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Letture pubbliche dall’Ulysses di Joyce: il 13 marzo al Bar Rodaviva un promo del Bloomsday Salerno, a cura di Bruna Autuori
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Si svolgerà il 13 marzo, a partire dalle ore 19,presso il bar letterario Rodaviva di Cava de’ Tirreni, il reading “Ahperò Joyce: ma come ti abbiamo conciato Bloom” interamente dedicato a James Joyce. L’evento riveste particolare importanza perché dà avvio sul territorio cavese al conto alla rovescia in attesa della seconda edizione di Bloomsday Salerno 2016, una seconda edizione salernitana di una commemorazione che ha avuto inizio nel 1950 a Dublino, trascinandosi in modo virale tante città in ogni parte del mondo. Una one day, il 16 giugno, interamente dedicata alla rievocazione degli eventi dell’Ulisse, il romanzo più celebre di Joyce.
La preview cavese, così come Bloomsday Salerno, è un progetto a cura di Bruna Autuori in collaborazione con l’associazione culturale TeatrAzione di Salerno e con l’associazione cavese dedita alla valorizzazione dell’artigianato in ogni sua manifestazione, Festival dell’Artigianato, di Cava de’ Tirreni.
“Bloomsday a Dublino, Trieste, Genova e ora anche a Salerno e in preview a Cava – ha spiegato Bruna Autuori – perché non vogliamo parlare di letteratura inglese, re e regine all’ombra di un Big Ben! Con buona pace di chi di flusso di coscienza o stream of consciousness non vuole nemmeno sentirne parlare, vogliamo reinventare, semplificandolo, un dialogo tra noi e Ulysses. Vogliamo parlare di Irlanda e James Joyce, questo “sconosciuto”, temuto, amato e contemporaneamente odiato. Lo scrittore dei mondi possibili per eccellenza. E cosa accadrebbe se Leopold e Molly Bloom si trovassero con indosso un paio di jeans, catapultati all’improvviso nell’era dei social? “
Gli episodi IV e XVIII da Ulysses saranno letti a cura di Igor Canto, con Antonetta Capriglione.
Allocco ferito recuperato dall’Enpa di Salerno
PELLEZZANO (SA). La segnalazione giunta alle guardie dell’Enpa è arrivata da Pellezzano, piccolo comune del salernitano. Si trattava di un Allocco (Strix aluco), uno strigiforme tipico del nostro territorio. Predilige gli ambienti forestali ma si adatta facilmente anche agli ambienti agricoli e antropizzati. Strettamente notturno al di fuori del periodo della riproduzione, durante l’allevamento dei piccoli è attivo anche al crepuscolo o in pieno giorno.
Anche se non sono minacciati, l’uso improprio di rodenticidi, i comuni veleni per topi, li rende vulnerabili poiché si nutrono di roditori avvelenati.
La mano dell’uomo, nell’usare “veleni” si fa sentire anche nell’uso di pesticidi e altre sostanze tossiche usate in agricoltura. Le morti per ingestione di veleni interessano in primis Coccinelle, Grilli, Lucciole ed altri insetti. Seguono poi, per bioaccumulo da ingestione, animali quali:Pipistrelli, Ricci, Allocchi, Gufi, Rondini, Rane e Lucertole. L’Enpa sottolinea l’importanza di questi animali, in quanto ottimi alleati per una sana agricoltura.
Domenica amara per i Dragoni: il Ragusa vince 17 a 18
RUGBY. Battaglia vera tra le mura amiche del “Casignano”, ma l’Arechi esce sconfitto con un solo punto di scarto. Il Rugby Padua Ragusa vince con il punteggio di 17 a 18, al termine di un incontro senza esclusione di colpi, in cui è stato determinante l’approccio psicologico delle due squadre in campo.
Per l’Arechi Rugby un solo punto guadagnato in classifica (la squadra che perde l’incontro ma subisce meno di 7 punti di scarto ottiene un punto, ndr) e quota 6 in classifica, mentre i ragusani tornano a casa con 4 preziosi punti e si portano a quota 9, +3 dall’Arechi.
Classifica cortissima, perché l’Amatori Napoli/Afragola perde a Caltanissetta ed il Trepuzzi vince con il Monopoli. Sintomo, questo, di una poule promozione particolarmente equilibrata da giocarsi fino alla fine. A ricordarlo, al termine dell’incontro, è stato proprio il direttore tecnico dei Dragoni Luciano Indennimeo: “Il campionato non finisce assolutamente qui. Si tratta della terza di 10 partite, tutto è ancora in gioco e dobbiamo essere in grado di rialzarci nel migliore dei modi”.
