cava de’ tirreni

ricerca per tag

 
 

Nuove intitolazioni di luoghi pubblici: una strada a San Cesareo per Pasquale Capone, eroe di guerra, e una villetta per Giorgio Lisi, docente, giornalista, umanista

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Dopo i tributi toponomastici resi a Benedetto Gravagnuolo (il viale che costeggia il Trincerone), a Gaetano Avigliano (la piazza della stazione ferroviaria), a Maria Casaburi (una strada nuova di San Cesareo), è andata in porto laterza puntata della serie di cerimonie, convegni e scoprimento delle lapidi in attuazione delle delibere stabilite fin dal novembre 2014, nell’ultimo periodo della sindacatura di Marco Galdi, dalla Commissione Toponomastica, guidata dall’architetto Alberto Barone.

“In scena” Giorgio Lisi e Pasquale Capone: un insegnante umanista e giornalista e un eroe di guerra, due cavesi non “doc”, ma come se lo fossero, due cittadini capaci nel corso della loro vita di guardare ben oltre il loro ombelico, due personaggi che hanno saputo lasciare un segno fecondo,

La commemorazione, ricca di ricordi batticuore e di finestre sulla storia cittadina e nazionale, è avvenuta sabato 2 aprile 2016 nella bellissima Sala di Rappresentanza del Comune. Al prof. Giorgio Lisi è stata intestata la villetta nello slargo tra via Ragone e via Sala, vicina alla sua abitazione; al Maggiore dell’Esercito Pasquale Caponeuna strada nuova nella zona residenziale di San Cesareo, vicina alla sua casa di Castagneto ed al luogo dove egli fu giustiziato dai Tedeschi.

Pasquale Capone (Salerno 1896 – Cava de’ Tirreni 1943), dopo aver partecipato alla Prima Guerra Mondiale come ufficiale di complemento, partecipò come capitano di artiglieria alla Seconda Guerra Mondiale, combattendo in Africa. Per malattia fu rimpatriato e collocato in aspettativa col grado di Maggiore, nel 1941. Si ritirò nella sua casa di Castagneto a Cava e qui nel 1943, dopo lo sbarco degli Alleati, avvenne l’episodio che lo ha consacrato alla storia e gli ha fatto guadagnare la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Avendo infatti visto dalle finestre dell’abitazione un gruppo di civili arrestati da un drappello tedesco e, prevedendo che si stesse preparando un’esecuzione di massa, scompaginò la situazione non esitando ad aprire il fuoco, con armi proprie, contro i soldati nemici. Questi reagirono e attaccarono la casa, uccidendo il padre di Capone, che lo aveva aiutato nell’attacco, e, davanti agli occhi atterriti del figlioletto, trascinarono fuori il Maggiore passandolo per le armi.

Giorgio Lisi (Locorotondo 1914 – Cava de’ Tirreni 1979), nato in Puglia e laureatosi in Lettere a Napoli, durante la fase finale della Seconda Guerra Mondiale si rifugiò con la famiglia a Cava da Napoli e qui rimase fino alla prematura scomparsa, avvenuta all’improvviso solo due anni dopo quella della consorte Adalgisa: una morte forse inconsciamente cercata e indotta dal dolore insopportabile della perdita del “cemento amato” della sua vita e dei suoi sei figli. Fu appassionato educatore (insegnante di materie letterarie presso il Liceo “Marco Galdi” ed in precedenza presso i Licei di Nocera Inferiore e Amalfi), sagace giornalista (corrispondente dei quotidiani Roma e Napoli notte, collaboratore incisivo e stimolante dei periodici Il Pungolo e Il Castello, conduttore di una trasmissione di attualità su Radio Cava Centrale), elegante poeta (varie sue liriche furono pubblicate da Il Castello), attivo motore della vita culturale, sociale e politica cavese (consigliere comunale, coinvolgente conferenziere, studioso appassionato di Dante, coideatore della Lectura Dantis Metelliana, cofondatore del Social Tennis). Ha lasciato interessanti saggi letterari, tra cui ricordiamo: 1876 – La Sinistra al potere, Tasso e Galilei, Il “Sacrificio” di Ulisse, Introduzione allo studio del Verismo, Benedetto Croce nel centenario della nascita.

