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Trionfo keniano nella 56ª “Podistica Internazionale San Lorenzo”

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Doppio successo keniano nella 56ª edizione della “Podistica Internazionale San Lorenzo”, svoltasi domenica 24 settembre 2017 a Cava de’ Tirreni (Sa). Tra gli uomini vittoria di Sammy Kipngetich, che ha preceduto i marocchini Hicham Boufars e Cherkaoui Laalami. Tra le donne trionfo di Vivian Jerop Kemboi davanti a Palma De Leo ed Erica Sorrentino. Negli Allievi affermazione di Ketzal Cifuentes. Prima della partenza commovente omaggio ai podisti cavesi Marco Senatore e Gianpaolo Viscito. Grande emozione per la consegna ad Antonietta Di Martino del riconoscimento allo “Sportivo cavese dell’anno” – Premio alla carriera

Due cavalcate trionfali. Due prestazioni eccezionali, con i record della corsa sfiorati per pochi secondi. In campo femminile, praticamente per una falcata. Protagonisti i keniani Sammy Kipngetich e Vivian Jerop Kemboi, vincitori rispettivamente della Gara Assoluti Maschile e Femminile della 56ª edizione della “Podistica Internazionale San Lorenzo”, svoltasi domenica 24 settembre 2017 a Cava de’ Tirreni (Sa) con partenza ed arrivo nella frazione San Lorenzo.

È stata l’ennesima entusiasmante edizione della kermesse organizzata dal Gruppo Sportivo “Mario Canonico S. Lorenzo” e dal Comitato di Cava de’ Tirreni del Centro Sportivo Italiano, che rappresenta ormai una “classica” del podismo su strada, oltre ad essere tra le più antiche manifestazioni podistiche sul territorio nazionale.

Ai nastri di partenza circa 250 atleti, provenienti da 6 Paesi (Kenya, Marocco, Uganda, Slovenia, Polonia ed Italia). Nella Gara Maschile – Trofeo Armando Di Mauro (km 7,8) dominio assoluto del keniano Sammy Kipngetich (classe 1991), che si è imposto al termine di una marcia solitaria fin dai primissimi metri. Il portacolori dell’Athletic Terni ha impresso un’andatura forsennata alla gara, “viaggiando” a lungo sui ritmi del primato della corsa (22’27”), stabilito nel 2008 dal connazionale Meli Ezekiel Kiprotich e sfuggito al vincitore di quest’edizione per soli 30” (22’57”).

Piazza d’onore per il marocchino Hicham Boufars (classe 1988) dell’ASD International Security Service, che ha chiuso con il tempo di 24’36”. Sul 3° gradino del podio un altro marocchino, Cherkaoui Laalami (classe 1977) del Running Club Futura, al traguardo con il riscontro cronometrico di 25’03”.

Ancora un marocchino al 4° posto, Youssef Aich (classe 1987, tempo 25’16”) dell’ASD Podistica Il Laghetto, che ha preceduto il primo degli italiani, Gilio Iannone (classe 1985, tempo 25’26”) dell’ASD International Security Service, vincitore della “Podistica Internazionale San Lorenzo” 2014. Anche quest’anno nella “top ten”, così come in tutte le ultime edizioni, il 47enne cavese Antonello Barretta: per lui un lusinghiero 8° posto finale.

Successo africano anche nella Gara Femminile – Trofeo Agnese Lodato, vinta dalla keniana Vivian Jerop Kemboi (classe 1994) dell’Athletic Terni, che si è involata subito dopo lo “start” ed ha progressivamente scavato un solco tra sé e le sue avversarie. Una prestazione straordinaria, chiusa con l’eccezionale crono di 27’12”, ad un 1” soltanto dal record della corsa di Claudia Pinna (2012).

Al 2° posto con il tempo di 30’18” una protagonista “storica” della manifestazione, Palma De Leo (classe 1977) del G.S. Lammari, trionfatrice delle edizioni 2009-2010-2013. Ottima 3ª posizione per la giovanissima Erica Sorrentino (classe 1998, tempo 32’42”) dell’ASD Polisportiva Astro 2000, plurivincitrice negli anni scorsi delle categorie Allieve e Cadette.

