CAVA DE’ TIRRENI (SA). Riaperta al pubblico la Biblioteca di San Francesco, l’amica ritrovata

Un ampio stanzone che si estende in lunghezza, quasi quanto la navata della Chiesa, sul cui interno si affaccia dall’alto in una suggestiva visuale attraverso ampi finestroni ad arco. Si respira l’aria della Storia e della Cultura, qui dentro, nella Biblioteca del Convento di San Francesco, da poco rimessa in sesto dai frati, guidati con evangelico dinamismo dal Padre Guardiano Frate Pietro Isacco.

Deus ex machina del restauro è stato Frate Mimmo Marcigliano, che a buon diritto ora può aggirarsi soddisfatto nella Sala finalmente ripulita, tra cinquecentine, antiche carte geografiche, secolari corali. Lo ha accompagnato e lo accompagna nella sua azione la prof. Grazia Talone, che ha dato una mano ferma nell’opera di ricostruzione e che lo aiuterà nella gestione delle fasi di apertura al pubblico e nelle visite guidate, che faranno spesso pendant con il Presepe, la Sacrestia e le altre spettacolari visuali del Complesso.

La Biblioteca è decollata ben cinque secoli fa, quando, dopo la separazione dai Frati Conventuali voluta da Papa Leone X nel 1517, l’Ordine Francescano dei Minori prese un grande impulso anche dal punto di vista culturale. Si intensificarono gli studi e di conseguenza gli acquisti e la produzione di libri, favoriti del resto dall’invenzione della stampa a caratteri mobili. Fin dagli inizi, essendo sede di Studio Provinciale, è stata particolarmente ricca, essendo adibita non solo alle liturgia religiosa, ma alla cultura teologica, filosofica, storica e letteraria in generale: tra gli autori in essa depositati, dei campioni come Tommaso d’Aquino, Bonaventura da Bagnoregio, Giovanni Duns Scoto.

Ha conosciuto momenti di grande splendore, arrivando fino a quindicimila volumi, oggi solo in parte dispersi per gli eventi spesso traumatici degli ultimi secoli, dai terremoti alle requisizioni del neonato Regno d’Italia e alle contestuali leggi di soppressione. Dopo un primo tentativo di realizzazione di una sede appropriata, nel 1935, in locali sopra la Sacrestia, fu di nuovo crisi nera per gli effetti della guerra, fino alla riorganizzazione definitiva, cominciata nel 1970. Tra gli artefici, vanno ricordati Padre Serafino Buondonno, la cui opera fu interrotta dalle conseguenze del sisma dell’80, e, nella fase di ricostruzione della Chiesa, Fra Luigi Petrone, che trasportò la sede nei locali attuali, affacciati sull’interno della chiesa, lungo la navata destra. Negli ultimi tempi però era stata un po’ trascurata, sia nella custodia del materiale sia nella protezione dalla polvere dilagante dai libri, dalla chiesa, dal tempo che passa.

Dopo l’inserimento delle invetriate protettive e il nuovo restauro, la Biblioteca è tornata Biblioteca, aperta agli studi, alle visite e agli incontri. E sarà un nuovo tassello per il rilancio culturale e sociale della Chiesa più amata dai Cavesi.


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