Sull’incontro le idee sono molto chiare: “Abbiamo subìto la pressione dopo l’espulsione definitiva di Vicinanza – ha commentato coach Indennimeo – ed in una partita così fisica avere un uomo di mischia in meno conta molto. Va detto che il Ragusa ci ha creduto fino alla fine, mentre a noi è mancato quel cinismo necessario per chiudere prima la partita. Già domenica prossima dovremo lottare per tornare alla vittoria, ma non sarà affatto semplice considerando che il livello di tutte le squadre è abbastanza alto”.
Domenica prossima si giocherà ancora al “Casignano” con il Trepuzzi, vittorioso nell’ultima giornata: “Il campionato si sta mostrando molto equilibrato, fortunatamente. Abbiamo necessità di tornare alla vittoria, ma ogni squadra ha le carte in regola per lottare fino alla fine di questa poule promozione. Testa bassa e lavorare, ci tocca ancor di più perché siamo alla seconda sconfitta consecutiva e non possiamo permetterci altri passi falsi per provare a raggiungere l’ambito traguardo”.
Giornata dal sapore agrodolce per i Dragoni di categoria under 18, in trasferta a Torre del Greco in casa della seconda in classifica. A dispetto del risultato finale di 38 a 0 per i padroni di casa, quella dei gialloblù è stata probabilmente una delle migliori prestazioni di questo campionato, come ribadito da coach Generoso Falivene al termine dell’incontro: “All’andata i miei ragazzi andarono totalmente nel pallone, perdendo l’incontro con un passivo di oltre 60 punti, ma stavolta fino a 10 minuti dalla fine la partita è stata molto bella da vedere. Con pochi cambi a disposizione non è stato possibile dare nuova energia al XV in campo, ma i ragazzi hanno davvero dato tutto e di questo sono più che felice, soprattutto perché il Torre del Greco è tra le squadre più forti di questo campionato. Sono fiero della prestazione di tutti i miei giocatori, mi aspetto lo stesso impegno e la stessa voglia fino alla fine di questo bel campionato, a partire dai prossimi allenamenti”.
L’Orchestra Giovanile Napolinova inaugura la XVIII edizione dei “Concerti d’estate di Villa Guariglia in tour”
VIETRI SUL MARE (SA). Sarà l’Orchestra Giovanile Napolinova, nata lo scorso novembre a Napoli e che conta nel suo organico i migliori strumentisti italiani scelti con apposite audizioni, ad inaugurare martedì 21 luglio, alle ore 20.30, nella cornice dell’Area Archeologica di Fratte la XVIII edizione dei “Concerti d’estate di Villa Guariglia in tour”, il festival organizzato dal Cta di Vietri sul Mare, nella persona di Antonia Willburger, in collaborazione con la Provincia di Salerno, il Comune di Salerno, l’Ept, la Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, il Comune di Cetara, il Comune di Praiano, la Coldiretti-Campagna Amica e l’Associazione Amici dei Concerti di Villa Guariglia. Si conferma anche quest’anno l’importante sodalizio con il Conservatorio di Musica “Giuseppe Martucci” di Salerno che firma cinque concerti in cartellone.