In contemporanea e sullo stesso percorso degli Assoluti – grande novità di quest’edizione – hanno gareggiato anche gli Allievi – Trofeo Giuliano Ferrara, che hanno terminato la loro “fatica” al traguardo intermedio di San Lorenzo (km 2,8). Successo bis dopo quello dello scorso anno per Ketzal Cifuentes (classe 2000, tempo 9’45”) dell’ASD Atletica Isaura Valle dell’Irno, che ha preceduto Roberto Adduono (classe 2000, 10’07”) ed Antonio Stabile (classe 2000, 10’09”), entrambi dell’ASD Podisti Cava Picentini Costa d’Amalfi.

La giornata si è aperta come da tradizione con la gara dedicata agli studenti delle Scuole Medie (mt 600), a conclusione del progetto “Aspettando la San Lorenzo”. Successo finale per Mamadou Diallo della “Carducci-Trezza”, alle cui spalle si sono piazzati nell’ordine Nicola Santoriello della “Balzico” e Christian Civale della “Carducci-Trezza”. Nella classifica per società trionfo dell’ASD Atletica Isaura Valle dell’Irno, che ha preceduto l’ASD Atletica Camaldolese – Campagna (Sa) e l’ASD International Security Service – Nola (Na).

Le intense emozioni della giornata agonistica, “gustate” sia al traguardo che lungo il percorso da un foltissimo pubblico ed “amplificate” dalla verve dello speaker Marco Cascone, sono state precedute da momenti di profonda commozione in occasione dell’omaggio pre-gara a Marco Senatore e Gianpaolo Viscito, due podisti cavesi prematuramente scomparsi nel 2016 e nel 2013. Un “ricordo” in memoria dei loro cari è stato consegnato alle mogli, rispettivamente Paola Santoriello ed Annalisa Simplicio, che poi hanno anche dato all’unisono lo “start” alla Gara Assoluti.

Un’altra novità di quest’edizione ha riguardato la location della cerimonia di premiazione, svoltasi nella corte rinascimentale di Casa Apicella ed alla quale sono intervenute come di consueto numerose autorità, tra cui il Sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli, il già Senatore ed Europarlamentare Alfonso Andria, il Delegato provinciale del CONI, Paola Berardino, ed il Presidente regionale del Centro Sportivo Italiano, Enrico Pellino.

Tra i momenti più attesi la consegna ad Antonietta Di Martino del riconoscimento allo “Sportivo cavese dell’anno” – Premio alla carriera, istituito dall’Amministrazione comunale per premiare lo sportivo metelliano maggiormente distintosi nel corso dell’anno. Primatista nazionale di salto in alto sia all’aperto (2,03 m) che al coperto (2,04 m), vincitrice di due medaglie d’argento ed una di bronzo ai Mondiali, di una medaglia d’oro ed una d’argento agli Europei e di 10 titoli italiani assoluti, la campionessa e neo mamma cavese ha “incassato” con soddisfazione l’ovazione dei presenti ed ha invitato i più giovani a coltivare il loro sogno sportivo. Come ha fatto lei in passato con tenacia e determinazione, il che le ha consentito di superare tanti infortuni e di competere con avversarie mondiali più “dotate” dal punto di vista fisico.  

Tra i numerosi riconoscimenti consegnati, sia la Medaglia di Bronzo del Presidente del Senato che la Targa della Città di Cava de’ Tirreni, destinate alle società prime classificate rispettivamente delle categorie giovanili e della categoria Assoluti, sono andate all’ASD Atletica Isaura Valle dell’Irno, mentre il “Portico d’Argento”, premio messo in palio dall’Azienda di Soggiorno e Turismo metelliana ed assegnato a giudizio insindacabile del Comitato Organizzatore, è stato assegnato a Gerardo Canora, storico fondatore e “Presidentissimo” del Centro Sportivo Italiano di Cava de’ Tirreni.