Numerose le personalità intervenute sia alla cerimonia in Comune sia allo scoprimento della targa.

L’Avvocato Giovanni Del Vecchio, Consigliere Comunale Delegato alla Cultura, che ha ufficialmente rappresentato il Sindaco Vincenzo Servalli, ha manifestato il suo compiacimento per la presenza nella storia cittadina di due personalità portatrici di valori alti e formativi e si è fatto espressione del giusto e affettuoso orgoglio della comunità cittadina di oggi per la qualità ed il prestigio di due cavesi acquisiti ed ammirati.

Sulla stessa linea si è posto l’ex Sindaco Marco Galdi, sotto la cui Amministrazione è stato concesso l’alto onore e che con affettuosa soddisfazione ha rimarcato il valore della scelta e l’importanza civica di una linea valoriale di continuità abbracciata dal suo successore.

Attraverso un breve e significativo messaggio, presentato dal figlio Dott. Daniele, il prof. Salvatore Fasano, storico Presidente della Commissione Toponomastica che per un ventennio ha dato nomi e volti alle strade e ai luoghi pubblici cittadini, nell’esprimere il proprio compiacimento per la realizzazione della cerimonia, ha giustamente ricordato che essa giunge al termine di un lungo cammino, essendo stata formulata la prima proposta di intitolazione relativa a Pasquale Capone circa venti anni fa, e che entrambi figurano tra le proposte inserite nel libro “Le strade di Cava – Toponomastica storica”, realizzato da lui stesso insieme con altri quattro coautori.

Alberto Barone, Presidente della Commissione Toponomastica uscente (che, detto per inciso, è stata magnificamente supportata dalla segretaria Marisa Zenna), dopo aver evidenziato con sintetica e comunicativa chiarezza la linea della Commissione aperta a personaggi significativi, moderni e di vario settore ed appartenenza, ha tracciato un esauriente profilo biografico dei due personaggi, sottolineando il valore della scelta. Nel caso di oggi, entrambi i personaggi non sono cavesi di nascita, eppure la città si riconosce in loro e nelle loro azioni.

Di Pasquale Capone, Alberto Barone ha detto che egli “ha donato alla nostra città la forza di un gesto che, se definissi eroico sarebbe riduttivo: gli eroi appartengono al mondo dei miti, elementi immaginari di congiunzione tra il monde degli uomini e quello degli dei.

Mi piace pensare a Pasquale Capone come uomo vero e reale: il coraggioso non è il temerario, lo sconsiderato, l’avventato, piuttosto colui che si impegna, lotta e combatte con la forza delle proprie convinzioni e dei valori in cui crede. La sua è una vicenda umana che va ben oltre i limiti temporali e che invece conferma la propria tragica attualità. Da una parte la ferocia della violenza espressa con il fragore delle armi, o nascosta nel corpo di un kamikaze, nel dramma di un gommone alla deriva, nella profanazione dei luoghi d’arte e di natura; dall’altra il sacrificio che per il solo fatto di essere accaduto, opponendosi alla logica del male lo riscatta ripristinando quei valori sacri ed inviolabili della libertà e della vita umana, intorno ai quali una comunità si riconosce e costruisce sé stessa.

Di Giorgio Lisi, ha ricordato la pungente sagacia giornalistica, l’alto profilo culturale, l’incisività della presenza didattica, la sensibilità poetica ed umana, il senso di partecipazione viva ed attiva alla vita della Città sia a livello istituzionale sia nell’humus della piazza e della vita quotidiana. E non ha mancato di ricordare affettuosamente la figlia Armida, Direttrice dell’Università della Terza Età cittadina, presentatrice dell’originaria domanda di intitolazione e scomparsa giusto un mese prima della cerimonia, e di salutare la nipote, arch. Adalgisa Sammarco, che ha rinfrescato e sollecitato la richiesta nel corso del 2014.