L’ Orchestra Giovanile Napolinova, diretta dal M° Mariano Patti, inaugurerà la serata con il Divertimento KV136 che Wolfgang Amadeus Mozart compose nell’inverno salisburghese del 1772. Il contenuto musicale del Divertimento K. 136 rivela chiaramente il travaglio formativo attraversato da Mozart nell’età dell’adolescenza; il tipo di scrittura predominante nel brano è quello sopra descritto, di derivazione tipicamente italiana (e d’altra parte enorme era stato l’arricchimento cognitivo del giovane durante i viaggi in Italia); il primo movimento (Allegro) si snoda agile e cordiale sugli schemi riconosciuti della Sinfonia italiana, con il serrato dialogo delle due parti di violino e il discreto accompagnamento di viole e violoncelli; il centrale Andante svolge con partecipata proprietà il contenuto affettuoso e idilliaco, mentre il Presto suggella il breve brano con fare spigliato e divertito; ma proprio in quest’ultimo movimento è sorprendente notare l’improvvisa scrittura contrappuntistica della sezione dello Sviluppo (una chiara influenza dello stile salisburghese di Michael Haydn), mentre già nel primo tempo il vasto uso di modulazioni al modo minore (sempre nello Sviluppo) spostava l’ambientazione espressiva verso traguardi ignoti al disimpegnato gusto italiano. Nella sua semplicità, questo Divertimento si rivela risultato di molteplici suggestioni culturali, e quindi un esempio in nuce di quella personale rielaborazione di differenti modelli che porterà l’enfant prodìge verso la conquista del proprio superiore linguaggio. Si procederà quindi con la Serenata op.20 in Mi minore, composta nel 1882 da Sir Edward Elgar. La fama mondiale di Edward Elgar ebbe inizio nel giugno del 1899 con la prima esecuzione assoluta, a Londra, delle Enigma Variations: una composizione basata su un tema binario seguito da quattordici variazioni in cui albergano due enigmi. Spontanea, apparentemente dimessa e senza intenti enigmatici è la Serenata per archi composta da Elgar nel 1892. La breve composizione, un piccolo gioiello molto amato dall’autore, si divide in tre parti e si caratterizza, come molte altre, per l’immediatezza dell’ispirazione, a cui Elgar credeva fermamente. Egli era infatti solito dire che “la musica è scritta sulle nuvole del cielo, è nell’aria tutt’intorno a noi, basta stendere la mano e prenderne quanta se ne vuole”, essenza di una incofessata spiritualità e di melanconica attesa. Finale affidato alla Holberg Suite di Edvard Grieg, un brano composto nel 1884 che vuole essere un omaggio allo scrittore e uomo di teatro Ludvig Holberg, vissuto tra il 1684 e il 1754 e ritenuto personaggio centrale della letteratura danese del suo tempo, tanto da essere definito il Molière del Nord. Grieg ebbe stima per questo autore che era nato nella sua stessa città e per il suo teatro dalle venature ironiche, satiriche e popolaresche e nella Suite ha voluto disegnare, come un prezioso medaglione, cinque momenti musicali nello stile settecentesco, quasi a rievocare in sintesi il clima sorico dell’epoca di Holberg. La composizione si apre con un Preludio su ritmi di fanfara, una specie di intrada con andamento simile alla marcia. Seguono poi una solenne Sarabande e una graziosa e piacevole Gavotte, due tipi di danza molto diffusi nel Settecento. Il momento più intensamente espressivo della Suite è l’Aria, così contemplativa, nella sua assorta e pensosa linea melodica mentre il Rigaudon, danza di origine provenzale, conclude in maniera spigliata e brillante il lavoro di Grieg di gusto vagamente naìf nella sua misurata rivisitazione dell’antico rococò.
Mercoledì sera (22 luglio) all’Area Archeologica di Fratte si cambierà registro con una prima nazionale prodotta dal Conservatorio di Musica “Giuseppe Martucci” di Salerno. Lo spettacolo “Lucio incontra Lucio” (5 euro il costo del biglietto) è un progetto musicale che s’ispira ad uno dei capitoli più bella della storia cantautorale italiana, la vita di Lucio Dalla e Lucio Battisti viste in parallelo. Come parallela è la loro nascita a distanza di dodici ore. Ed è questo il punto di partenza di questo spettacolo scritto dal M° Liberato Santarpino e firmato alla regia da Sebastiano Somma. Sebastiano Somma è anche in scena come attore: è sua la voce narrante che si intreccia tra le esecuzioni dei brani eseguiti dalle voci del Martucci Vocal Ensemble, accompagnate da un sestetto jazz capitanato da Sandro Deidda al sax e Guglielmo Guglielmi al pianoforte. Le scenografie sono di Luigi Ferrigno, le immagini disegnate sono di Mariano Soria e Irene Servillo. Per info e prenotazioni: 089 2580080, 089 241086, 089 211285.
Presentata la II edizione del festival di Musica da Camera
SALERNO. E’ stato illustrato nella sala concerti del Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” di Salerno il variegato programma della II edizione del Festival di Musica da Camera Sant’Apollonia. “Si è deciso di istituzionalizzare questa rassegna – hanno dichiarato il vicepresidente della nostra massima istituzione musicale Franco Massimo Lanocita e il direttore Imma Battista – visto il grande successo di critica e pubblico, nonché la perfetta sinergia con associazioni ed enti quali la Bottega San Lazzaro di Peppe Natella e il Comune di Salerno”.
