CAVA DE’ TIRRENI (SA). Il Sottovia veicolare dedicato a Guerino Amato, l’imprenditore che fece grande la Cavese
Alla presenza dei familiari e delle più alte autorità cittadine (Il Sindaco Vincenzo Servalli, il Vicesindaco Armando Lamberti, la Presidente del Consiglio Comunale Lorena Iuliano, l’Assessore Adolfo Salsano in primis), con la benedizione di Padre Rosario Sessa, sabato 1 febbraio è stato ufficialmente dedicato all’imprenditore Guerino Amato (Cava 1926-2009) il Sottovia veicolare. Dopo lo scoprimento della targa nell’uscita Nord, a Corso Principe Amedeo, una sobria e sentita commemorazione a Palazzo di Città… ed è cominciato il cammino nella memoria di un uomo che ha lasciato il segno in vari settori della Città e del territorio.
Formatosi come un vero self made man, intraprese il cammino industriale quando non aveva ancora compiuto trent’anni, nel 1954, dando vita all’omonima ditta Amato Guerino, poi rinominata in Beton Cave, specializzata in lavori di movimento terra e demolizioni. Riuscì presto ad acquistare un gran credito e, favorito anche dalla positiva contingenza economica, ebbe numerosissime commesse e si associò e collaborò con le più importanti aziende del periodo, Della Morte di Napoli, Penta di Roma, Zecchina Costruzioni di Napoli, risultando tra i protagonisti della realizzazione di un’opera epocale come l’autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Forte del prestigio acquistato per una produzione di tale portata, lavorò anche presso Italsider, Bagnoli e Cementir Caserta, realizzò svariate demolizioni di vetuste fabbriche dell’Agro Nocerino Sarnese e contribuì alla costruzione di nuove aziende impegnate nella trasformazione del pomodoro.
La Beton Cave, collocata a Nocera Inferiore, fu la prima società in Campania per la produzione del calcestruzzo preconfezionato e l’estrazione di materiali di cava. Ebbe uno sviluppo tale da riuscire anche a moltiplicarsi, con la Beton Torre a Torre Annunziata, la Beton Campania a Pozzuoli e la Edil Riab a Contursi. Un successo che generò anche tanti posti di lavoro, toccando il picco di 250 dipendenti, e fu una linfa vitale per la città di Cava, perché la maggior parte di questi era cavese.
Le risorse economiche accumulate con questi lavori di grande qualità e prestigio gli permisero di dedicarsi anche ad attività collaterali, di notevole interesse pubblico.
Tra tutte, spicca la Presidenza della squadra di calcio (la Procavese, poi divenuta SS Cavese Calcio). Ancora oggi, per noi egli è l’uomo che fece grande la Cavese, in quegli anni ’80 che videro l’ascesa dalla serie D alla serie B nazionale, la storica “Real vittoria” contro il Milan con il team guidato dal carissimo Rino Santin, le sfide contro la Lazio (mai una sconfitta contro due storiche grandi del calcio nostrano), il traguardo della serie A sfiorato. Amato riuscì nell’impresa grazie ad una dirigenza capace, professionale, ad un’organizzazione efficiente e progettuale, ad una passione che triplicava le forze e i risultati..
Gli anni successivi a quel mitico 1982 della Real Cavese non furono invero molto luminosi e furono macchiati da diffuse ombre. Ci fu un decadimento della squadra, ma non del credito acquisito negli anni d’oro, che aveva portato il nome di Cava sotto tutti i riflettori nazionali.
Dallo sport alla musica: con la collaborazione del compianto Enrico Forte, vice comandante della polizia locale di Cava de’ Tirreni, Guerino Amato fondò un’importante casa di registrazione musicale, la RTO Record Tirrenia Olympia, che tra l’altro incise gli inni della squadra di calcio cittadina (al tempo, la Pro Cavese).
Egli utilizzò le sue risorse anche per significative operazioni nella vita sociale e religiosa. Fece tanta beneficenza nel silenzio della discrezione, ma produsse anche un’eclatante realtà ecclesiale: infatti, donando alla Parrocchia omonima guidata da Don Salvatore Polverino la costruzione della Grotta e tutte le opere annesse, si adoperò per la costruzione della Piccola Lourdes all’Annunziata di Cava de’ Tirreni, opera che ricopiava il più importante Santuario Mariano.
Non solo in questo esercitò il suo generoso spirito di solidarietà, ma anche in occasioni dolorose e importanti, come il terremoto dell’Irpinia e quello dell’Aquila, per cui mise a disposizione le proprie attrezzature per dare una mano alle popolazioni.
Nella vita familiare e nelle relazioni personali seppe guadagnarsi affetto e stima, grazie anche alla collaborazione della moglie Luisa, che diede calore alla casa e accoglienza ai tanti amici e conoscenti che frequentavano la loro casa di Piazza Vittorio Emanuele III.
Anche nella vita privata dovette affrontare situazioni difficili e delicate, che entrarono nelle cronache nazionali, ma riuscì sempre a superarle ed affrontarle con grande dignità, per cui alla fine risultava sempre vincente la sua immagine popolare di persona forte e umana e di generoso punto di riferimento per tutta una collettività. Insomma, seppe fino alla fine rimanere un “cemento Amato”…
Per questo, con il supporto della Commissione Toponomastica, l’Amministrazione Comunale ha ritenuto giusto che il suo nome sia perpetuato attraverso l’intitolazione di un’opera strutturale, di quelle che in gran numero egli in vita è riuscito a far nascere, a beneficio di tutta una collettività.
Commenti non possibili