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Artisti per la Pace al festival delle Torri
CAVA DE’ TIRRENI (SA). “Art progressive-artists for peace”, sarà questo il titolo della collettiva di artisti nazionali ed internazionali, curata dal Direttore artistico della mostra Antonio Perotti, che si terrà nell’ambito del Festival delle Torri a Cava de’ Tirreni, dal 1 al 8 agosto presso la mediateca.
Una mostra che si avvarrà della presenza di artisti del calibro di Ton Pret, Lino Vairetti, Vito Mercurio, Maria Pia Ciao, Enzo Rosamilia, Chicca Regalino, Peppe Rosamilia, Angelo Lazzaro, Pasquale Liguori, Zhena Prano Art, Nando Rosamilia, Giuseppe Carabetta, Giancarlo D’Angelo e Antonella Mercedes Leone, che esporranno le loro opere, a titolo gratuito, solo per rafforzare il segnale di pace che il Festival delle Torri, ideato dell’Ente Culturale Sbandieratori Cavensi, intende lanciare al mondo, attraverso l’arte ed il folklore, con la presenza e l’esibizione di gruppi provenienti da Taiwan, dalla Bosnia Erzegovina e dalla Colombia.
Soprattutto un segnale di pace che attraverserà Cava de’ Tirreni con il Convegno del 7 agosto, dedicato al dramma dei “bambini soldato” con la presenza della prof. Paola Brigante, referente della Fondazione “Rita Levi Montalcini”, una delle più importanti organizzazioni mondiali che si occupano di pace nel mondo ed della dr. Giovanna Ancora Niglio responsabile UNICEF nella provincis di Salerno, oltre ad Antonio Armenante coordinatore “Punto Pace” e membro del consiglio nazionale Pax Christi.
La mostra, che sarà inaugurata il 1 agosto alle ore 11.30, riceverà il taglio del nastro da parte del sindaco di Cava de’ Tirreni Vincenzo Servalli, ed ha avuto la collaborazione della CIOFF, del Centro Commerciale Naturale di Cava de’ Tirreni, ed il patrocinio dell’UNESCO, Regione Campania, Provincia di Salerno, EXPO 2015, ”Io sostengo Matera 2019”, Comune di Cava de’ Tirreni, Azienda soggiorno e turismo di Cava de’ Tirreni.
Giulietta e Romeo: la musica dell’amore canta a Santa Maria del Rifugio. E il gruppo giovane della Glooming Peace Company vince la sfida
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Un’opera in musica nata nel 2001, che ha lasciato il segno del nuovo millennio teatrale in tutta Europa. Circa dieci milioni di spettatori in quindici anni di repliche. Un nuovo ponte tra la classicità e la modernità, così come lo era stato l’epocale Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante.
Un nuovo classico, che non poteva non approdare in Italia. Ci è arrivato lo scorso anno, nel 2014, con una prima all’Arena di Verona. E non poteva essere diversamente, dato che si tratta di Romeo e Giulietta, dall’odio all’Amore, opera in ventidue quadri musicali, ispirata alla tragedia di Shakespeare, un lirico e svangante canto della passione e dei sentimenti che è diventato nell’immaginario popolare l’esempio più alto e famoso del Romanticismo perenne, quello che non ha dovuto attendere l’arrivo del Romanticismo storico per affermare l’importanza dei sentimenti delle singole persone. Un inno alla vittoria dell’Amore sull’odio e dopo l’odio, al raggiungimento di una “Pace triste” che prefigura comunque un futuro di possibile gioia,
In Italia, l’opera, scritta e musicata dal francese Gérard Presgurvic, è stata messa in scena con la regia di Giuliano Peparini e la rielaborazione dei testi a cura di Vincenzo Incenzo.
Insomma, il classico kolossal, realizzato con grandissimo impiego ed impegno di uomini e di mezzi.
