Salerno. “Padre Camorra”: urlo ribelle per un “next generation book”
Vittorio Vavuso: a venti anni, un romanzo per le scuole.
Non capita tutti i giorni che una Casa Editrice di livello nazionale pubblichi un testo di narrativa per le scuole scritto da uno studente di venti anni. E ancora più raramente capita che quest’opera sia stata scritta ed edita quando l’autore non aveva ancora diciotto anni.
Il “ben capitato” nel nostro caso è Vittorio Vavuso, salernitano, ex allievo del Liceo Classico “Tasso” e oggi universitario di Giurisprudenza; il romanzo in questione è Padre Camorra, già pubblicato nel 2018 da “Il Quaderno Edizioni” e oggi ristampato, integrato e distribuito in tutta Italia dalla Casa Editrice Simone.
Se nel suo piccolo non è un vero e proprio “caso letterario”, poco ci manca.
Il merito di questo brillante successo, oltre che naturalmente nella chiarezza e scorrevolezza della scrittura e nel ritmo narrativo “a presa di lettore” dalla prima all’ultima pagina, è anche nell’attualità e forza di coinvolgimento della trama e delle tematiche.
Antonio, ragazzino quattordicenne, è cresciuto in una cittadina della Campania senza mamma e con poca scuola: figlio di Gennaro, gestore di un avviato negozio di kebab, svolge regolarmente piccole commissioni per il padre, nel quale lui ha piena fiducia e stima ma che in realtà è un piccolo boss di quartiere. Un giorno però, proprio mentre sta portando a termine uno di questi “incarichi”, Antonio ritrova il cadavere di un uomo, barbaramente assassinato, ed è costretto a fuggire insieme al genitore e ad alcuni “amici”.
Ha così inizio il suo percorso di “scoperta” e “form-azione” che lo metterà di fronte a un’agghiacciante verità, difficile da comprendere e ancora più difficile da superare. Facendo appello a tutto il suo coraggio e a una innata inclinazione al bene, Antonio cercherà di svincolarsi dalle maglie della criminalità organizzata. Per farlo, dovrà affrontare un feroce conflitto con il padre, ma lungo il suo cammino troverà anche un’alleata in una ragazzina coetanea, che condivide con lui la voglia di liberarsi di una paternità così asfissiante.
E il finale sarà ricco di sorprese e di colpi di scena che faranno venire i brividi, in tutti i sensi.
Come si può intuire, ce n’è di carne a cuocere: la crescita adolescenziale e le sue scoperte, la piaga della criminalità organizzata, i conflitti familiari e sociali, un urlo ribelle, il ruolo delle istituzioni nei confronti delle nuove generazioni, il sogno di una vita e di una società migliori, la palingenesi attraverso l’Amore e gli affetti sinceri…
Alla base, l’intento di un messaggio di alto profilo, così dichiarato dal giovanissimo scrittore: “Mi rivolgo soprattutto ai ragazzi perché noi siamo la società del futuro e dobbiamo combattere contro i soprusi, l’omertà e l’illegalità. Possiamo e dobbiamo farcela!”
Proprio per sostenere questo messaggio forte, Vittorio Vavuso nei prossimi mesi, quando la scuola sperabilmente sarà tornata ad una normalità in presenza, si è dichiarato disponibile a girare su invito per tutti gli istituti scolastici e incontrare gli “studenti fratelli”. E farà la sua bella figura di oratore e comunicatore, come è già avvenuto nel giro di presentazioni della prima edizione, in Campania e non solo.
Oltre che del messaggio sociale, Vittorio è quindi coscientemente il testimone di una generazione.. Chi critica i giovani ritenendoli ignoranti e superficiali pensi anche a lui ed a quanti come lui sono ricchi di cultura e di valori e sono disposti ad un impegno personale e attivo per uscire dalle sabbie mobili di quel futuro terribilmente privo di incognite che sarà consegnato a loro proprio da quelli che li criticano. Come non pensare alle ondate recenti di movimenti giovanili, anche a livello internazionale, per la legalità, per l’ambiente, per una società più equa e solidale?
In questo fermento, Padre Camorra è un piccolo ma significativo “vaccino” contro l’ignoranza, la superficialità, il pregiudizio, l’ingiustizia. Un vaccino da diffondere a macchia d’olio, senza preoccupazioni ma con tante speranze di arrivare alla “salute”, pur attraverso le difficoltà. Come dicevano i Latini, per aspera ad astra…
Una gran bella prospettiva, in un tempo dominato dal cammino per aspera ad astrazeneka…
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