Raffaella La Crociera, la piccola poetessa di Roma

Raffaella La Crociera, romana, scomparsa a soli 14 anni nel 1954 per un male incurabile. Una dolce bambina proprio come la piccola Anna Frank che la follia omicida nazista sottrasse alla vita. Di Raffaella non abbiamo un diario, ma alcune poesie, a tratti ingenue, ma terribilmente emozionanti oltre che dolorosamente vere.

Ammalata gravemente, poco prima di morire, sentì dell’alluvione che la notte del 25 ottobre -era il 1954- aveva colpito il salernitano e della raccolta fondi promossa dalla Rai per aiutare gli alluvionati. La piccola si commosse molto pensando alle tante vittime, specie ai bambini come lei. Di famiglia povera, non potendo donare altro, pensò di offrire una sua poesia: Er zinale ovvero Il grembiule. I dirigenti della RAI, commossi da questo gesto così semplice, ma al tempo stesso così nobile, non solo lessero in diretta questi suoi versi ma ebbero l’idea di mettere all’asta il suo manoscritto al fine di destinare il ricavato agli alluvionati. Vi fu una vera gara di solidarietà e alla fine la poesia fu battuta all’asta per la ragguardevole cifra di mezzo milione di lire, asta vinta da una contessa di nazionalità svizzera. La piccola poetessa si spense solo pochi giorni dopo, il 2 novembre. Alla sua morte seguirono riconoscimenti e premi e ben presto delle sue poesie furono pubblicate in alcune antologie scolastiche. Oggi due scuole elementari portano il suo nome come pure alcune strade di Roma.

E’ sepolta nel Cimitero Monumentale del Verano, il suo l’epitaffio recita:
Premio Bontà 1954 Raffaella La Crociera 23.11.1940 – 2.11.1954
Piccola poetessa di Roma

Ho pensato di non riportare Er zinale – potrà essere facilmente recuperata in internet- né poesie che trattano argomenti dolorosi e tristi come ad esempio Una malatina, un autoritratto terribile e dolcissimo al tempo stesso, ma due brevi poesie dove vien fuori il carattere scherzoso e divertito di una ragazzina di quell’età. In Il giornale prende in giro un amico saputello che “con boria” legge un giornale ma in modo alquanto improbabile: ”E’ vero, lui sta leggendo disinvolto/ma sta leggendo un giornale capovolto”. Un finale a sorpresa dall’ umorismo graffiante che ricorda il grande Trilussa. E La damina di zucchero. Si racconta di una storia d’amore dolcissima, tenera, fra una damina di zucchero e un soldato di cioccolato. Storia d’amore con un finale doloroso per la povera damina che intenerisce fortemente, quasi presagio per la piccola poetessa condannata a una fine assai prematura.

 

Il giornale

In una grande poltrona, sprofondato
legge Pierino con boria un giornale parlato.
Cupo, serio, fa gli occhi grandi ed esclama: oihbò!
Eppure in segreto vo dirvi una cosa che so.
E’ vero, lui sta leggendo disinvolto
ma sta leggendo un giornale capovolto.

Roma, 9 giugno 1954

 

La damina di zucchero

Tra le molte cose di zucchero, in una vetrina
appare una damina.
A lei, vicino c’è un cavaliere
nella sua divisa di cioccolato è assai fiero.
Buondì, madama, dice il soldato;
posso invitarla nel mio castello di cioccolata?
C’è pronta la carrozza di torrone
che aspetta giù al portone.
Ma ahimé, la povera damina,
con tutti quei complimenti, rossa diventò.
E nel suo rossore si squagliò.

Roma, 20 giugno 1954

 

Sono versi semplici, in rima baciata quasi sempre rispettata, ma denotano una sensibilità poetica sorprendente per una ragazza della sua età: sorridere e al tempo stesso irridere, così bonariamente, con un umorismo sottile cui non rinuncia neppure in quei dolorosi ultimi mesi della sua brevissima vita. Sarebbe auspicabile che queste sue poesie, lontano da giudizi critici, venissero riscoperte a testimonianza di una vita, fulgido esempio d’amore fraterno e di totale abnegazione.


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