CAVA DE’ TIRRENI (SA). Oltre all’esatto toponimo, ha lo stemma definitivo

stemma-definitivo-cava-de'-tirreni-vivimediaRe Ferrante I d’Aragona nella sua lettera (sei pagine) del 22 settembre 1460.

Il nostro attivismo di ricercatore storico (nonché giornalista-pubblicista), sostenuto dalla sensibilità, lungimiranza e laboriosità dell’Avv. Prof. Marco Galdi, nostro Primo Cittadino, a seguito della Delibera (all’unanimità) del Consiglio Comunale del 16 luglio 2013, ha consentito a Cava de’Tirreni, città dal 7 agosto 1394, per volere di Papa Bonifacio IX Tomacelli, di ottenere il capitolino definitivo riconoscimento del suo unico, storico e reale stemma.

Il 18 dicembre 2012, la dr.ssa Ilva Sapora, dell’Ufficio del Cerimoniale di Stato e per le Onorificenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri, preso atto del contenuto della puntuale relazione (all’uopo da noi stilata e completa di allegati), rimessale dal Sindaco Galdi, comunicò a quest’ultimo che, previo approfondito esame, discussione ed approvazione dell’apposita Commissione Consiliare e conseguente Delibera del Consiglio Comunale, la nostra città avrebbe ottenuto il suo definitivo stemma, con la precisazione che la corona civica risulterà ornata da cinque fioroni d’oro e non turrita, fortemente simile alle corone gigliate in uso nel XV secolo, e che le armi o pali aragonesi risulteranno ben rappresentate nel numero e nell’ordine di esposizione; ovviamente cinto dal ramo di alloro e di quercia.

Assolte entrambe le incombenze burocratiche, già trasmesse alla Presidenza del Consiglio capitolino, attendiamo ora il tanto bramato D.P.R. (Decreto del Presidente della Repubblica), a firma del Presidente Gianni Letta, controfirmato dal Presidente Giorgio Napolitano.

Finalmente, lo possiamo dire, trascorsi 552 anni, 9 mesi e 4 giorni dal 22 settembre 1460, la Città di Cava de’Tirreni potrà definitivamente fregiarsi del suo unico e vero stemma.

È stato così, anche definitivamente corretto l’errore commesso all’indomani dell’unità d’Italia, quando il Re Vittorio Emanuele II, dispose che le città ed i comuni conferissero i propri stemmi presso il civico museo di Stato. Il Sindaco Trara Genoino, per ottemperare a tale disposizione reale, conferì l’incarico ad un mastro decoratore, rimasto ignoto. Di qui il ripetersi dell’errata raffigurazione dello stemma, cosa che poteva essere ovviata se il nostro decoratore si fosse recato nel chiostro dei Padri Filippini della Madonna dell’Olmo o nella Chiesa della Municipalità (l’attuale Santuario di San Francesco e Sant’Antonio), ove sono ben conservati: in marmo, legno e pietra, non pochi esatti cinquecenteschi stemmi cittadini.

Con la definitiva indicazione dell’esatto toponimo cittadino (Cava de’ Tirreni e mai più Cava dei Tirreni) lungo l’autostrada ed al casello dell’A3 – Napoli / Salerno e viceversa – ed alla stazione ferroviaria, come l’esatta rappresentazione del civico stemma, possiamo affermare, quale cittadino che ama la propria terra: “missione compiuta!”


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