Lo storico di Cava Massimo Buchicchio, dopo aver ripercorso i momenti drammatici di quei giorni non solo nel nostro territorio ma in tutta Italia, ha descritto quasi al rallentatore l’arresto dei civili, la sparatoria di Capone e la successiva esecuzione, con il dichiarato intento di inserire l’episodio nel più vasto contesto storico nazionale e di valorizzarlo non come un semplice “fatto di guerra”, ma come uno dei primi nobili e lodevoli esempi della Resistenza contro il nazifascismo, che poi porterà alla Liberazione ed alla nascita della nuova Italia, democratica e repubblicana.

Il senso del dovere, la forza della reazione, il coraggio dell’azione, lo spirito “per sempre” della divisa: questi i valori umani e militari di alto profilo emersi in parole chiare ed incisive nel successivo intervento, tenuto dal Tenente Colonnello GennaroTroise, che ha rappresentato e “raccontato” la Caserma di Persano dell’VIII Reggimento di Artiglieria, dedicata proprio all’eroico Maggiore Pasquale Capone, ex Artigliere.

Dopo un significativo saluto del Vice Presidente della Provincia, Sabato Tenore, a testimonianza della portata della manifestazione, è stato il turno dello scrivente, Franco Bruno Vitolo, che ha fatto anche da conduttore dell’intera manifestazione. Tratteggiando la figura del prof. Giorgio Lisi dalla doppia ottica giornalistica e familiare (il fratello Carmine era il genero del professore), è risalito al rapporto incancellabile con la sua terra ed alle lontane radici contadine. Queste sono state del resto ricordate anche in una toccante poesia di Lisi letta in apertura di giornata, in cui egli rievoca le scarpe rotte e la cartella di legno che lo accompagnavano agli inizi del suo cammino di studi, realizzato in seminario, come allora si confaceva ai giovani capaci ma non in grado di sostenersi da soli.

Il relatore ha quindi ripercorso la sua storia umana e sociale, rimarcando, oltre alle informazioni sopracitate, qualche aspetto particolare. Ad esempio, l’attualità sempre viva dei suoi quaderni di doglianza mensili sul Pungolo, l’onestà intellettuale del suo pensiero politico, dato che, pur da convinto sostenitore della Destra, fu sempre rispettoso dei “politicamente diversi” e non esitò a dare il suo voto altrove quando ne apprezzava il voto o l’opportunità. E le tre P del suo essere docente: la Persona da rispettare nell’alunno, la Passione da vivere e trasmettere rispetto agli argomenti studiati, l’autonomia della Personalità, da conservare rispetto a chiunque, a cominciare dall’autorità, fosse anche il Preside… Infine ha tracciato un profilo del suo amare la famiglia, vivere per la famiglia, farsi famiglia: severo e presente, austero e autorevole, non sempre accessibile, ma sempre garanzia di affettuosità. E innamorato di sua moglie, al punto da non sopportare più di viverne senza e da averla “raggiunta” molto presto per un malore naturale ma forse “desiderato”. Sarebbe stato felice di essere come i mitici Filemone e Bauci, i due anziani coniugi che chiesero agli dei la grazia di andarsene insieme…

L’avv. Luciano D’Amato, uno degli ultimi allievi di Lisi, ha innalzato un affettuoso canto di gratitudine, a nome anche dei suoi compagni oggi tutti affermati professionisti, con un intervento intenso, sincero e partecipato, oltre che arricchito dall’ostentazione di un libro autografato, datogli in dono dal prof. Giorgio in persona con una benaugurante dedica di viatico verso un luminoso avvenire.

