Antonio Armenante ha vinto il Concorso “Antonio De Curtis-Totò” con il libro verità “Anche Dio lavora”

toto-anche-dio-lavora-armenante-cava-de-tirreni-maggio-2017-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Una bella e meritata soddisfazione per il cavese Antonio Armenante, che il 26 maggio, presso la Sala del Capitolo del complesso di San Domenico Maggiore a Napoli, ha ricevuto per il suo libro “Anche Dio lavora” (Area Blu Edizioni) il premio della Sezione Narrativa per Libri Verità nell’ambito del Concorso “Antonio De Curtis – Totò”, organizzato dall’Associazione “Amici di Totò… a prescindere” in occasione delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della morte del grande attore. Ciliegine sulla torta: gli è stato assegnato anche il Premio speciale relativo alla promozione della Bontà e della Solidarietà ed ha ascoltato un’emozionante ed emozionata lettura di uno dei capitoli più belli, quello cn la storia di Tar, il pacifista in fuga dalla fratricida guerra nei Balcani.

Il Concorso si articola in due momenti uniti e diversi. Una prima premiazione è stata già effettuata il 2 maggio presso l’Aula Nuova dei Gruppi Parlamentari a Roma, la seconda e conclusiva è invece avvenuta a Napoli, sempre guidata dal dinamico Presidente e Fondatore dell’Associazione, Alberto De Marco, che attualmente possiamo considerare tra i più preparati “totologi in circolazione”, e non solo perché ha scritto un libro ampio e documentato sul grande Principe (ripresentato nel corso della serata), ma anche perché da anni si propone ed interviene con la sua appassionata competenza sulle questioni relative al grande comico. Appassionata competenza ed umanità che egli del resto non manca di spendere anche nei suoi interventi sul sociale, a difesa dei più deboli ed a sostegno dei valori di solidarietà.

Il libro di Antonio Armenante, Anche Dio lavora… e noi non gli mettiamo i contributi”, è un concentrato di Vangelo vivo ed applicato, con quella successione di esseri umani senza fissa dimora che lo popola. Tutti sono realmente esistiti o esistenti, sono stati incontrati e conosciuti da Antonio nella sua opera di volontario di strada. Negli episodi del libro fuoriescono dallo stereotipo comune di “pietre di scarto senza volto”, assumend il loro volto e diventando persone, prima che personaggi. Armenante infatti si preoccupa di stabilire con loro un rapporto di prossimità, di evidenziarne la spiritualità e soprattutto la pienezza dell’umanità che in loro rimane viva, nonostante le terribili peripezie che hanno portato ognuno di loro a “vivere in strada” e a “vivere la strada”.

Insomma, un libro che stimola alla solidarietà… e alla voglia di mettere il nostro personale contributo alla naturale fratellanza ispirata dal nostro essere, tutti indistintamente, “sillabe del creato”, grazie al “lavoro” di Dio o di quell’energia primaria che chiamiamo ognuno in un modo e che, in un modo o nell’altro, si trasforma in rombante “benzina di vita”…


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