Calato il sipario su quest’ennesima soddisfacente edizione, la “Podistica Internazionale San Lorenzo” dà fin d’ora appuntamento a settembre 2018 per il 57° capitolo di un’entusiasmante storia che prosegue dal 1962 

Premiazione in Aula Consiliare del Concorso “Una Torre per la Pace”, organizzato dagli Sbandieratori Cavensi

una-torre-per-la-pace-cava-de-tirreni-maggio-2017-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Nella mattinata del 24 maggio si è tenuta, nell’Aula Consiliare del Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, la cerimonia di premiazione del concorso scolastico “Una torre per la pace“, organizzato nell’ambito delle attività del XXVIII Festival delle Torri, dal Comitato Permanente Organizzazione “Festival delle Torri”, settore dell’Ente Sbandieratori Cavensi – Città di Cava de’ Tirreni e dagli Assessorati alla Pubblica Istruzione, alle Politiche Sociali e alle Politiche Giovanili del Comune di Cava de’ Tirreni.

Oggetto del concorso era il tema della diversità culturale, attraverso le tradizioni della propria città, del Cile e della Georgia, nazioni ospiti del XXVIII Festival delle Torri. All’iniziativa, giunta alla sua seconda edizione, hanno partecipato, con disegni, manufatti ed elaborati di scrittura creativa, oltre trecento studenti in rappresentanza dalle scuole primarie e secondarie di secondo grado della città di Cava de’ Tirreni.

Le opere sono state valutate da una commissione giudicante così composta: Prof. Franco Bruno Vitolo, Presidente; Prof. Vincenzo Passa, Consigliere delegato all’Istruzione; Dott.ssa Autilia Avagliano, Assessore alle Politiche Sociali; Avv. Paola Moschillo, Assessore alle Politiche Giovanili; Prof. Alfonso Vitale, artista e disegnatore della Torre della Pace. Sono stati premiati, sia per le scuole primarie che per le scuole secondarie: il miglior disegno; il miglior manufatto; il miglior elaborato di scrittura creativa.

Le opere vincitrici saranno in futuro esposte per tutta la durata del XXVIII Festival delle Torri dal 2 al 6 agosto 2017 e saranno inoltre presentate nel corso delle serate rassegna dedicate al Cile e alla Georgia, alla presenza del gruppo di alunni premiati, dei loro insegnanti e dei rispettivi Dirigenti Scolastici.

Sezione Disegno:

Scuola primaria : Primo premio all’opera “Il mondo che vorrebbero i bambini è un mondo di pace” – Classe IV A – II Circolo Didattico.

Menzione speciale all’opera “Una torre per la pace” – Classe II C, I.C. “Carducci – Trezza”.

Scuola secondaria: Primo premio all’opera “Insieme con gioia. La torre vivente” – Classe I G, Istituto Comprensivo Giovanni XXIII.

Menzione speciale all’opera “Una torre per la pace” – Classe III G, I.C.”Carducci – Trezza”

 Sezione Manufatto:

Scuola primaria : Primo premio all’opera “Una torre per la pace” – Classi III B, III C – I.C. Carducci-Trezza.

Menzione speciale alle opere: “Pensieri di pace” – II A, I.C. “Carducci – Trezza”; “Costruiamo la pace” – Classi III B – III C – I.C. “Carducci Trezza”; “Uniti per la pace” – III A, I Circolo didattico

Scuola secondaria: Primo premio all’opera “The tower of transformation” – Classe I G – I.C.

“Carducci – Trezza”.

 Sezione Scrittura Creativa:

Scuola primaria : Primo premioall’opera “Noi costruttori di pace” – Chiara Senatore IV A – I.C. “Carducci-Trezza”.
Menzione speciale all’opera “Noi costruttori di pace” – Felice Scermino IV A – I.C. “Carducci- Trezza”.

Scuola secondaria: Primo premioall’opera “Differenza non c’è” – Classe III M – Scuola

Media Statale A. Balzico.

In partenza per la Nigeria l’Ambulanza Cava 3, donata dall’Associazione Mani Amiche e trasportata dall’Associazione SOSolidarietà

SALERNO e CAVA DE’ TIRRENI (SA). SOSolidarietà, di Salerno, e Mani Amiche, di Cava de’ Tirreni: due associazioni che hanno la Solidarietà nel loro DNA, oltre che nel nome, e che sono nate proprio per viverla, applicarla e diffonderla. Insieme, hanno costituito un ideale gemellaggio per superare barriere e frontiere, unendosi per la donazione di un’ambulanza, la Cava3, finora di proprietà di Mani Amiche, al villaggio nigeriano di Ngugo-Ikeduru, “adottato” da SOS Solidarietà, che ha curato la realizzazione del trasporto in loco del prezioso mezzo di locomozione.

