A cinquant’anni dalla morte, l’innovativo prete di Barbiana ricordato in uno spettacolo di Angelo Maiello nella chiesa di San Lorenzo

san-lorenzo-chiesa-cava-de-tirreni-ottobre-2017-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). In occasione del cinquantenario dalla morte di don Lorenzo Milani, l’ attore Angelo Maiello venerdì 29 settembre ha presentato un suo pezzo forte teatrale dal titolo A don Milani , presso la Chiesa Parrocchiale di S. Lorenzo Martire di Cava de’ Tirreni.

È stata una riproposizione per la nostra Città, dal momento che lo aveva già presentato sedici anni fa presso la Parrocchia di S. Maria del Rovo, e nel 2000 a Barbiana stessa, dinanzi ad alcuni “studenti”, ormai “cresciuti”, allievi di don Milani.

Angelo Maiello è laureato in Filosofia, è insegnante di religione e appassionato di teatro.

 

Sempre attuale il messaggio del prete di Barbiana, perché sempre il mondo è regolato dalle ingiustizie sociali, dall’ ipocrisia e dal silenzio imperante “di chi sa ma non denunzia”, di chi conosce, ma “ignora”.

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Don Lorenzo Milani, sacerdote all’avanguardia, molto contestato ai suoi tempi dalle autorità ecclesiastiche, fu celebre soprattutto per la fondazione della famosa scuola di Barbiana, in Toscana, basata su didattiche innovative e legate al recupero dei più deboli, e per le sue polemiche contro le logiche antievangeliche dei cappellani militari.

 

Mai egli rinnegò la verità, ma al contrario portò la sua lampada sempre alta perché facesse luce tra le tenebre, al solo scopo di contribuire, anche col suo piccolo umile tassello, al miglioramento di una società marcia e ingiusta, ove il quattrino è al centro del mondo, e i poveri non sono che il gradino attraverso il quale consentire ai ricchi i più smisurati e ingiusti guadagni.

Attraverso la riproposizione di storie di ragazzi sfortunati seguiti da don Lorenzo, l’attore si fa interprete dell’aperta denunzia del parroco di Barbiana dei comportamenti disumani e senza scrupoli di una classe imprenditoriale avida e corrotta, per la quale esiste solo il guadagno, a spese delle categorie più bisognose e disagiate.

Il monologo di Maiello, interrotto qui e là da brani musicali che fanno da sfondo al suo parlato, della durata di sessanta minuti, non ha stancato l’uditorio, poiché l’ attore ha riempito sapientemente la scena con una mimica profondamente eloquente.

Al centro, una valigia, la valigia di don Milani, sempre pronta a spostarsi da un posto all’ altro, sollevata e non trascinata, croce e compagna di viaggio, portata in spalla con amore e consapevolezza, quasi ostentata, ad evidenziare la parola forte di un prete che non smorza il tono del discorso, nonostante i ripetuti tentativi di farlo zittire.

ll testo proposto da Angelo Maiello riporta sulla scena tutte frasi realmente presenti negli scritti di don Lorenzo, senza nulla togliere o aggiungere ai testi originari. Il blocco portante dello spettacolo sono i brani tratti da alcune famose raccolte, tra cui L’obbedienza non è più una virtù, Lettera ad una professoressa, Lettere alla mamma.

Sempre proficuo ripescarli da qualche scaffale impolverato e rileggerli con occhio attento e maturo.

A conclusione dello spettacolo, Angelo Maiello ha ribadito che attraverso il teatro egli si rivolge agli alunni delle scuole medie inferiori e superiori, e anche delle elementari, con l’obiettivo di avvicinare il mondo giovanile alla figura ed al messaggio del parroco di Barbiana.
Il teatro di Maiello, col suo fascino a “ presa diretta”, resta sicuramente un momento valido di riflessione e di verifica per chi ha voglia di interrogarsi, al fine di crescere e migliorarsi. (Filonema Ugliano)


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