Roba solo da superpotenze? Niente affatto, perché nel giro di un solo anno un gruppo di giovani emergenti, ispirandosi per il nome (Glooming Peace Company) proprio alla Pace Triste di shakespeariana memoria, sostenuto da “artigiani professionali” e da qualche ardito e qualificato professionista, ha immaginato, costruito e lanciato la sfida. E così Romeo e Giulietta, l’opera musical del nuovo millennio, è approdata anche a Cava de’ Tirreni ed è stata battezzata il 2 ed il 7 luglio in uno scenario che, se non può competere con l’Arena di Verona per grandezza, può invece competere con tutto per le scenografie naturali che riesce ad offrire. Parliamo dello splendido chiostro del complesso monumentale di Santa Maria al Rifugio, un ex convento cinquecentesco che è in piena sintonia con i tempi narrati nell’opera: una fioritura di arcate, finestroni, passaggi che rappresentano da soli uno spettacolo e che come scenario di uno spettacolo teatrale creano quinte e fondali assolutamente veri, impregnati di lirica energia, a sua volta amplificata da una potenzialità acustica assolutamente all’altezza.
Non basta lo scenario, però, per fare una bella opera. A quello ha pensato il nostro gruppo di entusiasti “realizzattori” della sfida musicale.
A tirare le fila, i magnifici due registi: Agostino Giordano e Carla Russo, che nel teatro non sono di primo pelo, ma che da tempo coltivavano il sogno di un cimento in cui far apparire la loro “nobilitate”. E nobilitate è stata, perché hanno guidato gli attori con sano realismo, senza pretendere picchi oggi velleitari, hanno gestito i movimenti di gruppo con intelligente linearità e armonia, hanno supplito alla mancanza di un corpo di ballo professionale (unico ballerino di carriera, Dario Ferrara, anche attore nel ruolo di Paride), con le coreografie brillanti e ben adeguate di Jesus, hanno diretto, vivendone le emozioni, le singole scene con corretta attenzione al testo ed alla comunicazione diretta col pubblico, privilegiando la chiarezza sulla fantasia creativa ed ottenendo applausi a scena aperta non di maniera (sul podio personale metteremmo le feste a casa di Giulietta, il litigio in piazza con l’uccisione di Tebaldo e di Mercuzio, il dialogo disperato di Romeo con Frate Lorenzo, la notte d’amore dei due sposi). E sono riusciti ad impiantare uno spettacolo sempre gradevole, coinvolgente, con ritmi e cambi di scena fluidi e convincenti, grazie anche ad una naturale moltiplicazione delle quinte offerta dalle arcate dell’ex convento di Santa Maria del Rifugio ed alla presenza al centro del chiostro di un’antica impalcatura che richiama un vecchio pozzo e che ha aggiunto uno spazio, molto suggestivo e per di più inserito nel cuore della platea.
Il motore di un’opera rimangono però la musica ed il canto. Lì poteva cascare l’asino. L’asino non solo non è cascato ma è rimasto bene in piedi, senza neppure “scivolare” più di tanto. E dire che anche qui i rischi erano notevoli, dovendo la base musicale essere praticamente recuperata ex novo, senza lo spartito originale. Ci hanno pensato, con l’entusiasmo della sfida, con la passione della creatività e tutta la bella professionalità acquisita in anni di lavoro, Sergio De Nicola e quelli della Play Music di Vincenzo Siani e del Maestro Alfredo Capozzi, che hanno riscritto e rieseguito quasi tutta la base originale del Maestro Presgurvic, rimanendo fedeli ad essa ma nello stesso tempo riuscendo con gli strumenti elettronici a loro disposizione a riprodurre pienamente l’ariosità delle partiture. E Luigi Della Monica e lo stesso Agostino Giordano hanno anche saputo magistralmente tenere per mano dei cantanti giovani, che naturalmente non possono ancora avere la maturità vocale, tonale ed interpretativa dei grandi della scena, eppure hanno retto per tre ore canti impegnativi, sia individuali che corali, facendosi tutti ammirare per una bravura che non è assolutamente scontata in giovani di primo pelo, tale da far perdonare anche le piccole incertezze nel “prendere le note”, che però riuscivano ad essere note quasi solo ai maestri che li avevano preparati.