Sulle prime ci sembrò accigliato, burbero, distaccato. Direi quasi che nel mio immaginario incarnasse uno dei personaggi danteschi che tentava di illustrare nel loro spessore, nel loro significato a noi sedicenni, ricchi di grandi idee, speranze ma anche di ormoni tardoestivi…. Era forse un po’ stanco di una lunga carriera, ma diede, ritengo, ancora una volta il meglio di sé.

La sua passione per Alighieri traspariva intensamente, soprattutto nelle sue dissertazioni circa i motivi riportati in ogni singolo canto. E nella mia mente è rimasta impressa, con un ricordo nitido, la sua analisi dell’ invettiva della Capraia e della Gorgona. Quando tornai a casa, ne parlai, ancora affascinato, con i miei genitori. Mia madre, che è di origini lucchesi, ricordava bene fatti e cose, e, visto come ero stato colpito, mi disse: “Bravo certamente chi l’ ha scritto ma ancor più bravo chi te l’ha fatto apparire così bello…”

Per rendere il giusto onore ad un concittadino così prestigioso, è venuta direttamente dalla sua natia Locorotondo una delegazione ufficiale, guidata dall’Ass. Michele De Giuseppe, che, con sorridente e affettuosa bonomia, oltre a promettere altre azioni in loco di recupero della figura di Lisi, ha comunicato l’orgoglio di tutta la sua comunità ed ha fatto riferimento alla pugliesità identitaria, che non fa perdere mai ad un concittadino il rapporto con la sua terra e le sue origini.

Una pugliesità, di cui Giorgio Lisi andava fiero e che riusciva magnificamente a coniugare con la cavesità, in un mix di valori solidi e rigore morale che ha lasciato una profonda traccia, soprattutto nella sua numerosa famiglia, che ancora oggi “odora di babbo, di nonno, di Giorgio”. Lo si è visto anche nel momento finale del convegno, quando sul telone bianco dello schermo in sala, commentate con calore dalla nipote Adalgisa, si sono susseguite le foto personali e quelle di uomo pubblico, in famiglia, con gli alunni, con personalità come Eugenio Abbro, Daniele Caiazza, Domenica Apicella, l’Abate della Badia, Domenico Rea, Giuseppe Prezzolini. Un emozionato percorso, al quale hanno partecipato con gli occhi e col cuore anche le figlie Marussia, Brunella e Floriana, i tanti nipoti, compreso il delizioso new entry Michelino, e gli altri parenti ed amici, di cui alcuni venuti anche da fuori Regione. E, a modo loro,”hanno partecipato” anche Armida e Franco, scomparsi negli ultimi tre mesi, assenze presenti in un’occasione dolcemente desiderata per anni. E con loro Nino… e Arturo… e non solo…

Un momento caldo e ricco, come del resto è stato quello delle immagini rievocative di Pasquale Capone, commentate dalla nipote Paola e, medaglia d’oro in bella mostra, dal nipote suo omonimo, figlio proprio di quel ragazzino che assistette impotente alla tragedia dell’arresto del padre prima dell’esecuzione. Una vita segnata da quell’episodio, non digeribile facilmente ma tale da lasciare una luminosa scia di valore civico e morale.

Alla fine, tutti insieme allo scoprimento delle lapidi, dove l’aria si è impregnata del calore degli applausi e dell’emozione dei ricordi, trasformandosi in un ideale e generale abbraccio tra i presenti.

È bello per tutti, sapere che tali persone ci sono state …

Rifiuti da favola: consegnati i contenitori alle scuole

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Si è concluso stamattina, nell’Aula Consiliare di Palazzo di Città, con la consegna dei 100 contenitori di carta, il Concorso “Rifiuti da Favola, promosso dall’Amministrazione comunale e in particolare dall’Assessorato all’Ambiente, in collaborazione con Sabox, azienda campana attiva nel recupero della carta e la Cooperativa ERICA, società leader nel campo della comunicazione e progettazione ambientale.

