conservatorio
ricerca per tag
Presentata la II edizione del festival di Musica da Camera
SALERNO. E’ stato illustrato nella sala concerti del Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” di Salerno il variegato programma della II edizione del Festival di Musica da Camera Sant’Apollonia. “Si è deciso di istituzionalizzare questa rassegna – hanno dichiarato il vicepresidente della nostra massima istituzione musicale Franco Massimo Lanocita e il direttore Imma Battista – visto il grande successo di critica e pubblico, nonché la perfetta sinergia con associazioni ed enti quali la Bottega San Lazzaro di Peppe Natella e il Comune di Salerno”.
Otto le serate incastonate nel cartellone, sapientemente allestito dalle docenti Anna Bellagamba e Francesca Taviani che inaugura una vera e propria condivisione di gioia per e della musica ospitando il quartetto del Conservatorio Santa Cecilia di Roma.
Incontri in musica è il tema della serata inaugurale di domenica 31 maggio che proporrà due gemme rare, ovvero i due lieder con strumenti a fiato obbligati “Auf dem Strom D 943 per soprano, corno e pianoforte e “Der Hirt auf dem Felsen per soprano, clarinetto e pianoforte, di Franz Schubert, pagine cameristiche le cui dimensioni e il cui trattamento vocale e strumentale travalicano di gran lunga l’ambito, ben altrimenti, raccolto ed intimistico del lied.
La scuola romana di Marina Vicari presenterà il primo dei sei quartetti op.33 di Joseph Haydn, esempio di scorrevolezza della pagina musicale e di concisione drammatica che dissolve ogni idea di ridondanza.
Le note del “Kegelstatt” Trio di Wolfgang Amadeus Mozart, sanciranno l’incontro e lo scambio con gli archi del Santa Cecilia, musica destinata ad un circolo “familiare”, dal lessico giovane, melodico e innovativo, come gli strumentisti chiamati ad interpretarlo.
Le ance saranno regine di giugno con la serata del primo, divisa tra sassofoni e clarinetti, e flauto ospite. Apertura con il Paul Hindemith del suo Konzertstuck per 2 sax alti dedicato a Sigurd Rascher.
Si continuerà con un’opera che ha appena cinque anni i Cosmic Portraits per quartetto di legni di Howard J. Buss, per chiudere con il quartetto di sax impegnato in un viaggio con Toquades di Jerome Naulais, tra le sonorità di diverse culture, dal tango al charleston, al jazz rock, per la festa della Repubblica, il 2 giugno confronto tra due maestri Johannes Brahms e Dmitri Shostakovich, il primo evocato con la sonata op.38 per cello e pianoforte, pervasa da una fluente vena melodica, il secondo, dal Trio op.67 in Mi minore, con il suo finale costruito su di un tema ebraico, un tributo musicale alle vittime della Shoah.
Ancora il sassofono assoluto protagonista il 3 giugno, con un quartetto che spazierà dal celeberrimo Adagio di Samuel Barber, con i suoi stordenti gradi congiunti ascendenti, al Saxophone Quartet di Philipp Glass, classico Quatuor di Alfred Desenclos e chiudendo con la piccola fuga BWV 578 fuga in Sol minore di Johann Sebastian Bach, Archi con pianoforte il 4 giugno, per una serata dedicata a Rachmaninov e Brahms.
Concerto rossiniano quello del 5 giugno, introdotto, però, da una piccola chicca, il quartetto di fiati composto dal cornista Agostino Belloli particolarmente ricco di finezze e di suggestioni timbriche. Ascolteremo, quindi, la sonata a quattro n°1 di Gioacchino Rossini.
Ed ecco lo spirito rossiniano della sinfonia, nell’ Ouverture della Semiramide, una delle pagine sinfoniche più riuscite e più complesse di Rossini. Intermezzo pucciniano con quattro arie per tenore e ritorno a Rossini con i tre cori religiosi, La Fede, La Speranza e La Carità. Il trio sarà al centro della serata del 6 giugno.
S’inizierà con il trio di Nino Rota integralmente sorretto da una scrittura pianistica nervosa e brillante, si proseguirà con il Beethoven dell’opera 37, mentre concluderà uno dei vertici dell’intera produzione cameristica romantica il trio op.49 in Re minore di Felix Mendelsshon.