La consegna è avvenuta ufficialmente domenica 19 aprile, nel corso di una calda cerimonia, presieduta dal Presidente di Mani Amiche, Luigi Ferrarese, che, dopo aver affettuosamente abbracciato la memoria dell’ultradecennale e compianto Presidentissimo Antonio Lodato, di cui è degnissimo successore, ha ricordato con giusta soddisfazione i quasi venticinque anni di attività di Mani Amiche. Le sue ambulanze per trasportare malati hanno percorso centinaia di migliaia di chilometri, quasi un giro del mondo, senza fini di lucro e fondandosi solo sul lavoro di benemeriti volontari e sulle offerte volontarie di pazienti, soci e benefattori. Insomma, nozze d’argento con la solidarietà che sono oro di umanità…

Ha portato il saluto e il ringraziamento del Comune di Cava l’Assessore ai Servizi Sociali, la Dott. Autilia Avagliano, che ha ricordato lo spirito senza frontiere e senza barriere della vera solidarietà e, nel nome del bellissimo slogan con cui la nuova Amministrazione Servalli si vorrebbe caratterizzare, cioè Nessuno resti solo, ha garantito un impegno sempre maggiore del Comune a sostegno del volontariato, sia con agevolazioni amministrative sia con la promozione di una degna Cultura della Dignità del cittadino.

A nome dell’Associazione SOSolidarietà ha parlato la Dott. Maria Aolide Tonin, un motore rombante di energia civile e morale. Nel suo discorso ha “decollato” con un grazie per la donazione generosa, utile e significativa, ponendo poi sul piatto delle questioni senza frontiere. Le ingiustizie sociali e le disuguaglianze tra i popoli sono una piaga della nostra società, resa ancora più grave e purulenta dal peso della povertà, che in certi luoghi è durissima da sostenere e tende ad avanzare a macchia d’olio. Oltre alle sempre esecrabili e mai innocenti guerre scatenate in continuazione, è proprio la povertà una delle cause prime dei dilaganti fenomeni di immigrazione che stanno insanguinando il Mediterraneo e togliendogli il respiro.

Pur con tutta la buona volontà, la povertà non si combatte solo con l’accoglienza: mancano lo spazio e le risorse per aprirsi a tutti e a tutto. Si può ottenere qualche risultato in più creando strutture e offrendo mezzi nei territori di origine degli sventurati che ne sono oppressi. Scuole, agricoltura, assistenza ed educazione sanitaria, informazioni sul controllo delle nascite e sulla vita sessuale, riduzione del rischio nel parto, idrocondutture, sono i volani di un atteggiamento costruttivo che possa portare a offrire non solo il pesce per il pranzo, ma anche la rete per poter pescare.
Pur sapendo che ogni gesto rimane la classica goccia nell’oceano, è importante che chi può si faccia almeno goccia: è questa la via per salvare i fratelli e nello stesso tempo proteggere noi stessi. In questa direzione va l’utilizzo dell’ambulanza in loco, così come molte delle iniziative intraprese dall’Associazione nella Provincia nigeriana di Owerri nell’Imo State, alias l’ex Biafra di tristissima memoria per le odissee di fame che hanno dovuto affrontare i suoi abitanti.

Alla fine, scambio di abbracci, materiali ed ideali, davanti all’ambulanza in partenza, la Cava 3, che saluta la “sua” Mani Amiche in perfetta efficienza dopo alcuni lustri di onorato servizio, ed alla nuova, modernissima ambulanza, intitolata proprio al rimpianto Presidente Antonio Lodato. L’Associazione se ne è potuta dotare grazie alle ben meritate donazioni ed al rastrellamento del pur inflazionato cinque per mille, nonostante non riceva ancora a livello pubblico, tutte le agevolazioni che meriterebbe: ad esempio, quanto “respiro” regalerebbero i circa duemilacinquecento euro risparmiati, se le fosse condonato il pagamento di Tarsu&Co, in quanto Ente di servizio pubblico e senza fini di lucro …

