L’Ente Monte Castello fa chiarezza sul mancato sparo dei fuochi pirotecnici dal Colle di Sant’Adjutore
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Partecipata conferenza stampa stamattina, lunedì 26 Giugno 2017, a Palazzo di Città, dell’Ente Monte Castello sulla appena conclusa 361ª edizione dei Festeggiamenti in Onore del Santissimo Sacramento.
A tracciare il bilancio è stato il presidente dell’Ente, Mario Sparano, al suo fianco il Sindaco Vincenzo Servalli che ha rinnovato il pieno appoggio ed anzi ha offerto nuovo sostegno al Comitato per la prossima edizione della più importante ricorrenza religiosa della Città: la Festa della Santa Patrona Maria Incoronata dell’Olmo.
Alla conferenza stampa, nata dalla necessità di chiarire le motivazioni circa l’esiguità dei fuochi pirotecnici sparati sul colle di Sant’Adjutore sabato scorso, nonché per dare fine ai soliti chiacchiericci di piazza, hanno partecipato tutti i cronisti della carta stampata, on-line e radio-televisive, oltre ad Assessori e Consiglieri comunali ed un vasto stuolo di cavesi.
Il Sindaco ha rappresentato che un cavese, in forma anonima, ha determinato l’attivazione di un’azione di polizia giudiziaria, da stabilirsi poi se suffragata da fatti costituenti reato o illecito amministrativo.
Tale azione ha comportato, da parte dell’Arma di Carabinieri, il sequestro dei fuochi che erano conservati “a bordo” del furgoncino adibito al trasporto degli stessi.
Il Presidente Sparano ha esibito tutta la documentazione che comprovava il lecito sparo dei 50 Kg. di fuochi, così come autorizzati dal locale Commissariato di P.S. ed esplosi sabato 24 scorso, pagati anticipatamente con suo assegno personale di 7,500 €., ma ha anche mostrato il verbale di sequestro di kg. 51,600 di fuochi, per i quali l’Ente Montecastello era in attesa di ricevere la prescritta autorizzazione da parte del locale Commissariato, e che gli investigatori hanno rinvenuto a bordo del camioncino del fuochista professionista e non a terra pronti all’uso, né armati nei mortai per l’utilizzo pirotecnico.
In effetti l’Ente era stato autorizzato all’utilizzo, come per legge, a 100 kg. di fuochi pirotecnici, divisi in parti eguali tra i due fuochisti assunti per i festeggiamenti dal Monte di Sant’Adiutore.
Venendo meno uno dei fuochisti si era chiesto, sempre in via ufficiale, che i 50 kg. assegnati alla ditta rinunciataria fossero utilizzati dal fuochista superstite, quindi per un totale di 100 kg., per cui si attendeva l’autorizzazione per poterne fare l’utilizzo per cui erano stati confezionati.
Il Sindaco della città presente, al momento del sequestro, sul luogo adibito allo sparo, era in contatto costante, telefonico, con la Prefettura in attesa di ricevere il via libera all’utilizzo dei 50 kg. stivati nel furgone di trasporto, ovviamente parcheggiato nel piazzale autorizzato allo sparo.
Il sequestro operato ai sensi dell’art. 354 del Codice di Proceduta Penale, detto in gergo “sequestro conservativo”, mira a che le tracce e le cose pertinenti il reato siano conservate e che lo stato dei luoghi e delle cose non venga mutato prima dell’intervento del Pubblico Ministero, ma a tal punto una prima domanda è d’obbligo: “La detenzione di Kg. 51,600 di fuochi, su un camioncino di un fuochista professionista, costituisce reato o illecito amministrativo?
Ma la domanda è anche un’altra: “Potevano le Forze dell’Ordine sequestrare i fuochi pirotecnici stivati in un furgoncino, quindi non sul suolo pubblico, e non armati per lo sparo?”
