L’Arte del Pizzaiolo è patrimonio immateriale UNESCO
«Una splendida notizia che di per sé già mette il buon umore e che non può che fare bene a Napoli ed alla Campania – commenta Isabella Adinolfi, europarlamentare del Movimento 5 Stelle – Sapere che la pizza è patrimonio dell’umanità è avere la conferma dell’unicità della tradizione partenopea. Un riconoscimento mondiale che salda una volta e per sempre i gesti, le canzoni, le espressioni visuali tipiche del Pizzaiolo alla Città di Napoli».
Dopo tante presentazioni, due milioni di firme, incontri ed altrettante pizze, dall’Isola di Jeju, in Corea del Sud, è arrivata la notizia: l’arte del Piazzaiolo è patrimonio immateriale dell’umanità. La decisione è stata presa grazie al voto unanime del Comitato di governo dell’Unesco.
«Un riconoscimento dovuto e a lungo atteso che non può che fare bene a Napoli ed alla Campania – spiega il membro della Commissione cultura e istruzione del Parlamento europeo – L’UNESCO ha riconosciuto il pizzaiolo quale artista che, seguendo un vero e proprio rito sociale, crea un prodotto unico al mondo. Azioni ed espressioni tipiche e genuine che con il tempo si sono profondamente radicate nella vita quotidiana partenopea».
Pizza è tradizione, ma anche economia. Basti pensare ai tanti pizzaioli che dalla Campania sono andati in giro per il mondo aprendo altrettante pizzerie. Al loro interno Napoli, la sua tradizione, i suoi vicoli, i monumenti e l’immancabile Golfo di Napoli con il Vesuvio. Il pizzaiolo di Napoli è diventato ambasciatore delle unicità folkloristiche e culinarie della Campania. Intorno alla pizza ruotano prodotti altrettanto tipici. Un indotto che va dal pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-nocerino, il pomodorino del Piennolo del Vesuvio, la Mozzarella di Bufala Campana DOP. Il tutto accompagnato dai vari Olii extravergine DOP regionali.
«La pizza è l’intreccio di tradizione, passione e tipicità culinarie – conclude Adinolfi – Il riconoscimento dell’Arte del Pizzaiolo è un attestato per chi, riscoprendo ogni angolo buono ed unico della propria città lo porta all’attenzione del mondo».
Le motivazioni UNESCO. “Il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale. I pizzaioli e i loro ospiti si impegnano in un rito sociale, il cui bancone e il forno fungono da “palcoscenico” durante il processo di produzione della pizza. Ciò si verifica in un’atmosfera conviviale che comporta scambi costanti con gli ospiti. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si è profondamente radicata nella vita quotidiana della comunità. Per molti giovani praticanti, diventare Pizzaiolo rappresenta anche un modo per evitare la marginalità sociale”.
Commenti non possibili