Convegno sulla “cura della Casa Comune“ alla luce dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco

locandina-convegno-laudato-si'-cava-de'-tirreni-aprile-2016-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Nell’ambito delle varie attività di solidarietà e di sensibilizzazione all’impegno, tra cui quello di sostenere i progetti di scolarizzazione e di prevenzione dell’Aids , l’Associazione missionaria “Pietre Vive”, dal 2008 impegnata nella Repubblica Democratica del Congo con i frati cappuccini della Provincia Salernitana-lucana, in collaborazione con il Punto Pace Pax Christi e l’Arcidiocesi di Amalfi – Cava de’Tirreni, ha organizzato presso l’Aula Consiliare del Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, sabato 16 aprile, ore 9.00, un convegno sull’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, per riflettere e dialogare insieme sui temi della solidarietà, della giustizia, dell’ambiente e salvaguardia del creato.

Interverranno: il Sindaco di Cava de’ Tirreni Vincenzo Servalli, l’Arcivescovo di Amalfi-Cava Mons. Orazio Soricelli, Padre Giuseppe Celli, ofm cap. socio fondatore di Pietre vive, Maria Olmina D’Arienzo, Dirigente Scolastico del Liceo Scientifico “A.Genoino” di Cava de’ Tirreni, Carmine Timpone, Vicepresidente di Pietre vive, Valentino Incampo, Padre Guardiano del Convento di San Felice, fraGiuseppe Caso dal Congo (RDC) il cantautore fra Massimo Poppiti.Condurrà Rita Cardone, Presidente dell’ Ass. “Pietre vive”, con la collaborazione di Franco Bruno Vitolo.

Il Convegno si preannuncia molto interessante perché tratta di tematiche di grande attualità nel contesto storico attuale e ritenute necessarie per la creazione di nuovi stili di vita attraverso un “cammino educativo “, che conduca alla protezione della “Casa Comune”, preoccupati “di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile ed integrale”. 

Nuove intitolazioni di luoghi pubblici: una strada a San Cesareo per Pasquale Capone, eroe di guerra, e una villetta per Giorgio Lisi, docente, giornalista, umanista

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Dopo i tributi toponomastici resi a Benedetto Gravagnuolo (il viale che costeggia il Trincerone), a Gaetano Avigliano (la piazza della stazione ferroviaria), a Maria Casaburi (una strada nuova di San Cesareo), è andata in porto laterza puntata della serie di cerimonie, convegni e scoprimento delle lapidi in attuazione delle delibere stabilite fin dal novembre 2014, nell’ultimo periodo della sindacatura di Marco Galdi, dalla Commissione Toponomastica, guidata dall’architetto Alberto Barone.

“In scena” Giorgio Lisi e Pasquale Capone: un insegnante umanista e giornalista e un eroe di guerra, due cavesi non “doc”, ma come se lo fossero, due cittadini capaci nel corso della loro vita di guardare ben oltre il loro ombelico, due personaggi che hanno saputo lasciare un segno fecondo,

La commemorazione, ricca di ricordi batticuore e di finestre sulla storia cittadina e nazionale, è avvenuta sabato 2 aprile 2016 nella bellissima Sala di Rappresentanza del Comune. Al prof. Giorgio Lisi è stata intestata la villetta nello slargo tra via Ragone e via Sala, vicina alla sua abitazione; al Maggiore dell’Esercito Pasquale Caponeuna strada nuova nella zona residenziale di San Cesareo, vicina alla sua casa di Castagneto ed al luogo dove egli fu giustiziato dai Tedeschi.

Pasquale Capone (Salerno 1896 – Cava de’ Tirreni 1943), dopo aver partecipato alla Prima Guerra Mondiale come ufficiale di complemento, partecipò come capitano di artiglieria alla Seconda Guerra Mondiale, combattendo in Africa. Per malattia fu rimpatriato e collocato in aspettativa col grado di Maggiore, nel 1941. Si ritirò nella sua casa di Castagneto a Cava e qui nel 1943, dopo lo sbarco degli Alleati, avvenne l’episodio che lo ha consacrato alla storia e gli ha fatto guadagnare la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Avendo infatti visto dalle finestre dell’abitazione un gruppo di civili arrestati da un drappello tedesco e, prevedendo che si stesse preparando un’esecuzione di massa, scompaginò la situazione non esitando ad aprire il fuoco, con armi proprie, contro i soldati nemici. Questi reagirono e attaccarono la casa, uccidendo il padre di Capone, che lo aveva aiutato nell’attacco, e, davanti agli occhi atterriti del figlioletto, trascinarono fuori il Maggiore passandolo per le armi.