Gran finale il 7 giugno con l’opera-cabaret di Kurt Weill, del quale verranno eseguite quattro canzoni su testo di Brecht, prima di passare alla Suite per orchestra jazz n°1 di Dmitri Shostakovich , nata nel 1934 con il preciso scopo di portare il jazz sovietico da musica di piccolo consumo al rango di prestigio «professionale».
Santa Apollonia si trasformerà quindi in teatro per un adattamento della Die Dreigroshenoper firmata dal binomio Weill-Brecht, con la partecipazione straordinaria di Yari Gugliucci, voce narrante di quel pasticcio di eventi dove magnaccia e puttane si litigano un ideale malloppo con voci da galera, tra evocazioni di gregoriano, canzonacce da casino, guizzi del tango e filastrocche della vecchia e nuova goliardia. (Olga Chieffi)
Il ritmo e l’energia dell’orchestra di fiati
SALERNO. Mercoledì 27 maggio, alle ore 17,30, la sala concerti del Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” di Salerno, ospiterà il saggio finale della scuola in Direzione e Strumentazione per Orchestra di Fiati, appartenente al Dipartimento di Teoria, Analisi e Composizione.
La scuola di Strumentazione per orchestra di fiati, è un nobile e perdurante vanto della istituzione, diretta da Imma Battista e portata avanti dai docenti Luigi Avallone, Vincenzo Cammarano e Francesco Cardaropoli, i quali hanno offerto ai propri allievi una esperienza formativa di livello internazionale, affidando due masterclasses ai maestri Michele Mangani e Marco Tamanini.
Momenti di formazione questi, che impegneranno i corsisti per l’intera prima decade di giugno e che avranno, quale preludio, il saggio di classe, un vero e proprio concerto, in cui, come nella tradizione della celebrata scuola dell’Orfanotrofio Umberto I, la formazione schiererà tra le sue file insegnanti, allievi avanzati e giovanissimi alle prime esperienze. Il programma verrà inaugurato, come di prammatica, da una marcia sinfonica.
Per l’occasione è stata scelta la marcia brillante “Gran Varietà” di Antonio Petrillo, diretta da Vincenzo Caputo. Caputo proporrà, quindi, una propria revisione del “Momento musicale” op.94n°3 una pagina romantica, dedicata al pianoforte, da Franz Schubert, già pubblicata nel 1823 con il titolo Air russe, fascinosissima nel suo andamento.
Il docente di clarinetto Gaetano Falzarano, eseguirà, poi, il primo tempo del Concerto in Si bemolle maggiore per clarinetto e orchestra di Saverio Mercadante, nella elaborazione di Giovanni Fusco, diretto da Domenico Guariglia. Un Allegro maestoso in cui prevale l’idea di una costruzione strutturata con particolare equilibrio tra solista e gruppo strumentale, caratterizzata da pregnanza melodica, spesso d’impronta belcantistica, fatta da una autentica germinazione di spunti, concatenati in strutture virtuosistiche.
Passaggio al Verdi del balletto de’ “Le Quattro Stagioni” dei “I Vespri Siciliani”, concepito come intrattenimento per gli ospiti di Monforte dell’atto III. Si tratta della sequenza di danza più ricca e ampia di Verdi, della durata di quasi trenta minuti e dotata di notevoli effetti nei legni, che anticipa Caikovski nell’invenzione melodica e nella varietà dei passi e del metro.
Un lavoro molto impegnativo che vedrà all’opera due direttori Angelo Manzara e Antonio Petrillo, autori insieme ad Antonio D’Arienzo e Domenico Guariglia della revisione autori per orchestra di fiati. Finale affidato ad una pagina originale di Giovanni Fusco, che applaudiremo anche in veste di direttore con “Fantastica avventura”.
Il progetto della classe di Strumentazione per fiati continuerà dal 3 al 5 giugno con la masterclass del maestro Michele Mangani, il quale alla testa dell’Orchestra di fiati del nostro conservatorio terrà il concerto finale venerdì 5 giugno nell’anfiteatro della Villa Comunale di Vietri sul Mare e ancora dall’8 al 10 giugno con un seminario di composizione e strumentazione tenuto dal maestro Marco Tamanini. (Olga Chieffi)