Se lo spettacolo non ha registrato pause stancanti nonostante la lunghezza lo si deve, oltre che alle qualità già descritte di registi, attori e cantanti, oltre naturalmente alla bellezza immortale della storia dei due amanti di Verona, anche alla parlante e coloratissima sfarzosità dei costumi. E qui bisogna fare un applauso veramente speciale alle quattro mani di fata di Maria Giordano e Antonella Ricciardi, che con una pazienza materna ed una passione da sognatrici li hanno cuciti uno per uno, ed erano tanti, giorno dopo giorno, per quasi un anno di preparazione. Ed è stata veramente cosa buonissima e giustissima chiamarle sulla scena alla fine, a ricevere applausi e fiori, ricambiando sorrisi ed emozioni insieme con gli altri protagonisti. In fondo, hanno recitato e cantato anche loro, con le mani da sarte e l’anima a colori.
A proposito dei costumi, alla fine i due registi hanno pensato bene di farli togliere a tutti gli attori, che nei ringraziamenti finali sono apparsi così, senza lo sfarzo di stoffe e merletti e impalcature da trucco, in semplice camicione bianco. Un bel colpo di teatro per svelare la perenne, innocente umanità della persona che è viva e pulsante sotto ogni maschera scenica, e nello stesso tempo per ricordare l’umanità stessa della vicenda narrata, che è la storia eterna degli amori e degli affetti buoni e giusti ingiustamente seppelliti dalla violenza degli egoismi sociali e dei muri che gli uomini autolesionisticamente creano nei loro cuori, sostituendoli a quei ponti che sarebbero mille volte più buoni e più giusti.
Con quei camicioni bianchi in bella fila sotto la scena delle arcate, tra fiori, applausi e ringraziamenti si è consumato alla fine un “terzo tempo” dello spettacolo, che ha aggiunto anima a tutta la serata, perché il generale sospiro di sollievo di avercela fatta, tra un’emozione ed un sorriso di gioia, ha permesso di capire bene sia lo sforzo collettivo fatto da tutta la squadra sia tutti i colori della “sfida”. Ha svelato la Grande Bellezza della compiuta realizzazione di un “sogno insieme”, o almeno della sua prima parte, perché il cammino dell’Opera tutti sperano che non si fermi al successo di queste due serate. Ha evidenziato ancora una volta la presenza in Città di veri e propri tesori giovani, nel mondo dello spettacolo teatrale e musicale (ricordiamo ad esempio i lavori di qualità dei gruppi di Clara Santacroce e Renata Fusco, di quelli diretti da Michelangelo Maio, dei musical targati Saltimpalco, etc.) ed in tanti altri campi, che attendono solo di essere scoperti e valorizzati, ma che devono attraversare la Grande Giungla, per di più insidiati in agguati permanenti dal veleno dell’Indifferenza e dell’Impotenza sociale e dal machete della Crisi. Eppure ci sono. E vogliono lasciare il segno. Non solo il segno di un sogno…
E allora, in attesa che fiorisca il futuro, è giusto e sacrosanto non ammassarli nell’anonimato, ma citarli uno per uno, con un ulteriore applauso di apprezzamento per tutti, perché tutti sono stati all’altezza ed hanno vinto la sfida. Se però dobbiamo, senza nessuna pretesa, stabilire anche un piccolo, ma innocuo podio personale, faremmo in primo luogo i nomi di Francesco Pio De Rosa (Mercuzio), per la grinta con cui ha reso un personaggio complesso ed ironico e la capacità di bucare la scena nel momento della sua morte, Ada Fausto (la balia), per la presenza scenica e la voce avvolgente, Danilo Della Rocca (Romeo), per il fisico del ruolo e la capacità di rendere per voce e per canto le emozioni e le frenesie adolescenziali. Accanto a loro, il bellissimo gruppo formato da Carmen Palladino (Giulietta), Marco Cicalese (Tebaldo), Maria Olmina Palladino e Serena Rispoli (Lady Capuleti a turno), Luigi Della Monica e Andrea Mandara (Conte Capuleti a turno), Luisa Della Rocca e Luca Pellegrino (Lady e Mister Montecchi), Vito Palazzo (Fra Lorenzo), Gabriele Pellegrino (Fra Giovanni), Guido Mastroianni (il Principe), Luca Mannara (Benvolio), Elena Manzo e Dalila D’Andrea (damigelle di Casa Capuleti), Dorothy Di Domenico e Giulia Impero (domestiche di Casa Capuleti).