Giorgio Lisi (Locorotondo 1914 – Cava de’ Tirreni 1979), nato in Puglia e laureatosi in Lettere a Napoli, durante la fase finale della Seconda Guerra Mondiale si rifugiò con la famiglia a Cava da Napoli e qui rimase fino alla prematura scomparsa, avvenuta all’improvviso solo due anni dopo quella della consorte Adalgisa: una morte forse inconsciamente cercata e indotta dal dolore insopportabile della perdita del “cemento amato” della sua vita e dei suoi sei figli. Fu appassionato educatore (insegnante di materie letterarie presso il Liceo “Marco Galdi” ed in precedenza presso i Licei di Nocera Inferiore e Amalfi), sagace giornalista (corrispondente dei quotidiani Roma e Napoli notte, collaboratore incisivo e stimolante dei periodici Il Pungolo e Il Castello, conduttore di una trasmissione di attualità su Radio Cava Centrale), elegante poeta (varie sue liriche furono pubblicate da Il Castello), attivo motore della vita culturale, sociale e politica cavese (consigliere comunale, coinvolgente conferenziere, studioso appassionato di Dante, coideatore della Lectura Dantis Metelliana, cofondatore del Social Tennis). Ha lasciato interessanti saggi letterari, tra cui ricordiamo: 1876 – La Sinistra al potere, Tasso e Galilei, Il “Sacrificio” di Ulisse, Introduzione allo studio del Verismo, Benedetto Croce nel centenario della nascita.

Numerose le personalità intervenute sia alla cerimonia in Comune sia allo scoprimento della targa.

L’Avvocato Giovanni Del Vecchio, Consigliere Comunale Delegato alla Cultura, che ha ufficialmente rappresentato il Sindaco Vincenzo Servalli, ha manifestato il suo compiacimento per la presenza nella storia cittadina di due personalità portatrici di valori alti e formativi e si è fatto espressione del giusto e affettuoso orgoglio della comunità cittadina di oggi per la qualità ed il prestigio di due cavesi acquisiti ed ammirati.

Sulla stessa linea si è posto l’ex Sindaco Marco Galdi, sotto la cui Amministrazione è stato concesso l’alto onore e che con affettuosa soddisfazione ha rimarcato il valore della scelta e l’importanza civica di una linea valoriale di continuità abbracciata dal suo successore.

Attraverso un breve e significativo messaggio, presentato dal figlio Dott. Daniele, il prof. Salvatore Fasano, storico Presidente della Commissione Toponomastica che per un ventennio ha dato nomi e volti alle strade e ai luoghi pubblici cittadini, nell’esprimere il proprio compiacimento per la realizzazione della cerimonia, ha giustamente ricordato che essa giunge al termine di un lungo cammino, essendo stata formulata la prima proposta di intitolazione relativa a Pasquale Capone circa venti anni fa, e che entrambi figurano tra le proposte inserite nel libro “Le strade di Cava – Toponomastica storica”, realizzato da lui stesso insieme con altri quattro coautori.

Alberto Barone, Presidente della Commissione Toponomastica uscente (che, detto per inciso, è stata magnificamente supportata dalla segretaria Marisa Zenna), dopo aver evidenziato con sintetica e comunicativa chiarezza la linea della Commissione aperta a personaggi significativi, moderni e di vario settore ed appartenenza, ha tracciato un esauriente profilo biografico dei due personaggi, sottolineando il valore della scelta. Nel caso di oggi, entrambi i personaggi non sono cavesi di nascita, eppure la città si riconosce in loro e nelle loro azioni.

Di Pasquale Capone, Alberto Barone ha detto che egli “ha donato alla nostra città la forza di un gesto che, se definissi eroico sarebbe riduttivo: gli eroi appartengono al mondo dei miti, elementi immaginari di congiunzione tra il monde degli uomini e quello degli dei.

