Cava de’ Tirreni – Pianeta Terra. Giornata Mondiale della Terra: sono sempre attuali le grandi parole del capo indiano
In occasione della Giornata Mondiale della Terra, il 22 aprile, la nostra lettrice, prof. Rosanna Rotolo, invitandoci a non dimenticare il monito ci invia questa nota, che volentieri pubblichiamo, per ricordare al mondo il monito del capo indiano Seattle contenuto in una lettera inviata nel 1855 al Presidente degli Stati Uniti Franklin Pierce in risposta alla sua proposta di acquistare una parte del territorio indiano e istituirvi una riserva per i nativi.
Questa lettera (di cui si riporta un ampio estratto) è un patrimonio dell’Umanità, forse la dichiarazione più incisiva e profonda mai dedicata al rapporto dell’uomo con l’ambiente. Almeno fino all’enciclica “Laudato sì” di papa Francesco… e senza mai dimenticare il padre dell’amore per il creato, cioè Francesco d’Assisi con il suo meraviglioso “Cantico delle creature”. (Franco Bruno Vitolo)
“Il vero crimine contro l’umanità è di perseverare sul cammino che porta alla distruzione del mondo”.(Bernardino Del Boca)
Esistono tre leggi dell’essere: la prima è quella dell’amore, la seconda del bene e la terza della libertà,
perché la vita lungo tutta la nostra recita sul palcoscenico del mondo non è che la successione di libere scelte.
E l’uomo, scientemente, sta andando verso il baratro, quel punto di non ritorno che costituisce la fine della vita su questo bel Pianeta Azzurro.
Da troppo tempo, ormai, stiamo contaminando l’aria, l’acqua, il terreno, uniche fonti di vita che, sole, possono darci la Speranza di un Futuro.
Da troppe parti, purtroppo, giunge l’eco di disastrosi anniche si profilano all’orizzonte dell’uomo…
E i bambini?
È possibile ancora tamponare le numerose ferite inferte alla nostra amata madre? È possibile ancora riservare un Futuro degno di tal nome?
“Ogni giorno che passa la mia sensibilità aumenta e anche la mia sofferenza. Vedo un mondo che va verso la catastrofe e non ho voce per indicare la via della salvezza, che sta, da sempre, nel cuore di ogni essere umano (BdB).
Nella “via della vita” Krishnamurti scrive: “Voglio comprendere me stesso, mettere fine alle mie stupide lotte e compiere uno sforzo definitivo per vivere in pienezza e verità”…
Bisogna chiedersi cosa si desidera nella vita, abbandonare l’avere e cercare l’essere, solo così potremo insieme aprire il cuore per incamminarci lungo la strada che porta alla vita vera.
Potremo salvare quel Paradiso terrestre tanto boicottato, frantumato ed orrendamente danneggiato, per ricostruirlo a guisa di puzzle e riportarlo all’antica luce e gloria.
Possiamo, in quanto dotati di libero arbitrio, incamminarci lungo il sentiero del cuore per accogliere la compassione e la comprensione, beneficiando l’intero ecosistema e con esso tutta l’umanità.
A tal riguardo ripenso alle parole che Seattle, capo degli amerindiani
Duwamish, aveva scritto in una lettera inviata al Presidente degli USA nel 1885:
“Come puoi tu comperare il cielo, il calore della Terra? Questa idea è strana per noi. Se noi non possediamo la freschezza dell’aria e lo scintillio dell’acqua, come puoi tu comperarle? Ogni parte di questa terra è sacra al mio popolo. Ogni brillante ago di pino, ogni riva sabbiosa, ogni nebbia degli umidi boschi, ogni canto o suono degli animali è sacro alla memoria e dall’esperienza del mio popolo.
La linfa che scorre negli alberi porta la memoria del mio popolo.
I morti dell’uomo bianco dimenticano la terra in cui sono nati quando ritornano al cielo.
I nostri morti non dimenticano mai questa bella terra, perché essa fa parte di noi.
I fiori profumati sono le nostre sorelle; il cervo, il cavallo, la grande aquila sono nostri fratelli.
Le cime rocciose delle montagne, le ricche praterie, il sudore dei cavalli e l’uomo fanno parte di uno stesso ordine di cose, della nostra stessa famiglia…
I fiumi sono nostri fratelli… se noi vi vendiamo la nostra terra, voi dovete ricordare di insegnare ai vostri figli che i fumi sono nostri fratelli, ma anche vostri.
Sappiamo che l’uomo bianco non capisce il nostro modo di vivere.
Per lui un pezzo di terra è uguale ad un altro, poiché lui è uno straniero e viene di notte e prende dalla Terra tutto ciò che vuole…
Il suo stolto appetito divorerà la Terra e lascerà dietro di sé un deserto…
Non so… per l’uomo rosso l’aria è preziosa perché tutti gli esseri viventi condividono la stessa aria, le stesso destino: gli animali, gli alberi, l’uomo… l’Aria è un aspetto dello Spirito che ci fa vivere…
E se noi vi vendiamo la nostra Terra, voi dovete tenerla per sacra, considerarla un luogo dove l’uomo può gustare il vento, tra i fiori, gli arbusti, il bosco…
Io porrò una condizione: che l’uomo bianco dovrà rispettare gli animali come fratelli…
Cos’è l’uomo senza gli animali?
Se tutti gli animali sparissero, l’uomo morirebbe in una grande solitudine dello spirito, poiché ciò che accade agli animali, prima o poi accade all’uomo.
Tutte le cose sono legate tra loro…
Qualsiasi cosa viene fatta alla Terra, la stessa cosa succede ai figli della Terra.
Se l’uomo sputa sulla Terra, egli sputa soprase stesso…
Sappiamo che la Terra non appartiene all’uomo, l’uomo appartiene alla Terra…
Non è l’uomo che ha tessuto la tela della vita, ne è soltanto un filo…
Prima di tutto, forse, noi siamo fratelli…
Il nostro Dio è lo stesso Dio. Voi pensate ora che voi possedete Dio come desiderate di possedere la nostra Terra, ma voi non potete. Egli è il Dio dell’uomo e la sua compassione è uguale per l’uomo rosso come per il bianco.
La terra è preziosa a lui e nuocerle è pura ignoranza…
Contaminate il vostro letto e verrà una notte che rimarrete soffocati dalla vostra sporcizia.
Ma se voi perite, lo sarà soltanto per il volere di Dio, che vi ha portato su questa terra per qualche scopo.
Questo destino è un mistero per noi…
Dov’è la boscaglia? Non c’è più?
Dov’è l’acqua? Non c’è più!
Fine della vita.
Inizio della sopravvivenza.“
di Rosanna Rotolo, a cura di Franco Bruno Vitolo
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