- Festa a Casa Capuleti
- Movenze di danza tra le arcate
- Un istante prima della dolcezza di un bacio
- Mercuzio in vena di scherzi
- La complicità di Romeo e di Mercuzio
- Damigelle
- Il lamento di Romeo davanti ai corpi senza vita di Tebaldo e Mercuzio
- L’agonia di Mercuzio
- La mamma e la nutrice di Giulietta
- Lo slancio degli amanti verso la notte d’amore
- Il pianto dei genitori di Giulietta
- Il pianto disperato di Romeo per la presunta morte di Giulietta
- La disperazione di Giulietta sul corpo di Romeo
- Giulietta e Romeo uniti nella morte
- Ringraziamenti finali in camicione bianco
- Romeo e Giulietta, appena risorti, ringraziano il pubblico
- I due registi, Agostino Giordano e Carla Russo
- Il saluto finale dei due registi e del coreografo Jesus
Teatro di qualità a Cava de’ Tirreni, dal 17 luglio ritorna il “Premio Li Curti”
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Nuovo appuntamento a Cava de’ Tirreni (Sa) con la Rassegna Teatrale “Premio Li Curti”, che gode della direzione artistica di Geltrude Barba. Dal 17 luglio al 2 agosto 2015 la Corte Rinascimentale di Casa Apicella, sita in via Carlo Santoro 71, ospiterà la V edizione della kermesse dedicata al grande Totò. In cartellone 5 imperdibili spettacoli, messi in scena da compagnie ed artisti di assoluto prestigio, tra cui la cavese doc Irene Maiorino. L’apertura venerdì 17 luglio con la rappresentazione “Francischiello. Un Amleto re di Napoli”, a cura di CRASC Teatro di ricerca, in collaborazione con il Centro ArtgarageTeatro e con la regia di Carmine Borrino
5 rappresentazioni teatrali, una storica location e rinomati attori che hanno calcato palcoscenici internazionali. Ritorna a Cava de’ Tirreni (Sa) la Rassegna Teatrale “Premio Li Curti”, che da venerdì 17 luglio a domenica 2 agosto 2015 vivrà la sua V edizione presso la Corte Rinascimentale di Casa Apicella, sita in via Carlo Santoro 71. La direzione artistica della kermesse, come di consueto, sarà a cura di Geltrude Barba, che è riuscita ancora una volta a richiamare nella città metelliana artisti di grande livello. Condurrà la manifestazione la presentatrice Carmela Novaldi.
Dopo le anteprime del 9 luglio (“Non mi dire te l’ho detto” del “Gruppo del Pierrot”) e del 16 luglio (“Family Match” con Pippo Cangiano), si riaccendono dunque a Cava de’ Tirreni i riflettori sul teatro di qualità. Al via l’edizione numero 5 della rassegna dedicata al grande Totò, che si narra avesse degli antenati nella frazione metalliana Li Curti.
Il cartellone degli eventi si aprirà venerdì 17 luglio, alle ore 20.30. Il Centro ArtgarageTeatro, con la regia di Carmine Borrino, presenterà “Francischiello. Un Amleto re di Napoli”, uno studio che parte dall’approfondita ricerca sulla figura di Francesco II di Borbone ed approda alla sovrapposizione “spettrale” col giovane principe di Danimarca. In scena i rapporti drammaturgici dell’Amleto di Shakespeare si fanno pre-testo per raccontare, combaciando alla perfezione, ciò che accadeva alla corte di Napoli nell’estate del 1860. Con musiche di Lino Cannavacciuolo, lo spettacolo è una produzione CRASC Teatro di ricerca.
