CAVA DE’ TIRRENI (SA). A chiusura del Macfest, in esposizione la creatività targata lockdown
Un’idea brillante, tempestiva, incisiva, quella di portare in pubblico alcuni dei mille e mille tesorini di creatività generati dalla clausura forzata del lockdown. Ne è pieno il web, ma non ne sono ancora piene “le piazze”. Benissimo hanno fatto, allora, i sempre attivi ragazzi del Macass, a fare appello sui social e a raccogliere disegni, dipinti, installazioni, poesie, fotografie, filmati. Con il patrocinio del Comune, dal 10 al 16 settembre nel Complesso Monumentale di Santa Maria del Rifugio a Cava de’ Tirreni ne hanno poi esposto una selezione, nella mostra Esposizioni, riflessioni. L’evento è stato organizzato a conclusione del MacFest 2020, che dal 9 agosto ad oggi ha visto una Masterclass musicale, un Laboratorio Emozionale, un Laboratorio di Urbanistica, un’esposizione a Maiori, un meeting di creativi della Regione Campania per la II edizione di un video contest. Il tutto sempre all’insegna dello slogan “Confrontare realtà, creare connessioni”.
Con la mostra Esposizioni riflessioni è stata offerta ai cittadini la stimolante possibilità di vedere, e condividere (data la comunanza della non richiesta “prigionia”, spunti di artisti emergenti o semplici lampi di comunicazione emozionale di cittadini dolenti e sognanti.
Non tutte le opere, a dire la verità, sono figlie dirette del lockdown, ma sono emerse dal cassetto in occasione del lockdown, e questo le rende subito integrate e integrabili al resto.
Il lavoro più in tema è il grande tabellone preparato da Luca Pastore con una ventina di immagini intervallate da fogli con poesie: si va da fotografie delle strade deserte ad immagini fantasiose dell’organizzazione “in cella”, da poesie cariche di amara consapevolezza dei danni materiali e morali della pandemia alla luce speranzosa dell’arcobaleno dipinto su stoffa dalla deliziosa minibabyartista Arianna Pellegrino. E così via, in un crescendo di emozione e di condivisione.
Proseguendo nella visita, si apprezza anche nel resto delle opere tanta varietà, di tecniche e di tematiche.
Ci emozioniamo artisticamente davanti ad una grafica dal sapore magrittiana, con una maniglia conficcata nell’azzurro senza la porta, che tanto non si aprirebbe, ma si apre il sogno rappresentato dai tuffi, nell’acqua, nel cielo e nelle porte senza maniglia, di figure ora volanti ora addirittura in trampolino dalla maniglia stessa: una piccola sinfonia in immagini.
Ci immergiamo nelle mura claustrofobiche in un breve ma incisivo “covideo”, dove si susseguono immagini animate simbolicamente intrecciate tra mancanze d’aria e di spazio e frammenti di mondo ri-conquistato, con il sottofondo di un’efficace disarmonia musicale, che ben si sposa col buio che avvolge la camera.
In sintonia, con questo, altri due “covideo” in un’altra stanza, dove emerge, simbolicamente, da una parte la ripetuta costrizione del dettaglio, dall’altra il cavalcare libero di cavalli bianchi: segni di opposte sensazioni, di quel conflitto tr ideale e reale che ci ha divorato nei lunghi giorni dell’ iorestoacasa.
E poi, via a passi lenti tra i quadri dell’esposizione. Mani che si stringono con febbrile tensione… grandi immagini a spruzzo interconnesse tra linee trasversali… una piccola figura umana in ceramica, accucciata in cerca del coraggio di rialzarsi… vele appoggiate su rami inariditi che si spalancano sulla speranza sognante delle acque azzurre… concrezioni materiche in cerca d’autore… foto di anziane perplesse con mascherine d’occasione… un bianco vestito macchiato all’altezza del cuore da una stella-corona rosso sangue… cieli che fanno capolino dal grigio di metalliche impalcature… giovani innamorati che nel vuoto della città abbracciano il partner come sognati fantasmi… mani che si uniscono sopra un freddo turbinio di vetro e di volti… volti che si contemplano in un’unione paradossale a punta di lingua… connessioni interattive fatte con fili colorati a scelta degli spettatori… un dominante, giusto e sacrosanto Vaffa-Fuck al dirompente e rompente corona… E potremmo continuare a lungo…
Nella passeggiata tra le opere ci si sofferma, si riflette, si apprezza il tentativo di un’arte giovane, libera e diffusa, senza schemi né accademia, ci si emoziona davanti alla commedia umana spalancata davanti ai nostri occhi a specchio della nostra stessa esperienza.
Alla fine si rimane col rimpianto dei soli cinque giorni di esposizione e anche della mancanza di un “cataloghetto” che l’iniziativa avrebbe certamente meritato, e che si può fare in futuro. In fondo, le opere sono segno di non aver voluto gettare nella spazzatura il tempo a disposizione. Perché far svanire dalla memoria una proposta che è il segno di una rinnovata comunicazione rilanciata proprio nelle fermate imposte dalla pandemia?
Insomma, complimenti vivissimi, ragazzi! Ma intanto perché non pensarci su?
E mentre voi ci pensate, noi inauguriamo il “catalogo a futura memoria” fissando qui i vostri nomi, cominciando della Macass team, guidato con passione dal Presidente Francesco Maria Oreste, proseguendo con i creativi in esposizione… e chiudendo con uno speranzoso “Arrivederci alla prossima!”
MACASS TEAM: Davide Battaglia, Ida Bisogno, Marco Calabrese, Amerigo Carleo, Simone Cuccaro, Cristiano Dello Iacono, Gabriella De Rosa, Pierluigi Di Florio, Camilla Di Pasquale, Alessandro Fariello, Fabrizio Fiorillo, Mariano Mastuccino, Guido Monaco, Francesco Oreste, Melania Oreste, Dario Paradiso, Francesco Maria Parente, Valerio Pelling, Roberto Pisapia, Federica Ruggiero, Sara Santoriello, Luigi Sinacori, Amedeo Trezza, Luca Trotta.
ARTISTI in Esposizione: Dalila Amendola, Andrea Apicella, Tecla Apicella, Pasquale Armenante, Sophie Attanasio, Alessandro Battipaglia, Samantha Bisogno, Marco Canonico, Chiara Capuano, Giuseppe De Martino, Camilla Di Pasquale, Maria Nadia Faiella, Alessandro Fariello, Andrea Freedom, Rosa Furiosa, Clara Iuliano, Christian Lamberti, Serena Milite, Giulia Neri, Simone Pagano, Giovanni Palumbo, Luca Pastore, Marta Cecilia, Quintana Martina Santoriello, Nicole Santoro, Domenico Sorrentino, Marialinda Toriello, Alberto Trezza.
Commenti non possibili