Sabato 7 maggio serata show per Lolita D’Arienzo al Teatro Verdi, con Enzo De Caro, danza e canto targati San Carlo e presentazione del cortometraggio “Lola, In punta d’ali”

SALERNO. Musica, canto, danza, poesia e creatività, nel nome della solidarietà: questa l’anima dello spettacolo “La libellula”, che si terrà sabato 7 maggio 2016 alle ore 20 nella storica suggestione del Teatro Verdi di Salerno, eccezionalmente concesso dall’Amministrazione Comunale per una manifestazione “esterna”, in questo caso organizzata dall’Associazione “Amici di Lola” e dall’Associazione “Salerno Rete Solidale”,diretta da Carmen Guarino.

Lo show è tutto dedicato alla persona ed alla figura di Apollonia (Lolita) D’Arienzo, l’ex ballerina e maestra di danza, originaria di Vietri e residente a Cava de’ Tirreni, che da diciotto anni vive immobilizzata dalla SLA e può comunicare solo con battiti di ciglia e con la luce sempre vivissima dei suoi occhi, espressione di una mente e di un cuore palpitanti, attivi, propositivi.

Nonostante la disabilità fisica, negli ultimi anni, da quando ha deciso di convivere attivamente con la malattia e di aprirsi al mondo, Lola ha fatto della sua casa un allegro porto di amicizia, ha partecipato a tante iniziative ed ha scritto tante poesie e ben quattro libri. All’ultimo di questi, In punta d’ali, è ispirato, sia pure alla lontana, il cortometraggio Lola, in punta d’ali ,che sarà presentato in prima assoluta nel corso della serata e che è stato scritto e realizzato Luca Guardabascio (regista e documentarista RAI, docente da tre anni negli USA di Storia d’Italia attraverso il Cinema), con le musiche del maestro olandese Frank Altorfer, la partecipazione straordinaria di attori professionisti come Enzo De Caro e Pino D’Aloja, della maestra di ballo Carmela Bucciarelli (che attualmente gestisce con Lola la scuola di danza da lei fondata), di Carla Russo, Kevin Capece e delle magnifiche ballerine della scuola di danza Coreia, oltre che di altri attori ed amici di Lola.

A fare da corona a questa presentazione, esibizioni di alta qualità che investono le forme più nobili dello spettacolo:

Danza, con maestri prestigiosi provenienti dal Teatro San Carlo di Napoli: Luigi Ferrone, Corona Paone, Luca Carannante, Alfonso Donnarumma, Angelo Vincenzo Egarese, Rossella Gallo, Raffaele Di Martino, Roberto Russo, Ilaria Leone, Emanuele Torre, Michele Storto. Con loro, gli allievi della prestigiosa Scuola di Danza Crown Ballett di Napoli, diretta da Luigi Ferrone.

Canto, con Margherita De Angelis, soprano del San Carlo, e Manuel Foresta, giovane cantante emergente rivelatosi alla grande in Rai nel Talent di Raffaella Carrà “The voice”.

Recitazione, con la presenza di Enzo De Caro, oggi popolarissimo interprete di fiction televisive, ieri protagonista del magico trio della Smorfia, con Massimo Troisi e Lello Arena. De Caro, oltre che come interprete del cortometraggio, si proporrà anche come lettore di alcune poesie della stessa Lolita D’Arienzo.

La conduzione della serata è affidata a Nunzia Schiavone, la Direzione Artistica al già citato Luigi Ferrone.

I residui inviti a disposizione si possono reperire fino a pochi minuti prima dello spettacolo presso il botteghino del Teatro Verdi. 

Il titolo, In punta d’ali, è ispirato, come già detto, a quello dell’ultimo romanzo di Lola. Idealmente fa riferimento anche e soprattutto sia alla sua irriducibile e caldissima passione per la danza “ sia alla sua capacità e volontà di volare, nonostante tutto.

La storia è proprio il racconto delle fasi salienti della sua vita e della sua malattia: la passione di sempre per la danza, l’amore per quello che sarà suo marito, la nascita dell’amatissimo figlio, la creazione di una affermata scuola di danza, Coreia, l’improvviso apparire dei primi sintomi del male, la terribile diagnosi, la rottura del matrimonio, le tensioni legate al rapporto con l’amatissimo figlio, la disperazione, la decisione di convivere con la malattia stessa e di continuare a danzare nella vita “in punta d’ali”.

Il tutto è raccontato in diciassette minuti incalzanti ed emozionanti, grazie alla regia elettrica di Luca Guardabascio,fatta di montaggi rapidi, tripartizioni dello schermo, sovrapposizione di tempi e di luoghi in suggestivi salti di immagine. Contribuiscono all’esito sia la musica avvolgente e coinvolgente, da rock postromantico, del Maestro olandese Frank Alfolter, sia l’ espressiva fisicità degli attori, in primis Carla Russo (Lola), le due guest star Enzo de Caro (il dottore che comunica la diagnosi a Lola) e Pino D’Aloja, il paziente che fa da prologo e che innalza un commosso inno alla vita in un prologo stimolante e struggente. Oltre che nel montaggio delle immagini, soffi avvolgenti di creatività si colgono anche nella sceneggiatura, che prevede la personificazione della malattia sotto forma di un’amica, che penetra suadente nella vita di Lola e con la quale lei è costretta ad accettare la convivenza se vuole ancora dare luce alla sua stessa esistenza.

L’emozione raggiunge il massimo quando Lola-Carla si volta e intravede, una volta nel futuro un’altra nel presente, la figura della vera Lola, una volta nel letto un’altra in carrozzella.

Insomma, un lavoro che non lascia indifferenti, anche per la lezione di combattività e di vita che offre. E ci auguriamo che non lasci indifferenti nemmeno i potenziali produttori di un eventuale lungometraggio che racconti nella sua pienezza questa storia umanissima, integrandoli dei tanti risvolti che non era possibile inserire nel corto e che la rendono unica e che hanno già fatto entrare Lolita nel cuore di tutti coloro che l’hanno conosciuta e le vogliono un bene dell’anima, per il suo essere persona e non per il suo essere disabile.


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