Atto finale della manifestazione che lo scorso 25 novembre vide la premiazione degli alunni di 120 classi delle scuole primarie e secondarie inferiori cittadine che, dopo un percorso educativo con la partecipazione ai laboratori didattici sul riciclo e la raccolta differenziata, hanno prodotto oltre 60 elaborati oggetto di selezione da parte di una apposita commissione.

Ulteriore iniziativa è stata la consegna di quest’oggi, da parte del vicesindaco con delega all’Ambiente, Nunzio Senatore e Aldo Savarese, Amministratore unico della Sabox, di 100 contenitori di cartone riciclato a tutte le scuole per incentivare ancor di più la raccolta differenziata.

“Sull’Ambiente, l’igiene urbana, la raccolta differenziata stiamo puntando moltissimo – afferma il vicesindaco, Nunzio Senatore – una coscienza ambientale non può che formarsi da bambini. Insieme all’Assessore alla Pubblica Istruzione, Paola Moschillo vogliamo sempre di più stringere il rapporto con gli educatori per nuove iniziative come quella che lanceremo tra poco con un concorso fotografico riservato agli studenti cavesi”.

“Siamo lieti di sostenere un progetto del nostro territorio e di farlo con i nostri prodotti, un esempio di come l’economia circolare sia possibile anche in Campania – afferma Aldo Savarese, Amministratore Unico di Sabox – Quello che più ci ha colpito del progetto Rifiuti da Favola è la sensibilizzazione dei ragazzi delle scuole primarie e secondarie, perché crediamo che in questo momento l’educazione ambientale dei giovani sia assolutamente necessaria se vogliamo diffondere una nuova cultura della sostenibilità”.

Prevenzione dei tumore e assistenza ai malati: si è costituita l’AAANT, Associazione Amici dell’ANT. Giovedì 31 marzo a Cava i leader nazionali e regionali

CAVA DE’ TIRRENI (SA). A sei mesi dalla presentazione in Provincia, presso il Lido Esercito a Pastena di Salerno, dopo aver gettato i giusti semi organizzativi dell’attività futura ed essersi testata con alcune significative iniziative pubbliche, la sezione AAANT (Associazione Amici dell’ANT) di Cava de’ Tirreni, si è finalmente costituita ed ha gettato le basi per una trasformazione a breve termine in Delegazione Ufficiale.

La formalizzazione, davanti ad un notaio, è avvenuta a Bologna il 5 febbraio, con firma di Eleonora Novelli Gazzotti, Presidente nazionale dell’AANT, che è una costola dell’ANT (Assistenza Nazionale Tumori). Delegata di riferimento della sezione di Cava è stata nominata l’avv. Angela Bisogno, che sarà affiancata dai Consiglieri Ermanno d’Arco, Antonietta Siani, Ciro Faiella, Mafalda Luciano, Pasquale Senatore, Leonilda Luciano, Grazia De Martino, Davide Senatore, Marco Giaccoli, Gianluca Farano. A fare da collante, Carmela D’Amato, coordinatrice provinciale e “madre” dell’AANT di Cava. A stabilire un legame con la sede nazionale, il Responsabile dell’Area Sud-Est, Pierluigi De Michele.

Il Gruppo subito è diventato operativo. Preannuncio in conferenza stampa il 30 gennaio, una settimana prima del “parto”, poi due giorni di prevenzione oncologica (nello specifico, del melanoma)con patrocinio formale del Comune e visita gratuita a sessanta cittadini cavesi il 20 e 22 febbraio. In questi ultimi week end,vendita delle uova di cioccolato (che fa il paio con la vendita di presepi di cioccolato organizzata a Natale con la Cavese Calcio), finalizzata a promozione d’immagine e sostegno economico. Ciliegina sulla torta dei primi passi ufficiali, giovedì 31 marzo, dalle 19 alle 21, presso l’Hotel Victoria Maiorino, ci sarà un meeting “fondante e fondamentale” dei volontari con laPresidente Nazionale della Fondazione ANT Raffaella Pannuti, il delegato di Napoli Oreste Baldassari,ed il Coordinatore nazionale delegazioni Flavio Battistini.