Il secondo appuntamento si terrà domenica 19 luglio, con inizio fissato sempre alle ore 20.30. L’Associazione culturale “I Pensieri di Bo’” metterà in scena “Filumè. Una voce e mille pensieri”, di e con Franco Di Corcia jr e con la regia di Mario Matteoli. Liberamente ispirato a “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo, il monologo nasce dal desiderio di sperimentare la Voce, dando ad essa il ruolo di protagonista ed affidandole l’onere di esplorare i sentimenti umani. Ad interpretare Filumena Marturano sarà un uomo vestito da uomo, eppure il pubblico non se ne accorge nemmeno, tanto è rapito dalla Voce e dalla voragine dei sentimenti che essa produce.
Alle ore 20.30 di mercoledì 29 luglio, poi, la Compagnia Avamposto Teatro presenterà in anteprima nazionale lo spettacolo “Virginia e sua zia”, con la regia di Davide Sacco, già apprezzato sul palco del “Premio Li Curti” durante la scorsa edizione invernale. La rappresentazione narra la storia di Virginia, una donna che non si è mai aspettata, e continua a non aspettarsi, niente dalla vita. Svolge un lavoro oscuro dietro le quinte di uno spettacolo televisivo. Ogni sera ad attenderla a casa, sulla sedia a rotelle, c’è la zia. Ma Virginia ha un’arma forte che la spinge ad andare avanti ed a confidare, per sé e per la zia, in una svolta che possa “rimetterle in gioco”: è il suo lato ironico, a cui la donna affida la volontà di sopravvivere e di uscire dall’anonimato in cui versa insieme alla zia.
Il quarto spettacolo della Rassegna Teatrale è in programma venerdì 31 luglio, alle ore 20.30. Nella Corte Rinascimentale di Casa Apicella sarà la volta della drammaturgia “Madame Misère”, scritta ed interpretata a quattro mani da Maria Luisa Usai e dalla cavese doc Irene Maiorino. Sul palco le due protagoniste (la mendicante Yasmina e la prostituta Mezzanotte) cercano una via di fuga dalla metropoli dove tutti si accalcano e nessuno sa bene cosa cercare. Nonostante l’evidente differenza umana e caratteriale, le due donne finiscono col tenersi compagnia, decidendo di condividere l’attesa ed il sogno di cambiare vita, cercando il modo ed i mezzi per riuscire a farlo. Accecate dal luccichio di metalli e dai semafori rossi decidono di abbandonare la città, dirigendosi verso un posto lontano. Lo spettacolo è una produzione Maiorino Usai e ZanfrettaTeatro.
L’ultimo appuntamento con la V edizione del “Premio Li Curti” si terrà domenica 2 agosto, quando alle ore 20.30 sarà la volta di “Mamma – Piccole tragedie minimali” di Annibale Ruccello, con Rino Di Martino e la regia di Antonella Morea. In scena quattro monologhi in cui mamme malefiche raccontano fiabe e via via si trasformano in figure irrimediabilmente corrotte dai mass-media. Una folla di donne attorniate da ragazzini che si chiamano Deborah, Samanta, Morgan, nelle cui conversazioni si confondono messaggi personali, echi televisivi, slogan di rotocalchi e dove la pubblicità si sovrappone alle confidenze, le telenovelas alla sfera privata e gli inni liturgici alle canzonette di Sanremo.
Il costo del biglietto per ogni singolo spettacolo è pari a € 10,00. Il botteghino aprirà due ore prima delle rappresentazioni. Per prenotazioni e/o maggiori informazioni è possibile contattare Geltrude Barba, Direttore artistico del “Premio Li Curti”, al numero 393.3378060 o tramite email all’indirizzo geltrudebarba@hotmail.it. Ulteriori dettagli ed approfondimenti sulla kermesse sono consultabili sul sito www.premiolicurti.com.
