CAVA DE’ TIRRENI (SA). Una serata al caminetto della Solidarietà e della Cultura. Al Marte, per una missione in Congo e per il nuovo libro di Padre Celli
Doveva essere una serata di solidarietà. E così è stato. Tanto calore e concreto sostegno, alla Mediateca Marte il 4 giugno scorso, intorno a Padre Giuseppe Caso, il frate cappuccino da oltre trent’anni missionario in Congo e specializzato con la sua comunità soprattutto nell’alfabetizzazione e nella lotta all’AIDS, esercitata con iniziative di prevenzione e di assistenza in un raggio di circa ottantamila chilometri.
Doveva essere una serata di cultura teologica. E così è stato. Tanto interesse intorno a “per Eccessivo Amore”, le tre lezioni divine su lettere di san Paolo (la seconda ai Corinzi e l’ Epistola agli Efesini) e sul biblico Salmo 33, che costituiscono l’ultima opera di Padre Giuseppe Celli, frate cappuccino di altissimo livello intellettuale e di grande fuoco interiore, che nel corso della sua missione, tra l’Italia e l’Africa (con un lunghissimo periodo trascorso proprio nel Convento San Felice di Cava) ha saputo coniugare “il grembiule” del cristiano militante con lo slancio verticale del mistico fervente.
Doveva essere una serata d’Amore. E così è stato. Amore della solidarietà attiva nell’esperienza di Padre Caso e nel sostegno fraterno che la collettività di Cava da anni offre al suo impegno fraterno per i fratelli d’Africa e per la massima protezione possibile di bambini innocenti aggrediti costantemente dai rischi di malattie, povertà ed ignoranza. Amore universale nell’elastico Dio-umanità figlia-Dio, filo conduttore del libro di Padre Celli, che parte nel titolo da un’espressione francescana e, attraverso la voce di San Paolo, che in vita è stato prima persecutore e poi convertito e quindi consolato direttamente dall’incontro col Divino e diventato alla fine consolatore degli uomini attraverso l’annunzio della Buona Novella. Amore genitoriale di Dio, che offre la sicurezza di un Padre e la tenera protettività di una Madre. Amore che fa dire a Padre Celli, certo dell’amore divino, “Sono amato, dunque esisto”.
Nel cuore dei numerosi presenti è rimasta anche la memoria di una bella serata insieme, al caminetto della meditazione spirituale collettiva e di una riflessione comune su tematiche come l’uguaglianza degli uomini come figli dello stesso genitore, la potenzialità salvifica del sacrificio e quella redentrice del dolore, l’importanza della mano tesa all’altro, la fondamentale necessità dell’ascolto per poter sentire la presenza dell’altro e la voce dell’oltre, la forza della coscienza e la coscienza della forza che nascono dal fertile campo del silenzio interiore, che chiede solo di essere ascoltato e scoperto.
Un’ora e mezza trascorsa intensamente tra interventi di alto livello, letture coinvolgenti e stimolanti, conversazioni danzanti tra la mente ed il cuore.
Attori di questa serata, che personalmente ho avuto il piacere e l’onore di gestire, oltre a Padre Celli e Padre Caso sono stati: Rita Cardone e Antonio Armenante, organizzatori a nome rispettivamente dell’Associazione Pietre vive (e che pietre e che vivezza in questa prima apparizione!) e del Punto Pace Pax Christi Cava, molto contemplattivo in questo frangente; Lucia Criscuolo, che ha tessuto il filo di un discorso molto incisivo sulla ricerca del sé e della forza d’animo…e di un barile di pazienza di fronte alle ineluttabili avversità della vita; l’Assessore alla Cultura Teresa Sorrentino (presente anche come Teresa e basta), che ha creato un arco elettrico volando tra citazioni ad hoc, riflessioni sulle ingiustizie del mondo globalizzato, meditazioni sulla necessità di Dio, finestre sulla fragilità e sulla crescita dell’uomo di fronte alla sofferenza, con incursioni svanganti nel ricordo di dolorose esperienza personali ai confini dell’oltre; Rosanna Rotolo, che ha reso con efficacia espressiva dei passi molto significativi del libro di Padre Celli (l’apoteosi egualitaria dell’Amore Divino, lo spicchio di cielo salvifico per un’internata di Auschwitz, un affettuoso rimprovero epistolare di Dio). Aggiungiamo anche un fugace, ma intenso e partecipativo intervento del Sindaco Galdi, mescoliamo il tutto ed avremo il ritratto di un incontro che ha seminato calore e frammenti di amore.
Certo, occorrerebbe essere credenti e ferventi per esaltarsi con convinzione di fronte ad un Amore che presuppone comunque l’esistenza di Dio, ma gli spunti della serata sono stati tanti da donare forti emozioni anche a chi è scettico sulle verità della Fede: l’azione solidale di Padre Caso, lo slancio interiore di Padre Celli, la fruizione dell’elastico tra finito e infinito che è patrimonio di ogni intelligenza umana, la forza creativa della Parola e del Silenzio non potevano non essere trascinanti per chiunque.
In fondo, erano in ballo la sacralità dell’essere e della vita stessa. Valori fatalmente e facilmente comuni. Che hanno volato alto, insieme con le parole degli intervenuti. Anche per questo è stata una bella “serata caminetto”.
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