Otto le serate incastonate nel cartellone, sapientemente allestito dalle docenti Anna Bellagamba e Francesca Taviani che inaugura una vera e propria condivisione di gioia per e della musica ospitando il quartetto del Conservatorio Santa Cecilia di Roma.
Incontri in musica è il tema della serata inaugurale di domenica 31 maggio che proporrà due gemme rare, ovvero i due lieder con strumenti a fiato obbligati “Auf dem Strom D 943 per soprano, corno e pianoforte e “Der Hirt auf dem Felsen per soprano, clarinetto e pianoforte, di Franz Schubert, pagine cameristiche le cui dimensioni e il cui trattamento vocale e strumentale travalicano di gran lunga l’ambito, ben altrimenti, raccolto ed intimistico del lied.
La scuola romana di Marina Vicari presenterà il primo dei sei quartetti op.33 di Joseph Haydn, esempio di scorrevolezza della pagina musicale e di concisione drammatica che dissolve ogni idea di ridondanza.
Le note del “Kegelstatt” Trio di Wolfgang Amadeus Mozart, sanciranno l’incontro e lo scambio con gli archi del Santa Cecilia, musica destinata ad un circolo “familiare”, dal lessico giovane, melodico e innovativo, come gli strumentisti chiamati ad interpretarlo.
Le ance saranno regine di giugno con la serata del primo, divisa tra sassofoni e clarinetti, e flauto ospite. Apertura con il Paul Hindemith del suo Konzertstuck per 2 sax alti dedicato a Sigurd Rascher.
Si continuerà con un’opera che ha appena cinque anni i Cosmic Portraits per quartetto di legni di Howard J. Buss, per chiudere con il quartetto di sax impegnato in un viaggio con Toquades di Jerome Naulais, tra le sonorità di diverse culture, dal tango al charleston, al jazz rock, per la festa della Repubblica, il 2 giugno confronto tra due maestri Johannes Brahms e Dmitri Shostakovich, il primo evocato con la sonata op.38 per cello e pianoforte, pervasa da una fluente vena melodica, il secondo, dal Trio op.67 in Mi minore, con il suo finale costruito su di un tema ebraico, un tributo musicale alle vittime della Shoah.
Ancora il sassofono assoluto protagonista il 3 giugno, con un quartetto che spazierà dal celeberrimo Adagio di Samuel Barber, con i suoi stordenti gradi congiunti ascendenti, al Saxophone Quartet di Philipp Glass, classico Quatuor di Alfred Desenclos e chiudendo con la piccola fuga BWV 578 fuga in Sol minore di Johann Sebastian Bach, Archi con pianoforte il 4 giugno, per una serata dedicata a Rachmaninov e Brahms.
Concerto rossiniano quello del 5 giugno, introdotto, però, da una piccola chicca, il quartetto di fiati composto dal cornista Agostino Belloli particolarmente ricco di finezze e di suggestioni timbriche. Ascolteremo, quindi, la sonata a quattro n°1 di Gioacchino Rossini.
Ed ecco lo spirito rossiniano della sinfonia, nell’ Ouverture della Semiramide, una delle pagine sinfoniche più riuscite e più complesse di Rossini. Intermezzo pucciniano con quattro arie per tenore e ritorno a Rossini con i tre cori religiosi, La Fede, La Speranza e La Carità. Il trio sarà al centro della serata del 6 giugno.
S’inizierà con il trio di Nino Rota integralmente sorretto da una scrittura pianistica nervosa e brillante, si proseguirà con il Beethoven dell’opera 37, mentre concluderà uno dei vertici dell’intera produzione cameristica romantica il trio op.49 in Re minore di Felix Mendelsshon.
Gran finale il 7 giugno con l’opera-cabaret di Kurt Weill, del quale verranno eseguite quattro canzoni su testo di Brecht, prima di passare alla Suite per orchestra jazz n°1 di Dmitri Shostakovich , nata nel 1934 con il preciso scopo di portare il jazz sovietico da musica di piccolo consumo al rango di prestigio «professionale».
Santa Apollonia si trasformerà quindi in teatro per un adattamento della Die Dreigroshenoper firmata dal binomio Weill-Brecht, con la partecipazione straordinaria di Yari Gugliucci, voce narrante di quel pasticcio di eventi dove magnaccia e puttane si litigano un ideale malloppo con voci da galera, tra evocazioni di gregoriano, canzonacce da casino, guizzi del tango e filastrocche della vecchia e nuova goliardia. (Olga Chieffi)