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Teen agers in festa bollente per l’arrivo “superfico” di Darren Criss, da “Glee”, e di Tom Felton, alias Draco, il perfido nemico di Harry Potter
Cronache dal Giffoni Film Festival. Protagonisti assoluti di due giornate al Festival sono stati Tom Felton e Darren Criss.
Il primo è il giovanissimo e talentuoso attore Tom Felton: conquista la fama internazionale grazie al ruolo di Draco Malfoy, il prepotente e perfido nemico di Harry Potter nel primo film della saga, Harry Potter e la Pietra Filosofale. Nel 2010 è stato il vincitore del premio Best Villain agli MTV Movie Awards per la sua interpretazione di Draco Malfoy in Harry Potter e il Principe Mezzosangue. Nel 2011 vince lo stesso premio per l’interpretazione anche in Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2.
In sala stampa ha risposto alle numerose domande sui suoi progetti futuri, a partire dall’uscita del film Risen, un racconto legato alla Bibbia e alla vita di Gesù: “E’ un vero e proprio resoconto storico che ricostruisce la vita e la Resurrezione di Cristo attraverso gli occhi di un militare romano. Quando ho iniziato a girare ero un ateo convinto, ma questo film mi ha fatto riflettere molto”.
L’attore, biondo e dal sorriso genuino, è anche un musicista: le chitarre sono la sua grande passione e quando è stato lontano da set cinematografici ha anche realizzato dei singoli musicali che hanno riscosso un buon successo in America. “ La musica è per lo più un divertimento, una grande passione, mi piace scrivere canzoni con i miei amici. La musica è un modo per rilassarmi, per evadere dai problemi della quotidianità”.
Un carattere dell’attore, questo che rende complementari la musica e la recitazione, che ci fa comprendere quanto sia importante essere artisti versatili e poliedrici, con gusto per le arti e la produzione di esse.
“Una canzone è come un copione, i Beatles ad esempio hanno composto varie canzoni con tre accordi suonati in sequenza diversa. Allo stesso modo si può sempre creare qualcosa di diverso anche con un copione di una sola battuta. Questa è la similarità tra il recitare e il fare musica. Da un unico spunto la creatività può non avere alcun tipo di limite”.
Ai giovani consiglia di “seguire sempre le proprie passioni in modo pulito. Da piccolo mi mettevo davanti allo specchio e facevo l’imitazione di Jim Carrey. Fate le vostre scelte serenamente e con gioia”.
Altro giorno, ma con un altro attesissimo ospite al blue carpet e alla sala Trauffaut per il Giffoni Film Festival, è la volta di Darren Criss, una delle talentuose stelle della serie teen di Fox, ‘Glee’. L’attore e cantautore americano è il quarto protagonista di Glee a calcare il Blue Carpet dopo Dianna Agron, Naya Rivera e Lea Michele.
Ragazzi e ragazze hanno dormito in Cittadella per aggiudicarsi un posto in prima fila al blue carpet e sperare in un autografo o in un selfie con il loro beniamino e molte – non tutte ovviamente – sono state accontentate perché Darren si è dimostrato molto gentile, disponibile e entusiasta per la calorosa accoglienza.
‘Amo l’Italia, quello che succede in questo Festival è pazzesco, c’è la voce e l’anima dei giovani!’
Parla in italiano e intona le canzoni insieme al pubblico, inoltre dichiara di amare molto la nostra musica, da Jovanotti ai Negramaro, e sogna di poter lavorare con Roberto Benigni.
Ed è proprio in Italia che sarà impegnato su un nuovo set, quello di ‘Smitten’, interamente girato in Italia (Trentino Alto Adige), una commedia romantica che segna il debutto alla regia di Barry Morror. Nel cast ci saranno anche Medalina Ghenea e Angela Molina. “Credo che sia una storia molto carina. C’è molto materiale per alimentare l’immaginario degli americani su quel che l’Italia rappresenta. Sfumature e contesti delicati e romantici, soprattutto quando ci concentreremo sui paesaggi rurali della Toscana. Se non sarà un successo, pazienza ma io sono sicuro che sarà almeno bello da vedere.”
