destinato di ortopedia, nel corso del biennio 2012-2013, senza considerare l’attività dell’anno in corso (2014), sono stati eseguiti oltre settecento (700) interventi, dei quali un terzo ha interessato l’applicazione di protesi femorali, un altro terzo ha risolto problematiche all’anca ed al ginocchio, mentre i restanti sono stati dedicati a fratture scomposte delle braccia, polsi, gambe, piedi ecc., con un incidenza d’interventi, rispetto ai ricoveri, dell’82%, quando al Ruggi d’Aragona, nell’omologo reparto, si è registrata una percentuale del 40%, sottolineando che nei dodici anni appena passati la migrazione di pazienti e familiari, verso altri nosocomi della provincia, se non della regione, si è ridotta considerevolmente. Per gli addetti ai lavori e non, ricordiamo che nel nosocomio di Cava de’ Tirreni si eseguono anche le ricostruzioni dei crociati. Da ambulatorio nel 2002 a reparto di elevata eccellenza nel prosieguo degli anni; fino ad oggi! La soluzione per la continuazione di tale lodevole attività ortopedica è nell’ultima bozza di piano aziendale, a firma del direttore generale dell’azienda universitaria ospedaliera Ruggi d’Aragona, Vincenzo Viggiani, dove, all’Ospedale di Cava de’ Tirreni sarebbero stati assegnati 9 posti letto nell’istituendo reparto di dermatologia; non abbiamo mai saputo che per affezioni dermatologiche si debba ricorre al ricovero ospedaliero. Quei 9 posti letto possono essere ben destinati al reparto di ortopedia, perché prosegua nella sua lodevole missione socio-sanitaria! Leggendo con attenzione la citata bozza, ci rendiamo conto che, di fatto, il Santa Maria Incoronata dell’Olmo di Cava de’ Tirreni non è stato salvato; è stato invece spinto ad una mera sopravvivenza, coll’immotivato reale smembramento di uno dei reparti da tutti definito “fiore all’occhiello” dell’ortopedia nazionale; forse per privilegiare, auspicando di ricrederci, le “cattedre universitarie”! 


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