Gli investigatori si sono attivati in seguito ad una segnalazione anonima, allora ci poniamo la seconda domanda: “L’art. 333, terzo comma, del vigente Codice di Procedura Penale sancisce espressamente che: “Delle denunce anonime non può essere fatto alcun uso, salvo quanto disposto dall’art. 240 del C.P.P.,”
Ma vediamo cosa sancisce questo articolo: “I documenti che contengono dichiarazioni anonime non possono essere acquisiti né in alcun caso utilizzati, salvo che costituiscano corpo del reato”
Intanto la serenità del Presidente dell’Ente e quella del Sindaco della città hanno fatto sì che la conferenza fosse aperta ad una discussione continua tra loro e la stampa presente.
“Bisogna recuperare il senso ed il sentimento religioso dei cavesi verso il Santissimo Sacramento – afferma il presidente Sparano – Facciamo nostra l’esortazione dell’Arcivescovo Soricelli di aver ben chiaro il miracolo eucaristico all’origine dei festeggiamenti e di perpetuarne la memoria nel cuore di ognuno di noi. Ma per fare questo c’è bisogno che tutti faccia la propria parte, il Comitato e l’Amministrazione la fanno, gli altri si devono impegnare di più. Purtroppo ci si riempie la bocca del Santissimo Sacramento ma all’atto pratico troppi non muovono un dito”.
Il presidente Sparano ha sottolineato anche che è venuto meno l’impegno nella tradizionale questua per il sostegno economico delle tante iniziative del programma di eventi e per i fuochi pirotecnici ed anche la partecipazione collettiva ai riti religiosi come la Processione al Monte, ma non solo.
“Quest’anno – ha aggiunto Sparano – il Comitato e quindi la Città ha subìto un vero e proprio atto di sabotaggio da parte di chi, per ripicca e cattiveria, ha cercato di boicottare i fuochi pirotecnici, riuscendoci in parte. Si sono dette un sacco di sciocchezze sui pagamenti che invece sono tutti regolari, anzi, quest’anno il Comitato ha pagato in anticipo i fuochi. Addirittura, anonimi hanno segnalato ai Carabinieri un presunto illecito, paventando un quantitativo di fuochi superiore al consentito. La verità è che il secondo fuochista, tre giorni prima, diciamo inspiegabilmente, si è tirato indietro e il quantitativo sequestrato dai Carabinieri era quello a lui destinato per il quale era stata richiesta una integrazione per autorizzarne l’impiego da parte dell’unico fuochista rimasto. Ciò non è stato possibile e alla fine è stato sparato quanto era stato concesso”.
Dalla conferenza è emerso anche che non pochi fuochisti, molti non cavesi, ad esito della richiesta dell’Ente Montecastello, si sono rifiutati di venire a Cava de’ Tirreni per lo sparo a chiusura dei Festeggiamenti in Onore del Santissimo Sacramento, ma è emerso anche che sul Colle di Sant’Adjutore, prima di sabato 24 scorso, si sono verificati incendi di sterpaglie e la rottura delle condotte d’acqua, utili allo spegnimento degli incendi, vogliamo farli passare come due casualità?
“Quest’anno – afferma il Sindaco Vincenzo Servalli – sono successi episodi sui quali vogliamo fare piena luce. Chiederò anche all’Arcivescovo Soricelli di esaminare quanto accaduto e per riportare in tutti gli ambiti, soprattutto quello religioso, un clima di serenità e concordia ed eliminare quelle derive che alimentano cattiverie, intrighi, risentimenti da parte di chi ha completamente smarrito il senso del proprio ruolo ed ancor più grave fomenta odio. Ribadisco quello che ho sostenuto da sempre, i festeggiamenti per il SS. Sacramento e per la nostra Patrona, che sono l’espressione del sentimento religioso secolare dei cavesi ed è nostro compito sostenerli e difenderli.
Alla fine dei lavori si è avuta la chiara percezione del mandante del sabotaggio perpetrato non al Sindaco ma all’intera città, e anche il nome, detto tra i denti, dell’esecutore materiale della “falsa” denuncia.
Cavesi ospiti di una città che non amano.
Stiamo assistendo alla costituzione di un nuovo clan camorristico?
(Livio Trapanese, Redazione Vivimedia.eu)
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