Ma il vero dono nell’uovo di Pasqua, con la nascita di questo Ente, l’hanno trovato i cittadini cavesi e di tutta la Provincia di Salerno, per i quali l’ANT potrà rappresentare un solido braccio armato nella lotta comune contro la formazione e l’aggressione dei tumori.

L’ANT è infatti una Fondazione Grandi Numeri: nata nel 1985, promotrice del Progetto Eubiosia (termine di origine greca che significa “buona qualità della vita”), ha fornito assistenza domiciliare gratuita a oltre 110 mila malati di tumore, anche in fase terminale, e ha offerto 116.000 visite di prevenzione oncologica, sempre gratuite.

Questo grazie a due anime che coesistono in sinergia, la professionalità e la solidarietà, valori che camminano sulle gambe sia di medici, infermieri e psicologi regolarmente retribuiti per garantire qualità e continuità delle cure, gratuite per il sofferente e per la famiglia, sia di volontari, che sostengono la promozione, la raccolta fondi e il sostegno sociale alle famiglie con spirito di gratuità e partecipazione.

Insomma una rete protettiva, che gli amici della Sezione di Cava stanno tessendo con le tre grandi P di Passione, Pazienza e Professionalità, volgendo lo sguardo ben oltre le mura della nostra Città, che del resto è già ben coperta. Infatti stanno gettando le basi per una serie di punti di riferimento a Salerno e nel resto della Provincia, soprattutto nelle zone dove non arriva fino in fondo l’azione delle ASL, rispetto a cui l’ANT si pone colloca assolutamente non in posizione antagonista, ma costruttivamente sinergica.

Ed anche da questo punto di vista le “bandierine” ANT stanno cominciando a sventolare da parecchie delle nostre parti.

Insomma, è un uovo grande quello che sta covando la chioccia ANT. Ma soprattutto è saporito ed energetico il cioccolato di cui è composto. Si chiama “cioccolato della salute”. E della qualità della vita. Eubiosia, appunto. Buon viaggio, AAANT!

Premio “Cavesi nel Mondo”, al via la XVI edizione

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Ai nastri di partenza la XVI edizione del Premio “Cavesi nel Mondo”, organizzato dal Rotary Club Cava de’ Tirreni (Sa) d’intesa con il Comune di Cava de’ Tirreni e con la locale Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo. Caccia aperta al “successore” del biologo e ricercatore Matteo Santin, trionfatore dell’edizione 2014. Le proposte di conferimento del Premio devono pervenire entro il 31 maggio 2016. A proclamare il vincitore sarà un’apposita Commissione di Assegnazione. Il Premio sarà conferito nel corso di una solenne cerimonia pubblica che si terrà entro il prossimo mese di dicembre

Ritorna il Premio “Cavesi nel Mondo”, giunto alla sua XVI edizione. Rilanciato due anni fa dopo un decennio di sospensione dal Rotary Club Cava de’ Tirreni (Sa), che ne ha rilevato la gestione e l’organizzazione previo apposito protocollo d’intesa con il Comune di Cava de’ Tirreni e l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo metelliana (ideatrice dell’iniziativa nel 1982), il Premio “Cavesi nel Mondo” viene conferito a quei cittadini cavesi che con le loro opere ed attività abbiano reso lustro alla città natale a livello nazionale ed internazionale e/o abbiano agito nell’interesse della Comunità locale.

