CAVA DE’ TIRRENI (SA). Graffiti e locandine a “violentare” il salotto buono di Cava de’Tirreni
Locandine pubblicizzanti “tour illegali”, graffiti, scritte, merci esposte ovunque ed altro ancora, non onorano Cava de’Tirreni. A chi compete, di fatto, la salvaguardia del decoro cittadino e dei beni comuni: una domanda che si pone la “società civile” che ancora non ha una risposta certa!
Tutti noi, nessuno escluso, abbiamo cura della nostra casa, dei nostri mobili, arredi ecc. e quando riceviamo degli ospiti non li accogliamo nel bagno, ma nel salotto.
Cava de’Tirreni, che si pregia di aver il “salotto” nel Borgo porticato, unico del Mezzogiorno d’Italia, se lo vede impunemente compromesso da locandine incollate sulle pareti che pubblicizzano viaggi organizzati non si sa da quale agenzia, graffiti, scritte, tanto che giorno per giorno lo vediamo perdere dello storico smalto che l’ha sempre caratterizzato (che non diventi prima o poi un bagno?), senza che nessuna Istituzione abbia mai sorpreso uno dei tanti autori di tali censurabili comportamenti e l’abbia deferito all’Autorità Giudiziaria per imbrattamento se non danneggiamento di beni storici, con costituzione di parte civile della civica Amministrazione.
La Guardia di Finanza, attraverso i numeri telefonici impressi sui volantini affissi lungo il borgo (visto che manca l’indicazione dell’agenzia) deve individuare e perseguire, salvo approfondimenti, quanti, eludendo le norme che regolano l’esecuzione di viaggi turistici, si palesano “evasori od elusori” d’imposte.
Alla Sezione Degrado Urbano della Polizia Locale, del Tenente Vincenzo Della Rocca, l’onere di sanzionare le violazioni inerenti l’affissione selvaggia.
L’ultimo oltraggio ai “pilieri” cittadini, in ordine di tempo, l’abbiamo riscontrato venerdì scorso (8 marzo 2013), per essere stati informati da Enzo Rupoli, storico imprenditore del “Moulin Rouge” di corso Umberto I, il quale ci ha fatto constatare com’è stato macchiato il pilastro posto dinanzi al civico 279.
Certamente l’ignobile “poeta” avrà agito nottetempo, burlandosi della Polizia Locale, della società civile cavese, dei civici amministratori e degli appartenenti alle restanti forze di polizia, ma la videosorveglianza?
In piazza Vittorio Emanuele III vi sono due telecamere di videosorveglianza, una delle quali a disposizione della Polizia Locale e non ci risulta che sia stata promossa una nota informativa alla magistratura, seppur, momentaneamente, nei confronti di ignoti, ma un vecchio adagio ci ricorda che “tanto va la gatta al lardo finché vi lascia lo zampino” e chi sa che prima o poi quella nota informativa da ignoti passi ad uno o più indagati!
Non bastavano le scrittacce sulla facciata della dirimpettaia Concattedrale di Sant’Adjutore e su tant’altri pilastri dei portici, aspettavamo il mascalzone di turno che, per lasciare l’incomprensibile messaggio s’arrogasse la facoltà di farlo con spray blu su un pilastro.
Constatato che la “misura è colma” e che non é semplice scoprire gli autori di tali deplorevoli comportamenti, Enzo Rupoli, come tant’altri commercianti, residenti e cittadini cavesi, ricordando che la civica Amministrazione di Cava de’Tirreni era destinataria di 100.000 euro da impiegarsi per la videosorveglianza, chiedono: a che punto è il progetto. Avremo, una volta e per sempre, dispositivi che possano monitorare il salotto cittadino, traverse comprese, auspicando nell’estensione alle frazioni?
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