CAVA DE’ TIRRENI (SA). Spremuta d’amore, di Annamaria Santoriello: poesie di una vita, una rapsodia dell’anima
Sarà presentato martedì 7 luglio nel Chiostro della Basilica di Maria SS. dell’Olmo.
Gran ritorno alla “normalità”, sia pure “in libertà condizionata”, anche per le presentazioni di libri: martedì 7 luglio, alle ore 19, nella suggestiva cornice cinquecentesca del Chiostro della Basilica di Maria SS. dell’Olmo di Cava de’ Tirreni, sarà presentato il libro Spremuta d’amore, di Annamaria Santoriello.
Dopo i saluti del Rettore della Basilica Padre Adriano Castagna, del Sindaco di Cava de’ Tirreni Vincenzo Servalli, del Vicesindaco e Assessore alla Cultura Armando Lamberti, del Presidente dell’Associazione Giornalisti “Lucio Barone” Emiliano Amato, dell’illustratrice Chiara Savarese, presenteranno il libro i proff. Maria Olmina D’Arienzo, già Dirigente Scolastica del Liceo Scientifico “A. Genoino”, e Franco Bruno Vitolo (che ne è anche editor e prefatore, oltre che conduttore della manifestazione) . Le poesie saranno lette dall’attore Mariano Mastuccino, con inserimenti dell’autrice e di Franco Bruno Vitolo. Durante l’incontro sarà cantata dalla soprano Dorothy Manzo una delle poesie della raccolta, “Adagio”, musicata dalla stessa Annamaria Santoriello, musicista e docente, dedicata al figlio primogenito prematuramente scomparso.
Spremuta d’Amore (seconda opera dell’autrice dopo Il segreto di Nonna Ninna, appassionante romanzo in versi, recensito anche da un grande della Letteratura come Andrea G. Pinketts) è una raccolta di cento poesie, composte nell’arco di una vita. Come è scritto anche nella presentazione critica del libro, sono “cento poesie di miele amaro, spalmato con lirica elettricità e dettato da una voglia di amare ed essere amata che è stata prosciugata, “spremuta” da alcune traversie esistenziali (in primis la perdita del figlio), ma un cuore che non rinuncia a “spremere”, a sprigionare da se stesso, con delicata intensità, la carica d’amore possibile”. E nello stesso tempo non rinuncia a guardarsi allo specchio ed a meditare su se stesso, sulle persone, sul mondo, sul senso della vita e del divino nell’umano. Da qui appassionate aperture sui disastri ecologici, polemiche sulle chiusure e sugli egoismi dell’uomo, incantate descrizioni della natura, pungenti riflessioni sulle violenze dell’attualità e della storia, un ammirato abbandono al ricordo della figura di Mamma Lucia che raccolse i corpi dei caduti dopo la guerra, un caldo accoccolarsi nella luce degli affetti familiari.
Sono emozioni solo apparentemente contraddittorie, ma di fatto convergenti nella carica sentimentale e nell’anima fremente di Annamaria Santoriello, generatrice inesauribile di vibrazioni con alti e bassi, per cui il libro nel suo insieme può essere definito una vera e propria rapsodia dell’anima, che aiuta il lettore ad esplorare il canto del cuore… ed ha aiutato la poetessa a farsi esplorare e ad esplorarsi lei stessa.
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