Un Premio molto atteso ed ambito, che rappresenta l’emblema dell’orgoglio cavese e che conferisce ai suoi destinatari uno speciale incarico di ambasciatori della cavesità nel mondo. Così è stato per il biologo e ricercatore Matteo Santin, vincitore dell’ultima edizione (2014), il cui nome ha impreziosito l’Albo d’Oro della manifestazione accanto a quelli dei suoi predecessori Gino Palumbo, Mario Amabile, Rocco Moccia, Renato Di Mauro, Sabato Palazzo, Giuseppe Senatore, Luigi e Albino Carleo, Fernando Salsano, Bruno Apicella, Dom Faustino Avagliano, Giuseppe Murolo e Francesco Della Corte.

La XVI edizione del Premio “Cavesi nel Mondo” è stata presentata ieri mattina, sabato 19 marzo 2016, al Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti: Vincenzo Servalli, Sindaco di Cava de’ Tirreni; Carmine Salsano, Commissario dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Cava de’ Tirreni; Felice Scermino, Curatore del Premio e Socio del Rotary Club Cava de’ Tirreni (in rappresentanza anche del Dott. Carlo Nardacci, Presidente del Rotary Club Cava de’ Tirreni).

«Un’iniziativa di grandissimo spessore – hanno affermato all’unisono il Sindaco Vincenzo Servalli ed il Commissario Carmine Salsano che rafforza l’identità cittadina e che contribuisce a mantenere legate alla nostra amata città personalità importanti, capaci con il loro operato di farsi conoscere ed apprezzare in tutto il mondo. Un grande plauso al Rotary Club Cava de’ Tirreni per aver “recuperato” questa manifestazione e per l’entusiasmo con cui la porta avanti».  

Il Premio “Cavesi nel Mondo” può essere conferito solo a personalità viventi, nate a Cava de’ Tirreni o, se nate altrove, aventi almeno uno dei genitori cavese di nascita. Il candidato non nativo di Cava de’ Tirreni deve aver risieduto in città almeno 5 anni. Il premiando deve, inoltre, aver avuto una vita privata e pubblica di specchiata moralità, deve aver già conseguito riconoscimenti oggettivi per l’attività e le opere compiute e deve, infine, essere disponibile a ritirare personalmente il Premio a Cava de’ Tirreni.

Le proposte di conferimento del Premio “Cavesi nel Mondo” possono essere presentate, oltre che dal Comune e dall’AAST metelliani, da qualunque cittadino cavese, che dovrà formulare una proposta scritta allegando un breve curriculum vitae ed indicando i recapiti del candidato segnalato. Le proposte dovranno pervenire in busta chiusa, presentata personalmente oppure a mezzo posta entro e non oltre il 31 maggio 2016 alla Segreteria del Rotary Club Cava de’ Tirreni presso l’Hotel Victoria Maiorino, sito a Cava de’ Tirreni in Corso Mazzini n. 4.

Confermata anche in questa XVI edizione la particolare attenzione riservata nella fase di selezione delle candidature ai giovani cavesi. Per l’assegnazione del Premio, infatti, saranno valutate in primo luogo le proposte riguardanti candidati di età non superiore a 55 anni. Solo nel caso in cui alcuna di tali proposte venga prescelta, si esamineranno quelle relative ai candidati ultra55enni.

Le candidature presentate saranno esaminate da un apposito Comitato, che all’esito di una specifica istruttoria selezionerà almeno 3 candidature da sottoporre in via riservata al giudizio della Commissione di Assegnazione del Premio, alla quale saranno affidati l’onere e l’onore di proclamare il vincitore.

La Commissione di Assegnazione sarà composta dal Sindaco di Cava de’ Tirreni, Dott. Vincenzo Servalli, dall’Arcivescovo di Amalfi-Cava de’ Tirreni, Mons. Orazio Soricelli, dall’Abate Ordinario dell’Abbazia della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni, Dom Michele Petruzzelli, dal Commissario dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Cava de’ Tirreni, Arch. Carmine Salsano, e dal Presidente in carica del Rotary Club Cava de’ Tirreni, che per l’anno rotariano 2016/2017 sarà il Dott. Fabrizio Budetta.

