Maradona il poeta del gol
Solo un anno prima di essere assassinato in modo esecrabile e fascista, Pier Paolo Pasolini dalle colonne de ”Il Giorno “ affermava:
“ Il capocannoniere di un campionato è sempre il miglior poeta dell’anno.”
Se per Pasolini miglior poeta dell’anno, è il capocannoniere, a buon diritto allora si potrà affermare che il miglior poeta del gol è stato il più grande giocatore di tutti i tempi Diego Armando Maradona.
Per Pasolini, infatti, inscindibile era il connubio calcio e poesia:
” Ci sono nel calcio dei momenti che sono esclusivamente poetici: si tratta dei momenti del “goal”. Ogni goal è sempre un’invenzione, è sempre una sovversione del codice: ogni goal è ineluttabilità, folgorazione, stupore, irreversibilità. Proprio come la parola poetica”.
Affermava che “il sogno di ogni giocatore (condiviso da ogni spettatore) è partire da metà campo, dribblare tutti e segnare. Se, entro i limiti consentiti, si può immaginare nel calcio una cosa sublime, è proprio questo. Ma non succede mai. E’ un sogno…”
E invece questo sogno si materializzò il 22 giugno 1986 allo stadio Atzeca di Città del Messico nei quarti di finale della Coppa del Mondo FIFA tra Argentina e Inghilterra: Maradona, dalla propria metà campo, iniziò, palla al piede, una corsa di sessanta metri, e in dieci secondi, superò ben sei avversari, compreso il portiere Shilton e depositò in rete il pallone del più bel goal di tutta la storia del gioco del calcio. Il sogno di Pasolini si era avverato, ma il poeta non potette vederlo, essendo stato assassinato dieci anni prima. Maradona aveva segnato il gol più poetico del mondo.
Su Diego Armando Maradona si è detto e scritto di tutto, e ancora si dirà, ma solo oggi con dolore, noi amanti del calcio, e non solo noi tifosi del Napoli (che immensa gioia il primo scudetto della storia partenopea!), ci rendiamo conto che anche un dio del calcio, è solo un mortale dio pagano. Ma chi è era Maradona?
Ricordiamolo nel “ritratto” che ne aveva fatto Gianni Brera, giornalista dalla penna singolare e “stravagante” (oggi, purtroppo, male imitato da taluni “opinionisti sportivi”):
“… Maradona è uno sgorbio divino, magico, perverso: un jongleur di puri calli che fiammeggiano feroce poesia e stupore (è dei poeti il fin la meraviglia). Talora uno dei suoi piedi serve fulmineamente l’altro per una sorta di paradossale ispirazione atta a sorprendere: ma quando vuole, questo leggendario scorfano batte il lancio lungo che arriva, illumina, ispira: capisci allora che i ghiribizzi in loco erano puro divertissement: esibizione per i semplici: se il momento tecnico-tattico lo esige, in quelle tozze gambe animate dal diavolo entra solenne il prof. Euclide. E il calcio si eleva di tre spanne agli occhi di coloro che, sapendolo vedere, lo prediligono su tutti i giochi della terra.“
Ma parlare di Maradona è parlare non solo del Napoli e di Napoli. Figlio adottivo di questa terra meravigliosa e dannata (proprio come Diego). Maradona, ricordiamolo, argentino di nascita, infatti, in una meravigliosa canzone “Tango della Buena Sorte” di un altro grande figlio di Napoli, Pino Daniele, anche lui, ahimè scomparso a soli sessant’anni, diventa ancora qualcos’altro, icona “magica” per un altro tipo di vittoria, il riscatto sociale e umano del popolo argentino.
“Tango della Buena Sorte”
Lui è un mago con il pallone
io l’ho visto alzarsi da terra
e tirare in porta
soffia il vento d’Argentina
d’avanti agli occhi spalancati
e pieni di grande speranza.
E’ il momento giusto
suona il tango per magia
lui è l’uomo giusto
che ci può far vincere
tango della buena suerte.
Ma la partita più importante
è da giocare con la vita
stando a metà del campo
mentre chico corre intorno al mondo
noi non abbiamo ancora
imparato questa lezione.
Ed a luci spente
suona il tango per magia
resterà qui per sempre
come un fermo immagine
chico buona fortuna.
Ed al momento giusto
suona il tango per magia
lui è l’uomo giusto
che ci può far vincere
tango della buena suerte.
Pino Daniele
( da “Passi D’Autore” , 2004)
(ndr Alcuni passi dell’articolo sono tratti dal saggio su calcio e letteratura italiana dello stesso Antonio Donadio: A.D. Calcio d’autore da Umberto Saba a Gianni Brera: il football degli srittori- Postfazione di Alessandro Bonan, Editrice La Scuola, 2016)
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