Tornando a Glee, l’attore si dice orgoglioso di essere legato al ruolo di Blane: ‘È il ruolo della mia vita, mi ha dato popolarità, successo e soddisfazioni. Il pubblico vorrebbe vederti sempre in ruoli in qualche modo familiari, ma non sempre può essere così. Il bello di questo lavoro è potersi misurare ogni giorno con cose diverse. ‘
‘Mi piace essere in Glee – continua – perché lanciamo sempre messaggi positivi, soprattutto per quanto riguarda una tematica attualissima, che purtroppo è il bullismo. Io sono certamente diverso dal personaggio che interpreto ma, essendo il mio lavoro devo necessariamente entrare in sintonia con il ruolo per risultare credibile.’
galleria foto Simone De Juliis
Con Martin Freeman-Bilbo Biggins un viaggio fantastico nel mondo degli hobbit, con Lillo&Greg un viaggio intelligente nel mondo della comicità
Cronache dal Film Festival di Giffoni (SA). Durante il Festival alla Cittadella del Cinema non c’è pausa di alcun tipo. Ad esempio, mi fermenta ancora in testa il grande fermento che ha accompagnato la terza giornata del Festival, unito all’entusiasmo con cui
è stato accolto l’ospite internazionale: Martin Freeman. Protagonista della trilogia di Peter Jackson “Lo Hobbit”, Bilbo Baggins ha sfilato sul blue carpet ed è stato protagonista del Mett&Greet con giurati e stampa.
Martin Freeman ha iniziato la sua carriera ad Hollywood inizialmente da attore sul piccolo schermo con la serie “The Office”, successivamente è stato scelto da Peter Jackson per interpretare Bilbo Baggins, il ruolo che lo ha consacrato al successo nei tre adattamenti de Lo Hobbit (Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato , Lo Hobbit – La desolazione di Smaug e Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate), ispirati all’omonimo libro di John Ronald Reuel Tolkien.
In sala stampa Freeman si è anche espresso con grande nostalgia sull’attuale livello del cinema italiano, affermando: “Onestamente non seguo e non ho seguito il cinema italiano negli ultimi anni, sono rimasto fermo agli anni ’50, al neorealismo: quelle pellicole per me sono fantastiche, quando penso al cinema italiano penso ai capolavori di Federico Fellini e Roberto Rossellini“.
Sull’indiscrezione riguardante la città di Venezia come location della puntata speciale di Sherlock, serie TV in cui interpreta John Watson, l’assistente di Sherlock Holmes, Freeman risponde ridendo: “Vedremo i produttori della serie cosa decideranno, l’ho detto per attirare i miei fans italiani, ma per il momento sono contento di vederli anche qui.”
Ai giovani giurati del Festival Freeman ha poi detto: “Ci sono stati dei momenti in cui mi sono chiesto se stavo facendo qualcosa di positivo e se fossi veramente bravo in quello che facevo. Fortunatamente è da un po’ che non mi succede più questa cosa. Quando succede bisogna resistere e non rinunciare mai“.
Alla domanda specifica sul tema principale del Festival, ha risposto: ‘Carpe diem significa fare quello che ami in maniera limpida, senza opportunismi’ e infatti ha anche esemplificato che il potere attorno al quale ruota la metafora del viaggio del protagonista nella trilogia de ‘Lo Hobbit’ è molto attuale ed è valida anche per il mondo del cinema e dello spettacolo: ‘ La fama ti cambia, anche se io cerco di restare con i piedi per terra. Alcune volte mi chiedo se sono un tipo avventuroso o meno. Ho scelto di seguire una carriera difficile: sei soggetto alle offese delle persone che pensano che tu sia un idiota, quindi credo che una dose di avventura ci sia in me. Non dimenticare che John Watson era una persona straordinaria già prima di incontrare Sherlock. Ha avuto la sfortuna di incontrare una persona più geniale di lui, ma di per sé è una persona geniale”.
La giornata prosegue poi con ospiti e incontri con artisti nostrani come Serena Rossi e Lillo & Greg. La prima, talentuosa e ben nota attrice e cantante napoletana, non ha risparmiato consigli a chi vuole intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo: ‘ Assecondate e coltivate il talento, è un dono prezioso; circondatevi di persone valide che arricchiscano la vostra crescita. Non accontentavi e se non ci sarà meritocrazia, concentratevi sulla formazione, non mollate e ce la farete!’
Lillo&Greg in Sala Truffaut hanno incontrato i giurati e hanno ironicamente analizzato la loro carriera affermando: ‘Facciamo tante cose e tutte male, ma vorremmo avvicinarci ad un cinema popolare che però non sia una cosa vista e stravista. Popolare non significa ‘terra terra’: esistono capolavori del nostro cinema che rientrano perfettamente in questa accezione’
In merito alle critiche sul film ‘Natale a Gomorra’ rispondono: ‘Ironizzare anche in modo cinico e surreale non è un peccato universale, anche se può non piacere. La nostra potrebbe essere una comedy sperimentale che vuole raccontare qualcosa in modo pungente. Questo è lo spirito che ci fa andare avanti a lavorare insieme’.