Il Premio, consistente in una pergamena incorniciata contenente la motivazione del conferimento ed in un distintivo in oro a rilievo raffigurante la “Pergamena Bianca” con un pistone sovrapposto, sarà conferito entro il prossimo mese di dicembre nel corso di una solenne cerimonia pubblica in programma al Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni.

Per info e contatti:
Rotary Club Cava de’ Tirreni – Corso Mazzini, 4 (c/o Hotel Victoria Maiorino) – 84013 Cava de’ Tirreni (Sa). Tel: 339.1783018 / 339.1941380 – Web: www.rotarycava.it

Il Mediterraneo crocevia di culture in movimento

palazzo-di-citta-piazza-abbro-cava-de'-tirreni-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Sabato 12 marzo 2016, si terrà a Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, il Convegno di studi sul tema: Il Mediterraneo, crocevia di culture in movimento; suddiviso in due sessioni, mattina, dalle ore 9.30 alle 13.00 e pomeriggio, dalle ore 15.30 alle 19.00. A conclusione dei lavori, l’esibizione della compagnia Algeciras di Roma che presenterà lo spettacolo: Musica e danza dal flamenco alla musica araba magrebina.

Il meeting, patrocinato dall’Amministrazione comunale, è stato ideato e organizzato da Daniela Macchione (Ph.D. Roma 2004), docente di Storia della musica al Conservatorio “G. Martucci” di Salerno, coordinato da Felice Cavaliere, direttore dell’Accademia musicale “Jacopo Napoli” di Cava de’ Tirreni ed affronterà una tematica di grande attualità: l’identità storico-culturale di “Mediterraneo” e “mediterraneità”, tra continuità e fratture tra le diverse civiltà lambite dal “mare nostrum”.

Alla sezione mattutina, che sarà presieduta da Daniela Macchione, interverranno: Massimo Raffa, Liceo Classico “Lucio Piccolo”, Capo d’Orlando (ME), su:Pensare la musica, pensare in musica: suoni, teorie e filosofie tra le sponde del Mediterraneo antico; Veronica Prestini, Università “L’Orientale” di Napoli, Istituto Italiano per gli Studi Storici su: Mediterraneo di merci, Mediterraneo di scambi; (seconda metà del XVI secolo); Daniela Macchione, Conservatorio di Musica di Salerno su: Il Mediterraneo nell’immaginario del teatro d’Opera di primo Ottocento; Massimiliano Locanto, Università degli Studi di Salerno, su:“Euntes in mundum”. “Venezianità”, cosmopolitismo e aspetti transnazionali nella prima mondiale del Canticum sacrum di Igor Stravinskij; Francesco Bachis, Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio su: Fratture e passaggi. Ancora sul Mediterraneo senza “mediterraneità”:

Alla sezione pomeridiana, che sarà presieduta da Ignazio Macchiarella, Università degli Studi di Cagliari, interverranno: Domenico Torre, Università “L’Orientale” di Napoli Istituto Italiano per gli Studi Storici su: Il futuro della cultura in Egitto”. Taha Husayn e la civiltà mediterranea; Maria Rizzuto, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, su: I Copti ortodossi in Italia: il canto Gholghotha come simbolo dell’identità cristiano-egiziana; Alessandro Bratus, Università degli Studi di Pavia/Cremona Giuseppe Vultaggio, Università degli Studi di Pisa su: Genova lunga e lontana», Genova mediterranea. Identità e poetiche dello spazio dalla “scuola di Genova” a Paolo Conte; Giuseppe Sergi, Conservatorio di Musica di Sassari su: La produzione degli Area come risultato multiculturale nella geografia mediterranea degli anni ’70.

Nel Salone di Rappresentanza: In Italia, dal Senegal, Aida Fall, Catania; Si fa presto a dire musica (e cultura) del Mediterraneo …, di Ignazio Macchiarella