Nella mattinata dedicata a “Lolita D’Arienzo, una libellula che ha ripreso le ali”, è stato presentato agli studenti il Cortometraggio “Lolita, in punta d’ali”: la vittoria della Vita sul Dolore

CAVA DE’ TIRRENI (SA).  Duecento studenti, un cortometraggio poetico e stimolante, un regista maestro di cinema, una vicenda umana ad alto tasso di emozione e coinvolgimento, una mattinata diversa, una feconda lezione di vita.

Venerdì 10 febbraio 2017, presso l’Aula Consiliare di Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, promossa dal Comune e dall’Associazione Amici di Lola, è stata presentata la manifestazione Lolita D’Arienzo, storia di una libellula che ha ripreso le ali, con la prima proiezione cavese del cortometraggio Lolita, in punta d’ali, basato sulla vicenda di Lolita e diretto da Luca Guardabascio, regista e documentarista RAI.

Apollonia (Lolita) D’Arienzo, l’ex ballerina e maestra di danza, originaria di Vietri e residente a Cava de’ Tirreni, da diciotto anni vive immobilizzata dalla SLA e può comunicare solo con battiti di ciglia e con la luce sempre vivissima dei suoi occhi, espressione di una mente e di un cuore palpitanti, attivi, propositivi.

Nonostante la disabilità fisica, negli ultimi anni, da quando ha deciso di convivere attivamente con la malattia e di aprirsi al mondo, Lola ha fatto della sua casa un allegro porto di amicizia, ha partecipato a tante iniziative ed ha scritto tante poesie e ben quattro libri. All’ultimo di questi, In punta d’ali, è ispirato, sia pure alla lontana, il cortometraggio, che è stato presentato nel corso della manifestazione, il cui obiettivo primario era quello di far conoscere ai giovani una storia eccezionale di dolore e di capacità di reazione, che può valere per ognuno come una fondamentale lezione valida per tutta la vita.

Sono intervenuti Nunzio Senatore, Vicesindaco di Cava de’ Tirreni, Autilia Avagliano, Assessore alle Politiche Sociali, Lorena Iuliano, Presidente del Consiglio, Paola Landi, consigliera comunale, Luca Guardabascio, regista del cortometraggio, Carla Russo e Kevin Capece (rispettivamente Lola e il marito nella fiction), Maria Rosaria D’Arienzo, vicepresidente dell’Associazione “Amici di Lola” e sorella di Lola, Vittorio Tenneriello, figlio di Lola, Luigi Ferrone, ballerino del Teatro del San Carlo, Emilia Persiano, ex Dirigente del Liceo Scientifico “A.Genoino”, l’ex deputata regionale Anna Petrone e, con una nota scritta affidata a Vittorio, il neurologo Fernando Diasco, l’illustratrice della locandina, Eleonora Corrado. Via video, ha inviato il suo messaggio Enzo De Caro, noto attore TV, che ricopre nel corto la parte del dottore. Il tastierista Ernesto Tortorella e il soprano Margherita De Angelis (cantante del Teatro San Carlo) hanno “ciliegiato” la mattinata con brillanti pezzi musicali, insieme con Carla Russo, che ha letto significativi testi dagli scritti di Lolita. La conduzione è stata affidata allo scrivente.

L’atmosfera dell’incontro è stata molto coinvolgente: si è formato idealmente un gruppo a cerchio, nonostante la sala fosse rettangolare. Merito della convergenza “a squadra” di tutti gli intervenuti e della sensibilità di allievi e docenti, che hanno seguito con concentrato silenzio ed attenzione per tutti i novanta minuti.

E merito anche di alcuni momenti che sono rimasti profondamente impressi nella memoria.

La sigla iniziale, con la canzone “La donna cannone” (l’amore tra due “fenomeni da baraccone” che voglio affermare il diritto di sentirsi persone), armonicamente donata dalla soprano con una grintosa ed applaudita full immersion in mezzo al pubblico…

L’emozionata partecipazione delle figure istituzionali, che in quest’iniziativa comune in Comune hanno mostrato ai ragazzi il gusto possibile della “politica dal volto umano”…

La visione del cortometraggio… diciotto minuti di poesia e di riflessione, con al centro l’incontro di Lola con la malattia, impersonata da una danzatrice (Carmela Bucciarelli), che implacabilmente si impossessa di lei e la stronca fino al momento in cui lei decide “di farsela amica”, cioè, non potendo disfarsene, di imparare a convivere con lei. E potrà finalmente e consapevolmente sciogliersi i capelli della femminilità e riprendere la dignità del suo ruolo di donna, di madre, di persona. Un cortometraggio infiorato da una musica incalzante e pertinente, da un suggestivo alternarsi di dialoghi, danze, voci fuori campo, flashback, flash forward, ben organizzati da una regia dinamica, che ha saputo gestire con maestria le onde del montaggio e la persuasiva recitazione, verbale e gestuale, degli attori.

Le testimonianze, a squadra, del regista e degli attori del corto, che recitando hanno vissuto e rivissuto una storia la cui risonanza umana ed affettiva arriva fin nel più profondo del cuore…

L’emozionato messaggio visivo di Enzo De Caro, che ha sempre e ripetutamente esaltato la capacità di Lola di vincere la battaglia per far prevalere la dignità della persona sulle ombre soffocanti della malattia.

Le testimonianze, sempre a squadra, dei familiari e degli “Amici di Lola”… La vita di Lola è parte profonda della loro vita. In particolare, ha colpito la richiesta della sorella Maria Rosaria di partecipare con Lola ad incontri di formazione per un “volontariato professionale”. Ed ha emozionato la presenza del figlio Vittorio, che ha fatto capire tutti gli “spifferi” del suo travaglio familiare, della riconquista reciproca tra lui e la madre con tutti i sospiri di sollievo e di affetto annessi, ed anche, e diremmo quasi soprattutto, la possibilità di avere un dialogo normale tra madre e figlia, comprese coccole e discussioni, senza lasciarsi condizionare più di tanto dall’immobilità fisica.

E la consegna finale della targa degli “Amici di Lola” ad un Luca Guardabascio sorpreso ed emozionato, oltre che addolcito dalle parole di zucchero: A Luca, che ha addolcito la voce del dolore con la poesia della vita, che ci ha donato la maestria del suo occhio e il sorriso della sua amicizia, con sincera gratitudine e caloroso affetto… in punta d’ali.

Alla fine, tutti a casa, più caldi e più ricchi. I ragazzi hanno scoperto un nuovo mondo e nuove possibilità di vivere la vita ed affrontare le difficoltà Hanno capito, speriamo, che “anche il movimento del dito mignolo non è un diritto, ma un privilegio” e forse avranno un occhio in più per capire la magia che ci circonda.

Forse, ancora una volta la scuola è riuscita in quella che dovrebbe essere la sua funzione magica di sempre: trasformare uno specchio in una finestra. E dietro quella finestra c’è comunque la Vita, quella che comunque ci aspetta e che, per dirla con la Mannoia, dobbiamo imparare a tenerci stretta. E che sia benedetta …


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