Tea Falco, (“Io e te” di Bertolucci e “1992” su Sky) e Stefano Fresi , attore e showman, stelle del primo week end. E Giffoni diventa subito “la più figa”
GIFFONI VALLE PIANA (SA). Giffoni film festival è tante cose e insieme un’unica riuscita ‘Experience’. Ad arricchire in modo trasversale questo Festival ci pensano sicuramente gli ospiti che spaziano dai campi artistici alla politica, dal giornalismo agli esercenti dello spettacolo.
Nel primo week end del Festival gli ospiti che hanno attirato l’attenzione al blue carpet sono stati sicuramente molti e di grande rilievo.
Si è partiti con Tea Falco e Stefano Fresi: la prima è un’attrice controversa, particolare, si è fatta notare nel film Io e te di Bernardo Bertolucci e nell’ultima stagione di Sky con la serie 1992 di e con Stefano Accorsi. Il ruolo di Bibi Mainaghi l’ha resa nota al grande pubblico e le ha portato non poche polemiche, alle quali dice di sapersi contrappore con ironia.
Non mancano curiosità da parte dei giurati più esperti di cinema autorale. Infatti è immancabile la domanda su Bernardo Bertolucci, che lei definisce un ‘padre spirituale’ e una persona con cui è stato un onore poter lavorare.
Stefano Fresi invece è il secondo poliedrico artista che ha incuriosito stampa e giurati nella prima giornata: musicista diplomato al conservatorio e attore attivo sulle scene da più di 20 anni. La sua è una carriera ‘saltellante’: a teatro nel 1995 si esibisce con i Favete Linguis, trio formato con sua sorella Emanuela (cantante) e Tony Fornari, a cinema nel 2005 recita in ‘Romanzo Criminale’ di Michele Placido e nel frattempo ha composto colonne sonore per la Rai, per Fox e per Sky, oltre che per spettacoli teatrali di grandissimo valore anche insieme a Gigi Proietti. Negli ultimi periodi lo abbiamo visto in commedie di successo come le pluripremiate Smetto Quando Voglio di Sydney Sibilia, in Noi e la Giulia di Edoardo Leo e in Ogni maledetta Domenica, firmato da Torre, Ciarrapico e Vendruscolo, il team dell’indimenticabile Boris.
Nelle interviste si è soffermato molto sul valore del cinema in Italia e sul clima sorprendente del Giffoni Film Festival: “Il cinema deve essere un veicolo educativo, una nitida fotografia del paese. Come attori abbiamo la responsabilità di raccontare le luci e le ombre del quotidiano per prepararvi e farvi crescere meglio della nostra generazione. Si dovrebbe studiare di più, anche la musica per esempio – di cui sono innamorato – serve ad arricchire le proprie competenze.”
“Mi avevano detto che Giffoni era la manifestazione cinematografica più figa del mondo” prosegue l’attore romano “ ed è vero. Qui ho trovato un’ondata di ragazzi con sguardi veri, che cercano risposte”.
Ultima interessante e entusiasmante nota di questa giornata al Giffoni Film Festival è l’anteprima nazionale di Ant-man, il nuovo capitolo dell’universo cinematografico Marvel. Diretto da Peyton Reed, Ant-Man, in uscita dal 12 agosto, racconta la storia del supereroe dotato della strabiliante capacità di rimpicciolirsi e al contempo accrescere la propria forza, il ladro provetto Scott Lang (Paul Rudd) che dovrà ricorrere alle sue doti eroiche per aiutare il proprio mentore Dr. Hank Pym (interpretato dal premio Oscar Michael Douglas) a proteggere il suo spettacolare costume di Ant-Man da nuove, terribili minacce. Esposti a ostacoli apparentemente insormontabili, Pym e Lang dovranno pianificare un colpo che salverà il mondo.
Insomma, già giornate ricche e intense al Festival, dove tra ospiti, anteprime cinematografiche e steet-art gli occhi non smettono mai di stupirsi.
Partita all’insegna del “Carpe diem” la XLV edizione del Giffoni Film Festival . E nel 2016 previsto il Grande Salto: nascerà finalmente la Giffoni Multimedia Valley
GIFFONI VALLE PIANA (SA). Arrivando alla Cittadella del Cinema situata nel cuore di Giffoni Valle Piana (a pochi chilometri da Salerno), il clima che si percepisce è pieno di adrenalina, ricco di spunti, si viene travolti dai colori, si sentono le risate dei bambini, l’entusiasmo degli adolescenti e le riflessioni di quei ragazzi che quasi adulti si apprestano ad essere i giurati ‘più grandi’ del festival.