Mi piace pensare a Pasquale Capone come uomo vero e reale: il coraggioso non è il temerario, lo sconsiderato, l’avventato, piuttosto colui che si impegna, lotta e combatte con la forza delle proprie convinzioni e dei valori in cui crede. La sua è una vicenda umana che va ben oltre i limiti temporali e che invece conferma la propria tragica attualità. Da una parte la ferocia della violenza espressa con il fragore delle armi, o nascosta nel corpo di un kamikaze, nel dramma di un gommone alla deriva, nella profanazione dei luoghi d’arte e di natura; dall’altra il sacrificio che per il solo fatto di essere accaduto, opponendosi alla logica del male lo riscatta ripristinando quei valori sacri ed inviolabili della libertà e della vita umana, intorno ai quali una comunità si riconosce e costruisce sé stessa.

Di Giorgio Lisi, ha ricordato la pungente sagacia giornalistica, l’alto profilo culturale, l’incisività della presenza didattica, la sensibilità poetica ed umana, il senso di partecipazione viva ed attiva alla vita della Città sia a livello istituzionale sia nell’humus della piazza e della vita quotidiana. E non ha mancato di ricordare affettuosamente la figlia Armida, Direttrice dell’Università della Terza Età cittadina, presentatrice dell’originaria domanda di intitolazione e scomparsa giusto un mese prima della cerimonia, e di salutare la nipote, arch. Adalgisa Sammarco, che ha rinfrescato e sollecitato la richiesta nel corso del 2014.

Lo storico di Cava Massimo Buchicchio, dopo aver ripercorso i momenti drammatici di quei giorni non solo nel nostro territorio ma in tutta Italia, ha descritto quasi al rallentatore l’arresto dei civili, la sparatoria di Capone e la successiva esecuzione, con il dichiarato intento di inserire l’episodio nel più vasto contesto storico nazionale e di valorizzarlo non come un semplice “fatto di guerra”, ma come uno dei primi nobili e lodevoli esempi della Resistenza contro il nazifascismo, che poi porterà alla Liberazione ed alla nascita della nuova Italia, democratica e repubblicana.

Il senso del dovere, la forza della reazione, il coraggio dell’azione, lo spirito “per sempre” della divisa: questi i valori umani e militari di alto profilo emersi in parole chiare ed incisive nel successivo intervento, tenuto dal Tenente Colonnello GennaroTroise, che ha rappresentato e “raccontato” la Caserma di Persano dell’VIII Reggimento di Artiglieria, dedicata proprio all’eroico Maggiore Pasquale Capone, ex Artigliere.

Dopo un significativo saluto del Vice Presidente della Provincia, Sabato Tenore, a testimonianza della portata della manifestazione, è stato il turno dello scrivente, Franco Bruno Vitolo, che ha fatto anche da conduttore dell’intera manifestazione. Tratteggiando la figura del prof. Giorgio Lisi dalla doppia ottica giornalistica e familiare (il fratello Carmine era il genero del professore), è risalito al rapporto incancellabile con la sua terra ed alle lontane radici contadine. Queste sono state del resto ricordate anche in una toccante poesia di Lisi letta in apertura di giornata, in cui egli rievoca le scarpe rotte e la cartella di legno che lo accompagnavano agli inizi del suo cammino di studi, realizzato in seminario, come allora si confaceva ai giovani capaci ma non in grado di sostenersi da soli.

Il relatore ha quindi ripercorso la sua storia umana e sociale, rimarcando, oltre alle informazioni sopracitate, qualche aspetto particolare. Ad esempio, l’attualità sempre viva dei suoi quaderni di doglianza mensili sul Pungolo, l’onestà intellettuale del suo pensiero politico, dato che, pur da convinto sostenitore della Destra, fu sempre rispettoso dei “politicamente diversi” e non esitò a dare il suo voto altrove quando ne apprezzava il voto o l’opportunità. E le tre P del suo essere docente: la Persona da rispettare nell’alunno, la Passione da vivere e trasmettere rispetto agli argomenti studiati, l’autonomia della Personalità, da conservare rispetto a chiunque, a cominciare dall’autorità, fosse anche il Preside… Infine ha tracciato un profilo del suo amare la famiglia, vivere per la famiglia, farsi famiglia: severo e presente, austero e autorevole, non sempre accessibile, ma sempre garanzia di affettuosità. E innamorato di sua moglie, al punto da non sopportare più di viverne senza e da averla “raggiunta” molto presto per un malore naturale ma forse “desiderato”. Sarebbe stato felice di essere come i mitici Filemone e Bauci, i due anziani coniugi che chiesero agli dei la grazia di andarsene insieme…

