Da rileggersi: Il disperso di Maurizio Cucchi (1976) ristampato da Guanda

Nel 1976 esce “Il disperso” (Lo Specchio, Mondadori) a firma di un giovane poeta milanese Maurizio Cucchi. Testo che immediatamente consacra l’allora trentenne poeta tra le voci più interessanti e importanti del secondo novecento. Cosi scrive Giovanni Raboni in quarta di copertina: “Fedele ai propri temi sino all’ossessione, Cucchi ci dà con Il disperso, oltre che uno dei più sicuri libri di poesia di questi anni, un vero romanzo milanese, un repertorio di “disegni” urbani e suburbani….” A distanza di più di quarant’anni, nella recente ristampa (Tascabili Guanda Poesia, 2018) il poeta Valerio Magrelli riafferma l’assunto Raboniano:“Lenticolare e concentrica, la forza del Disperso rimane a tutt’oggi esemplare, nella sua intatta capacità di tradurre la fibrillazione psichica in parola poetica”. Oltre che “un vero romanzo milanese”, “Il disperso” appare come una recitazione in versi per una rappresentazione teatrale in cui il poeta è simultaneamente attore, regista e spettatore. Il lettore è catapultato, assieme allo stesso autore, su un palcoscenico che è sì la Milano di un tempo, ma la forza della traslitterazione poetica opera il miracolo: la vecchia Milano è lì, ancora viva, la si sente come cosa che appartiene a tutti per un’attualità atemporale. Cristallizzare il dato reale (e con esso i personaggi coinvolti) e nello stesso tempo regalargli il respiro dell’eternità. “Monte Sinai” è testo esemplificativo della vis poetica di Cucchi: attraverso una cifra stilistica volontariamente lontana da atmosfere liriche codificate, il poeta delinea un “idillio amoroso” tra due giovanissimi con un lessico “comune”, privo di letterarietà, ma con la forza del vero e dell’immediato regalando al lettore, come detto, la sensazione di essere lì accanto ai due innamorati. Al richiamo del prete (“ cosa fate/voi due alla vostra età,/lì seduti nel prato. E poi è proprietà privata”) nell’ingenuo e timido stupore (C’era davvero da sprofondarsi? O piuttosto da ridere e incavolarsi?) traspare il dubbio misto a ribellione, nel chiedersi delle norme del buon vivere (borghese) per un innocente rendez vous su un prato cittadino (“ma guarda tu,/che razza di imbecille. Si stava lì tranquilli. Chi faceva/ niente di male?...). Nel Disperso, oggi riproposto da Guanda con piccole variazioni rispetto alla prima edizione, la Milano di un tempo remoto si ritrova come un incantesimo ancora tutto da scoprirsi e viversi. 

Monte Sinai

Non dico di no, un pochino, magari,
ci avevo anche pensato (ma, in fondo,
ero talmente poco sveglio…). Ma, poi, alla vista lassù in cima
di quel prete nero, mani sui fianchi, sguardo fiero (“ cosa fate
voi due alla vostra età,
lì seduti nel prato. E poi è proprietà privata”).
C’era davvero da sprofondarsi? O piuttosto
da ridere e incavolarsi? Resta il fatto che borbottando
ci siamo messi in tasca io e lei i nostri fazzoletti
e siamo scesi giù. E ancora non sapendo dove andare (“ ma guarda tu,
che razza di imbecille. Si stava lì tranquilli. Chi faceva
niente di male?…”)

(da Il disperso, Mondadori , 1976)copertina-libro-cucchi-poesia-del-novecento-vivimedia

A questo libro – alla sua prima edizione – è legato un aneddoto deplorevole: nel 2011 ne trovai una copia tra un cumulo di cartacce destinate alla discarica proveniente da una Biblioteca Comunale di un paese bergamasco con adesivo e timbri resi quasi illeggibili. In seguito Maurizio Cucchi ,simpaticamente, sottolineò “questo mio salvataggio”. C’è da chiedersi come sia possibile che ci siano Biblioteche Civiche che periodicamente scartino libri anche d’indubbio valore. E’ di pochi giorni la notizia che a Cerveteri, il giovane sceneggiatore Igor Artibani tra un mucchio di libri che giacevano buttati (da un anonimo “lettore?”) accanto ad un cassonetto per la raccolta degli abiti usati, ha ritrovato una preziosa prima edizione de Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, classico tra i più importanti della nostra letteratura.

Le foto: Copertina della prima edizione ritrovata e “ringraziamento “ per il salvataggio.

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Maurizio Cucchi (poeta, critico letterario, traduttore), voce tra le più autorevoli del panorama letterario italiano. Oltre a Il disperso (1976) citiamo: Le meraviglie dell’acqua (1980); Glenn (1982) Premio Viareggio; Poesia della fonte (1993)  Premio Montale; L’ultimo viaggio di Glenn (1999);  Per un secondo o un secolo (2003); Malaspina (2013) Premio Bagutta. Tra i romanzi: Il male è nelle cose 2005; La traversata di Milano 2007; L’indifferenza dell’assassino (2012). Curatela de Dizionario della poesia italiana (1983) e 1990) e, con Stefano Giovanardi, l‘antologia Poeti italiani del secondo Novecento ( I MeridianiMondadori, ( 1998).


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