Promossa dal Teatro Luca Barba, l’iniziativa è patrocinata dalla Città di Cava de’ Tirreni, dalla locale Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo
Riaperta la villetta di Santa Lucia
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Con il classico taglio del nastro e la benedizione del parroco di Sant’Anna, don Alessandro Buono, alla presenza del sindaco Vincenzo Servalli, del vice sindaco Nunzio Senatore del Consigliere comunale Franco Manzo e dell’avv. Artemio Baldi, è stata riconsegnata alla fruizione dei cittadini della frazione di Santa Lucia, la villetta chiusa da circa due anni. La passata amministrazione aveva affidato, attraverso un bando, alla Metropolis, Sas, costituita da giovani luciani, l’area; il rush finale voluto dal sindaco, Vincenzo Servalli, che ha fortemente sostenuto l’impegno profuso dal neo Consigliere comunale, Franco Manzo e dell’avv. Artemio Baldi, ha consentito la celere esecuzione dei lavori di competenza del Comune e la riapertura al pubblico, della villetta comunale di Santa Lucia.
“Il merito va certamente ai giovani che si sono impegnati ed hanno investito in questa attività – hanno dichiarato il Consigliere Franco Manzo e l’avv. Artemio Baldi – da parte nostra solo il nostro doveroso sostegno, con il pieno appoggio del sindaco Servalli, affinché finalmente si arrivasse alla riapertura in questo periodo estivo dell’area, che certamente diventerà un punto di riferimento per la frazione”. L’intero complesso comprende, oltre ai servizi, un’area attrezzata per i bimbi, un piccolo anfiteatro e un punto ristoro. “Sono particolarmente soddisfatto – ha dichiarato il sindaco Servalli – per aver inaugurato la prima opera qui a Santa Lucia. Non ho dubbi che questa villetta, così ben ristrutturata, sarà conservata e salvaguardata da tutti i luciani, che troveranno nella mia amministrazione una porta sempre aperta”
Il Procuratore della Repubblica, Gianfranco Izzo, in visita a Palazzo di Città. Ricevuto dalle massime autorità provinciali
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Visita, questa mattina, giovedì 9 luglio, a Palazzo di Città di Cava de’Tirreni, del Procuratore della Repubblica, Gianfranco Izzo, accolto dal Sindaco, Vincenzo Servalli, dal Maggiore del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore, Enrico Calandro, dal Tenente della locale Tenenza dei Carabinieri, Vincenzo Tatarella, dal Vice Questore Aggiunto del locale Commissariato di Pubblica Sicurezza, Marzia Morricone, dal Comandante della locale Compagnia della Guardia di Finanza, Tolmino Florio, dal Comandante dalla Polizia Locale, Giuseppe Ferrara, dal Presidente della Metellia Servizi, Giovanni Muoio, dal Presidente e dal Presidente Onorario, dell’Associazione legali cavesi, Antonio Russo e Artemio Baldi, dagli assessori alla Pubblica Istruzione e ai Lavori Pubblici, Paola Moschillo e Nunzio Senatore.
Il Primo Cittadino, Vincenzo Servalli, dopo il colloquio privato con le massime espressioni della Legge ha illustrato al Procuratore della Repubblica, Izzo, la storia della città di Cava de’Tirreni, in particolare la concessione della Pergamena Bianca da parte di Re Ferrante I D’Aragona, il 4 settembre 1460, al Sindaco della Città de La Cava, Onofrio Scannapieco. E’ stata ricordata anche l’eroina della città metelliana, Mamma Lucia.
“Noi abbiamo un unico scopo – afferma il Sindaco Vincenzo Servalli – quello di garantire, la trasparenza, la legalità. Il comune deve essere il monumento alla legalità, alle buone pratiche. Le istituzioni devono essere un fronte unico e mi ha colpito la frase del Procuratore, Izzo, il quale ha dichiarato che siamo tutti sulla stessa barca, ossia dalla parte dei cittadini buoni”.
Il Procuratore della Repubblica, Gianfranco Izzo, è stato omaggiato del libro del Professore, Dante Sergio, dal titolo “La Comunicazione Visiva dei Codici Miniati agli Incunaboli” dall’archivio della Badia di Cava e della locale rivista “A.R.” Andata e Ritorno. (a.f.)