Il nostro Festival, il mitico Festival del Cinema, per ragazzi e non solo … , è nostro perché è nato e si svolge in Italia, anzi nel sud Italia, anche se con caratteristiche che rientrano a pieno titolo nel respiro internazionale dei Festival Cinematografici che si svolgono in tutto il mondo. Il direttore artistico di questa edizione, e di tutte le 44 precedenti, è Claudio Gubitosi, ed è proprio su di lui che mi voglio soffermare. A 18 anni inizia a mettere in piedi questo sogno dal nulla, da questo paesino di provincia del salernitano, dove la disoccupazione è dilagante e dove mai si sarebbe pensato di progettare ciò che invece lui, con costanza e impegno, piano piano ha contribuito a realizzare.
Una crescita continua, che non è ancora finita. Anzi, proprio quest’anno Gubitosi ha annunziato che è in arrivo un grandissimo salto di qualità.
Dall’anno prossimo la Giffoni Multimedia Valley sarà realtà e questo, quello del 2015, è l’ultima edizione del Festival come lo abbiamo vissuto fino ad ora. Il cambiamento, o meglio, l’evoluzione si è resa necessaria per permettere a sempre più ragazzi, provenienti ormai da tutto il mondo, di poter vivere questa ‘Experience’. «Ora smonto tutto – dice Gubitosi – distruggo Giffoni, questa è l’ultima edizione che farò così. Lo uccido perché l’idea continui a vivere. Dopo 14 anni è pronta la Multimedia Valley, uno dei più grandi cantieri d’Italia. Ed è nel nostro Sud, realizzato grazie ai 38 milioni di euro assegnati dall’Europa alla Regione Campania. Sarà il più grande acceleratore d’impresa dedicato ai giovani. Lì nasceranno film, animazione «web series», siamo specialisti nelle start-up. Uno spazio di 40 mila metri quadri solo il primo lotto, arene all’aperto, un campus per studenti con 400 posti letto. Durante l’anno sarà un cantiere creativo che lavorerà a tempo pieno. Se pensiamo che gli amici della Mostra di Venezia da 60 anni aspettano il Palazzo del cinema senza averlo…».
Il valore culturale e il ricambio generazionale in parte sono la grande energia di questa ‘Experience’, quella a cui Gubitosi non vuole rinunciare e che anzi vuole assolutamente rinvigorire: «L’Istat ci ha confermato che la cultura è l’unica industria che ha retto. E il governo non la finanzia. Di noi si sono resi conto solo fuori dai confini nazionali. Perché l’Enel, l’Eni, le grandi aziende di telefonia guardano solo da Roma in su? O sei in una parte geografica o niente. Ospitiamo delegazioni estere che vengono a studiarci e il governo ci ignora. Faccia la sua parte e il tessuto industriale ci stia accanto, non foss’altro che per interesse. Qui c’è una storia, un’identità, non creiamo eventi che durano una settimana ma lavoro che dura tutto l’anno. Il ministero della Salute dovrebbe vedere come facciamo mangiare migliaia di ragazzi, attenti a promuovere il cibo del territorio».
François Truffaut nel 1982, ospite a Giffoni, ha definito questo Festival, che allora era esclusivamente del Cinema per ragazzi, ‘il più necessario’: necessario perché coinvolge spettatori critici ed esigenti come possono e sanno essere solo i più giovani, perché la settima arte è un mondo sfuggente ma dal quale non si può fuggire e perché crea coesione tra chi organizza, chi realizza, chi partecipa e chi giudica.
Il tema di quest’anno è meraviglioso e carico di aggressiva speranza: ‘Carpe Diem’. La locuzione latina di Orazio – una delle più fraintese o liberamente tradotte citazioni dell’antichità – diventa filosofia di questa edizione 2015, anche grazie al tema riproposto da Peter Weir ne ‘L’attimo fuggente’ (con l’indimenticabile Robin Williams a cui è dedicata una maratona nel giorno d’apertura del Festival): un invito ad osare, ad essere partecipi del tempo che viviamo, portare con sé le gioie dell’oggi, raccogliere le occasioni e fondere il gioco della vita con le idee del presente.
Ed è su questa ondata di fresca bellezza, nonostante il caldo, che 3600 giurati – dai 3 ai 90 anni – inaugurano il Festival con un flash-mob ballando all’unisono sulle note di ‘I gotta feeling’: che significa appunto ‘Ho la sensazione’, quella sensazione di giovane libertà e di ventata di magia che inonda la Cittadella.
La ‘necessaria magia’ di una visione contemporanea di questo cinema per giovani e meno giovani, con un messaggio profondo e con immagini responsabili a garantire un ampio respiro di emozioni e sentimenti.
Perché nel ‘Carpe Diem’ di questa 45esima edizione del Giffoni Film Festival è necessario cogliere forma e sostanza per un ‘Experience’ totale. Nell’attesa, ho cercato anche di cogliere delle immagini “con i colori dell’energia”.