Premiazione del Concorso chiusura alla grande, con tante “aperture”, per la kermesse Disarmiamo l’ignoranza – AnimArte

SALERNO. A Palazzo Fruscione, storico palazzo collocato nel cuore della Salerno antica, sii è chiusa il 15 aprile scorso la manifestazione AnimArte – Disarmiamo l’ignoranza, kermesse artistica, fotografica e letteraria organizzata dal Maric (Movimento Artistico per il Recupero delle Identità Culturali, fondato e presieduto dal maestro Vincenzo Vavuso).

Al centro della serata finale, la premiazione del I Concorso nazionale “Disarmiamo l’ignoranza”, con opere incentrate su un tema spesso implicito, troppo spesso trascurato, eppure fondamentale: “La Cultura e i suoi valori”. Ed ha avuto valore la proposta, sia per il numero e la qualità delle opere (circa cento), sia per gli stimoli offerti dai vincitori della Sezione Letteraria: il poeta siriano Amarji, autore di un’emozionante lirica inviata “dalla Siria con dolore”, ed il giovanissimo talento Raffaele D’Elia, liceale di Cava de’ Tirreni, che ha elaborato un fulminante monologo in prosa sul tema del dialogo. Nella Sezione Fotografia, affermazione di Gaetano De Rosa, artista salernitano dello scatto. Sul podio, anche Teresa D’Amico, Alessandro Bruno, Antonio Barracato, Alfonso Tramontano Guerritore (Poesia), Carmine Montella, Giuseppe Zarrella, Salvatore La Moglie, Giulia Reale, la Classe III dell’IC “Lettieri” di Rofrano, guidata dalla prof. Luigia Sica (Prosa), Teresa Carrella, Loredana Mollo, Daniela Saglioli, Roberta Manzin, Rossella Sicilia (Fotografia). Dopo la premiazione, un avvolgente concerto rock con due campioni della PM Records, prima il ventitreenne Pyer e poi la band di Antonya, una prodigiosa quindicenne già in grado di tenere con sicurezza la scena e di catturare tutti con la sua voce pastosa e matura due gradini oltre la sua età.

Anche l’apertura, il 6 aprile, era stata alla grande, con gli artisti giunti in loco vestiti di soli giornali, in cammino su uno strato di libri e giornali, a testimoniare la capacità della Cultura di essere un “vestito del cuore” e nello stesso tempo anche il colpevole calpestamento che la nostra società ne fa quotidianamente.

Tra il 6 e il 15 aprile, quasi centocinquanta opere in esposizione (dipinti, sculture, fotografie, poesie), circa quindici eventi di alto profilo spettacolare e culturale (come ad esempio il concerto del grande chitarrista cantante Espedito De Marino, la performance del gruppo di danze arabe, la produzione in diretta di una ceramica al suono del violoncello ad opera di Anna Maria Panariello, il work shop del fotografo Enzo Truppo, la presentazione del libro di Claudio Grattacaso “La notte che ci viene incontro”, le conferenze del prestigioso critico Rosario Pinto… e via dicendo). Nel cuore della manifestazione, il punto fermo del Maric, cioè la raccolta di fondi per la Costruzione di una Casa della Cultura nella ricostruenda Accumoli, devastata dal sisma dell’agosto 2016.

Insomma, una chiusura ricca di aperture: a talenti nuovi o consolidati, a valori di ampio respiro umano e sociale… e naturalmente all’Arte e alla Cultura, armi irrinunciabili per disarmare l’ignoranza. Come è nel DNA del Maric, un moto perpetuo già capace di costruire quaranta eventi in meno di due anni di vita.


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