Blocco della mobilità in deroga, stipendi fermi ad agosto. I dipendenti della ex Di Mauro presidiano la Prefettura di Napoli

di-mauro-17-apr-2007-cava-de'-tirreni-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Confermato il presidio in Prefettura a Napoli, per questa mattina, alle ore 10, quando insieme ai 68 lavoratori ex Di Mauro, scendono in campo altri circa 1800 operai provenienti dall’intera regione Campania e che chiederanno chiarimenti circa la situazione di blocco della mobilità in deroga.
La mobilità in deroga dei 68 lavoratori della ex Di Mauro, come per tanti altri lavoratori che si trovano nell’analoga situazione, è stata bloccata giorni fa, dal Ministero del Lavoro e i pagamenti sono fermi ad agosto.
Ad inizio ottobre, c’era stato l’annuncio della conclusione con esito positivo del tavolo istituzionale regionale per la proroga, dal primo settembre al 31 dicembre di quest’anno, della mobilità in deroga per i 68 lavoratori destinati alle attività socialmente utili sullo stesso territorio metelliano.
Intanto pochi giorni fa è arrivata la notizia del blocco della mobilità da parte del Ministero che vuole vederci chiaro sull’azione intrapresa dalla Regione Campania, nell’erogazione dei fondi per questo tipo di operazione. Da qui l’azione intrapresa dai lavoratori che hanno programmato una grossa manifestazione in Prefettura, dove sarà redatto un verbale da inviare in Regione.
Oltre a manifestare il proprio disappunto con un presidio davanti alla prefettura partenopea, i 68 lavoratori ex Lsu, giovedì, terranno un assemblea al comune con i sindacalisti e l’assessore alle Politiche Sociali, Vincenzo Lamberti. Saranno presenti anche i sindacalisti Cisl e Cgil, Antonio Abbagnara e Aniello Siani.
Quello che preoccupa i lavoratori con mobilità in deroga, non è tanto il presente quanto il futuro lavorativo che è alquanto incerto. Ed è proprio dall’incontro di giovedì al comune che vogliono garanzie. Il comune dovrà dare loro risposte rassicuranti. Il 31 dicembre scadrà la mobilità in deroga e da gennaio queste persone, molte delle quali con famiglia a carico, rischiano di trovarsi in mezzo ad una strada.
Il numero dei lavoratori ex Di Mauro, va a diminuire, alla luce di alcuni pensionamenti e di qualcuno che stufo della fase di stanca, ha preferito cambiare lavoro e rinunciare quindi alla mobilità in deroga. Ciò che preoccupa l’80 per cento dei lavoratori ancora lontano dall’età pensionabile, è la continuità del lavoro e la preoccupazione ogni qual volta si avvicina il termine della proroga in deroga della mobilità. La chiusura dell’opificio Di Mauro, è avvenuta nel 2006, con i lavoratori già un anno e mezzo prima in cassa integrazione.
Da allora sono otto anni che gli operai “vivono” di mobilità in deroga, con tutti gli affanni del caso, in prossimità delle scadenze. “Nonostante i vantaggi che avremmo dovuto avere per l’inserimento lavorativo, afferma il sindacalista Cgil, Aniello Siani, siamo stati doppiamente sfortunati. Uno perchè non si è risolta, positivamente, la vendita dell’ex opificio e due perchè nessuna promessa istituzionale è stata mantenuta”. Per la vendita dell’opificio c’era la clausola che prevedeva l’inserimento lavorativo degli operai in mobilità. Una struttura ad oggi abbandonata e senza prospettive future. (a.f.)


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