Coronavirus. La Voce dei Poeti: Attesa di vita di Annamaria Apicella
Attesa di vita. Poesia giuntami dalla Signora Annamaria Apicella, cara amica e già collega di materie letterarie alle Superiori che risiede nella nostra comune città natale, Cava de’ Tirreni.
Nell’invio, Annamaria, mi scrive che la poesia vuole essere testimonianza dolorosa e “modesto” ma tangibile segno di vicinanza e di fraterno affetto alla “bella città di Bergamo dove tu ormai risiedi da molti anni, così crudelmente e mortalmente colpita. L’ho scritta di getto, velocemente, dettata da un penetrante dolore misto a un’irrefrenabile commozione”.
Attesa di vita
Insensata sosta
per l’ospite inatteso.
Via vai di regole e
divieto di nozioni
da un oscuro
ignoto dizionario.
Vite in riga tra
bianche lenzuola
inaridite. Letti senza respiri
fra spenti sorrisi. Né mai
una lacrima raccolta.
Solo
furgoni in riga verso fuochi accesi.
E tanta tanta cenere in viaggio
verso il sole d’un cielo azzurro.
Annamaria Apicella (Inedito)
Palese è l’immediatezza del sentimento che è alla base dell’elaborazione poetica della prof.ssa Apicella. Poesia divisa in tre strofe come tre stazioni di una pietosa via crucis: l’arrivo improvviso del male e lo sconvolgimento totale; le luttuose conseguenze; lo straziante epilogo alla luce di una rinascita cristiana o laica. Poesia in cui emerge, in modo prorompente, l’incontenibile incredulità per un qualcosa di spaventoso e d’inatteso che ha messo la nostra vita in un’“insensata sosta” e che ci costringe a scoprire nuove regole di comportamento “via vai di regole “, divieti impensabili (non poter uscire da casa) “partoriti” “da un oscuro ignoto dizionario”. E, tanto, grandissimo dolore. Morti, tantissimi morti, specie in Lombardia e in particolare nella provincia di Bergamo. Neppure le lenzuola hanno più lacrime “bianche lenzuola/inaridite, per centinaia e centinaia di poveri corpi. Nessuna pietas cristiana, nessuna possibilità di pausa per dare l’ultimo addio a chi muore: sono tanti i morti e bisogna fare presto; bisogna liberare i letti ormai senza respiri, né poter avere un attimo per una lacrima d’addio “né mai/ una lacrima raccolta. Lontani persino i congiunti più cari, figli, madri, mogli. Il virus e lì in agguato pronto a offendere e uccidere ancora e ancora. Terrificante, gravoso epilogo: la spettrale dolorosa rappresentazione in questa moderna molteplice via crucis di centinaia di furgoni con i corpi dei defunti in fila verso il cimitero di Bergamo per la cremazione “furgoni in riga verso fuochi accesi.” E poi “ tanta tanta cenere in viaggio” ma – e qui il cuore del poeta ha uno scatto d’illuminata speranza- in viaggio verso “il sole d’un cielo azzurro”.
E’ interessante sottolineare la costruzione ritmica che sorregge questa poesia. Nessuna rima “abbraccia i versi” legati da ripetuti enjambement e da una costruzione metrica in cui predomina, nella prima strofa, l’uso dell’ iterazione “S” (Insensata sosta per l’ospite inatteso). Consonante “S” caratterizzata dai primi tre lemmi dal suono aspro, sordo a indicare la gravezza di tutto ciò. Nella seconda strofa continua e si accentua la dolorosa rappresentazione attraverso ancora un suono duro (riga/ tra inaridite respiri, sorrisi lacrima), uso della “R” che quasi rotola a fatica fra i denti. Nell’ultima strofa, un unico primo verso costituito da un’unica parola “Solo” mette i brividi nell’ efficace ma terribile traslitterazione poetica di chi muore senza conforto alcuno! La “R” ritorna subito dopo (furgoni riga cenere). Nell’ultimo verso, invece l’ iterazione della labiale “L” (verso il sole d’ un cielo azzurro) dona la leggerezza del volo verso un mondo, per i credenti, di pace eterna e per i non credenti d’imperituro compianto.
Annamaria Apicella, scrittrice, poetessa (Cava de’ tirreni 1947). Nipote, da parte di padre, di Mamma Lucia (al secolo Lucia Pisapia Apicella), notissima filantropa medaglia d’oro al merito civile della Repubblica Italiana per essersi prodigata, subito dopo la seconda guerra mondiale, a dare sepoltura alle salme di circa 700 soldati tedeschi caduti in territorio campano. Ex docente di Materie letterarie alle Superiori ha firmato anche saggi e testi a uso scolastico. Tra le sue numerose pubblicazioni, citiamo: “Presagi”, ed. Ferraro, 1988; Flash tra i banchi di scuola, Medusa, 1989; Dedalo e Icaro, Ad Litteram, 1995; Verga, Pirandello, Svevo, Loffredo 1999; Alzheimer, un’ombra di vita, Terre del sole, 2002; Pagine Giovani Pagine Adulte, Loffredo, 2005; E…state in esercizio Vol. 1 e Vol. 2, Loffredo 2006; Angeli con un’ala sola, Loffredo 2007; Fuochi, ed. Loffredo, 2009; Pagine di persone, Loffredo 2011; Veli al vento, I Libri Della Leda, 2014.
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