L’avv. Luciano D’Amato, uno degli ultimi allievi di Lisi, ha innalzato un affettuoso canto di gratitudine, a nome anche dei suoi compagni oggi tutti affermati professionisti, con un intervento intenso, sincero e partecipato, oltre che arricchito dall’ostentazione di un libro autografato, datogli in dono dal prof. Giorgio in persona con una benaugurante dedica di viatico verso un luminoso avvenire.

Sulle prime ci sembrò accigliato, burbero, distaccato. Direi quasi che nel mio immaginario incarnasse uno dei personaggi danteschi che tentava di illustrare nel loro spessore, nel loro significato a noi sedicenni, ricchi di grandi idee, speranze ma anche di ormoni tardoestivi…. Era forse un po’ stanco di una lunga carriera, ma diede, ritengo, ancora una volta il meglio di sé.

La sua passione per Alighieri traspariva intensamente, soprattutto nelle sue dissertazioni circa i motivi riportati in ogni singolo canto. E nella mia mente è rimasta impressa, con un ricordo nitido, la sua analisi dell’ invettiva della Capraia e della Gorgona. Quando tornai a casa, ne parlai, ancora affascinato, con i miei genitori. Mia madre, che è di origini lucchesi, ricordava bene fatti e cose, e, visto come ero stato colpito, mi disse: “Bravo certamente chi l’ ha scritto ma ancor più bravo chi te l’ha fatto apparire così bello…”

Per rendere il giusto onore ad un concittadino così prestigioso, è venuta direttamente dalla sua natia Locorotondo una delegazione ufficiale, guidata dall’Ass. Michele De Giuseppe, che, con sorridente e affettuosa bonomia, oltre a promettere altre azioni in loco di recupero della figura di Lisi, ha comunicato l’orgoglio di tutta la sua comunità ed ha fatto riferimento alla pugliesità identitaria, che non fa perdere mai ad un concittadino il rapporto con la sua terra e le sue origini.

Una pugliesità, di cui Giorgio Lisi andava fiero e che riusciva magnificamente a coniugare con la cavesità, in un mix di valori solidi e rigore morale che ha lasciato una profonda traccia, soprattutto nella sua numerosa famiglia, che ancora oggi “odora di babbo, di nonno, di Giorgio”. Lo si è visto anche nel momento finale del convegno, quando sul telone bianco dello schermo in sala, commentate con calore dalla nipote Adalgisa, si sono susseguite le foto personali e quelle di uomo pubblico, in famiglia, con gli alunni, con personalità come Eugenio Abbro, Daniele Caiazza, Domenica Apicella, l’Abate della Badia, Domenico Rea, Giuseppe Prezzolini. Un emozionato percorso, al quale hanno partecipato con gli occhi e col cuore anche le figlie Marussia, Brunella e Floriana, i tanti nipoti, compreso il delizioso new entry Michelino, e gli altri parenti ed amici, di cui alcuni venuti anche da fuori Regione. E, a modo loro,”hanno partecipato” anche Armida e Franco, scomparsi negli ultimi tre mesi, assenze presenti in un’occasione dolcemente desiderata per anni. E con loro Nino… e Arturo… e non solo…

Un momento caldo e ricco, come del resto è stato quello delle immagini rievocative di Pasquale Capone, commentate dalla nipote Paola e, medaglia d’oro in bella mostra, dal nipote suo omonimo, figlio proprio di quel ragazzino che assistette impotente alla tragedia dell’arresto del padre prima dell’esecuzione. Una vita segnata da quell’episodio, non digeribile facilmente ma tale da lasciare una luminosa scia di valore civico e morale.

Alla fine, tutti insieme allo scoprimento delle lapidi, dove l’aria si è impregnata del calore degli applausi e dell’emozione dei ricordi, trasformandosi in un ideale e generale abbraccio tra i presenti.

È bello per tutti, sapere che tali persone ci sono state …